ceronetti

LA VERSIONE DI CERONETTI - “ATTENTI, LA TECNOLOGIA E LO SMARTPHONE SONO MOSTRI DIVORATORI DEI NOSTRI CERVELLI: 'STALINIFICANO' IL PENSIERO” - "SI RESTA SCETTICI DAVANTI AL NOBEL A DYLAN. E POI LUI NON LO VUOLE NEANCHE RITIRARE. MA VAI A RITIRARLO E, CON QUEI SOLDI, PUOI COSTRUIRE UN OSPEDALE!"

CERONETTICERONETTI

Cinzia Romani per il Giornale

«Nove sono troppi. Ne voglio soltanto cinque», dice Guido Ceronetti, contrattando certi ravioli vegetariani con la sua assistente, che intanto mette su la pentola. «Dovevano venire a pranzo due amici attori, ma poi non vengono più», spiega nella sua casa di Torino lo scrittore, saggista, traduttore, regista e attore di teatro, che a 89 anni ha scritto un breviario filosofico per conservare la «memoria verace».

 

Nel suo utile opuscolo Per non dimenticare la memoria (Adelphi, pagg. 64, euro 7), infatti, si aggira una bestia nera, pronta ad attaccare la specie: è la E-Memoria, che abbrutisce la mente umana e che l' erudito, traduttore e curatore dell' Ecclesiaste, del Libro di Giobbe e del Libro di Isaia, combatte come può e come sa. Inanellando esercizi facili e salutari, come recitare preghiere, scrivere lettere e cartoline, annotare nomi di farmaci e utensili, rammentare più d' un sistema alfabetico.

 

CERONETTI COVERCERONETTI COVER

Contro la minaccia d' impoverimento della comunicazione verbale e scritta si può anche correggere una serie di titoli teatrali errati: da Il letto si addice a Elettra a Napoli missionaria e Questi fantini, la sfida è aperta: o con le proprie ricordanze, armati di reminiscenze e recuperi, o con la tecnologia e lo smart-phone, veri «mostri divoratori» dei nostri cervelli.

 

Ma il breve scritto di Ceronetti non è soltanto una guida per non smarrirsi troppo nei vacui meandri della connessione continua, alla quale si demanda la vita quotidiana.

Quante sono le persone da schivare, per strada, perché intente a digitare e non a guardare dove mettono i piedi?

 

Per non dimenticare la memoria è anche un monito contro «la technology che stalinifica il pensiero» attraverso libri disanimati, messaggi usa e getta e fine della corrispondenza. «La memoria va pensata come un monumentum aere perennius che ha rischi immanenti di amputazioni, come la Nike Samotrakis», suggerisce l' autore.

 

Come le è venuta l' idea di un breviario filosofico per difendersi dalla smemoratezza?

CERONETTICERONETTI

«Questo libro è nato da un soggiorno alla Casa di Cura San Michele di Albenga. Dove mi hanno fatto la riabilitazione del femore, che m' ero rotto. Dopo l' operazione avevo bisogno di fisioterapia, ma la noia era notevole fino a che non ho ripreso a camminare. Davanti a me, c' erano soltanto le ore di fisioterapia e riabilitazione... Il libro è venuto un po' così, molto spontaneo».

 

Scrive che «la perdita di memoria, in Occidente, è declassata a sintomo cerebrale». Che cos' è, invece, per lei?

«In caso di Alzheimer, siamo vittime di una semplice patologia. Ma la perdita di memoria, legata alla perdita di personalità, è una patologia isolabile ed è la caratteristica principale della vecchiaia. Si tratta di qualcosa di più di un sintomo cerebrale: perdi te stesso. I colpi di smemoratezza mi fanno realmente star male.

 

Sento l' umiliazione. Ne sono flagellato. La perdita di memoria è capitale, finora l' ho tamponata... Invece di piangere, mi sono messo a scrivere.

Poi, però, ci sono troppi libri: ne facciamo troppi, come i figli».

 

Che cosa vuol dire che la memoria elettronica e la tecnologia, in generale, hanno «stalinificato» il pensiero?

CERONETTI 1CERONETTI 1

«La tecnologia crea uniformità. E la E-Memoria non si scolla più: è peggio del primo amore. Resta lì e, vent' anni dopo, la ritrovi. Si tratta di esecuzioni di anni e anni prima e te le ritrovi intatte: è impressionante.

 

Per l' arte e per la creazione, è deleterio. Certe cose bisogna conquistarle. Ma oggi non si fa più fatica. Quella fadiga mentale, come dice santa Caterina, non c' è più. Ora ti prendi un Premio Nobel con poco sforzo».

 

Pensa a Bob Dylan?

«Bob Dylan è uno che il Nobel non lo vuole neanche ritirare. Ma vai a ritirarlo e, con quei soldi, puoi fare un ospedale! Ma lui no, niente. Il merito, poi, è discutibile. Si resta scettici. L' ultimo Premio Nobel assegnato con vero merito è quello dato alla poetessa polacca Wislawa Szymborska, per la letteratura, nel 1996».

 

Lo svanimento della memoria come «attacco alla specie». Che cosa intende?

«Da tempo parlo di attacco alla specie. Le presenze demoniache ci sono. Le sento. Le avverto. Le denuncio. Il principio del male è in circolazione e c' è da sempre. Ma adesso è più sensibile. Più visibile. È più normale pensare all' opera un principio del male: è consolatore. Non sono gli ottimisti che consolano.

 

CERONETTICERONETTI

Non hanno mai consolato nessuno. Ma in giro c' è un ladro di anime: la E-Memoria. Se vuoi difendere i bambini, bisogna essere drastici: li devi far faticare, bisogna comprar loro i libri, far loro imparare poesie a memoria. E non imputare alla scuola quello che non va: bravi insegnanti, ce ne sono.

Occorre una corazza medievale metaforica».

 

È così pessimista sull' uso della tecnologia? E il diavolo, che cosa c' entra?

ceronetticeronetti

«Con la Hybris, di sicuro. Con la tracotanza, concetto greco immortale, che chiama Nèmesi per correggerla. È il sorpassamento della misura... Tra un anno o due potremo avere il vaccino anti-cancro, dicono... Ora, risuona un grido d' allarme: c' è un calo della cosiddetta speranza di vita. Invece d' arrivare a 90 anni, s' arriva a 85: notizie che animano i luoghi comuni. Ma chi l' ha detto che sia una speranza? Veronesi avrebbe fatto fare il bagno a sua madre nell' acqua d' una centrale nucleare. Non so perché avesse questa fissazione».

 

La memoria si difende anche scrivendo lettere e cartoline?

«La memoria elettronica si è imposta per via del declino, complici le Poste nazionali. Né in Svizzera, né in Francia si vede l' odio che c' è in Italia per la posta in buca. Le buche postali sono sporcate, straziate, imbrattate. Per impostare in una buca pulita, a volte devo girare molto. E vado sempre all' ufficio postale per comprare i francobolli, che ormai non si trovano più».

guido ceronetti x guido ceronetti x

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")