paolo sorrentino e' stata la mano di dio

IL CINEMA DEI GIUSTI – “E’ STATA LA MANO DI DIO” DI PAOLO SORRENTINO NON È SOLO UN GRADITO RITORNO A NAPOLI, MA ANCHE IL SUO FILM PIÙ PERSONALE E SENTIMENTALE . NON SI FUGGE MAI VERAMENTE DA NAPOLI. E IN QUALCHE MODO È COME SE SORRENTINO PROPRIO IN QUESTO FILM, COSÌ PRIVATO, RIVELASSE DI AVERLO SEMPRE SAPUTO. È IL FILM CHE MEGLIO LO RAPPRESENTA E DOVE SI APRE DI PIÙ E DOVE AL FELLINISMO, FINALMENTE, PREFERISCE DI GRAN LUNGA IL MARADONISMO. È UN RITORNO A CASA. SINCERO E GENEROSO…” - VIDEO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

e' stata la mano di dio

Forte di un Leone d’Argento a Venezia, della nomination, per ora italiana, all’Oscar come miglior film straniero, di tre nomination agli EFA, film-regia-sceneggiatura, arriva in sala “E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, che non è solo un gradito ritorno a Napoli, città del regista, che da anni si è spostato a Roma, ma anche il suo film più personale e sentimentale.

 

paolo sorrentino 5

“Solo gli stronzi vanno a Roma” spiega a un certo punto, prima di immergersi nel mare di Napoli, come fa anche nella realtà da chissà quanti anni il maestro Antonio Capuano, interpretato qui dal meno noto Ciro Capano, al giovane Fabietto, cioè al giovane Paolo Sorrentino, che cerca di superare la morte dei genitori, usciti dalla sua vita troppo presto, e di trovare la propria strada magari nel cinema. Ma Fabietto, il giovane Filippo Scotti, che solo allora diventerà Fabio, un adulto, deciderà lo stesso di partire per Roma. Ecco.

e' stata la mano di dio

 

Prima di ogni altra cosa questo allegro, commovente, sentito, pieno di idee e di passione sia calcistiche, ovviamente per Maradona e per il Napoli, sia sentimentali, per tutte le ragazze che incontra, a cominciare dalla meravigliosa Zia Patrizia di Luisa Ranieri che gli si mostra nuda e lo travolge, il film di Paolo Sorrentino, che lo ha pure prodotto assieme alla The Apartment di Lorenzo Mieli, è, come abbiamo detto, un inevitabile ritorno a Napoli.

 

paolo sorrentino sul set di e' stata la mano di dio

La Napoli di Maradona, dello scudetto, di Pino Daniele, la Napoli di Troisi e della Smorfia, subita omaggiata nell’incredibile sequenza di Enzo De Caro che appare come San Gennaro a Zi’ Patrizia, la Napoli degli scafisti inseguiti dalla Guardia di Finanza dei film di Mario Merola e Ciro Ippolito, del “si putesse dicere quello c’ ’o core dice…” di Eduardo, che Toni Servillo, il padre, recita a Teresa Saponangelo, la madre, in pieno mare, sotto la casa dell’isola di Eduardo, dei pranzi coi parenti, degli zii e delle zie.

 

E' STATA LA MANO DI DIO

Ma anche la Napoli della scoperta del cinema, segnato dall’arrivo di Fellini in città per una serie di provini (per Fellini, Napoli era un serbatoio inesauribile di facce come dimostra perfino “Amarcord”) e dalla citazione continua di Antonio Capuano come maestro della nuova scuola napoletana e del regista in particolare. Un omaggio inaspettato, ma giusto e sentito. Certo. Sorrentino non perde qui le proprie passioni per la fessa e la superfessa, e lo possiamo capire, anche se alla domanda fondamentale che fa il fratello Marco a Fabietto: “Ma tu, tra una chiavata con zi’ Patrizia e Maradona al Napoli cosa sceglieresti?”, Fabietto sa bene cosa rispondere e la stessa cosa avrebbero risposto tutti i tifosi del Napoli.

 

Sorrentino - e' stata la mano di dio

Ma anche questa ossessione per la fessa, mentre il personaggio di Lino Musella seguita a disegnare cazzi per tutto il film su ogni superficie, sono un po’ un folklore sorrentiniano, perché il film, in fondo, è altrove. Nella ricostruzione minuziosa della sua famiglia e della sua gioventù a Napoli, in un momento glorioso come quello segnato dall’arrivo (forse sì forse no) di Maradona. Il dotto Renato Carpentieri a un certo punto rivela seriamente che se sapesse che Maradona non venisse a Napoli si ucciderebbe all’istante. Ohibò! Non si fugge mai veramente da Napoli, glielo spiega anche Capuano.

