claudia gerini

CLAUDIA GERINI PRESENTA LA "JESSICA PHILOSOPHY'': “SERVONO UN SACCO DI VAFFANCULO PER ESSERE DAVVERO FELICI” – "VIAGGI DI NOZZE?'' MERAVIGLIOSO. 'CHIAMIAMOLO KEVIN' ORA E’ UNA CITAZIONE – MATERNITA’ SURROGATA? NO PREFERISCO ADOTTARE - NON SONO UNA SUPER EROINA. E QUANDO MI HANNO RAPINATA ME LA SONO VISTA BRUTTA DAVVERO…" - VIDEO

 

 

 

claudia gerini

Stefano Giani per il Giornale

 

Jessica - quella del «'o famo strano», tanto per intenderci - è cresciuta. E ha vissuto mille vite. Iris Blond, la rockettara da fast food che strega Verdone. La moglie di Pilato ne La passione di Cristo di Mel Gibson. La donna in carriera tradita dal nauseato chirurgo Castellitto di Non ti muovere. Duchessa, la regina in nero di Kaspar Hauser. La single dalla doppia vita di Tulpa. La seconda moglie, nemica per la pelle della prima, Margherita Buy. La sorella di un boss. John Wick - Capitolo 2. Gianna non è un nome da tango.

 

E nemmeno da mafia, ma è quello di Claudia Gerini nel primo dei tre film, contemporaneamente in circolazione nelle ultime settimane. Devota metà di «'o re do pesce» per i Manetti bros in Ammore e malavita. E la violoncellista di Nove lune e mezza, ambiziosa commedia dai temi seriosi come fecondazione assistita e utero in affitto, che in realtà diventa un utero in prestito per amor della sorella sterile. Stilemi da vecchi proverbi. Chi può non vuole e chi vuole non può.

claudia gerini verdone

Sottinteso, diventare mamma. Insomma, dopo più di vent' anni, Jessica ce l' ha fatta. Ha dato alla luce un bebè sul grande schermo, ma non l' ha chiamato né Kevin né Maria.

 

Da «chiamamolo Kevin» a «la chiameremo Luna». Che cosa c' è in mezzo.

«Quasi un quarto di secolo di commedie. Viaggi di nozze era meraviglioso. È rimasto nella storia. E Chiamamolo Kevin ora è una citazione. Queste invece sono nove lune folli di una gravidanza folle».

 

Nomi come mode.

«Il Kevin degli anni Novanta era il divo Costner. Il macho. Il bello. Andava di moda come Luna oggi. Perché siamo tutti un po' più lunatici. Però Jessica desiderava una bimba e voleva chiamarla Maria. Semplice. Bello. Romantico».

 

Questioni di maternità. È cambiata pure lei. Ora l' utero si affitta.

claudia gerini verdone

«In realtà, nel mio caso - cinematografico s' intende - è solo in prestito. Lo ritengo una forma di sfruttamento del corpo femminile e, come tale, condannabile. A meno che...»

 

A meno che cosa.

«Se una donna è consapevole. Se non è costretta dalle necessità o dalla fame a dare alla luce un bambino per poi venderlo. Se ha parametri di istruzione e cultura che le permettano di distinguere il bene dal male. Allora forse si può anche fare».

 

Lei accetterebbe?

«Non ne sarei capace. Non lo ammetterei né fisicamente né moralmente».

Nel film è un gesto d' amore verso sua sorella.

«È tenerezza. La aiuto a realizzare un sogno impossibile. Però c' è chi lo fa per soldi. E, diciamocelo, questa è una forma di prostituzione».

Chi non può aver figli è pronto a qualsiasi passo.

«Non ricorrerei mai alla maternità surrogata. Allora, meglio adottare».

Ma in Italia è difficile.

«E non solo in Italia. Eppure darei un bambino anche a un single. Se può mantenerlo. Se ha tempo e amore, per quale motivo negarlo».

Perché la famiglia è composta da mamma e papà.

«Anche chi vive solo, però, può essere un ottimo genitore».

TORNATORE E CLAUDIA GERINI

Quando stava per partorire, nel film, era terrorizzata.

«Effettivamente il dolore è abbastanza forte su quel lettino».

 

E il ricordo del male rimane anche dopo.

«Macché, sparisce al primo vagito. Parlo per esperienza. Da mamma».

Allora da primipara violoncellista ha detto una bugia.

«È che non si ripensa ai dolori».

 

Le menzogne la fanno ridere o arrabbiare.

