proteste contro legge sulle intercettazioni

LA BUFALA CORRE SUI GIORNALONI-ONI-ONI - DAL FINTO CORMORANO DEL GOLFO NEL 1991 AI FALSI ARSENALI CHIMICI DELLA SIRIA: SONO I GOVERNI E LE TV DI STATO I MAGGIORI DIFFUSORI DI “FAKE NEWS” - I CENSORI DELLA RETE SONO SPAVENTATI DAL WEB CHE RENDE LIBERO L'ACCESSO ALLE FONTI

Francesco Agnoli per La Verità

 

PROTESTE CONTRO LEGGE SULLE INTERCETTAZIONIPROTESTE CONTRO LEGGE SULLE INTERCETTAZIONI

La più grossa balla spaziale attualmente sul mercato è questa: il tentativo di far credere che esistano delle balle spaziali, dette fake news, che infettano la vera informazione e stravolgono la verità delle cose. Adele Gambaro, la senatrice ex M5s, ora verdiniana, l' onorevole Riccardo Mazzoni, giornalista, anche lui guarda caso verdiniano, e gli altri firmatari del disegno di legge che cerca di imbavagliare la Rete, o fanno finta di non capirlo, oppure provengono direttamente dalla luna.

 

Dicono infatti, costoro, di voler introdurre pene draconiane per chi diffonde menzogne via Internet, e sostengono di farlo per tutelare la verità e i cittadini, quando è proprio per cercare le verità nascoste e occultate, e per il loro diritto di cittadini di conoscere davvero, che le persone cercano da tempo, sulla Rete, fonti diverse da quelle ufficiali. Fonti che non siano, come quest' ultime, produttrici a getto continuo di menzogne e di bufale.

 

Sulla Rete girano notizie fasulle? Certamente. Ma chi ha diritto di stabilire che cosa si possa dire e che cosa no? Perché sottoporre la Rete al bavaglio, a leggi diverse da quelle che già ci sono contro diffamazione e calunnia?

 

Sulla Rete, questa è la verità, accanto alle fake news ci sono voci alternative, spesso molto autorevoli (penso ai blog di Marcello Foa e Fulvio Scaglione, a quotidiani online come La nuova bussola quotidiana e L' Occidentale), che fanno un giornalismo spesso molto più serio di quello di regime.

 

CORMORANO GOLFOCORMORANO GOLFO

Ai censori, spaventati dal fatto che la Rete rende più democratici pubblicazione e accesso alle notizie, bisognerebbe ricordare che da almeno vent' anni, per non andare troppo indietro, le fake news più incredibili, gli «allarmi infondati» più assurdi (per utilizzare le stesse parole del disegno di legge repressivo), ce le propinano proprio le fonti più «autorevoli»: i governi, le televisioni di stato, i grandi giornali.

 

Qualche esempio? Molti ricorderanno la prima guerra del Golfo, cui il giornalista Renato Farina, sul Sabato del 23 marzo 1991 dedicò un articolo significativamente intitolato De bello ballico. Allora il governo Usa, e di rimando tutti i grandi media occidentali, in coro, ci raccontarono che Saddam Hussein guidava il «quarto esercito del mondo»; che possedeva «depositi di armi chimiche» e di armi «di distruzione di massa» che avrebbero messo in pericolo Europa e Stati Uniti. Per mesi fummo bombardati da una propaganda assolutamente falsa, mentre le voci alternative e critiche non trovavano spazio, essendo la Rete, all' epoca, affare di pochissimi.

 

Durante quella guerra, le televisioni ci fecero vedere telegiornali in cui scene del film Top gun di Tom Cruise venivano spacciate per immagini della guerra in corso; un cormorano ricoperto di petrolio fece il giro del mondo per simboleggiare il disastro ambientale provocato dal perfido Saddam, ma si trattava di un' immagine risalente a un' altra guerra, quella tra Iran e Iraq, di circa dieci anni prima.

SIRIASIRIA

E la seconda guerra in Iraq?

 

Il 5 febbraio 2003 l' allora segretario di Stato degli Usa, Colin Powell, tenne un discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite in cui parlò di fantomatiche armi batteriologiche in possesso dell' Iraq. Con grande enfasi mostrò ai rappresentanti degli altri Paesi una fiala che conteneva una polvere bianca, l' antrace, e spiegò che Saddam avrebbe potuto produrre e usare contro l' Occidente quantità enormi di quella polvere micidiale. Per giorni e giorni i media diffusero e amplificarono l' immensa bufala di Powell, creando una vera e propria psicosi e aiutando così a legittimare una seconda guerra in Iraq.

 

Anche allora moltissime persone si resero conto che ci stavano mentendo, e con ben poca fantasia: riciclando cioè accuse vecchie e screditate. Ma anche nel 2003 la Rete non aveva ancora la forza di oggi, e le voci critiche rimanevano isolate, fioche. Tanto che nel 2013 Obama ci ha provato di nuovo, paventando un suo necessario intervento in Siria, causa le presunte armi chimiche di Assad.

 

«Dittatore, dittatore! Armi chimiche, armi di distruzione di massa! Guerra umanitaria, esportazione della democrazia!». Con questi slogan e queste bufale atomiche si è incendiato il mondo, facendo seguire una guerra all' altra (Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, eccetera), una pseudo rivoluzione popolare all' altra (rivoluzione arancioni, presunte primavere arabe).

torture nella prigione sirianatorture nella prigione siriana

 

Ma la misura è colma, e la gente non se la beve più; non crede più a coloro che, come Hillary Clinton, annunciano: «Senza di me l' apocalisse». Non obbedisce più agli allarmisti di professione che dai pulpiti ufficiali prevedono, in caso di Brexit, il diluvio universale, o, in caso di sconfitta renziana al referendum, lo sprofondamento dell' Italia nel Mediterraneo. I media ufficiali vanno da una parte, in massa, e la gente va dall' altra: si informa sulla Rete o su giornali corsari e alternativi come quello che state leggendo.

 

«Porca miseria», si sono detti i potenti del mondo, «qua la gente in Rete si informa, discute, si confronta, ascolta voci libere... Non possiamo più permetterlo!»: con una sola voce Google, Facebook e molti politici, in vari Paesi, hanno iniziato a rivendicare le ragioni della Verità. Quella assoluta, posseduta (solo) da loro.

 

Che da noi a farlo siano un' ex aderente M5s, che ha fatto della Rete addirittura un luogo di salvezza, e un ex giornalista che sta nel gruppo-bufala di Denis Verdini, rende la faccenda ancora più grottesca. Marcello Foa, autore di un libro magistrale sulla falsificazione mediatica, Gli stregoni della notizia (Guerini), notava in questi giorni che Mussolini giustificò la censura con lo stesso linguaggio utilizzato oggi nel ddl Gambaro. Mussolini che, aggiungo io, era stato un giornalista a favore della più ampia libertà di stampa e di parola, quando doveva combattere il potere avverso, per divenire poi un fan della censura, quando dovette difendere il suo stesso potere.

le bufale di ermes maiolica  2le bufale di ermes maiolica 2

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?