1. BENVENUTI NEL PAESE DI RENZONIA DOVE I GIORNALONI DEI POTERI MARCI VIVONO IN ARMONIA CON IL PREMIER SUPERBONE E I GABIBBO ALLE VONGOLE DIMENTICANO LE CASTE 2. NESSUN QUOTIDIANO HA INFILZATO LE PRATICHE LOTTIZZATRICI NEGLI ENTI PUBBLICI DEL NUOVO FANFANI DI RIGNANO SULL’ARNO CHE, SOLO PER CITARE L’ULTIMO ESEMPIO, HA AUMENTATO DA 5 A 9 I CONSIGLIERI DELLE FERROVIE PER ACCONTENTARE IL CIELLINO LUPI E APPAGARE IL MANUALE CENCELLI DI TUTTE LE CORRENTI DELL’ATTUALE GOVERNO 3. LA CORRUZIONE, IL DEBITO PUBBLICO-RECORD (2.107 MILIARDI!), L’INFLAZIONE E LA DISOCCUPAZIONE CHE SERVIVANO PER CACCIARE IL BANANA, SONO SPARITI DALLE NOTIZIE 4. MA QUANTO COSTERÀ ALLE CASSE PUBBLICHE LA “ROTTAMAZIONE” (PARTITICA) DEI MANAGER PUBBLICI? ALLA CORTE DEI CONTI SI SUSSURRA CHE SERVIRANNO ALMENO 150 MILIONI (QUANTI RICHIESTI DAL GOVERNO ALLA RAI) PER LIQUIDAZIONI E BONUS DI BOIARDI E SOTTOPANZA 5. TRENTA SONO GIÀ STATI EROGATI PER LE USCITE DI SCARONI, PANSA, CATTANEO E CONTI

DAGOANALISI

Vivere in armonia con il leader di turno, incensarne le capacità nascoste e non, assolvere o occultare i suoi peccati per rinfacciarglieli al momento della caduta spesso rovinosa da cavallo.

VF COVER VF COVER

Ecco i nuovi princìpi (deontologici) dei giornaloni dei Poteri marci che da oltre vent’anni - il Ventennio Conformista -, in nome dell’antipolitica (e della partitocrazia), si sono trasformati nei cortigiani del partito del Capo di turno che ogni volta appare sulle rovine della partitocrazia o va ad occupare palazzo Chigi: da Mariotto Segni a Mario Monti...

Quasi un’inclinazione naturale, la loro, in nome della Rivoluzione italiana e della cosiddetta Seconda Repubblica, nata morta, e che adesso tutti i suoi nobili padrini, da Scalfari a Mieli, sembrano rinnegare.

Mario SegniMario Segni

Del resto, non esistono più i direttori “a schiena dritta” che una volte guadagnavano quanto, o qualcosa in più, dei loro colleghi di banco e avevano sempre in tasca la lettera di dimissioni. Gli eredi dei Borsa, Missiroli, Levi, Ronchey, Ottone, Di Bella non abitano più nemmeno nelle amene storielle che una volta si raccontavano nelle scuole di giornalismo o nei corridoi redazionali post Sessantotto.

E l’autonomia professionale ormai sopravvive soltanto negli statuti (estinti) della corporazione dei giornalisti. La Casta (negata) e “rottamata” dagli editori (prepensionamenti) prima ancora che entrasse in azione il piccone rosso-viola di Ser Matteo, il futuro statista di Rignano sull’Arno.

il direttore La Stampa Mario Calabresi lAd di Poligrafici Editoriale Andrea Riffeser Monti e Ferruccio de Bortoli direttore del Corriere della Sera il direttore La Stampa Mario Calabresi lAd di Poligrafici Editoriale Andrea Riffeser Monti e Ferruccio de Bortoli direttore del Corriere della Sera

Così, scanditi dai versi beffardi del Belli, i media accompagnano ogni dì le imprese mirabolanti (e spericolate) di Mr.40 per cento, alias Sbroccaitalia: “E accusì, a ssono d’orgheni e ccampane/ S’aggiusteranno cqui ttutti l’affari:/ Nun ce saranno ppiù lladri e pputtane”.

Benvenuti, dunque, nel paese di Renzonia il migliore dei mondi di carta possibile.

Dove le Caste si sono ormai estinte (naturalmente?) come le puttane sotto il Papa Re e, finalmente, in via Solferino, possono riposare i Gabibbo alle vongole Stella&Rizzo e le Gabanelle in fiore.

Mario Monti e Giuliano Amato Mario Monti e Giuliano Amato

La corruzione dilagante, il debito pubblico-record (2.107 miliardi!), l’inflazione e la disoccupazione – la cosiddetta politica del rigore con cui è stato immolato sull’altare, complice Re Giorgio, il Cavalier Berlusconi – al momento sono stati cassati dall’agenda scrupolosa dei professoroni Giavazzi&Alesina.

Per non dire dei politologi à la carte che avevano cavalcato pure il populismo di Beppe-Adolph Grillo (Galli della Loggia) in nome dell’immaginaria superiorità della società civile. 