CLAUDIA GERINI

«Bisogna raccontarle bene (ride), questo è il segreto. Sinceramente, non mi riconosco nel concetto. Sono convinta che siano tutte verità. Dipende dalla prospettiva. Le verità di uno possono essere frottole per l' altro. L' autenticità ha mille volti».

 

Il cinema è bugiardo?

«Descrive una realtà romanzata. Edulcorata. A volte esagerata. Ma sempre dal punto di vista di quel regista. E quell' ambiente emotivo».

Quindi sono tutte fandonie.

«Ogni giorno succedono cose assurde. Impensabili da scrivere in un copione, ma la vita ci sorprende. Poi quando le vediamo là, sul grande schermo, scatta l' ennesimo Sì vabbé, solite scene da film. E invece».

 

CLAUDIA GERINI E MICHELA ANDREOZZI

Invece accadono. E riviviamo sensazioni e sentimenti. La paura, ad esempio. Che cos' è.

«Non sapere da dove arriva il male. Ignorare che cosa ci aspetta al di là della porta».

L' ha mai provata.

«Non sono una fifona. Non mi spaventa il buio né il vuoto. E neppure i famigerati insetti. Però non sono un supereroe. Pardon, una super eroina. E quando mi hanno rapinata me la sono vista brutta davvero».

Perché.

«Mi sono ritrovata la canna di una pistola in faccia».

 

Quando è capitato.

«Ero una ragazzina, in compagnia di una mia amica. All' improvviso eravamo sotto tiro di quell' arma».

Cosa vi hanno fatto.

«Ci hanno portato via tutto l' oro che avevamo. È stato terrore. Puro».

Dove è successo.

«In una strada di periferia a Roma Nord. Fu un incubo».

claudia gerini e serena rossi

 

Scommetto che le armi di «Ammore e malavita» però la hanno fatta divertire.

«Moltissimo, ma il mio personaggio, donna Maria...».

Che non è la figlia di Jessica...

«Ma a Jessica assomiglia molto, ebbene, donna Maria dicevo, è stata una sfida. Volevo renderla in modo non caricato né caricaturale, ma carico di movenze e gestualità. Alla napoletana, insomma».

Un film su Napoli fatto da due registi romani, i Manetti bros, e Claudia Gerini.

«La amano. La conoscono benissimo e la sanno raccontare perché ne scovano le parti più belle. Io l' ho riscoperta attraverso i loro occhi».

Però recitare in dialetto, senza essere napoletana...

«C' è un po' di Vesuvio nel mio dna, confesso. Mio nonno materno era di Afragola. È morto quando avevo dieci anni, ma lo ricordo bene. Poi avevo Buccirosso che mi ha fatto scuola. Io ci ho messo orecchio».

Da brava cantante.

«Ho il dono di riuscire a riprodurre i suoni. Parlare francese, spagnolo e inglese mi ha aiutato ad affinare questa capacità. Anche con il napoletano (sorride)».

A proposito di musica, chi è davvero. La rockettara Iris Blond o la raffinata violoncellista.

claudia gerini carlo buccirosso serena rossi

«Iris Blond, senza dubbio. Mi piace cantare e ballare, sono una showgirl mancata. Adoro stare dentro le canzoni e raccontare i sentimenti».

 

E il violoncello?

«È lo strumento più bello. E può essere pizzicato. Forse è l' unico».

Che significato ha la musica.

«È la mia spina dorsale e l' ispirazione. Una delle gioie della vita».

Quali sono le altre.

«I viaggi. I figli. L' amore».

In libreria l' ho vista prendere in mano «Che ci faccio qui» di Bruce Chatwin, un viaggiatore. O forse. Il. Viaggiatore.

claudia gerini su playboy

«È il mio libro preferito. Bellissimo. Fatto di grandi avventure. Sono un sagittario con un' impronta marcata e il desiderio di scoprire luoghi che non conosco».

Esplorazione più che turismo.

«Amo vivere l' atmosfera del Paese che visito. Voglio mangiare come chi vive là. Incontrare sconosciuti. Chiacchierare con chi non ho mai visto, farmi dire la sua storia e, se capita, raccontargli la mia».

 

Improvvisazione o programmazione?

«Ho fatto viaggi pazzeschi, che si fanno solo in gioventù. Quando si è liberi davvero. Si sapeva il giorno della partenza, non quello del ritorno».

La meta più pericolosa.

