anita ekberg

ANITONA, COME HERE! QUANDO LA DIVA DI FELLINI SORRISE L’ULTIMA VOLTA - RONCONE RACCONTA L’ATTRICE PROTAGONISTA DELLA “DOLCE VITA” SCOMPARSA NEL 2015. QUELL’INCONTRO NELL’OSPIZIO NEL 2011 DIMENTICATA DA TUTTI – “CON GIANNI AGNELLI ABBIAMO TENUTO UN SEGRETO TENERISSIMO PER ANNI. ANCHE DINO RISI INSISTETTE MOLTO PER AVERE UN FLIRT. FELLINI? MAI CAPITO PERCHÉ MI SCELSE. SE MI VOLTO, PERÒ, NON HO RIMPIANTI. HO AMATO, PIANTO, SONO STATA PAZZA DI FELICITÀ. HO VINTO E HO PERSO. NON HO UN MARITO, NON HO FIGLI” – L'EX BADANTE DELLA EKBERG A RONCONE: "TU VUOI SIGNORA ANITA? IO VOGLIO MILLE EURO. TU DARE ME SOLDI, IO..."

Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

anita ekberg

Di notte, l’altra notte, dal profondo pozzo di Prime , tra ghiotte primizie e preziosi reperti, riaffiora il film «La dolce vita».

 

Rivederlo o non rivederlo, per la centesima volta? Sono quegli eccitanti istanti di incertezza in cui stai per decidere che farai l’alba. Stavolta, però, i neuroni si distraggono e vanno a rovistare nel cassetto dei ricordi, tirandone fuori uno.

 

E allora, ecco: questa è la storia di quella volta che noi del Corriere ritrovammo Anita Ekberg, la leggendaria protagonista — diva bionda in abito nero — della passeggiata notturna dentro la Fontana di Trevi (vi si ricorda, speriamo con inutile zelo, che l’attore maschile era Marcello Mastroianni, magnifico, e che il regista di quell’immenso capolavoro fu Federico Fellini, noto genio del cinema. Il quale comincia il film con due elicotteri che, diretti a San Pietro, sorvolano la Roma del 1960: il primo trasporta una statua di Cristo, a bordo dell’altro ci sono invece il giornalista Marcello Rubini — cioè Mastroianni — e il fotoreporter Paparazzo. È un volo a planare sull’imminente vigilia di una stagione che avrebbe portato benessere e prosperità, illudendo un intero popolo).

 

anita ekberg

Ma non divaghiamo.

 

«Anitona, te la ricordi? Ce la siamo dimenticata un po’ tutti. Però la prossima settimana compie ottant’anni. Ti andrebbe di intervistarla?» — mi chiedono al telefono da via Solferino, la mattina del 24 settembre 2011, un sabato. Rispondo che beh, sì, certo, è un gran personaggio. Poi — dentro di me, un po’ torbido — aggiungo: un servizio facile, finalmente.

 

Mi si prospetta una domenica ai Castelli Romani. So che la Ekberg, da almeno trent’anni, vive in una villa a Genzano. Il piano di lavoro è basico: vado, la intervisto, e poi mi sistemo in una trattoria che conosco. Magari però prima m’annuncio con una telefonata. Così inizio a cercare un qualche recapito telefonico dell’anziana diva. Ma nessuno ce l’ha, nemmeno i colleghi degli Spettacoli, tipi pazzeschi che hanno agende pazzesche con dentro, alla A, il cellulare di Al Pacino e, alla B, quello di Bobby Solo. Curioso non si trovi un contatto della Ekberg. Però, vabbé: procediamo alla vecchia maniera. Si va, e si suona al campanello.

 

anita ekberg mastroianni la dolce vita

A Genzano, in un bar: «La Ekberg? È molto tempo che non la vediamo in giro. Comunque: prenda la rotonda, e poi imbocchi la strada che scende tra i vigneti. La terza traversa sulla sinistra, secondo cancello». Suono. Ma niente. Suono ancora: silenzio. Sento solo quella vocina che conosciamo noi cronisti, salirmi da dentro: la storia si complica. Provo al citofono della villa accanto: e mi ritrovo con il muso di un dobermann furibondo infilato tra le sbarre del cancello. Entro in un ristorante, e il proprietario mi da poche speranze: «La signora Anita sono mesi che non vive più qui». Camerieri con i piedi piatti e il tovagliolo bianco sull’avambraccio come ancora solo da queste parti, servono vassoi di fettuccine fumanti. Ma lo stomaco è chiuso. La faccenda s’è messa male.

 

anita ekberg gianni agnelli

La Ekberg non ha un parente, non ha più amici. A metà pomeriggio, ormai alla caccia anche solo di mezzo indizio, ho già telefonato praticamente a chiunque, compreso l’ufficio stampa di Gucci, che un anno prima aveva sponsorizzato il restauro della pellicola ripresentata alla Festa del cinema di Roma. Poi sono io a ricevere una telefonata. Dal Corriere , è l’ufficio centrale: «Allora, Fabri: noi abbiamo lasciato cento righe per la Ekberg. Ti bastano?».

Porca zozza.

