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AMERICA FATTA A MAGLIE - GLI OSCAR DEL #METOO SONO UN DISASTRO DI ASCOLTI: 'L'AUDIENCE PIÙ BASSA DELLA STORIA', TWITTA TRUMP. -20% RISPETTO ALL'ANNO SCORSO, E TI CREDO: IL NEOPURITANESIMO CHE HOLLYWOOD EMANA PUZZA DI FINTO, UN GRUPPETTO DI MILIARDARI PRIVILEGIATI CHE VIVE NEL GHETTO PIÙ DI LUSSO DEL MONDO, CIRCONDATI DA GUARDIE DEL CORPO ARMATE FINO AI DENTI, CHE ATTACCANO TUTTI QUELLI CHE VIVONO FUORI (VIDEO)

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

“L'audience più bassa della storia degli Oscar. Il problema è che non ci sono piu’ star, a parte il vostro presidente (sto scherzando naturalmente)!”

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Lowest rated Oscars in HISTORY. Problem is, we don’t have Stars anymore except your President (just kidding, of course)!

 

Siccome Trump non si fa mancare mai nulla, figuratevi una battuta sanguinosamente provocatoria sul flop della cerimonia degli Oscar domenica sera, potete scegliere il suo tweet come sintesi e spiegazione del fatto che gli americani abbiano abbandonato uno spettacolo che prima adoravano, gettando nella disperazione gli sponsor pubblicitari.

Il dato secco lo comunica il guru dei sondaggisti, Frank Luntz:

“More people watched Trump’s SOTU speech (45.6 million) than the #Oscars. (26.5 )”. Molta più gente ha guardato il discorso di Trump sullo stato dell'Unione, (45’6 milioni), di quanta abbia guardato gli Oscar (26.5).

 

Decisamente molta di più, 19 milioni in più, e non è che il discorso sullo stato dell'Unione sia facile da mandare giù,. Non è certo uno spettacolo confezionato per la TV, è severo ed austero, non certo rutilanti scenografie, canti e danze, tappeto rosso e vestiti fantastici, gioielli esclusivi indossati da dive dalle facce appena smaltate come una vasca da bagno, come la cerimonia di Los Angeles è sempre stata.

 

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Che poi è una sorta di suicidio, provocato, voluto, non subito. Proprio come scrive, meno male che Twitter c'è, l'attore James Woods, quello di “C'era una volta in America”, per intenderci, grande estimatore di Trump, conservatore duro e puro, uno che sostiene di essere stato costretto a lasciare il mestiere perché non faceva parte della banda dei politically correct di sinistra. “Sad. How can Hollywood stop itself from alienating its audience?” E’ triste. Come si fa a impedire a Hollywood di continuare ad allontanare il suo pubblico?

 

Il pubblico a quanto pare si allontana man mano che aumentano le dichiarazioni politiche e le intemerate femministe. I numeri dicono che lo spettacolo non ha dato fastidio solamente ai repubblicani, che pure per bocca dei loro commentatori televisivi, non molti per la verità, l'hanno giudicato uno spettacolo anti repubblicano, ma anche a democratici annoiati da questi metodi di battaglia politica 24 ore su 24 e in qualunque luogo, anche il meno opportuno e appropriato .

 

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Non necessariamente quindi perché siano pro Trump o non sentano profondamente l'esigenza di solidarietà e vicinanza con donne oggetto di molestie e ricatti sessuali, ma perché tutto il neopuritanesimo che Hollywood emana puzza di finto, di stantio.

 

Un gruppetto di miliardari privilegiati che vive nel ghetto più di lusso del mondo, ivi compresi indiani, messicani, asiatici, neri ed etnie varie, che hanno trovato appunto l'America, organizza autocelebrative cerimonie di lancio di film costati centinaia di milioni di dollari, e per i quali loro hanno incassato milioni di dollari, indossando abiti esclusivi, gioielli fantasmagorici, circondati da guardie del corpo armate fino ai denti.

 

Le suddette cerimonie dovrebbero intrattenere il pubblico e far spettacolo, invece si trasformano in pistolotti insopportabili in cui vengono attaccati tutti quelli che vivono fuori dal ghetto e non si adeguano alle regole appena stabilite.

 

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Passi finché le regole si attengono al credo liberal, se i miliardari si sdilinquiscono per la famiglia Clinton, perdonando impetuosamente a lui le malefatte sessuali, a lei gli interventi di ripulitura del territorio; pazienza se non si sono mai ripresi dal lutto per la fine dell'era degli Obama, e se i quattrini a palate che hanno profuso per la campagna di Hillary Clinton sono finiti vittima dello sciacquone della realtà.

 

 Si perdona anche la leggenda centenaria ormai sulla prostituzione di alto bordo da sempre praticata negli Studios e universalmente conosciuta ed accettata sulla quale periodicamente sono stati scritti libri molto letti ma non fonte di molto scandalo.

 

Però ora si esagera, sembrano pensare gli americani in fuga dalla cerimonia degli Oscar, ora i miliardari sono diventati autoproclamati protagonisti sdegnati della rivolta contro il presidente e il suo vice, al quale non vengono risparmiate battute considerate irrispettose; ora i divi di Hollywood e le dive si sono scoperti tutti vittime del cattivo Weinstein e dei mostri che ogni giorno vengono rivelati, meglio sputtanati, ignorando qualsiasi garanzia liberale, e sono mostri come minimo lasciati circolare liberamente per decenni.

 

Ragazzi, Salma Hayek coniugata Pinault, Annabella Sciorra and Ashley Judd possono mai essere credibili se non sullo schermo nella rappresentazione delle vittime silenziate e terrorizzate per anni?

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I marziani hollywoodiani ora vogliono fare la morale a tutto e tutti, ed erano sopportabili finché facevano i porconi, Me too da Beverly Hills, grazie no.

E no anche allo spocchioso conduttore Jimmy Kimmel, ai sedicenti Dreamers che piagnucolano in smoking di Armani e vestiti di Dior, a Guillermo del Toro che racconta di essere messicano e lamenta i muri con la statuetta dell'Oscar in mano, come Alejandro Inarritu un anno fa.

 

Il succo del fastidio e’ semplice e brutale: ci fate la lezione sul diritto a difendersi con le armi magari in aree isolate, voi circolate solo se protetti da guardia del corpo armate fino ai denti; leggete dichiarazioni contro ricatti e molestie sessuali, ma siete stati per troppo tempo utilizzatori e facilitatori di quelle pratiche che mai avevate pensato di denunciare, e che sono venute fuori solo quando l'imperatore Weinstein è entrato in crisi economica.

guillermo del toro

 

Fatto sta che l'anno scorso erano 33 milioni a guardare lo spettacolone, quest'anno 26.

Che poi l'attacco al bigottismo religioso ci potrebbe anche stare, ma perché se il vicepresidente Mike Pence, protagonista degli sfottò del conduttore, dichiara di parlare con Dio, tutti si disgustano, e se Oprah Winfrey, icona Liberal di Hollywood, proclama che deciderà di candidarsi alla presidenza nel 2020 solo se Dio glielo chiederà, tutti zitti e ispirati. Che poi il discorso chiave della serata, super applaudito, tutte le signore in sala su sua richiesta in piedi, di Frances mcDormand, vestita come un ramarro e agitatissima, sembrava un delirio incomprensibile.

 

E alla fine delle fiere in che cosa ha invitato Hollywood a cambiare nei confronti delle donne? Rispettarle di più , appoggiare la protesta nel Paese del movimento Me too? No, approvare molti piu’ progetti di film a firma femminile. Money money money...

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