E ancora.

alberto alesinaalberto alesina

Dal sito economico laVoce.Info, qui dove una volta ruggivano i leoni del libero zoo accademico (i vari Boeri, Bragantini, Daveri, Onado), oggi arrivano soltanto dei flebili belati anche nel giorno in cui l’Europa ci ricorda che mancano almeno 10 miliardi per far quadrare i nostri conti con Bruxelles. 

FRANCESCO GIAVAZZI - DALLA SUA PAGINA FACEBOOK  FRANCESCO GIAVAZZI - DALLA SUA PAGINA FACEBOOK

Niente, nulla sembra più scuotere dal loro torpore i giornaloni dei Poteri marci (e marciti), che trovano normale che Sergio Marpionne inviti (benevolo) il premier a Detroit e non nella Torino degli Agnelli che per anni hanno salvato la Fiat, simbolo storico delle dure lotte operaie, con i soldi dello Stato e sganciato tangenti ai politici dopo averne negato a lungo l’esistenza (Cesare Romiti).

Dal vocabolario dei moralisti “tanto al chilo”, è sparita per magia (renziana) anche la parola conflitto d’interessi (altrui) che ci tormenta da un quarto di secolo E le “prediche inutili” del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che afferma che la Tasi sulla casa sarà più salata della vecchia Imu restano ai margini dell’informazione una volta ululata in prima pagina.

RENZI AFFACCIATO ALLA FINESTRA DI PALAZZO CHIGI IN MAGLIETTA BIANCARENZI AFFACCIATO ALLA FINESTRA DI PALAZZO CHIGI IN MAGLIETTA BIANCA

Del resto, sosteneva Robert Aron “ogni nuova fede comincia con un’eresia”.

Benvenuti allora nella nuova chiesa di Renzonia.

Neppure la ribollita (indigesta) servita alla mensa pubblica dal nuovo cuoco di palazzo Chigi durante la formazione del nuovo esecutivo-bla-bla-bla, con l’applicazione alla lettera del vecchio e caro manuale Cencelli, ha risvegliato lo coscienze dei media in adorazione del bambinello nella mangiatoia dei Nazareno e battezzato dai Poteri marci. 

E non fa scandalo alcuno (salvo rare eccezioni) nemmeno la successiva tornata di nomine pubbliche (Eni, Finmeccanica, Ferrovie, Enel, Poste,Terna&C), che venerdì scorso ha avuto un altro inquietante capitolo al momento di ridisegnare  la squadra di  capistazione alle Ferrovie.

RENZI - FONZIERENZI - FONZIE

Per ben cinque volte l’assemblea degli azionisti è stata rinviata dal Tesoro per consentire la spartizione dell’azienda con protagonisti-rivali il premier Renzi e il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi.

Alla fine del lungo braccio di ferro, l’ha spuntata l’ex giornalista ciellino de “il Sabato”. E , oplà, i consiglieri da cinque sono risaliti a nove, per appagare gli appetiti di tutti i partiti dell’attuale maggioranza. Alla faccia della spending review annunciata.

I nuovi vertici delle Ferrovie di Stato saranno guidati dal presidente-economista Marcello Messori – che, alla pari dei media, sembra ignorare anche lui che la ripartizione è avvenuta secondo il biglietto politico in tasca al candidati - e dall’uomo imposto dall’amministratore uscente, Mauro Moretti ora traslocato a Finmeccanica, Mario Elia. 

Dell’ultima Grande Lottizzazione compiuta da Superbone Renzi non c’è ahimè traccia visibile sul Corrierone di Flebuccio de Bortoli o su “la Repubblica” di Ezio Mauro e del suo vice dalla virgola solitamente acciglia, Massimo Giannini.

PD FESTEGGIA RENZI SANTO PD FESTEGGIA RENZI SANTO

Un vero peccato: era l’occasione giusta per paragonare il giovane premier-leader al suo corregionale, il fu Amintore Fanfani, che all’inizio degli anni Sessanta mise le mani sulla Rai (Bernabei), sull’Eni (Mattei) e pezzi strategici dell’Iri, lasciando le briciole alle altre correnti dello scudocrociato.

Quella che fu chiamata dall’allora sinistra l’”Occupazione del potere” democristiana e la futura “Razza padrona” (o predona) di scalfariana memoria…

MARCELLO MESSORIMARCELLO MESSORI

Sì, proprio quel Renzi-Fanfani evocato sul Corriere da Antonio Polito, ma a sproposito, dopo la tornata elettorale europea.

Verrebbe da dire, buon sangue (toscano) non mente.

Ps.

Ma quanto costerà alle casse pubbliche la “rottamazione” (partitica) dei manager degli enti pubblici in via di rinnovo? Alla Corte dei Conti si sussurra che serviranno almeno 150 milioni (quanti richiesti dal governo alla Rai) per le liquidazioni e i bonus milionari che incasseranno i boiardi (e sottopanza vari) mandati a casa da Superbone Renzi. Trenta milioni già sono stati erogati per pagare le uscite di Scaroni (Eni), Pansa (Finmeccanica), Cattaneo (Terna) e Conti (Enel). 

 

pansa alessandro pansa alessandro

 

 

MICHELE ELIAMICHELE ELIA

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…