LA SCOMPARSA DEL “FATTO” - BEN TRE MAGISTRATI DEL CALIBRO DI CASELLI, INGROIA E DI MATTEO SALGONO SUL PALCO DELLA FESTA DEL ‘’FATTO’’, ACCOLTI DA TRAVAGLIO E PADELLARO, MA LA COSA NON TROVA DUE RIGHE DI SPAZIO SUI SITI DEI GIORNALONI: COSÌ IMPARATE A ROMPERE I COJONI SU NAPOLITANO - INGROIA: “SI VUOLE FARE PIAZZA PULITA DI PALERMO E DELLE INTERCETTAZIONI”….

Fattoquotidiano.it

Il libro dei sogni dei pm di Palermo ha "tante, troppe pagine": leggi contro la mafia e contro l'abbraccio sempre più stretto con la politica, una commissione di inchiesta parlamentare sulle stragi di vent'anni fa e ancora senza vera giustizia, la possibilità di indagare senza essere accusati di essere "eversivi" nel "silenzio assordante del Csm"

Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo che da ottobre continuerà il suo lavoro di magistrato in Guatemala, e il pm Nino Di Matteo però, per il momento, ringraziano per le firme, oltre 150 mila, che oggi al parco della Versiliana, alla Festa del Fatto Quotidiano, hanno ricevuto dalle mani di una lettrice. Margherita Siciliano da Collegno, "da sempre abbonata", è stata la prima a chiedere al giornale una sottoscrizione per loro, per quelle toghe sotto attacco per aver osato guardare in alto. Troppo in alto.

E, con un sorriso timido, questa donna li ha incoraggiati: "Possiamo dire: tenete duro, siamo con voi". Sul palco, a difesa dei magistrati c'erano Giancarlo Caselli, procuratore di Torino e un tempo a capo dei pm di Palermo, il direttore e il vice direttore del Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro e Marco Travaglio.

"Ricordo le leggi ad personam contro di me solo perché osai far processare il divo Giulio. L'attacco è una chiave di lettura per quello che sta accadendo oggi alla Procura di Palermo". E' il primo a parlare il procuratore di Torino Giancarlo Caselli. Sulla trattativa e su tutte le sue conseguenze, ieri oggi e forse domani. "C'era una volta in cui la mafia e gli incidenti sul lavoro non esistevano poi c'è stata Tangentopoli e Mafiopoli e le cose cambiarono. Ecco che cominciò l'assalto alla giustizia e alle Procure di Palermo e di Milano". Un assalto mai concluso.

DI MATTEO CONTRO IL SILENZIO -
Di Matteo ringrazia per la solidarietà e la vicinanza "che è la cosa più importante" ma indica alla platea, a chi ha potuto seguire in streaming il dibattito condotto da Marco Lillo, quello che per le toghe di Palermo è un faro: "L'attenzione morale, la necessità di fare di tutto per cercare la verità e per arrivare a una giustizia che sia veramente uguale per tutti come la nostra Costituzione ci impone".

E' indignata la voce del pm che bolla come ‘infamia' le accuse di "eversione che giornalisti e politici hanno rivolto al pool della Procura di Palermo", perché "esecutori di un ricatto al capo dello Stato". Invettive contro chi indaga per capire se e perché lo Stato trattò coi boss, che a colpi di bombe volevano ottenere migliori condizioni carcerarie. "Invettive accompagnate da un silenzio assordante rotto da poche isolate voci di politici, dal silenzio del Csm. E silenzio assordante da parte degli organismi come l'Anm". Ecco quindi che le 150mila firme sono diventate "lo stimolo più autentico e più importante".

Di Matteo non può dimenticare però le strumentalizzazioni per "spingere verso una riforma della legge sulle intercettazioni". Nessuna fuga di notizie c'è stata, sottolinea il magistrato che parla di "mistificazione e mala fede". "Non c'è nessuna necessità di cambiare questi strumenti normativi, sono stati e sono fondamentali. Non utili - ripete più volte - ma fondamentali per tutte le inchieste che hanno riguardato la mafia". Che invece "vuole il silenzio, non vuole che le sue conversazioni non vengano fuori". Dalla parte della politica ci si aspetterebbe un "salto di qualità e io continuo a non vederlo, se ancora non si riesce nemmeno ad applicare quanto prevede la convenzione di Strasburgo del 1999 sulla corruzione che servirebbe a rendere efficace un sistema che oggi è destinato al fallimento; la prescrizione troppo breve".

Ma anche il tema dei rapporti dei candidati sta a cuore al pubblico ministero: "Il reato di voto di scambio è previsto solo se c'è la certezza di un passaggio di denaro. La criminalità organizzata non ha bisogno di soldi, ma di un candidato gli prometta favori e interessamenti per gli appalti". Su tutto questo servirebbe la volontà politica, "ma io credo che questa volontà politica non ci sia". La magistratura, dopo il massacro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, aveva già chiesto un passo in avanti della politica "ma non un rigo ne è seguito".

