foa marcello berlusconi silvio salvini matteo

I PARTITI FUORI DALLA RAI (SEEE) - DI MAIO: 'SENZA INTESA, NIENTE PRESIDENTE'. MA LA VIGILANZA SCRIVE AL CDA: ''SI PRONUNCI SU UN NUOVO NOME DOPO LA BOCCIATURA DI FOA''. DAVANTI ALLA COMMISSIONE POTREBBE ANDARE ANCHE IL MINISTRO TRIA, VISTO CHE È IL TESORO A INDICARE PRESIDENTE E AD. MA LUI NON VUOLE METTERSI IN MEZZO ALLA FAIDA POLITICA TRA SALVINI E BERLUSCONI. E PURE I GRILLINI, DA PARAGONE A FICO, HANNO GIA' SCARICATO FOA

 

  1. RAI: DI MAIO, FINCHÉ MANCA INTESA NON C'È PRESIDENTE

 (ANSA) - "Per quanto mi riguarda il Cda è pienamente operativo. Bisogna eleggere il presidente della Rai, la legge dice che serve un'intesa tra i gruppi e fino a quando non c'è questa intesa non c'è un presidente". Così Luigi Di Maio a margine dei lavori del Senato dove sono in corso le votazioni sul decreto dignità.

 

 

  1. RAI, LA VIGILANZA SCRIVE AL CDA: «SI PRONUNCI SU UN NUOVO PRESIDENTE

Paolo Conti per www.corriere.it

 

Marcello Foa

Svolta decisiva nel caso Rai. Annuncia Davide Faraone, capogruppo Pd in commissione, dopo la riunione di oggi dell’ufficio di presidenza della Vigilanza: «Questa mattina l’ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza sulla Rai si è riunito ed ha deciso all’unanimità di inviare una lettera al CdA della RAI affinché domani si pronunci sulla scelta di un nuovo Presidente dopo la bocciatura parlamentare di Marcello Foa».

 

Faraone così commenta: «Mi sembra un atto importante a cui mi auguro il Cda voglia dare una risposta urgente. È assolutamente necessario che il servizio pubblico completi il suo organigramma dopo che il Parlamento, attraverso il voto della Vigilanza, ha bocciato Foa. Il Cda prenda atto della situazione e sblocchi una situazione non più sostenibile».

 

Conferma Gianluigi Paragone, Senatore M5S e membro della commissione di Vigilanza: «Ci auguriamo che il Consiglio di Amministrazione della Rai scelga al più presto il proprio presidente e lo sottoponga alla Vigilanza, senza alcuna pressione da parte dei partiti». A questo punto tocca al Consiglio di amministrazione Rai, convocato già per domani pomeriggio alle 16, analizzare il messaggio della Vigilanza e decidere di conseguenza. Sembra a questo punto difficile (vista l’unanimità della richiesta) una «resistenza» di Marcello Foa.

salvini di maio

 

La commissione bicamerale sulla Rai è l’espressione dei due rami del Parlamento ed è l’organismo che assicura la corretta vita istituzionale del Servizio pubblico radiotelevisivo. Dopo la bocciatura da parte della Vigilanza, Foa è rimasto a viale Mazzini come Consigliere anziani. La Vigilanza non ha richiesto l’audizione del ministro Tria, come sembrava sicuro, ma ha direttamente proceduto alla richiesta al Consiglio di amministrazione.

