angelo guglielmi

ANGELO GUGLIELMI FA 92 E SPEGNE LA TV - "LA RAI È UN MONDO DI VECCHIE OMBRE. SPERAVO CHE DRAGHI FERMASSE LA LOTTIZZAZIONE, MA CON TUTTI I PROBLEMI LEGATI ALLA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA ITALIA, NON VEDO SPAZI PER COSTRUIRE UNA NUOVA RAI - OLTRETUTTO CON I LOCKDOWN SI È SCHIUSO L'UNIVERSO DELLE PIATTAFORME CHE È MOLTO PIÙ INTERESSANTE" - VIDEO-TRIBUTO ALLA ''TV DELLE RAGAZZE''

 

Michela Tamburrino per “la Stampa”

 

angelo guglielmi foto di bacco

Il grande padre della tv innovativa non ama più guardare la tv. Soprattutto non ama più quella Rai che non riconosce familiare. Angelo Guglielmi proprio oggi festeggia il suo compleanno e dopo i 90 non si fanno tanti giri di parole. Anche se Guglielmi remore non ne ha mai avute. Il Kaiser lo chiamavano in Rai, per la velocità prussiana che aveva impresso al suo passo in ascesa continua.

 

Fondatore del gruppo '63, direttore di Rai3 dal 1987 al 1994, poi all'Istituto Luce e persino assessore nella Bologna di Sergio Cofferati ma soprattutto scrittore e raffinatissimo critico letterario. Che oggi sorride pensando alla prossima rivoluzione Rai che riguarderà nomi e non struttura come da Guglielmi spesso auspicato. Adesso qualcosa potrebbe accadere. Il premier Draghi sta per prendere in mano la situazione Rai e potremmo avere belle sorprese. «Ho tanto sperato in Draghi, nel suo cambiamento.

 

Mario Draghi

Questo era il momento adatto e lui l'uomo giusto per poter dire ai partiti: basta con le spartizioni in Rai. Invece i segnali che mi arrivano non sono confortanti. Lui non se ne sta occupando molto, demanda. Certo, ci sono difficoltà oggettive. Ma che cosa vuole che ne sappia un ministro dell'Economia di Rai, hanno altre priorità. Sento che circolano i nomi di sempre per una tv di sempre. Lui avrebbe dovuto dire che non vuole la lottizzazione e intervenire di persona».

angelo guglielmi

 

Pensa che non lo voglia fare?

«Ma non può farlo. Con tutti i problemi legati alla costruzione di una nuova Italia, non vedo spazi per costruire una nuova Rai. Il paese deve risorgere, bisogna scrivere nuove regole, la pandemia ci affligge, i vaccini pure. La Rai non attrae, è diventato un mondo delle vecchie ombre. Oltretutto con i lockdown si è schiuso l'universo delle piattaforme che è molto più interessante».

 

Lei ha avuto modo di dire che al Pd in Rai vanno sempre le briciole

«Ma certo. Resta quell'atteggiamento ereditato dal Pci. Partiamo da lì. La spartizione interessò il Pci solo tre anni prima della fine. In principio ne era stato escluso e dopo non lo interessava troppo. Era pur sempre tv. Lo fece praticamente in punto di morte, tre anni prima della fine. Poi però quel 12% che raggiungemmo alla Rai di Agnes piacque, aiutava nella lotta contro gli ascolti Fininvest».

FORMIGLI

 

Lei ha lamentato una situazione di malessere, «galleggiamo in un vuoto di cultura viva da cui si può uscire solo dopo eventi catastrofici». Allora ci siamo. Più catastrofe di così?

«E su questo vuoto bisognerebbe riflettere. La letteratura è nulla, si scrivono solo biografie e autobiografie che non interessano alcuno. La produzione è di una modestia assoluta. I libri si vendono? Certo, sono aperte solo librerie e farmacie. Vada a vedere l'incremento che hanno avuto i farmaci da banco».

 

angelo guglielmi

Sembra una contraddizione in termini, lei che non guarda più la tv eccettuate le partite di calcio.

«E anche quelle spesso con scarsa soddisfazione. Non la guardo perché è vecchia, noiosa, diversissima da quella che dovrebbe essere. Si è tornati ai palinsesti prevedibili che hanno forma di divani confortevoli. Noi a Raitre creavamo un programma al giorno, andavamo incontro alle richieste del pubblico, inventare e mai assomigliare era il motto. Così, dopo 8 anni di gagliarda battaglia, ho ritenuto che fosse finito il mio tempo».

 

Altri non ne avrebbero avuto il coraggio. In un suo libro lei ipotizza un'autarchia possibile in Rai. Non è un po' quello che si tenta di fare oggi. Risorse proprie?

michele santoro samarcanda

«È un libro che ho scritto molto tempo fa. Per autarchia intendevo parlare di una Rai chiamata a produrre i suoi programmi, in grado di gestire i suoi uomini. Ora invece i conduttori sono strumenti degli agenti. Io sceglievo, decidevo. Adesso è tutto in mano a loro che manovrano certo non nell'interesse dell'Azienda come facevamo noi».

 

Chiambretti, Fazio, Santoro, Lerner e tanti altri. Ma c'è un programma che sta nel suo cuore con maggiore forza?

BERNABEI

«Li ho amati tutti ma non posso dimenticare l'ultima serata de La Tv delle ragazze. Nel teatro dove festeggiavamo l'ultima puntata c'era il mondo dello spettacolo, della cultura, della finanza per un programma che chiudeva al massimo della sua popolarità e del suo riconoscimento. Ora guardo con più piacere di tutti Corrado Formigli, era cresciuto con Santoro e mi ricorda quel periodo d'oro».

 

Il suo direttore generale preferito?

«Bernabei e Agnes. Gli altri sono stati inadatti a ricoprire quel ruolo tanto importante. Bernabei fece "scendere gli italiani dagli alberi", come diceva lui. Nel 1955 il 55% degli italiani era analfabeta. Guardando la Rai scopriva perché c'era stata la guerra, chi era Shakespeare, Michelangelo, Leonardo».

biagio agnes

 

A proposito, in questi giorni va in onda su Rai1 una serie su Leonardo in cui si sospetta che l'artista uccida una donna peraltro mai esistita

«E no, noi no. Noi facevamo cultura. E poi non capisco perché fare un film su un personaggio realmente esistito per poi cambiargli la vita. Il guaio è che anche il telespettatore non sa più chiedere. Si accontenta di avere tutto ma niente di unico».

luciana castellina angelo guglielmimarion cotillard leonardo dicaprio inceptionangelo guglielmiAngelo Guglielmi leonardo bacio gayangelo guglielmiangelo guglielmi fabio fefe foto di bacco

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....