saviano by libero

ATTENZIONE, CADUTA IDOLI – ORA LA MUSICA CAMBIA: SE LO SPUTTANEMENTO SULLA LEZIONE DI COPIATO, DAI SITI “MALEVOLI” SI SPOSTA SULLE PAGINE DEL PIU’ VENDUTO SETTIMANALE FAMIGLIARE, “OGGI”, PER SAVIANO IL FUTURO DIVENTA SENPRE PIU’ BUIO…

Umberto Brindani per Oggi – www.oggi.it

xgt 132 umb brindani ernesto maurixgt 132 umb brindani ernesto mauri

 

E insomma, grazie a Roberto Saviano abbiamo scoperto che il plagio non esiste. La parola «copiare» va semplicemente espunta dal vocabolario, e quindi sarebbe meglio che Zingarelli, Zanichelli, Treccani, Devoto e Oli si dessero da fare per cancellare un termine immaginario che si riferisce a una attività inesistente. Alla faccia di quello che generazioni di insegnanti hanno inculcato a generazioni di studenti: «Non copiate!».

 

Già, perché Saviano, accusato per l’ennesima volta di plagio, in questa circostanza dal pignolissimo giornalista americano Michael Moynihan sul Daily Beast, ha deciso di replicare in un modo, diciamo così, creativo. In sostanza non nega il fatto, ma nega che il fatto costituisca reato. Come se dicesse: ho copiato, sì, ma non potevo fare altrimenti, quindi sono innocente. 

Saviano
Giannini 
Saviano Giannini

 

Un po’ c’è da capirlo, poveretto. Spulciando come un entomologo il suo ultimo libro (ZeroZeroZero, 2013), il cattivissimo Moynihan ha inchiodato Saviano con una serie infinita di segnalazioni di brani copiati quasi alla lettera. Presi da altri scrittori, altri giornalisti, giornali, libri. Moynihan inanella decine di esempi, mettendo a confronto i brani originali (cioè pubblicati prima) e quelli nella versione savianesca: identici, salvo qualche parolina cambiata e qualche virgola spostata, come per gli 85 milioni di emendamenti di Calderoli.

 

COPERTINA DEL MALE VAURO SU SAVIANO COPERTINA DEL MALE VAURO SU SAVIANO

Piccole modifiche che peraltro denotano indizi di malafede: come dire, copiare va bene, ma proprio copiare-copiare no! Faccio Mela-C e Mela-V, copio-incollo, ma poi ci metto un pizzico del mio per buttare fumo negli occhi: così «la più grande popolazione» diventa «la più grande concentrazione» e il gioco è fatto. «Trafficanti di cocaina» si arricchisce e si trasforma in «trafficanti di cocaina colombiana», alcuni «lussuosi autonoleggi» si tramutano in «un’agenzia lussuosa di autonoleggio», gli «eccellenti legami» trasfigurano in «eccellenti rapporti», per il resto è tutto uguale et voilà, les jeux sont fait

 

SAVIANO SULLA COPERTINA DELL ESPRESSO INCHIESTA COCAINASAVIANO SULLA COPERTINA DELL ESPRESSO INCHIESTA COCAINA

Dunque, difficile negare l’evidenza. Come si fa? Passi se il plagio riguarda due pagine su 331, lo 0,6 per cento del libro precedente, Gomorra, come è stato acclarato dal tribunale che tempo fa ha condannato Saviano. Passi se con ZeroZeroZero è stata scopiazzata (da un romanzo del 2012) perfino la foto di copertina: in fondo là c’erano 4 strisce di cocaina, in Saviano solo tre.

 

MAURO E SAVIANO NEWS MAURO E SAVIANO NEWS

E passi pure se il cavillatore americano accusa il nostro di aver inventato dei personaggi: il nostro smentisce, giura che tutti i personaggi sono veri, e tanto ci basta. Ma quando i brani saccheggiati di peso sono decine, e sparsi in tutto il volume, non ammettere di aver copiaincollato è impossibile. E allora Saviano che ti va ad architettare? Difende la legittimità della copiaincollatura. Ecco come.

