IL CINEMA DEI GIUSTI - “MEGLIO MORIRE IN PIEDI CHE VIVERE IN GINOCCHIO”, E IL PEPLUM TORNA A TRIONFARE CON “300 - L’ALBA DI UN IMPERO”

Marco Giusti per Dagospia

300 - L'alba di un impero di Noam Murro.

"Combatti come se il sangue di Poseidone scorresse nelle tue vene!". "Sei meglio con il ferro che a letto!". "Ci saranno morte e distruzione!". "Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio". Ah! Che bellezza... il peplum trionfa.

E il sangue in 3D ti macchia anche la camicia mentre la cattivissima ammiraglia della flotta persiana Artemisa, un'Eva Green supersexy, stacca le capocce dei greci o mette i pesi al suo comandante in seconda spedendolo dritto in bocca ai pesci perché ha sbagliato tattica contro il furbo Temistocle, l'australiano Sullivan Stepleton, più vicino a Michael Fassbender che a Gerard Butler, al suo esordio da supereroe bonazzo.

Allora, questo "300 - L'alba di un impero" diretto dall'israeliano Noam Murro, ma ideato, scritto e prodotto da Zack Snyder con gran cura, che non è proprio un sequel e nemmeno un prequel di "300", ma una sorta di spin off, di film parallelo a livello temporale, cioè mentre lo spartano Leonida si fa massacrare alle Termopili, gli ateniesi combattono la flotta persiana, è una bella sorpresa. Intanto perché è tutto costruito sulle battaglie navali fra l'enorme flotta persiana, mille navi, agli ordini di Artemisa, che nella realtà ne comandava solo cinque, e il minuscolo esercito ateniese, cinquanta navi, al comando di Temistocle.

E queste battaglie sono grandiose, altro che le invasioni barbariche di Daria Bignardi, che magari è pure più cattiva di Artemisa... Non arriviamo alle incredibili battaglie navali di certi film inglesi o di "Ben Hur" o del capolavoro "Kwaidan" di Masaki Kobayashi, dove c'è forse la più bella battaglia navale mai messa in scena, con un esercito che si trasforma in zombi!, ma sono rimasto incollato sulla sedia mentre le navi rollavano in un mare in tempesta totalmente finto, ma così fascinoso. Diciamo poi che tutto il film è costruito sulla tensione sessuale, fortissima, fra l'Artemisia di Eva Green, e il Temistocle di Sullivan Stepleton, già finissimo eroe di "Animal Kingdom".

Nella scena chiave del film, come accadde a Hedy Lamarr e a Victor Mature in "Sansone e Dalila" del maestro dei maestri, Cecil B. De Mille, lei cerca di farselo e di portarselo dalla parte sua. Lui tira fuori lo spadone dalle mutande e cerca di farselo modello ingroppata. Ovvio che finiranno per seminare l'inferno nei mari della Grecia e la passione di Artemisa troverà pace solo quando lui tirerà fuori davvero il ferro per cercare di penetrarla, da cui la frase "Sei meglio col ferro che a letto", ma intanto sulla tensione sessuale che si è sprigionata fra i due è costruito tutto il film.

E se Eva Green è un'attrice bellissima e di grande intelligenza, come aveva dimostrato in "Dark Shadows" di Tim Burton oltre che in "The Dreamers" di Bertolucci, Sullivan Stepleton non è affatto il bono tontolone che ci si poteva aspettare in un sequel. E è certo più maschio di Victor Mature... Funzionano meno bene il ritorno di Lena Hadley, la regina di Sparta nonché moglie del poro Leonida, che sembra un po' attaccata lì perché Gerard Butler non ha voluto riprendere il suo ruolo (non aveva torto, anche se ha fatto dei film così brutti dopo "300"...), per non parlare del Serse alto dieci metri ultrafrocio, senza un pelo e piercingato di Rodrigo Santoro. Sì, ci raccontano il suo dramma, aver visto il padre, il re Dario, ucciso da una freccia scagliata da Temistocle dieci anni prima.

Poi ci raccontano come, manovrato dalla perfida Artemisa, si sia trasformato in un re divinità, il superfrocione finale, e abbia preso il potere uccidendo chiunque potesse opporsi alla sua tirannia, ma rimane un po' un soprammobile ingombrante. Notevole, invece, la ricostruzione della storia di Artemisa, che vede i suoi massacrati dall'esercito greco e promette vendetta diventando una sorta di personaggio tarantiniano in cerca di sangue greco e teste da mozzare.

Ma, ripeto, tutto il filmone si regge sulle battaglie e sulla tensione sessuale fra i due protagonisti. La graphic novel di Frank Miller, fondamentale nel primo film, serve qui solo per la costruzione delle immagini. Anche la parte fantasy è limitata. Notevoli le musiche di Junkie XL. Non vi fidate troppo dei critici che lo massacreranno. Gran divertimento in questo 480 prima di Cristo ricostruito in Bulgaria. In sala dal 6 marzo.

 

TRECENTO L ALBA DI UN IMPERO TRECENTO L ALBA DI UN IMPERO TRECENTO L ALBA DI UN IMPERO TRECENTO L ALBA DI UN IMPERO TRECENTO L ALBA DI UN IMPERO TRECENTO L ALBA DI UN IMPERO

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO