IL CINEMA DEI GIUSTI - “TI RICORDI DI ME?”, UNA COMMEDIA CON AMBRA ED EDOARDO LEO PIENA DI OMBRE CHE SI PERDE NEL PASSAGGIO DAL TEATRO AL CINEMA

Marco Giusti per Dagospia

Ti ricordi di me? Di Rolando Ravello.

Datemi un Michel Gondry. Datemi un Richard Linklater. Datemi un regista in grado di trasformare una piccola storia intelligente in un film vero e proprio. Adesso. "Ti ricordi di me?", diretto da Rolando Ravello, già attore e regista del solo interessante e buffo "Tutti contro tutti", nasce come commedia teatrale dallo stesso titolo ideata e scritta da Max Bruno interpretata dagli stessi attori che ritroviamo nel film, Ambra Angiolini e Edoardo Leo.

Nella commedia i due, che interpretavano i curiosi personaggi di Bea e Roberto, la prima che soffre di amnesie che le azzerano qualsiasi realtà stia vivendo e il secondo che è un piccolo cleptomane che scrive terribili favole per bambini al gusto di Sandro Ruotolo, cioè mischiate alla situazione sociale di oggi, erano in scena da soli dall'inizio alla fine.

Non la smettevano mai di parlare. Si incontrano, si innamorano. Poi lei scorda tutto e se ne va. Allora si incontrano un'altra volta e lui riesce ancora a farla innamorare. Ci riesce. Ma lei perde la memoria un'altra volta... Era una commedia, messa in scena da Sergio Zecca, assolutamente deliziosa che Ambra e Edoardo Leo si erano costruiti, in parte riscrivendola giorno per giorno, sulle proprie capacità attoriali e su questi personaggi teneri e sentimentali. In questa versione cinematografica, prodotta da Marco Belardi come la commedia, il meccanismo narrativo rimane inalterato, ma la storia si sviluppa mettendo in scena una serie di nuovi personaggi e inserendo nuove situazioni. Per rendere il tutto meno claustrofobico.

Come l'amico carabiniere di Roberto, certo Francesco, interpretato da Paolo Calabresi, con la fidanzata Valeria, Susy Laude, che ospitano a casa loro lo scrittore cleptomane, e formano una specie di coppia parallela a quella di Bea e Roberto. La dottoressa Grimaldi, Pia Engleberth, che sente i problemi dei due. Amedeo, il ricco fidanzato precedente di Bea, interpretato da Ennio Fantastichini. Ovvio che non si potesse riprendere la commedia come era stata costruita per i due attori protagonisti.

Ma, in questa versione, riscritta per il cinema da un sensibile regista di commedie sentimentali come Paolo Genovese e da Edoardo Falsone, collaboratore storico di Max Bruno, con la partecipazione dello stesso Edoardo Leo, e messa in scena da Rolando Ravello che sembra seguitare qui il suo percorso di piccola commedia realistica romana, qualcosa della magia originale si perde.

Forse ci sono troppi autori dietro a una storia che aveva bisogno solo di due bravi attori, come sono Ambra e Edoardo Leo. Forse non è stato sviluppato il lato favolistico della storia, che avrebbe avuto bisogno, appunto, di un Michel Gondry. O del lato più chiacchierone dei due, un po' alla Linklater, che vedono i loro personaggi crescere di dialogo in dialogo.

Ma senza quel lato logorroico di Bea e Roberto, un po' del loro fascino si perde e il tutto si banalizza. Sviluppare due nuovi personaggi, che facciano da coro alla situazione, è una buona idea, e Paolo Calabresi e Susy Laude sono molto bravi, ma ci devia un po' dall'ossessività del testo. Con questo il film ha una sua delicatezza e una sua riuscita.

L'idea dell'amnesia e del ragazzo cleptomane è divertente e funziona. Edoardo Leo e Ambra, anche se li abbiamo visti in troppi film ultimamente, soprattutto Leo, sono freschi e spontanei. Certo, non era facile trovare una strada cinematografica per una commedia di questo tipo, ma qualche invenzione più originale si poteva trovare. In sala dal 3 aprile.

 

 

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