carmelitane

“AVVENIRE” BEATIFICA EMMA DANTE – TUTTI ASPETTAVANO LE FIAMME DELL’INFERNO DALLA REGISTA PIÙ INCENDIARIA DEL TEATRO ITALIANO E INVECE PER IL QUOTIDIANO DEI VESCOVI LA SUA VISIONE DEI ‘’DIALOGUES DES CARMÉLITES’’ DI FRANCIS POULENC AL TEATRO DELL'OPERA DI ROMA È UN PARADISO ‘’DOVE LA VITA È RACCONTATA CON LA GRAVITÀ DELLA MORTE E LA FORZA SPIRITUALE DEL SACRIFICIO’’. SCRITTURA CHE L'OTTIMO MICHELE MARIOTTI RESTITUISCE, GRAZIE ALLA BELLA PROVA DELL'ORCHESTRA…

emma dante 3

Pierachille Dolfini per “Avvenire”

 

Cristo deposto dalla croce non può stare in piedi da solo, perché nel Sabato Santo del mondo, nel silenzio della contemplazione del mistero della morte, Cristo è (ancora) corpo morto. Agnello, coperto di sangue, immolato per togliere i peccati del mondo. Non ha ancora fatto rotolare via la pietra del sepolcro. Eppure è presente, in questa sua (apparente) assenza. Ha bisogno quel Cristo di essere sorretto dall'uomo.

 

Perché altrimenti cadrebbe a terra. Ha bisogno di essere sorretto, per sorreggere. Ha bisogno dell'uomo, ha bisogno di martiri. Di testimoni, come dice la radice greca della parola che, solo a sentirla, evoca subito una morte ricercata e inseguita ossessivamente e voluta ai limiti del fanatismo. Cristo che, in una visione folgorante e per nulla scandalosa, appare corpo inerme e fragile, corpo di donna dalle sembianze di uomo - perché « Dio è padre; più ancora è madre», come ricordava Giovanni Paolo I.

dialoghi delle carmelitane di poulenc 3

 

Visione che arriva nel momento più intenso dei Dialogues des Carmélites di Francis Poulenc così come li rilegge Emma Dante al Teatro dell'Opera di Roma, titolo inaugurale della nuova stagione, diretto da Michele Mariotti, alla sua prima inaugurazione da direttore musicale. Arriva sulle note che introducono il drammatico finale.

 

dialoghi delle carmelitane di poulenc 2

Ed è lì, mentre cercano di sorreggere il corpo di Cristo che vacilla, che le carmelitane (le sedici religiose del carmelo di Compiégne condannate alla ghigliottina dalla Rivoluzione francese nel 1794, storia vera raccontata da Georges Bernanos e messa in musica nel 1957 da Poulenc) diventano testimoni.

 

dialoghi delle carmelitane di poulenc 1

Martiri. Ce lo racconta con una delle sue visioni, che possono apparire disturbanti, perché crude, al limite del sopportabile, ma in realtà illuminanti Emma Dante. Che fa dei Dialogues di Poulenc una parabola cristologica.

 

emma dante foto di bacco

Salgono alla ghigliottina le carmelitane. Forti di portare Cristo con il loro corpo. E non c'è il patibolo in scena, non c'è la ghigliottina. Ma ci sono tante cornici. Dorate. E desolatamente vuote. Tante cornici come all'inizio, quando nella casa del Marquis de la Force quelle cornici erano piene di ritratti di donne. A raccontare - così ha detto più volte la Dante - chi erano le carmelitane prima di entrare in convento. 

 

Michele Mariotti

Ora, in quelle cornici, ci sono loro, le carmelitane come sono oggi, quando si compie la loro testimonianza. Una sottoveste bianca, ognuna in una cornice. Vanno incontro alla morte cantano il Salve Regina che Poulenc scrive impastando gregoriano e polifonia, rivestendo il canto di una serena inquietudine che Mariotti restituisce magnificamente dal podio, al culmine di una lettura tesa e meditata, dove la vita è stata raccontata anche attraverso la leggerezza e la sensualità oltre che con la gravità della morte e la forza spirituale del sacrificio. 

 

i dialoghi delle carmelitane opera di roma

Un canto quello del Salve Regina che si scarnifica poco a poco, perché le voci delle religiose sono falcidiate dalla lama - e ad ogni colpo ecco calare una tela bianca all'interno della cornice, a far diventare luce i corpi delle carmelitane - mentre invocano la «madre di misericordia» alla quale chiedono di rivolgere «a noi quegli occhi tuoi» e di mostrare «dopo questo esilio, Gesù». E appare Cristo. Sulla croce. Ma non è lo stesso Cristo di prima, quello deposto e sorretto dalle carmelitane. Cristo ora ha il corpo e il volto (e il piede fasciato) di Blanche, soeur Blanche de l'Agonie du Christ.

i dialoghi delle carmelitane opera di roma

 

Che ha attraversato il suo Getsemani, le sue paure (che l'avevano portata a fuggire dal convento subito dopo essersi votata al martirio) e si è fatta immagine viva e testimone di Cristo.

 

Donne, le carmelitane, che hanno scelto la strada della preghiera e della contemplazione e che, una volta chiamate a rendere testimonianza della loro fede, l'hanno data. Senza paura? Certo che no, nonostante la corazza da guerriere, da combattenti per la fede. Perché Poulenc racconta le paure dell'uomo. La paura della morte. 

i dialoghi delle carmelitane opera di roma 4

 

Lo racconta anche Emma Dante mettendo in campo tutto il suo immaginario di donna del Sud, vivido, ma allo stesso tempo cupo (anche a tratti esteticamente sghembo e disturbante) che si traduce nelle visioni che tornano ossessivamente nei suoi spettacoli: la croce, i corpi feriti e offesi, una ritualità di gesti coreografici. Tic, mantra che qui funzionano molto bene, più che in altri contesti in cui l'ossessione per la religione mal si adattava alla trama. 

i dialoghi delle carmelitane opera di roma 3

 

Spettacolo fatto di immagini forti. La scena finale, la scena del carcere dove le cornici, messa una di fronte all'altra, disegnano un corridoio verso la morte che dà l'illusione ottica dell'infinito. La scena del Qui Lazarum resuscitasti con la "deposizione" del corpo della Vecchia priora, lavato e profumato, prima di essere messo in un sudario e adagiato sotto un ossario fatto di cinquecento teschi. E la scena della morte della vecchia priora, Madame de Croissy, intensa e drammatica grazie ad una Anna Caterina Antonacci superlativa, attrice di un'intensità disarmante, musicista che sa restituire magnificamente la scrittura di Poulenc.

i dialoghi delle carmelitane opera di roma

 

Scrittura che Mariotti restituisce, grazie alla bella prova dell'orchestra dell'Opera di Roma, mai tagliente, spigolosa, sconquassante, ma avvolgente, seducente anche, accompagnandoci in un percorso che è umano e spirituale. 

 

i dialoghi delle carmelitane opera di roma

Quello delle carmelitane che affrontano, ciascuna in modo diverso, l'incontro/ scontro con la (paura della) morte. Mariotti sbalza i caratteri delle religiose, seguendo i temi che "raccontano" ognuna di loro. Il tema di Blanche che Corinne Winters disegna in perenne bilico tra esaltazione e depressione, attraverso una voce musicalissima e un talento di attrice che lascia il segno. 

i dialoghi delle carmelitane opera di roma 5

 

Soeur Constance ha lo squillo e l'immediatezza di Emöke Baráth, Madame Lidoine, la Nuova priora, il fiume di voce di Ewa Vesin. Ekaterina Gubanova, voce di rara bellezza che il mezzosoprano usa magnificamente, disegna con verità inquieta i tormenti di Mère Marie. Jean-Francois Lapointe e Bogdan Volkov lasciano il segno come Marquise e Chevalier. 

 

Irene Savignano e Sara Rocchi guidano con autorevolezza le carmelitane (artiste del coro dell'Opera diretto da Ciro Viscovo) verso il patibolo. Solo una sottoveste bianca. Come è bianca la tela che cala ad ogni colpo di ghigliottina. Sulla quale dipingere un nuovo ritratto. Che ha il volto di quel Cristo che le Carmelitane hanno testimoniato.

emma dante 6teatro dell'opera

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO