LA BONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO - AL PROCESSO DI PERUGIA TOCCA ALL’AVVOCATESSA FINIANA CHE DIFENDE SOLLECITO: “NULLA COLLEGA RAFFAELE AL DELITTO, INNOCENTE ANCHE AMANDA, TRASFORMATA IN ‘VENERE IN PELLICCIA’” - LA SCENA DEL CRIMINE GRONDA DI TRACCE DI GUEDE MA NON CI SONO QUELLE DEI DUE RAGAZZI E IL DETERSIVO NON RICONOSCE IL DNA - IN CASO DI ASSOLUZIONE PRONTO UN JET PRIVATO PER RIPORTARE AMANDA IN AMERICA…

1 - BONGIORNO, NULLA COLLEGA SOLLECITO A DELITTO...
(ANSA)
- "Nulla ricollega Raffaele Sollecito a questo delitto": lo ha evidenziato il suo difensore Giulia Bongiorno nell'arringa al processo d'appello per l'omicidio di Meredith Kercher. "I pochi indizi - ha sostenuto il legale - erano su Amanda Knox e sono stati traslati su di lui. C'é chi con una fidanzata acquisisce una famiglia, lui ha acquisito un delitto. Ma nulla - ha ribadito la Bongiorno - c' è anche su Amanda".

2 - BONGIORNO, COLTELLO TROVATO A VELOCITA' NEUTRINI...
(ANSA)
- Il coltello considerato l'arma per uccidere Meredith Kercher è stato trovato dalla polizia "con la velocità dei neutrini". Lo ha affermato l'avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Raffaele Sollecito, nella sua arringa in corso a Perugia nell'appello per l'omicidio di Meredith Kercher. Ad avviso del legale il processo nei confronti del suo assistito e di Amanda Knox è stato caratterizzato dalla fretta. "Dopo quattro giorni - ha sostenuto - il caso era considerato già chiuso".

Riguardo al coltello sequestrato in casa di Sollecito, la Bongiorno ha fatto chiaramente capire che a suo avviso non è quella l'arma del delitto. "E' un omicidio non premeditato - ha detto ancora - ma dopo avere ucciso Meredith gli imputati si preoccupano di disfarsi dei cellulari della vittima mentre il coltello lo riportano indietro e lo mettono nel cassetto dove viene subito trovato. Con la velocità dei neutrini".

La Bongiorno ha quindi definito la presenza di Rudy Guede nella casa di via della Pergola la "prova che vale mille prove". Ha ricordato l'impronta di mano insanguinata dell'ivoriano trovata nella camera della vittima e le atre tracce a lui attribuite. "La camera di Meredith - ha detto - è la foto di chi era presente. Gronda di tracce di Guede ma perché non ci sono quelle di Sollecito e della Knox no? La stanza è stata pulita come sostiene l'accusa? Nessun detersivo - ha concluso la Bongiorno - ha la capacità di riconoscere le tracce di Dna".

3 - BONGIORNO, AMANDA TRASFORMATA VENERE IN PELLICCIA...
(ANSA)
- Amanda Knox è stata trasformata in una Venere in pelliccia, in una femme fatale della letteratura decadente, ossessionata dal sesso, mentre invece è una "donna fedele", secondo l'avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Raffaele Sollecito, la quale ha anche paragonato l'americana alla Jessica Rabbit che dice "non sono così, è che mi disegnano così". Il legale ha definito il processo "amandocentrico" nel quale i "pochi indizi" su di lei "sono traslati" sul suo ex fidanzato. Per questo la Bongiorno si è soffermata sulla figura della giovane di Seattle.

"Raffaele - ha detto - è stato una sorta di ingombro, il gregario sbiadito". Lo ha quindi accostato a un personaggio di Proust "che non aveva mai alcun desiderio se non quelli di sua moglie". "Vi è stato proposto - ha affermato - un ritratto deformato di questi due giovani, lui gregario e lei protagonista. Amanda è stata trasformata nella Venere in pelliccia alla quale fa da contraltare un uomo finto e debole". Secondo la Bongiorno la Knox può essere paragonata a Jessica Rabbit, può sembrare una mangiatrice di uomini "mentre invece è una donna fedele". "Tra i due ragazzi - ha ribadito - c' è stata solo tenerezza".

4 - AMANDA PRONTO UN JET PRIVATO PER LASCIARE L'ITALIA NELLA NOTTE...
Nino Cirillo per "il Messaggero"

C'è un rebus attorno al quale un'intera comunità di specialisti - giornalisti, avvocati, uomini di cinema e perfino diplomatici - si sta arrovellando: se Amanda Knox verrà davvero assolta, se davvero le clamorose perizie venute fuori dal processo d'appello le restituiranno dopo quattro anni la libertà, come e quando lascerà l'Italia?

Perché che lasci l'Italia è sicuro, gli Stati Uniti l'aspettano, tutta un'opinione pubblica che non si è mai rassegnata, tutto un paese che la ritiene vittima - lei e il suo Raffaele - di un'enorme ingiustizia.

Ma quando si tratta di Amanda ogni cosa diventa un affare di stato.
Non è certo difficile immaginare che addirittura l'ambasciata americana di via Veneto stia già studiando, forse abbia già un piano per far uscire velocemente e senza intoppi, sempre in caso di assoluzione, Amanda dall'Italia. Discretissimi funzionari sono all'opera, loro come «Friends of Amanda», l'associazione nata per sostenere questa battaglia anche con una raccolta di fondi di cui non si conosce ufficialmente l'ammontare ma sicuramente ricchissima.

Ci si concentra attorno al calendario del processo. Le previsioni più accreditate sono due: che la sentenza possa essere emessa o sabato sera o, al massimo, lunedì e sempre all'ora di cena. E si spaccano in due i dettagli: quanto tempo potrebbe impiegare, ad esempio, l'ordinanza di questa sospirata assoluzione per essere notificata nel carcere di Capanne, alle porte di Perugia, dove Amanda è detenuta? E c'è un'altro dilemma non da poco da risolvere: una volta assolta con tutti i crismi, secondo il nostro ordinamento la studentessa americana acquisisce automaticamente il diritto di lasciare il nostro Paese? Diversi studi legali stanno cercando di capirlo.

Se tutto dovesse andare per il verso giusto -ma la verità lo conoscono solo i tavolini del Salty's, il ristorante di frutti di mare con la più bella sky line su Seattle, dove si riuniscono periodicamente gli amici di Amanda- la ragazza potrebbe lasciare Perugia la notte stessa e trasferirsi a Roma, magari in ambasciata, e da lì volare l'indomani per Seattle.
Ma Amanda che torna negli Usa vuol dire un intero clan che torna negli Usa.

Ci sono la madre con il suo nuovo uomo, il padre con la sua nuova donna, le tre sorelle, una zia, e poi gli amici più stretti che non hanno mai abbandonato Perugia, diciamo almeno una ventina di persone. E' per questo che rispunta l'idea del jet privato, un'operazione possibile, ovviamente, solo grazie al gigantesco found raising realizzato per lei. Un jet privato che le eviterebbe anche il più innocuo dei bagni di folla e le permetterebbe di riflettere con calma anche sulla sua prima intervista da donna libera.

La prima intervista di Amanda Knox, infatti, rientra a pieno titolo in questo piano, tra gli snodi da prevedere nelle ore più convulse. Per i modi e per i tempi con i quali verrà realizzata -e potrebbero intrecciarsi, modi e tempi, proprio con l'abbandono dell'Italia- e soprattutto per l'asta senza limiti che s'è aperta fra le televisioni di tutto il mondo, con quelle americane però in primissima fila.

Dicono che quest'asta abbia già raggiunto il milione di euro e fra gli addetti ai lavori nessuno se ne meraviglia più di tanto. Perché in questi quattro anni le spese legali e di sopravvivenza dell'intera famiglia in Italia sono stati enormi, perché tante altre spese ci sono da sostenere, perché l'America intera freme per tornare ad ascoltare la sua voce.

Ma non c'è solo lei in ballo, ci sono ancora da fissare le interviste ai parenti, agli amici, allo stesso Sollecito se quest'assoluzione arriverà. E' una battaglia senza esclusione di colpi, con una specie di tariffario ogni ora più preciso a seconda dell'audience che l'intervistato può garantire. Le reti italiane non è che siano fuori gioco, ma restano discretamente in seconda fila.

 

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