FESSO CHI LEGGE - IL MERCATO EDITORIALE È CROLLATO NEGLI ULTIMI MESI DEL 12%, I DATI DI LETTURA SONO ALLA SOGLIA DELL’ANALFABETISMO DI RITORNO E UN BESTSELLER OGGI VENDE QUATTRO VOLTE IN MENO RISPETTO A QUATTRO ANNI FA - AL 25° SALONE DEL LIBRO AL LINGOTTO GLI UNICI NOMI CHE VENDONO SONO FABIO VOLO, LIGABUE, AMMANITI - L’AUTOBIOGRAFIA DI DEL PIERO CAMPIONE D’INCASSI - IN ITALIA SOLO IL 45% DELLA POPOLAZIONE LEGGE ALMENO UN LIBRO ALL’ANNO…

Luigi Mascheroni per "il Giornale"

Avvezza, per ruolo tecnico istituzionale, a essere spesso smentita dal Paese a ogni avventata dichiarazione, la ministra Elsa Fornero è stata pietosamente corretta dall'Associazione italiana editori appena due ore dopo aver inaugurato il Salone del Libro di Torino con la frase: «Non sarà il Salone della crisi». Infatti il mercato editoriale - riferiscono le cifre - è crollato negli ultimi mesi del 12%, i dati di lettura sono alla soglia dell'analfabetismo di ritorno, il mondo del libro è investito da una tempesta perfetta, soprattutto per l'opportunità del momento in cui arriva. Il peggiore.

Tra il marzo 2011 e il febbraio 2012 la produzione mensile di novità è scesa del 28,8%, la lettura di libri è ulteriormente scesa del 2,7%, e un bestseller oggi vende quattro volte in meno rispetto a quattro anni fa. In compenso è spuntata la Primavera Digitale, che vuol dire che il mercato dell'e-book è passato dallo 0,9% all'1 virgola qualcosa... Tutti parlano e scrivono di libri elettronici, pochissimi li scaricano, e chi li legge davvero? Ci salveranno le cinquecentine.

LIBROLANDIA IN AFFANNO
Girando in questi giorni fra gli stand di quello che NON doveva essere il Salone della crisi, nuovi e vecchi editori, piccoli e medi, persino medio-grandi, a meno che non siano i mega-Gruppi, non dicono che sono in crisi. Peggio. Sono disperati. O chiudi, o vendi. O molli tutto, o ti fai acquisire. La bolla economica editoriale, gonfiata da troppi anticipi sul venduto e poche vendite effettive, rimbalza spensieratamente sul filo del rasoio, e sta per scoppiare.

Così il Salone del Libro, per festeggiare i suoi primi 25 anni di vita, per quattro giorni ha danzato allegramente sui bordi del baratro. Preoccupato, ma senza darlo a vedere. Logorato da formule vecchie, ma deciso nell'affrontare «nuove sfide». Preso da assalto da migliaia di visitatori, ma a corto di lettori. In un Paese come l'Italia dove solo il 45% della popolazione legge almeno un libro all'anno (contro il 78% negli Sati Uniti, il 62% in Spagna e il 72% in Francia), accade spesso di mettersi in coda per farsi fare l'autografo dall'Autore, romanziere, giornalista, cantante, attore che sia, ma spessissimo - come capita di vedere qui a Torino alla fine di una presentazione - non sul nuovo libro, ma su un foglietto volante, o sul programma... Come tutto ciò che è moda, l'importante è la firma. Librolandia è in crisi sì, ma spensierata.

CAMPIONI DI VENDITE
Crisi di lettori, crisi degli editori, crisi di novità letterarie (il libro più venduto al Salone è stata l'autobiografia di Del Piero, campione anche di vendite: «È come se io che sono uno scrittore, un giorno decidessi di mettermi la maglia numero 10, giocassi una partita di serie A e alla fine dell'incontro vengo nominato giocatore del match e intervistato da Sky... direi che il calcio è un mondo di matti...», ha fatto notare Baricco), crisi di personaggi nuovi (a fare il pienone nei grandi eventi sono sempre gli stessi volti, da Faletti a Saviano), crisi di idee. Tantissimi appuntamenti, pochissimi quelli da tutto esaurito, cioè i soliti noti: Volo, Ammaniti, Ligabue. Ci salverà Donato Carrisi?

BRINDISI ALL'INSUCCESSO
Vittime incoscienti di una eccitata depressione, tutti i protagonisti del Salone sorridono beati davanti all'incertezza che ci riserva il presente e alla tristezza che s'intravede nel futuro. Bonjour, kermesse. I lettori vagano spaesati tra gli stand e gli appuntamenti del Lingotto. Gli scrittori, tolti i big e i «televisivi», non vendono una copia.

E gli editori, se non sono i tre-quattro colossi Mondadori, Gems, Rizzoli e Feltrinelli, piangono miseria. Intanto si brinda. Alle feste di minimum fax, a quella degli editori stranieri al Circolo dei Lettori di Torino, a quella di Bompiani sulla terrazza di Eataly... Tutti a dire che va malissimo, che il momento è terribile, che il futuro è nero... Sorseggiando bollicine con una monoporzione di pere martine al barolo. «Quest'anno la vedo brutta... ». Prosit.

DISTENSIONI CULTURALI
In una Fiera della contraddizioni in cui a essere in crisi è persino l'anti-berlusconismo, in gran spolvero nelle edizioni passate e oggi come il suo opposto, il berlusconismo, in fase di sobrio calo dei consensi (neppure nell'incontro con Fazio, Saviano e la Littizzetto si è fatta una battuta sul Cavaliere, chapeau...), aleggia quest'anno sul Lingotto un meno polemico e più riservato clima bipartisan. Persino il passaggio del ministro della Cultura Ornaghi è filato via senza strascichi.

Ha fatto un giro tra gli stand insieme al sindaco di Torino Piero Fassino (centrosinistra) e all'assessore alla cultura Coppola (centrodestra). Si sono fermati all'Einaudi e hanno scelto un libro ciascuno: 1 di Murakami il Ministro, l'ultimo saggio di Günther Grass il Sindaco, il nuovo romanzo di Marcello Fois l'Assessore.

Per il resto, sorrisi e strette di mano dei visitatori a tutti e tre. È sintomatico che in una fin troppo rilassata edizione senza polemiche, senza contestazioni, senza veleni, gli unici fischi se li sia presi non un intellettuale, non un politico, non un anti-politico. Ma Sergio Marchionne, quando, ieri, alla presentazione del romanzo di Massimo Gramellini, il Direttore del Salone Ernesto Ferrero l'ha ­improvvidamente - ringraziato di essere presente tra il pubblico. Bhuuuu.

 

VOLO NICOLO AMMANNITIligabue SERGIO MARCHIONNE A SIXTY MINUTESMassimo GramelliniErnesto Ferrerofazio e savianoLittizzetto

Ultimi Dagoreport

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO