AVVISO AI NAVIGANTI ZOZZONI: SE CERCATE UNA FIGA SU GOOGLE DOVETE SPECIFICARE COME LA VOLETE: FOLTA O RASATA - IL MOTORE DI RICERCA CAMBIA L’ALGORITMO: NON BASTERA’ PIU’ DIGITARE “SEX” O “HOT” O “PUSSY” PER LE IMMAGINI PORNO, MA SI DOVRA’ SPECIFICARE IL GENERE DI MAIALATA CHE INTERESSA - LA SVOLTA PER IMPEDIRE AI RAGAZZINI DI DIVENTARE CIECHI TROPPO IN FRETTA - RIVOLTA SUL WEB: “ARIDATECE LA PORNOGRAFIA!”

Valerio Venturi per Il Fatto Quotidiano

Internet è un prezioso strumento di ricerca. Già, ma chi lo usa per trovare info qualificate? Diciamo la verità: buona parte degli utenti web brama intrattenimento, storie su alieni, dietrologie e tanto, tanto porno. Non a caso "sex" è quasi sempre la parola più googolata del mondo, e si stima che intorno al 20/30% di tutte le richieste fatte ai motori di ricerca siano relative a "bad words". Insomma, gli internauti sono piuttosto ingrifati e grandi consumatori di contenuti vietati ai minori. Così in tutto il pianeta.

Ecco, il problema è proprio questo: fino ad ora siti, immagini e video xxx sono stati troppo alla portata non solo dei sessuomani, ma anche dei ragazzini. Per evitare problemi, Google ha deciso di cambiare registro. Anzi, "Big G" ha fatto di più: ha mutato i suoi algoritmi di ricerca, rendendo più difficile l'accesso ad ipertesti espliciti. In realtà, la rivoluzione nel metodo dell'azienda di Mountain View è generalizzato e riguarda tutto il sistema di "query", ma contestualmente è cambiata la politica relativa alle luci rosse.

Cosa succede, ora? Che, per esempio, inserendo parole zozzone per la richiesta di foto hot, "G" risponde nicchiando: non dà più profusioni di tette&sederi, ma risultati insoliti e magari non calienti. Questo anche se i filtri di "Safesearch" sono disattivati. Uno digita "pussy", per dire (il termine indica l'organo sessuale femminile) e trova molte meno porcherie di prima. Tante immagini sono generiche o fuori tema; quelle suine ci sono, ma son poche. Così, in rete è scoppiata la rivolta dei "maniaci". Sul social reddit.com, che raccoglie voci dal web, i lamentosi hanno tuonato ad una sola voce: "fate tornare subito la pornografia!"

Una americana si lamenta: "ci mancava, ora mio figlio passerà ancora più tempo a cercare porno, visto che è diventato più difficile farlo!" Un altro trova "un'altra buona ragione per usare bing". I commenti rimbalzano sui social network, divisi tra pro e contro.
Google s'è sentita in dovere di spiegare il perchè di queste novità: accusata di censura da certi navigatori, l'azienda ha risposto che i nuovi parametri eliminerebbero solo i risultati "speziati" non richiesti, ovvero quelli che saltano fuori partendo da "query" generiche o ambigue.

In altre parole, l'erotomane dovrà essere preciso, e specificare bene che tipo di perversioni vuole soddisfare, se non vuole incappare in scatti puliti, da educande. Image Search, continuano, non tradirà i suoi porno/aficionados, se costoro si sforzeranno di spiegare meglio che porcellate si aspettano di vedere. "Non vogliamo epurare alcun contenuto - han specificato - ma mostrare agli utenti quello che effettivamente vogliono. Piuttosto, puntiamo a nascondere le immagini sessualmente esplicite a meno che non le si stia cercando apposta".

Cantava la donzella del duo musicale Il Genio: "Tu sei cattivo con me perché ti svegli alle tre per guardare quei film un pò porno, pop porno...." Ecco: nelle illecite navigate notturne, obnubilati dagli ormoni, gli attizzati (maschietti o femminucce che siano) ricordino: occorre essere precisi. L'alternativa? Usare i motori di ricerca "only hot": con quelli si può essere approssimativi, nessun algoritmo bacchettone si metterà in mezzo a smorzare la cyber/eccitazione.

Secondo alcuni analisti, questi ultimi accresceranno le quote di mercato chiappando nuovi inserzionisti vm 18 e tanti navigatori in cerca di emozioni digitali, stanchi dei servizi di Mountain View. Ma è difficile pensare che la farm di Larry Page molli la presa su un mercato assai redditizio. Basti pensare ai milioni raccolti negli anni da Fabian Thylmann: 38enne miliardario, è a capo dell'azienda "Manwin", aggregatore di alcuni siti erotici per adulti. Un pezzo grosso della rete accusato di evasione fiscale. Come Google: secondo il nostro Fisco, potrebbe aver eluso tasse per 96 milioni di euro.

 

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