giorgia meloni carlo fuortes

ARSENICO, MERLETTI & ZONETTI - FUORTES RESTA A CAVALLO: GIORGIA MELONI HA “SALVATO” L’AD A COSTO D'IMMOLARE LE AMBIZIONI DEI "CAMERATI" NEI CONFRONTI DELLA RAI. FAR CADERE FUORTES AVREBBE TERREMOTATO VIALE MAZZINI E DONNA GIORGIA NON VUOLE MANDARE VIA I MANAGER BLINDATI DAL CONTRATTO - IL TERZO POLO SI SPACCA SU ZELENSKY A SANREMO: CALENDA E’ CONTRARIO, GELMINI FAVOREVOLE, RENZI (CHE CIANCIA SU TUTTO) TACE - COME OGNI ANNO LA CONDUTTRICE FA LA PAZZA PER ANDARE A SANREMO SMUOVENDO GLI AMICI POTENTI MA ANCHE QUEST’ANNO VEDRA’ IL FESTIVAL DAL DIVANO…

Marco Zonetti per Dagospia

 

MARCO ZONETTI

TROPPO FUORTES

Carlo Fuortes ce l'ha fatta. Malgrado la settimana scorsa praticamente tutti i giornali vendessero la pelle dell'orso prima che fosse abbattuto, l'Ad Rai ha incassato il sì del consiglio di amministrazione al budget 2023, con i voti favorevoli di Marinella Soldi (Presidente Rai) e di Francesca Bria (Pd) che, sommati a quello dello stesso Fuortes, hanno garantito la sussistenza dell'attuale governance. 

 

Quanto agli altri membri del consiglio: Igor De Biasio (Lega) e Simona Agnes (Forza Italia) non hanno partecipato strategicamente al voto anziché esprimere parere contrario (come avevano ipotizzato gli organi di stampa), Alessandro Di Majo (M5s) ha votato contro e il consigliere in quota Dipendenti Riccardo Laganà si è astenuto. 

carlo fuortes

 

 

Una maggioranza risicata, certo, ma - scongiurati i tentativi più o meno palesi di farlo cadere da parte di rampanti dirigenti interni ed esterni in cerca d'autore e di rivalsa - Fuortes incassa la vittoria più importante di tutte. Ovvero il tacito avallo di Giorgia Meloni che, oggi più che mai, ha dimostrato di non voler mettere mano sulla Rai, approvando lo status quo e il top manager voluto dal predecessore Draghi. 

 

giorgia meloni gli appunti di giorgia 1

Sarebbe stato del resto suicida far cadere Fuortes innescando il crollo di tutto il "castello di carte", sovvertendo i delicati equilibri di Viale Mazzini dove, venendo meno un tassello strategico, si sfalda tutto il mosaico. Meloni ha quindi preferito salvare Fuortes a costo d'immolare le ambizioni dei "camerati" nei confronti della Rai. Sia i meloniani storici, sia i tanti scopertisi tali il 25 settembre scorso. E poi, come ha ribadito in ogni circostanza, Donna Giorgia non vuole mandare via i manager ancora blindati dal contratto.

 

"BELENSKY"

ZELENSKY E ZELENSKA

Da giorni non si parla d'altro. L' annunciata presenza di Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo monopolizza il dibattito pubblico creando tormentose divisioni tra i fautori del suo intervento all'Ariston (come Enrico Mentana e Fulvio Abbate) e i detrattori (fra cui Marco Travaglio e Tomaso Montanari).

 

In rete è partito addirittura un movimento trasversale che invita a boicottare Sanremo per protesta contro la propaganda anti-russa. D'altra parte, la fazione pro-Ucraina difende a spada tratta il suo beniamino fasciato nell'immancabile maglietta verde militare, e taccia di "filoputinismo" chiunque esprima anche solo un barlume di perplessità. 

 

MATTEO RENZI CARLO CALENDA

Sul tema si è perfino ulteriormente diviso il già lacerato Terzo Polo, i cui diarchi Renzi e Calenda non si parlano più da tempo. Se il primo infatti tace sull'ospitata di Zelensky a Sanremo, il secondo si è detto contrario, mentre Maria Stella Gelmini ha difeso la scelta di Amadeus invitando il M5s a prendere "drasticamente" le distanze da un post di Beppe Grillo che criticava la presenza del presidente ucraino all'Ariston "se non vuol essere considerato un fiancheggiatore di Putin e dei suoi crimini". 

 

CARLO CALENDA MATTEO RENZI

Quanto a noi, già stremati dalle polemiche sull'ospitata ancor prima che vada in onda, non possiamo non ricordare con rimpianto quella idilliaca "età dell'innocenza" in cui le diatribe sanremesi vertevano perlopiù sulla farfallina di Belén. Oggi invece, canzoni, cantanti, ospiti e perfino le co-conduttrici sono finiti in secondo piano rispetto al dilemma Zelensky sì-Zelensky no, come potrebbero cantare Elio e le storie tese - visto che siamo in tema Festival.

 

Oggi è insomma l'ex attore divenuto presidente ucraino a calamitare tutta l'attenzione, mettendo in ombra la vera vittima del conflitto, ovvero il suo popolo. Animale da palcoscenico più chiacchierato, più divisivo, più ubiquo, più presenzialista della stessa showgirl argentina, potremmo chiamarlo "Belensky".

MATTEO RENZI CARLO CALENDA

 

INDOVINELLI

Non più giovanissima ma ancora avvenente, la rampante ex attricetta dilaga sui media. Si dice sia amica intima di un importante conduttore televisivo, ma molti sospettano che dietro la sua folgorante ascesa si nasconda in realtà un pezzo grosso dell'imprenditoria. Chi sarà?

 

Dirigente demansionato ed ex dirigente ispirano più o meno ogni giorno, su giornali amici, articoli contro l'attuale vertice di un'azienda pubblica. Riusciranno a logorare ai fianchi il nemico?

mariastella gelmini foto di bacco (1)

 

Come ogni anno sta facendo il diavolo a quattro per andare a Sanremo e per "scendere dalla scala dell'Ariston" con il suo tacco 25, facendo subissare di telefonate dagli amici potenti i malcapitati organizzatori. Che, seppur costretti a sorbirsi le trasversali raccomandazioni, non cedono d'un passo. E così, anche per quest'anno, l'irrequieta conduttrice vedrà il Festival dal divano. Di chi stiamo parlando?

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