L'APPELLO DI INGROIA -
Il procuratore aggiunto, in partenza per il Guatemala, al pubblico del Fatto ha spiegato che "quello che è emerso da tanti processi (Dell'Utri, le indagini sulla trattativa e anche il processo di Firenze) credo sia chiave interpretativa per le pressanti campagna di stampa e prese di posizioni politiche".

Parla di "aggressione alla procura di Palermo e delle fonti di prova che la procura di Palermo ha utilizzato in questi processi. Perché alcuni di artefici della campagna di disinformazione sanno bene che sullo sfondo non c'è solo la verità relativamente a un manipolo di mafiosi sanguinari, che cercava di estorcere un allentamento del 41 bis, ma quello che si è sviluppato.E' stato un confronto a colpi di bombe, stragi criminali con il nuovo che stava avanzando".

ECCOLO IL PATTO MICIDIALE.
"Un nuovo patto di convivenza tra mafia e politica, che sono poi le dinamiche che hanno dato luogo alla seconda Repubblica. I fenomeni dilaganti di corruzione e collusione - spiega Ingroia - non sono un fatto casuale o accidentale o il declino morale di un paese, ma la conseguenza di quel patto, un nuovo patto di convivenza per un lasciapassare per i poteri criminali e mafiosi. E' scandaloso che in 20 anni nessuna commissione parlamentare di inchiesta abbia cercato di affrontare la verità sul piano politico e storico di quel terribile biennio". E la commissione Pisanu è "andata al traino" di quelle penali.

"Siamo convinti che questi italiani che hanno firmato non hanno firmato tanto per difendere noi, non per difendere la procura di Palermo. Non sono firme contro il Quirinale, né per alimentare la contrapposizione con il Quirinale. Sono firme per tutelare lo Stato e i cittadini che vogliono essere cittadini di una democrazia, di una vera democrazia dove si riesca a voltare pagina, ad abbandonare ahimè la lunga e triste storia di verità dimezzate, di verità negate su tante stragi che hanno insanguinato il nostro paese. Verità negata a causa dei tanti dei troppi depistaggi, all'interno delle istituzioni e dagli apparati delle istituzioni e a volte dalla timidezza della politica. Grazie a tutti voi, sono firme per la verità e per la giustizia. Tanti, troppi famigliari delle vittime chiedono giustizia".

E la giustizia non può essere raggiunta da chi lavora nel silenzio. "La mafia è un sistema di potere criminale, ha la sua forza dentro i piani alti delle società e pezzi delle istituzioni politiche. Per questa ragione abbiamo bisogno di voi. Non è questione di ricerca di consenso, è necessario che la gente sappia la verità non solo giudiziaria, ma quella storica e politica.

Non è questione di addetti ai lavori - continua il magistrato - sappiamo bene che nel buio e nel silenzio si commettono le più grandi nefandezze. Io credo che la posta in gioco sia alta, la campagna di stampa, di denigrazione contro la procura di Palermo nasce da interessi e obiettivi inconfessabili. Si vuole fare piazza pulita di Palermo e delle chances di verità su quella stagione e di fare piazza pulita delle intercettazioni. Abbiamo fatto la nostra partita, abbiamo fatto il nostro lavoro. Abbiamo concluso la nostra indagine. Sarà processo lungo dei giudici valuteranno se le prove saranno sufficienti. Sappiamo, siamo consapevoli che è non emersa ancora tutta la verità su quella stagione. Abbiamo bisogno del vostro sostegno, dell'attenzione. Che i riflettori siano sempre accessi. Ad oggi in queste condizioni, questo è il massimo risultato".

Soprattutto con un Parlamento che ha prodotto "leggi ad personam" ed è causa di un vero e proprio "disastro legislativo". Il magistrato palermitano ha invocato una legge che punisca lo scambio di favori tra politica e mafia, una legge sull'autoriciclaggio. Infine l'appello alla società civile: "Tocca a voi - dice al pubblico - non essere tifosi e spettatori. Dovete cambiare questo ceto politico, questa classe dirigente perché io credo che per voltare pagina bisogna smetterla con questa politica di convivenza con la mafia che ha caratterizzato tutta la storia del nostro paese". E infine: "Capisco che il libro dei sogni ha troppe pagine, ma sappiate che il vostro futuro è nelle vostre mani".

 

FESTA DEL FATTODI MATTEO E INGROIA, TRAVAGLIO E PADELLARO ALLA FESTA DEL FATTOBONCOMPAGNI E LA CARRA' ALLA FESTA DEL FATTODI MATTEO E INGROIA ALLA FESTA DEL FATTONICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANO jpegVIGNETTA MANNELLI - NAPOLITANO STIRO MANCINOCASELLI E VIOLANTESCONTRI NO TAV - CASELLI TI RUBEREMO LA SALMANichi Vendola e Giancarlo Caselli GRECO CASELLI VINCINO SU TRAVAGLIO E PADELLARO ALLA PROCURA DI PALERMO FRANCESCO MESSINEO CAPO DELLA PROCURA DI PALERMOLA SEDE DELLA PROCURA DI PALERMO

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)