 

E? stata la mano di Dio

E in qualche modo è come se Sorrentino proprio in questo film, così privato, rivelasse di averlo sempre saputo. E, a ben vedere, è il film che meglio lo rappresenta e dove si apre di più e dove al fellinismo, finalmente, preferisce di gran lunga il maradonismo. Altro tema sempre presente nei suoi film. Insomma, è un ritorno a casa. Sincero e generoso. Dove mette in pratica l’invito a non disunirsi (coi genitori, con il loro ricordo ancora così vivo) che gli spiega ancora una volta Capuano, usato come il suo Virgilio personale. Ma è buffo constatare che, mentre Capuano non si è mai mosso da Napoli in tanti anni, fino all’ultimo bellissimo film, “Il buco in testa”, proprio con Teresa Saponangelo che dimostra anche qui che grande attrice sia diventata e che coppia possa formare con Servillo, Sorrentino ha invece girato tutti i suoi film lontano da Napoli.

 

 

E? stata la mano di Dio 4

Magari si è portato Servillo come alter ego, come sua voce napoletana. O il Cardinal Voiello di Silvio Orlando. O l’ombra di Maradona. Ma solo adesso torna alla sua città, come spiega già la primissima inquadratura sul mare, che punta proprio al cuore di Napoli. Ben rappresentata dalla fisicità di Luisa Ranieri che aspetta l’autobus, il 412 (o sbaglio?) e ci colpisce come fosse una divinità. Anche se non tutto funziona perfettamente, la scena della superfessa della nobildonna del piano di sopra è un po’ troppo anche per me, qualche attore, in un cast comunque magistrale, ogni tanto sfugge al controllo della regia, e qualcosa si perde come concentrazione nella parte finale, rimane un film molto coraggioso, positivo, pieno di gioia, pur trattando un tema molto triste, dove Sorrentino raccoglie tutta un’eredità culturale della Napoli degli anni ’80.

E? stata la mano di Dio 2

 

La ricostruzione di questo mondo, che trova soprattutto nella scelta del grande cast il suo punto di forza, con tanti attori legati a Servillo e alla grande scena napoletana degli ultimi 10-20-30 anni, la Saponangelo, Massimiliano Gallo, Renato Carpinteri, Roberto Di Francesco, Lino Musella, ecc., e chiede alla fotografia sontuosa di Daria D’Antonio un’impaginazione visiva di alto livello, vale un po’ tutto il film. E è un piacere, uno spasso ben tangibile, sia per noi spettatori più o meno legati a Napoli e a quel periodo, sia per regista e attori che cercano di riportare quel mondo alla vita.

 

e' stata la mano di dio paolo sorrentino 9

Le figure dei genitori di Fabietto, ad esempio, sono costruite con grande amore e rispetto e le battute fra la Saponangelo e Servillo fanno davvero ridere, come ci fanno ridere gli scherzi di lei ai vicini e al marito. In questa dimensione di commedia napoletana, di recupero anche dell’eredità eduardiana, ci sembra un film che, anche se guarda in grande all’estero forte della distribuzione internazionale Netflix, ha però i piedi solidamente poggiati su una realtà tutta italiana per non dire tutta napoletana che non può che farci piacere. Insomma. Ne avevamo bisogno. Come abbiamo bisogno di credere al munaciello, a Maradona, a Eduardo, a San Gennaro, a Fellini, a Capuano e ovviamente alla fessa. In sala dal 24 novembre. 250 sale..

e' stata la mano di dio paolo sorrentino 8e' stata la mano di dio paolo sorrentino 23e' stata la mano di dio paolo sorrentino 7e' stata la mano di dio paolo sorrentino 13e' stata la mano di dio paolo sorrentino 14e' stata la mano di dio paolo sorrentino 15e' stata la mano di dio paolo sorrentino 16e' stata la mano di dio paolo sorrentino 17e' stata la mano di dio paolo sorrentino 18e' stata la mano di dio paolo sorrentino 4e' stata la mano di dio paolo sorrentino 25e' stata la mano di dio paolo sorrentino 26e' stata la mano di dio paolo sorrentino 27e' stata la mano di dio paolo sorrentino 3e' stata la mano di dio paolo sorrentino 5

 

e' stata la mano di dio paolo sorrentino 19e' stata la mano di dio paolo sorrentino 2e' stata la mano di dio paolo sorrentino 20e' stata la mano di dio paolo sorrentino 21e' stata la mano di dio paolo sorrentino 22e' stata la mano di dio paolo sorrentino 29e' stata la mano di dio paolo sorrentino 6

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte elly schlein matteo ricci giorgia meloni francesco acquaroli