Rispondo sulfureo: la Ekberg non c’è, non la trovo, è sparita. «Sparita, scusa, in che senso?».

fabio testi anita ekberg 3

Torno a Roma mortificato. Sconfitto. E incredulo. Anita, dove sei? Mi addormento male, dormo male. Però, in fondo alla notte, s’accende una lucina sul comodino. È il display del cellulare. Entra un sms. Avevo lasciato in giro mille ami. Un amico mi scrive: «Questo, mi dicono, dovrebbe essere il numero della sua ultima badante. 335-877…». Aspetto le 9, compongo il numero.

 

Risponde una donna rauca, malmostosa. «Tu vuoi signora Anita? Io voglio soldi». Certo, okay. Quanto? «Mille euro». Bene, affare fatto. «Io ora dire solo dove sta: poi noi incontrare, tu dare me soldi, io dare a te indirizzo preciso». Perfetto. «Lei sta in casa di cura…». Dove? «Ai Castelli, però io non…». Ma vattene, va. Mi faccio bastare questa traccia. Vado su Google e controllo: nella zona dei Castelli romani ci sono 37 case di cura. Mi metto di santa pazienza, inizio a chiamare. Alla sesta telefonata, il centralinista chiede: «Lei, scusi, chi è?». Il nipote. «Ah, ok. Perché da mesi la signora Ekberg non riceve visite. Sì, è qui».

fabio testi anita ekberg 2

 

Passo a prendere il fotografo Claudio Guaitoli, il tempo di fermarci da un fioraio, e partiamo.

Un’ora dopo siamo dentro un corridoio lungo. Luce al neon fioca. Tanfo di disinfettante. Ci sono posti dove la vita smette di essere dolce. L’infermiere, brutale: «La signora Ekberg? Boh. Chi è?». Anita, si chiama Anita. «Ah, sì: sta in camera sua».

 

Seduta su una sedia a rotelle. I capelli lisci e ancora magnificamente biondi. La pelle bianca, morbida. «E questi fiori? Per chi sono?». Per lei, signora. «Per me?”. Per il suo compleanno. “Oh, sì, certo… giovedì sarà il mio compleanno… ma che bravi, vi siete ricordati di Anita…» (dai suoi occhi si sprigiona un guizzo azzurrino, un lampo di inaspettata vitalità).

 

Prima di lei, le donne non facevano il bagno nelle fontane. Poi tutte hanno immaginato di prendere per mano Marcello Mastroianni e di portarlo sotto una cascata d’acqua. L’Italia stava cambiando. «Una vita fa. Se mi volto, però, non ho rimpianti. Ho amato, pianto, sono stata pazza di felicità. Ho vinto e ho perso. Non ho un marito, non ho figli. Quella suorina che vi ha accompagnato qui è la mia unica amica».

 

fabio testi anita ekberg 1

La pioggia riga i vetri. Reparto «lungodegenza», decimo piano: il lago, laggiù, un buco nero. «Un anno fa, si spezzò il femore di sinistra.

Poi, a metà agosto, ha fatto crack il destro. Ora stanno cercando di rimettermi in piedi. E pensare che a Fellini piaceva moltissimo come camminavo. Durante le riprese, a Fontana di Trevi, feci su e giù una notte intera, senza mai inciampare. Marcello invece aveva freddo e, per scaldarsi, vuotò una bottiglia di whisky.

 

Cadde tre volte. Alla fine gli fecero indossare gli stivaloni da pesca sotto i pantaloni». Quel film è nella storia del cinema.

 

anita ekberg

«Però non è un gran film. La sua notorietà è dovuta solo a quella scena stupenda. E in quella scena, più di Marcello, ci sono io. Ero bellissima, lo so». Frank Sinatra voleva sposarla. «Non mi piace fare l’elenco delle proposte di matrimonio. L’amore è una faccenda privata. Con Gianni Agnelli abbiamo tenuto un segreto tenerissimo per anni. Anche Dino Risi insistette molto per avere un flirt…». Fellini? «Non ho mai capito perché mi scelse. Va bene, ero Miss Svezia, e questo però forse sarebbe potuto bastare ad altri registi, non a lui. Lui leggeva nel cuore degli attori. E li dirigeva come fossero farfalle».

 

La conversazione è interrotta da un lamento straziante che giunge dalla camera accanto. Anita Ekberg sembra non sentire. Socchiude gli occhi. «Questi fiori sono stupendi». Il fotografo Guaitoli, che ha tenuto la piccola Nikon in tasca, le chiede il permesso di scattare qualche foto (il giorno dopo, faranno il giro del mondo).

4 anita ekberg sulla scalinata di trinita dei monti in piazza di spagna ph barillari

 

Lei si mette in posa. Lo sguardo altero. Da diva. Poi, di colpo, scuote la testa. «Adesso, però, sono stanca…». Un baciamano. Il cigolio di una porta che si chiude.

Morirà quattro anni dopo, in totale solitudine. Le sue ceneri sono nel cimitero di Malmö, in Svezia.

anita ekbergANITA EKBERG FRED BUSCAGLIONE 11flaiano fellini anita ekberg

 

anita ekberg in Cicciabomba anita ekberganita ekberg la dolce vita 2anita ekberg boccaccio 70

(...)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…