 

In un lungo articolo su Repubblica, lo scrittore sostiene che «le informazioni sono di dominio pubblico e non appartengono a nessun giornale perché sono fatti». Sarebbe da capire come possano essere «di dominio pubblico» storie segrete, tutte interne ai narcos messicani e rivelate da qualche giornalista coraggioso su media locali di El Salvador, ma transeat.

 

Roberto Saviano Roberto Saviano

Dice in pratica Saviano: se le informazioni sono «fatti», chissenefrega di chi le ha scovate, magari a rischio della vita, chissenefrega di chi le ha pubblicate per primo, è roba di tutti, e tutto è un grande serbatoio dal quale attingere.

 

Attenzione: senza citare le fonti. Eh sì, perché il punto chiave è questo: Saviano copia e incolla senza citare. E se ne vanta pure. Citare la fonte dev’essere, per lui, come per Fonzie dire «ho sbagliato»: missione impossibile. Riesce perfino, nell’articolo su Repubblica, a non chiamare per nome Moynihan, cavandosela con espressioni come «l’autore» o «il mio critico».

 

Roberto Saviano Roberto Saviano

Insomma, secoli di storia del giornalismo, manuali di etica dell’informazione e corsi di deontologia vanno buttati allegramente nel cesso, perché lo dice Saviano. Il quale se la cava con una miracolosa piroetta: non faccio mica il giornalista, io; faccio lo scrittore. E mica uno scrittore qualunque: lo scrittore di «non fiction novel», che forse vorrebbe dire romanzi di non finzione, o forse che cosa vuol dire lo sa solo lui. 

 

Per farsi capire, e riferendosi a un brano da lui copiato parola per parola, il nostro fa un esempio: «Se la protagonista è donna, è madre, ha 19 anni, si chiama Little One e ha un numero tatuato in faccia, non so quanti modi ci possano essere per raccontarlo». Non lo so neanch’io. Ma, Roberto, dai retta a me: come minimo, più di uno.

 

Altro esempio, scrive Saviano: «Se per ipotesi descrivessi il crollo delle Torri Gemelle, come faccio a citare tutti coloro che ne hanno fatto in quel giorno la cronaca? Allo stesso modo, siccome descriverò il crollo delle Torri Gemelle, utilizzerò parole simili perché le fonti sono identiche e soprattutto perché la fonte comune è la realtà: l’attacco terroristico è avvenuto, è una notizia, e non ci sono molti modi per raccontare una notizia». 

ROBERTO SAVIANO E JULIAN ASSANGE ROBERTO SAVIANO E JULIAN ASSANGE

 

Non vorrei che vi foste distratti. Voglio ripetere la sua ultima frase: «Non ci sono molti modi per raccontare una notizia». Adesso la ripeterò in forma interrogativa: non ci sono molti modi per raccontare una notizia? A Savia’, che stai a di’???. Questa è la vera perla dell’autodifesa di Saviano, la miglior performance di un grande arrampicatore di specchi. In realtà, per raccontare una notizia esistono tanti modi quanti sono quelli che la raccontano!

ROBERTO SAVIANO - LA COPERTINA DI ZERO ZERO ZERO COPIATA DA QUELLA DEL LIBRO IN FONDO AL POZZOROBERTO SAVIANO - LA COPERTINA DI ZERO ZERO ZERO COPIATA DA QUELLA DEL LIBRO IN FONDO AL POZZO

 

Ci sono fior di esperimenti, per esempio, sui testimoni di un «fatto» che raccontano ciascuno una versione diversa; ci sono film e libri sull’argomento, da Kurosawa in giù; c’è soprattutto la certezza che in generale l’obiettività è un mito e tutt’al più si può puntare sull’onestà, la trasparenza e l’imparzialità.

 

Ah, ma sarebbero le «interpretazioni» e le «analisi» che, secondo Saviano, «appartengono a chi le elabora e quelle vanno citate, sempre». Peccato che nell’atto stesso dello scrivere o raccontare un «fatto» se ne dia, consapevolmente o meno, un’interpretazione. 

saviano FAZIO B saviano FAZIO B

 

Insomma, spiace dirlo, ma nel tentativo di difendere l’indifendibile Saviano ha teorizzato una bestialità. Sono certo che almeno questa non deve averla copiata.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?