DAGOREPORT - COME E' RIUSCITO CONTE, DALL’ALTO DEL MISERO 5% DEI 5STELLE NELLE MARCHE, A TENERE IN OSTAGGIO IL PD-ELLY? - L'EX ''AVVOCATO DEL POPOLO'' È RIUSCITO A OTTENERE DALLA "GRUPPETTARA CON L'ESKIMO" LE CANDIDATURE DI ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA, E SENZA SPENDERSI GRANCHE' PER MATTEO RICCI. ANZI, RIEMPIENDO I MEDIA DI DISTINGUO E SUPERCAZZOLE SULL’ALLEANZA (“NON SIAMO UN CESPUGLIO DEL PD”) – IL PIU' MADORNALE ERRORE DEL RIFORMISTA RICCI E' STATO DI FAR SALIRE SUL PALCO L'"ATTIVISTA" DEL NAZARENO, AGITANDOSI PER GAZA ANZICHE' PER UNA REGIONE CHE LA GLOBALIZZAZIONE HA IMPOVERITO LE INDUSTRIE (SCAVOLINI, TOD'S, ETC.), LA DISOCCUPAZIONE E' ARRIVATA E I MARCHIGIANI SI SONO SENTITI ABBANDONATI - VISTO IL RISCHIO-RICCI, E' ARRIVATA LA MOSSA DA CAVALLO DELLA DUCETTA: ''ZONA ECONOMICA SPECIALE'' E UNA PIOGGIA DI 70 MILIONI DI AIUTI...

al-thani netanyahu trump papa leone bin salman hamas

DAGOREPORT – STASERA INIZIA LA RICORRENZA DI YOM KIPPUR E NETANYAHU PREGA CHE HAMAS RIFIUTI IL PIANO DI PACE PER GAZA (ASSEDIATO IN CASA DALLE PROTESTE E DAI PROCESSI, PIÙ DURA LA GUERRA, MEGLIO È). NON A CASO HA FATTO MODIFICARE LAST MINUTE IL TESTO RENDENDOLO PIÙ DIFFICILE DA ACCETTARE PER I TERRORISTI CHE, A LORO VOLTA, INSISTONO SU TRE PUNTI: UN SALVACONDOTTO PER I CAPI; UN IMPEGNO A CREARE LO STATO DI PALESTINA; IL RITIRO DELL’ESERCITO ISRAELIANO, ANCHE DALLA ZONA CUSCINETTO – PRESSING FORTISSIMO DI VATICANO, ONU E PAESI ARABI PER CHIUDERE L'ACCORDO – EMIRI E SCEICCHI INFURIATI PER IL RUOLO DI TONY BLAIR, CHE BOMBARDÒ L’IRAQ SENZA MAI PENTIRSI – L’UMILIAZIONE DI “BIBI” CON LA TELEFONATA AL QATAR: L’EMIRO AL THANI NON HA VOLUTO PARLARE CON LUI E HA DELEGATO IL PRIMO MINISTRO – L’OBIETTIVO DEI “FLOTILLEROS” E L’ANTISEMITISMO CHE DILAGA IN EUROPA

luca zaia matteo salvini roberto vannacci

IL CORAGGIO SE UNO NON CE L'HA, MICA SE LO PUO' DARE! LUCA ZAIA, ETERNO CACADUBBI, NICCHIA SULLA CANDIDATURA ALLE SUPPLETIVE PER LA CAMERA: ORA CHE HA FINALMENTE LA CHANCE DI TORNARE A ROMA E INCIDERE SULLA LEGA, DUELLANDO CON VANNACCI E SALVINI CONTRO LA SVOLTA A DESTRA DEL CARROCCIO, PREFERISCE RESTARE NEL SUO VENETO A PIAZZARE QUALCHE FEDELISSIMO – SONO ANNI CHE MUGUGNANO I “MODERATI” LEGHISTI COME ZAIA, FEDRIGA, GIORGETTI, FONTANA MA AL MOMENTO DI SFIDARE SALVINI, SE LA FANNO SOTTO...

elly schlein tafazzi

DAGOREPORT: IL “NUOVO PD” DI ELLY NON ESISTE - ALIMENTATA DA UN'AMBIZIONE SFRENATA, INFARCITA SOLO DI TATTICISMI E DISPETTI, NON POSSIEDE L'ABILITÀ DI GUIDARE LA NOMENKLATURA DEL PARTITO, ISPIRANDOLA E MOTIVANDOLA - IL FATIDICO "CAMPOLARGO" NON BASTA PER RISPEDIRE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO L'ARMATA BRANCA-MELONI. NELLE MARCHE IL PD-ELLY SUBISCE IL SORPASSO DELLE SORELLE D'ITALIA - QUELLO CHE INQUIETA È LO SQUILIBRIO DELLA DUCETTA DEL NAZARENO NELLA COSTRUZIONE DELLE ALLEANZE, TUTTO IN FAVORE DI UN'AREA DI SINISTRA (M5S E AVS) IN CUI LEI STESSA SI È FORMATA E A CUI SENTE DI APPARTENERE, A SCAPITO DI QUELLA MODERATA, SPAZIO SUBITO OCCUPATO DALLA SCALTRISSIMA DUCETTA DI VIA DELLA SCROFA, CHE HA LANCIATO AMI A CUI HANNO ABBOCCATO LA CISL E COMUNIONE E LIBERAZIONE - CHE ELLY NON POSSIEDA VISIONE STRATEGICA, CAPACITÀ DI COMUNICAZIONE, INTELLIGENZA EMOTIVA, PER FRONTEGGIARE IL FENOMENO MELONI, E' LAMPANTE - OCCORRE URGENTEMENTE, IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, RISPEDIRE ELLY SUI CARRI DEI GAY-PRIDE, PUNTANDO, DOPO LE REGIONALI D'AUTUNNO, SU UNA NUOVA LEADERSHIP IN SINTONIA COI TEMPI TUMULTUOSI DI OGGI

raoul bova beatrice arnera

DAGOREPORT: RAOUL, UN TRIVELLONE ''SPACCANTE''! - DAGOSPIA PIZZICA IL 54ENNE BOVA ATTOVAGLIATO ALL'ORA DI PRANZO AL RISTORANTE “QUINTO”, A ROMA, IN COMPAGNIA DELLA FASCINOSA TRENTENNE BEATRICE ARNERA, CON CUI RECITA NELLA FICTION “BUONGIORNO, MAMMA”, ATTUALMENTE IN ONDA SU CANALE5 – GLI AVVENTORI DEL RISTORANTE NON HANNO POTUTO FARE A MENO DI NOTARE L'AFFETTUOSA INTIMITÀ TRA I DUE ATTORI: BACI GALEOTTI, ABBRACCI E CAREZZE FURTIVE FINO A UN INASPETTATO E IMPROVVISO PIANTO DI BOVA – DOPO LO SCANDALO DEGLI AUDIO PICCANTI INVIATI A MARTINA CERETTI, DIFFUSI DA FABRIZIO CORONA, CHE HANNO TENUTO BANCO TUTTA L’ESTATE, ORA QUEL MANZO DI BOVA SI RIMETTE AL CENTRO DELLA STALLA…

beatrice venezi

DAGOREPORT: VENEZI, IL "MOSTRO" DELLA LAGUNA – COME USCIRANNO IL MINISTRO "GIULI-VO" E IL SOVRINTENDENTE COLABIANCHI DAL VICOLO CIECO IN CUI SONO FINITI CON L’INSOSTENIBILE NOMINA DELLA “BACCHETTA NERA”? – IL “DO DI STOMACO” DEGLI ORCHESTRALI DEL TEATRO LA FENICE HA RICEVUTO LA SOLIDARIETÀ DEI PIÙ IMPORTANTI TEATRI LIRICI, DA LA SCALA DI MILANO AL SAN CARLO DI NAPOLI: CHE FARE? – CHISSÀ SE BASTERÀ LA MOSSA ALL’ITALIANA DI “COMPRARSI” LE ROTTURE DI COJONI COL VIL DENARO, AUMENTANDO LO STIPENDIO DEGLI ORCHESTRALI? – L’ARMATA BRANCA-MELONI DEVE FARE I CONTI NON SOLO CON IL FRONTE COMPATTO DEL MONDO SINDACALE LIRICO, MA ANCHE CON I 48MILA VENEZIANI RIMASTI A SOPRAVVIVERE NELLA CITTÀ PIÙ FATALE DEL MONDO. ABITUATI AD ALTI LIVELLI DI DIREZIONE D’ORCHESTRA, DA ABBADO A CHUNG, I LAGUNARI SONO SCESI SUL PIEDE DI GUERRA CONTRO LO SBARCO DELL’”ABUSIVA” VENEZI (I LAVORATORI DELLA FENICE HANNO ORGANIZZATO UN VOLANTINAGGIO CONTRO LA BIONDA VIOLINISTA)E GIULI E COLABIANCHI FAREBBERO BENE A RICORDARSI CHE I “VENESIAN” SONO POCHI MA IRRIDUCIBILI: I PRINCIPI NON SI COMPRANO. COME SI È VISTO NELLA LORO VITTORIOSA GUERRA CONTRO IL PASSAGGIO DELLE GRANDI NAVI DA CROCIERA NEL CUORE DELLA CITTÀ…- VIDEO