GIU’ IL SIPARIO - DEBITI, SPRECHI E GESTIONI FALLIMETARI: NEI TEATRI VA IN SCENA IL CRAC - SPETTATORI IN FUGA MA AUMENTANO DIPENDENTI E STIPENDI: L’EX NUMERO UNO DELLA SCALA, LISSNER, GUADAGNAVA 507MILA EURO ANNUI PIÙ BONUS

Antonio Amorosi per “Libero Quotidiano

 

Stephane Lissner Sovrintendente Scala Stephane Lissner Sovrintendente Scala

La notiziadella possibile liquidazione dell’Opera di Roma è solo la punta dell’iceberg del sistema Fondazioni/ Teatri che incassa fondi pubblici a pioggia da sempre, ha debiti grandi come voragini e gestioni fallimentari in tutto il Belpaese. Fiori all’occhiello della cultura italiana e contemporaneamente delle politiche colabrodo dello Stato, le fondazioni sono in tutto 13, più l’Accademia di Santa Cecilia.

 

Hanno incassato negli ultimi 7 anni ben 1miliardo e 230 milioni di euro solo dallo Stato con il Fus, fondo unico per lo spettacolo, a cui vanno aggiunte altre erogazioni ministeriali più quelle degli enti locali. Leggendo i bilanci depositati ammonta invece a circa 360 milioni di euro il cumulo dei loro debiti. I 47milioni di passivo della Scala di Milano, i 43 del San Carlo di Napoli come i 37 del Maggio fiorentino sono l’evidenza di gestioni al collasso.

 

Ma a questi va aggiunto un complessivo crollo del già magro numero di spettatori (100mila ingressi in meno nel2013,solo nella lirica con il totale di 1 milione 369mila spettatori) e del numero di recite, facendo diventare l’Italia quinta nella classifica mondiale dopo Germania,Usa,Austria e Francia...noi che l'Opera l’abbiamo inventata!

dario franceschinidario franceschini

 

Il sostegno pubblico al settore è in media più dell’88% delle contribuzioni. E resta un miraggio la possibilità per le fondazioni di creare attivi e crescita economica al di là della montagna di debiti.

 

L’allarme, lanciato sui bilanci già del2010 dalla Corte dei Conti che fotografava un debito di 349 milioni di euro, non ha ottenuto risultati se non un aumento del debito e la legge Bray,detta anche Valore-cultura, voluta dal governo Letta, che nelle intenzioni doveva salvare il settore. Il provvedimento chiede alle Fondazioni in difficoltà di avere i bilanci in pareggio per almeno 3 anni consecutivi pena la non erogazione dei fondi (altri 25mln nel 2013 e 75mln nel 2014) e la conseguente messa in liquidazione dei Teatri.

 

Ministro Beni Culturali Massimo Bray Ministro Beni Culturali Massimo Bray

Ma mentre alcune strutture (Bologna, Cagliari, Genova, Napoli, Palermo, S.Cecilia Roma, Torino) hanno tentato di ridurre un po’ il deficit, altre (Firenze, Milano, Opera Roma, Trieste, Venezia, Verona) lo hanno addirittura fatto crescere. Tutte le Fondazioni anche se formalmente in pareggio di bilancio, sembrano solo spostare il debito a chi verrà dopo di loro.

 

Le politiche del ministro Franceschini sembrano in totale continuità con il passato e senza grandi risultati nonostante la nomina di un Commissario nazionale ad hoc, Francesco Pinelli. Se guardiamo gli stipendi di dirigenti e personale non è difficile capire come il debito si sia creato.

 

Dal 2010 al 2013 il numero di dipendenti è addirittura cresciuto dai 5560 ai 5695! E sapendo che il personale pesa per il 70 percento sui bilanci di ogni Fondazione il risultato è presto fatto. Per non parlare dei dirigenti.

 

enrico letta x enrico letta x

«Che bel vivere, che bel piacere, per un barbiere di qualità... ah no scusate sono il Sovrintendente della Scala di Milano» potrebbe cantare oggi Il Figaro visto lo stipendio decennaleda1milionedieuro annui del Sovrintendente, ormai dimissionario, della Scala di Milano, Stephane Lissner: retribuzione fissa 507 mila euro annui,155mila euro in più per raggiungimento obiettivi, affitto pagato dell’appartamento esclusivo da 85 mila euro in centro, il Tfr, la quota Inps, l’auto blu con autista personale,carta di credito e spese di rappresentanza che nessuno sa quantificare e altri oneri. Figura di sicuro competente ma con un onorario fuori dal comune a cui seguono altri 11 dirigenti lautamente remunerati.

Carlo Fuortes Carlo Fuortes

 

Un arcipelago composito quello dei dirigenti delle fondazioni: dalla ex sovrintendente del Maggio Fiorentino, Francesca Colombo, voluta dal premier Matteo Renzi, quando era sindaco, con 247mila euro annui di stipendio al perito agrario Francesco Girondini che sovrintende l’Arena di Verona con circa 250milaeuropiùaltrostipendioda l’Arena Extra (società privata che gestisce per l’ente la musica leggera) fino a Carlo Fuortes dell’Opera di Roma con i soli 13.000 euro annui più altri 270 mila per altro incarico dell'Ente.«Non c’è sovrintendente nella storia d’Italia che non sia arrivato lì per indicazione politica e solo per quello, altro che competenza!» ci dice il segretario del sindacato Fials dei lavoratori delle Fondazioni Enrico Sciarra.

 

«Ci sono esuberi del personale ma veniamo da decenni di direzioni di incompetenti, tranne rarissimi casi,con politiche disastrose.Chi darebbe 40 milioni di euro l’anno a chi non ha mai fatto quel lavoro? Solo in Italia succede», commenta.

matteo renzimatteo renzi

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…