L’USCITA A VUOTO DI BLATTER - IL BOSS DEL CALCIO STRONCA LA RIVOLUZIONE DI BOATENG (“NON SI LASCIA IL CAMPO PER I CORI. CONTRO IL RAZZISMO MEGLIO LE PENALIZZAZIONI”) E CHIEDE CHIARIMENTI ALLA FIGC - PER IL BUROSAURO DELLA FIFA, IL BUSINESS DEL PALLONE NON SI PUÒ FERMARE: MAI SCONTENTARE TV E SPONSOR - INTANTO ABETE SVENTOLA IL SANTINO DI BAGGIO E INVOCA MIGLIAIA DI DASPO CONTRO IL RAZZISMO…

Stefano Scacchi per "la Repubblica"

I burocrati sono così: alle ondate emotive oppongono le fredde parole della disciplina organizzativa: «Squalifica, relazioni, sanzioni». Sono alcuni dei termini usati dal presidente della Fifa, Joseph Blatter, per commentare l'uscita dal campo del Milan, guidata da Kevin Prince Boateng, giovedì pomeriggio a Busto Arsizio per replicare ai "buu" razzisti degli ultrà della Pro Patria.

«Non credo sia la soluzione - dice Blatter a "The National", quotidiano di lingua inglese degli Emirati Arabi - ci vogliono tolleranza zero e sanzioni dure contro il razzismo, ma non penso che un giocatore possa lasciare il campo. Altrimenti scatta la squalifica. La Federazione italiana deve ancora relazionarci. Si tratta di un argomento molto delicato. L'unica soluzione è essere molto duri con sanzioni come la diminuzione di punti».

Nessuna solidarietà per la piccola rivoluzione di Boateng. Il numero 10 del Milan si è consolato con altri abbracci: quello di San Siro al momento dell'ingresso in campo per il riscaldamento effettuato con la maglietta antirazzismo sulle spalle (ma nessuno striscione per lui) e dei compagni di squadra dopo il cross per l'1-0 di Bojan. Prima dell'assist, al ghanese erano arrivati anche i fischi per la prestazione non esaltante. Ma erano disapprovazioni calcistiche, non insulti dovuti al colore della pelle come giovedì a Busto Arsizio e sabato sera all'Olimpico per il cagliaritano Ibarbo: «Triste sentire certi cori due giorni dopo la mia uscita dal campo con la Pro Patria», commenta Boateng.

Il Milan ha affidato a un comunicato la replica alle parole di Blatter, non citando direttamente il presidente della Fifa. Il club rossonero «ribadisce il proprio più fermo dissenso nei confronti di ogni forma di razzismo e invita gli organi sportivi, nazionali e internazionali, ad adottare e applicare ogni idonea ed efficace misura». I rossoneri insistono molto sulle regole da cambiare. «Abbiamo voluto mandare un segnale. I giocatori non possono sospendere le partite, ma altri sì. Chi di dovere prenda le decisioni giuste», dice Allegri.

«Volevamo mandare un segnale. Le regole devono essere univoche», aggiunge
Ambrosini facendo riferimento alla differente disciplina tra Italia, dove decide il responsabile dell'ordine pubblico, ed Europa dove la scelta tocca ad arbitro e delegato Uefa. Lapidario Bonera: «Il Milan non ha sbagliato ». Pazzini prima scherza («Ma cosa importano le dichiarazioni di Blatter?»), poi chiede di voltare pagina: «È quattro giorni che parliamo di questo. Basta. Altrimenti finiamo per dare troppa importanza a certi gesti».

Si cerca di evitare polemiche anche perché le vicende degli ultimi giorni hanno creato qualche piccolo cortocircuito decisionale in società. Ma qualcuno si lascia andare a una considerazione: «L'uscita di Blatter appare in controtendenza rispetto all'aria che abbiamo respirato dopo il gesto di Busto Arsizio». Ma i burocrati non amano l'ossigeno sprigionato da ogni sommovimento.


2 - CORI RAZZISTI - ABETE, PRESIDENTE FIGC, A RADIO 24: "RAZZISMO NEGLI STADI? AUSPICO CENTINAIA, MIGLIAIA DI DASPO DI ALMENO 5 ANNI"
"Cacciamoli dagli stadi. Auspico che arrivino migliaia di Daspo anche di 5 anni di durata, per mandare i responsabili fuori dagli stadi italiani". Così Giancarlo Abete, presidente della Fedecalcio, oggi ospite di Nove in punto, su Radio 24, sul caso Boateng durante Milan-Pro Patria e sul proliferare del razzismo negli stadi italiani. "Non parlare di questi temi per non dare pubblicità ai colpevoli? No. Anzi, bisogna parlarne - ha spiegato Abete a Radio 24- I responsabili sono individuabili facilmente, negli stadi e con le tecnologie di oggi. Cacciamoli dai nostri stadi", ha concluso il numero uno della Figc.

3 - ABETE, PRESIDENTE DELLA FIGC A RADIO 24: "ROBERTO BAGGIO? BEN VENGA UN SUO MAGGIOR COINVOLGIMENTO CONTRO IL RAZZISMO"
"Roberto Baggio? E' una risorsa della Federcalcio, già molto impegnato sul tema dei diritti umani, anche a livello di Onu. Anzi, proprio questi impegni hanno in parte reso più complesso il suo inserimento alla guida del settore tecnico di Coverciano. Ben venga quindi ora un suo maggiore coinvolgimento contro il razzismo". Così il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, oggi ospite di Radio 24 nella trasmissione Nove in punto, condotta da Simone Spetia.

La riflessione di Abete arriva in un giorno particolare per il calcio mondiale perché a Zurigo viene assegnato il Pallone d'Oro, e proprio questo premio dedicato da Ruud Gullit al leader sudafricano Nelson Mandela nel 1987 ebbe un peso straordinario nella lotta contro razzismo e apartheid.

"E' chiaro che quando grandi campioni come Boateng, o Gullit, o Baggio prendono posizione, il mondo del calcio e i suoi fan rispondono immediatamente - sottolinea Abete a Radio 24 - Roberto Baggio Pallone d'Oro in naftalina? Tutti sanno che Baggio è già da sé molto impegnato sul tema dei diritti umani; un impegno ai massimi livelli anche precedente a quello con la Federcalcio, e che spesso con questo si è anzi sovrapposto. Un suo impegno in campagne di comunicazione e formazione anti-razzismo promosse dalla Figc? Ben venga", ha concluso il numero uno della Federcalcio a Nove in punto su Radio 24.

 

 

SEPP BLATTERBOATENGboateng massimo ambrosini jpegGiancarlo Abete e consorte roberto baggioroberto baggio

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