
LA CANNES DEI GIUSTI – “ENZO", BEL FILM ITALO-FRANCESE DI LAURENT CANTET, MA DIRETTO E PORTATO A TERMINE, DOPO LA SUA MORTE, DA ROBIN CAMPILLO, PARLA DI UN RICCO RAGAZZO BORGHESE DI LA CIOTAT, SULLA COSTA AZZURRA, CHE DECIDE DI LAVORARE COME APPRENDISTA MURATORE. QUANDO ENZO DORME NELLA STESSA CAMERA DEL MURATORE UCRAINO BONISSIMO E PELOSISSIMO VLAD, ATTIZZATISSIMO, SI AVVICINA PER TOCCARLO, È TUTTO CHIARO. L’INTERESSE PER IL LAVORO DI MURATORE NON ERA TANTO PER IL LAVORO IN SÉ, O PER IL RIFIUTO DELLA PROPRIA ORIGINE BORGHESE, QUANTO PER...
Marco Giusti per Dagospia
Primo film visto a Cannes, “Enzo”, ideato da Laurent Cantet e diretto da Robin Campillo con Elohy Pohu, Pierfrancesco Favino e Elodie Bouchez, che apre la rassegna collaterale della Quinzaine des Réalisateurs. Quando il sedicenne Enzo che dorme nella stessa camera del muratore ucraino bonissimo e pelosissimo Vlad, attizzatissimo, si avvicina per toccarlo, è tutto chiaro. Ma noi vecchi spettatori navigati, magari, avevamo capito molto prima quale era il vero problema del ragazzo.
eloy pohu e maksym slivinskyi in enzo
Anche se non era immediato per tutti intuire in “Enzo”, il bel film italo-francese che ha aperto la Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, ideato e scritto da Laurent Cantet (Palma d’Oro nel 2008 con “Entre les murs”), ma diretto e portato a termine, dopo la sua morte un anno fa, dal suo amico e collaboratore di vecchia data Robin Campillo, che l’interesse del sedicenne Enzo, Elohy Pohu, ricco ragazzo borghese di La Ciotat, sulla Costa Azzurra, per il lavoro di muratore non era tanto per il lavoro in sé, o per il rifiuto della propria origine borghese, quanto per i muratori sudati e per uno in particolare, l’ucraino sudatissimo Vlad di Maksym Slivinsky, che affascina enormemente il ragazzo che ha finalmente capito cosa vuole dalla vita.
pierfrancesco favino ed elodie bouchez in enzo
Ma per un lungo periodo, complici l’età, le origini borghesi, un padre, il nostro Pierfrancesco Favino, bravo e coi toni giusti, che qualcosa intuisce ma vagamente, e una madre, Elodie Bouchez, che sembra abbia altro da fare, ma con la quale c’è più rapporto, Enzo riesce a chiudersi dentro sé stesso e a non far trapelare al mondo i propri desideri. Capiamo però dalla sua curiosa scelta di vita, niente università e uno stage da muratore come fosse uno stage da giovane cineasta, che qualcosa non funziona.
Enzo sembra detestare, come tutti i giovani rispetto ai gusti e al mondo dei genitori, tutto quello che da loro proviene, mentre si butta a capofitto nel mondo della fatica dei muratori. Il fascino che ha il film ideato da Cantet e realizzato da Campillo in perfetta continuità, Campillo è stato sceneggiatore e montatore di Cantet, è tutto in questo sottile gioco di copertura dei sentimenti e di svelamenti, che vedremo svilupparsi sotto i nostri occhi. Enzo nasconde come può, a se stesso e agli altri, una realtà che forse capisce poco a poco, ma che alla fine non potrà più ignorare in un gioco di contraddizioni sempre più evidenti.
Preso dal corpo di Vlad, dalla sua mascolinità da possibile guerriero, la guerra in Ucraina, presenza incombente, dai suoi rapporti con le donne, Enzo si porta a casa una ragazza, la Amina di Malou Khebizi, e la trascina nella piscina mezzo nuda solo per far vedere la foto a Vlad e dimostrargli una sua esibita virilità. E da borghese si butta nell’arte, disegnando scene di maschi nudi, scene di guerra che riprende da internet. Tutto dovrà prendere forma e ricomporsi. Come nell’arte, come davanti ai ruderi di Pompei. Non sappiamo quando uscirà.