 

 

  1. RAI, TRIA PRONTO AD ANDARE IN VIGILANZA FICO SI SCHIERA CON L' OPPOSIZIONE SU FOA

Ilario Lombardo per ''La Stampa''

 

 

È finita esattamente come non avrebbe voluto lui quando, forse un po' troppo di fretta, andava esultando che la Rai sarebbe stata «libera dai partiti». Certamente il presidente della Camera Roberto Fico, grillino con nel cuore la battaglia per l' indipendenza del servizio pubblico, non si sarebbe voluto trovare a dar ragione a un partito di opposizione che chiede quello che ha sempre chiesto lui: «Un presidente di garanzia».

gianluigi paragone

 

L' appuntamento era stato fissato una settimana fa, dopo la bocciatura in commissione di Vigilanza di Marcello Foa, indicato dalla Lega e votato dal consiglio di amministrazione come presidente. Ieri i capigruppo del Pd Graziano Delrio e Andrea Marcucci hanno incontrato i presidenti di Camera e Senato, Fico e Maria Elisabetta Casellati, per chiedere «il rispetto della volontà del Parlamento», espressa tramite la decisione della commissione, organo di rilevanza costituzionale che serve a bilanciare il predominio governativo del cda.

 

gianluigi paragone emilio carelli

«Ci hanno dato ragione» hanno detto uscendo i due dem: «Ma dopotutto lo dice la legge». Per Fico come per Casellati la situazione si sta trascinando troppo. Anche perché gli attori coinvolti non sembrano intenzionati a cedere dalla propria trincea. La Lega insiste, il M5S imbarazzato resta in silenzio, il governo rischia di spaccarsi, e le opposizioni, Forza Italia e Pd, continuano a chiedere un nome alternativo, appellandosi ai pareri dei giuristi concordi sul fatto che Foa debba essere sostituito.

 

La Lega insiste

È il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti a parlare al posto del leader Matteo Salvini, per ribadire che il giornalista dalle simpatie sovraniste «resta per motivi di età consigliere anziano e fin quando non ci sarà un presidente si andrà avanti così». A meno che nelle prossime 24 ore non ci sia quella svolta che i leghisti si augurano: «Io spero sempre che ci sia un pentimento da parte di Berlusconi», confida Giorgetti.

davide faraone

 

Una speranza che sfuma alla prima dichiarazione di Fi, affidata alla deputata Patrizia Marrocco, membro della Vigilanza: «Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. La candidatura di Foa è una partita finita». Chi dei parlamentari forzisti lo ha sentito nelle ultime ore, conferma che ormai Berlusconi è irremovibile. L' ex Cavaliere ha compreso che in questa fase ha in mano un vantaggio politico, l' unico, da giocarsi contro il quasi-ex-alleato leghista.

 

La posizione del Tesoro

Anche il presidente in quota Fi della Vigilanza, Alberto Barachini, si è dato un gran da fare ieri in vista dell' ufficio di presidenza convocato per questa mattina alle 8,30. Il tempo stringe: domani pomeriggio il cda dovrebbe approvare i contratti della ventiquattresima stagione di Un posto al Sole e degli highlights del campionato di calcio. In tanti sono già pronti a presentare ricorso, sostenendo la non operatività di un consiglio senza presidente.

GIOVANNI TRIA

 

Barachini ha chiesto un parere al giurista Beniamino Caravita di Toritto e pure il sindacato interno alla Rai, Usigrai, la Fnsi e l' Ordine dei giornalisti hanno espresso la loro opinione: tutti d' accordo sul fatto che Foa vada sostituito.

 

Per trovare una soluzione, e confermargli l' invito a presentarsi in Vigilanza, Barachini ha anche sentito il ministro dell' Economia Giovanni Tria, principale azionista della Rai.

È il ministro, per legge, a indicare presidente e amministratore delegato, anche se Tria sta esprimendo un atteggiamento quasi notarile, in una partita che è tutta politica e tutta in mano ai partiti della maggioranza.

 

Ha comunque dato piena disponibilità a un confronto in commissione, a questo punto molto probabilmente a settembre. Sempre che in queste ore non spunti fuori un nome condiviso. In tal caso i commissari della Vigilanza dovranno lasciare ombrelloni e sdraio e precipitarsi a Roma entro dieci giorni dal voto del cda, per ratificarlo.

LUIGI DI MAIO ROBERTO FICO

 

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…