IL CINEMA DEI GIUSTI - “PUPPA! STOCAZZO! ABBESTIA!” - PAOLINO RUFFINI ESORDISCE ALLA REGIA CON UN FILM DEDICATO AL PUBBLICO DI “COLORADO”, “LE IENE” E YOUTUBE (CHE FARA’ VOMITARE LA CRITICA)

Marco Giusti per Dagospia

Fuga di cervelli di Paolo Ruffini.

Puppa! Stocazzo! Abbestia! "W la fuga" nei manifesti trasformato in "W la figa". E per coronare il tutto un bel trionfo di scorreggioni messi in bocca, cioè non proprio in bocca, al nuovo astro napoletano e orgogliosamente trashissimo Frank Matano, già re dei video scorreggioni su You Tube.

Ancora sciokkati dagli incassi mostruosi di Checco Zalone e del suo "Sole a catinelle", arriva un nuovo film comico irregolare, "Fuga di cervelli", opera prima di Paolo Ruffini, che lo ha scritto con l'aiuto di Guido Chiesa (sì, proprio quello impegnatissimo del "Partigiano Johnny" e di "Lavorare con lentezza") , che ha pure dato una mano come assistente di lusso a Paolino sul set, tutto costruito attorno ai nuovi volti della risata Mediaset e youtubbistica.

A cominciare proprio da Paolino Ruffini, da anni presentatore di "Colorado", anche se posso vantare, ma qui scatta un conflittuccio di interesse, di averlo battezzato io la prima volta in tv in "Bla Bla Bla", dove esordirono anche Virgina Raffaele e Chiara Francini, per non parlare delle volte che ha presentato il mio programma "Stracult" su Rai Due.

Questo perché Paolino, unico caso nella storia dello spettacolo, è sia un presentatore tv, sia una attore, sia un grande doppiatore scurrile e livornese di scene di film famosi nel suo show ormai storico "Io doppio", ma soprattutto un vero appassionato e esperto di cinema di genere, tanto che con il suo folle festival, il "Joe D'Amato Horror Festival", che si faceva in quel di Livorno, dove vennero invitati personaggi come Jesus Franco, Bruno Mattei, Ruggero Deodato, Giulio Petroni, perse davvero tutti i soldi che aveva guadagnato nelle serate.

Accanto a lui, però, troviamo altri attori, come Frank Matano, dei quali leggiamo per la prima volta che fa curriculum non tanto il cinema o il teatro che hanno fatto, quanto che un video scorreggione (senza metafore!) su You Tube abbia raggiunto 80 milioni di visite e una pagina Facebook vanti 650 mila "I like". Puppa! Per non dire di Guglielmo Scilla, più noto in rete come Willwoosh, che vanta 250 mila followers su Twitter e video con 65 milioni di visualizzazioni.

So' cazzi! Anche se, nel cinema, non lo abbiamo molto notato nel trashissimo "Matrimonio a Parigi" con Massimo Boldi e il suo primo film da protagonista, il neanche male "10 regole per farla innamorare" di Cristiano Bortone è stato un mezzo flop. A loro vanno aggiunti i torinesi Andrea Pisani e Luca Peracino, noti come i Pampers, stelle del Laboratorio Zelig e di "Colorado".

Diciamo subito che il film può non piacere a tutti, soprattutto ai critici romani raccolti all'Adriano qualche settimana fa, che non solo non ridevano praticamente a nulla e rimanevano come statue di sale, ma che erano anche alquanto maldisposti verso i film comici, chissà perché?, dopo il trionfo di Zalone.

Il problema è che "Fuga di cervelli" non è un film facilmente digeribile dalla critica italiana, è un film per ragazzini, remake di "Fuga di cerebros" (2009) di Fernando Gonzales Molina, un megasuccesso spagnolo che qui nessuno ha mai visto, realizzato da un gruppo, fra registi e attori, di giovani più o meno nella stessa lunghezza d'onda. Lo stesso regista, Paolino, ha solo 34 anni.

Così è difficile, senza aver visto "Colorado" o "Le iene" o i video You Tube dei protagonisti capire esattamente dove ci stiamo muovendo e a chi il pubblico si stia rivolgendo. L'idea di Paolino e dei suoi coprotagonisti, è quella di muoversi nel genere giovanile americano dei film demenziali tipo "Una notte da leoni" o "Super Bad", giocando quindi sul politicamente scorretto, gli scherzi continui, la voglia di far cazzate.

Gli adulti, genitori o parenti dei ragazzi, sono tutti rigorosamente interpretati da comici. Così Marco Messeri, cieco con cane, è il babbo di Paolino, anche lui cieco fin dalla nascita. Uno strepitoso Biagio Izzo è lo zio dongiovanni di Matano, pronto anche a toccargli le "zizze" quando il suo corpo si trasformerà in quello di una femmina, ma assolutamente tranquillo quando il nipote farà il suo outing: "So' ricchione!" .

La zia è la grandiosa Rosalia Porcaro. Michela Andreozzi è la mamma del romano Scilla, cioè Lebowski, che gira con un carico di droghe e un pupazzo di compagnia. La storia è semplice. Per aiutare il loro miglior amico ultranerd e timidissimo Emilio, cioè Luca Peracino, a conquistare la bella Nadia, Olga Kent, che sta partendo per studiare medicina a Oxford, un gruppo di amici per la pelle composto da Alfredo, Paolino Ruffini, ragazzo cieco che non vive la sua cecità come diversità, Lebowsky, Scilla, piccolo spacciatore e hacker con problemi familiari, Franco, Frank Matano, che non sa di essere gay, e Alonso, Andea Pisani, un ragazzo paraplegico, decidono di accompagnarlo in Inghilterra.

Così partono tutti per una specie di Oxford da film di Stanlio e Ollio, o da "Io no spik english" con Paolo Villaggio, ricostruita a Torino e dintorni per doveri di film commission e lì daranno vita a una serie di scherzi e trovate che alla fine vedranno coronare il sogno di Emilio, mentre anche Alfredo e Alonso troveranno le ragazze dei loro sogni. Si gioca pesante con il politicamente scorretto, al punto che Alfredo viene scambiato da Nadia per un necrofilo, mentre Frank si scatena con una serie di scorreggioni come da video e il miglior studente di medicina, Niccolò Senni, viene ridotto a macchietta impasticcata.

La parte migliore vede i ragazzi muoversi in un ristorante dove Nadia ha invitato Emilio assieme ai suoi genitori, ma anche Alfredo ha invitato la ragazza che fa la voce del college e scoprirà che è cieca anche lei, mentre Alonso finge di camminare normalmente per incontrare un'altra ragazza. Anche se la struttura del film non è fortissima, i ragazzi sono freschi e divertenti, almeno qualche faccia nuova si vede e qualche risata il pubblico dei ragazzini la farà di sicuro.

Certo, avremmo preferito da Paolino un esordio un po' più legato al mondo dei B-movie italiani che adora che non legato al genere giovanil-demenziale, come lo era anche uno dei suoi film precedenti da attore che non è mai uscito, "Cacao", diretto un paio d'anni fa da Luca Rea, ma alla fine, forte del suo successo a "Colorado", conosce molto bene il suo pubblico che, forse, proprio questo tipo di film si aspettava. Andrà bene, andrà male? Puppa! W la fu/iga! In sala dal 21 novembre.

 

 

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