«In Cambogia, quando non era ancora un itinerario convenzionale nelle brochure delle agenzie».

La più sicura.

«In Messico con le mie figlie di 7 e 12 anni. Ma quando sono partita ho trovato comunque chi mi rimproverava. Vai da sola con le bimbe...».

claudia gerini tommassini

 

E lei è partita lo stesso.

«Certo. Che cosa c' è di male se una mamma vuol far vedere posti nuovi alle sue bambine. Sono viaggi un po' diversi da quelli che facevo in passato. Comodità. Alberghi belli. È tutto più semplice. Come dire, c' è un tempo per ogni cosa».

La destinazione più scontata.

«In Spagna. Avevo 25 anni e ho preso casa a Madrid. Dovevo fare un film ed ero sola».

Sola...

«Oddio, veniva a trovarmi il mio fidanzato di allora e avevo molti amici. Se non si vive il tessuto sociale dei posti che si visitano, viaggiare non serve. Ho abitato anche a Parigi e ho voluto viverci alla francese».

E poi la «rivale» Milano.

«Perché rivale?»

Lei è romana...

«A Milano mi lega un matrimonio. Ho sposato un milanese (Alessandro Enginoli, presidente in Assolombarda ndr) tempo fa. Ma, a parte questo, è una città che adoro».

Che cosa le piace.

andrea preti claudia gerini 3

«È una lunga storia».

Ce la racconti.

«Ho iniziato a venirci per la moda, le sfilate. E in quelle occasioni mi sono creata amicizie che ancora mi accompagnano. Poi ci sono state le nozze. Alla fine pure un film».

«Il mio domani» di Marina Spada, nel 2011.

 

«Io ero una donna che viveva un' esistenza fatta di casa, lavoro, ossessioni paterne e una relazione con un uomo sposato. Insomma, un inferno dal quale uscivo, voltando pagina. Fu l' occasione per entrare in confidenza con una Milano che non immaginavo. Era la coda dell' estate e le vie erano vuote. Deserte. Tutti in vacanza, tranne i cantieri dei grattacieli. L' ho scoperta anche da una prospettiva antropologica».

Ma la cosa più bella di Milano non è il treno per Roma...

«Direi proprio di no. Forse lo era una volta, quando era così grigia...».

Molti viaggi, poco tempo a casa.

«Credo che il destino di un' attrice sia peregrinare. Nella propria e nelle altrui vite. Viverle tutte. Quelle che si può, almeno. Essere quelle persone.

Poi, i caratteri sono diversi. C' è chi non si muove mai».

Un giorno si stuferà e passerà dietro la macchina da presa. Così fan tutti.

«Non farò mai la regista. Prometto.

Anzi giuro».

Che cosa c' è che non le piace.

la gerini in ammore e malavita

«Non è il mio mestiere. Non ho quella pazienza».

In «Nove lune e mezza» la chiamano vegetale anziché vegetariana.

«Mi definirei ex carnivora, nel senso che mangio poco volentieri gli animali. L' unica eccezione è qualche petto di pollo ogni tanto».

Che cosa c' è sulla sua tavola.

«Vegetali. Cereali. Legumi. Zuccheri e farine raffinate. Mi trovo molto bene con le verdure fresche a chilometro zero. Ho una dieta più salata che dolce. Anche a colazione. Tengo bassa la glicemia. Però, ammetto, non sono vegana».

Come è nata questa scelta.

«Ho letto The China study del nutrizionista Colin Campbell e ho cambiato vita. Poi è scientificamente provato che le carni rosse sono cancerogene. Quindi limitiamo i rischi».

 

Le piace molto leggere, non va mai al cinema?

«Ci vado, ci vado. Due o tre volte al mese sono lì».

GERINI

 

Che cosa guarda di preferenza.

«Scelgo a istinto. Non ho categorie prestabilite. Italiani, francesi o americani. Dipende da quello che mi ispira. Di solito però sono storie, commedie o genere sentimentale».

 

L' ultimo che ha visto?

«Ammore e malavita (ride)».

Che effetto fa rivedersi sul grande schermo.

«È stupendo. Non smettevo più di ridere. Se poi piace e se ne ha un buon ricordo è una soddisfazione enorme».

 

Conserva i dvd dei suoi film?

«Ne ho girati più di 57, molti da protagonista e altri con un ruolo più piccolo. Cerco di collezionarli tutti, ma c' è sempre qualcuno che me li ruba, chiedendomeli in prestito. Però, a casa mia, la zona Gerini c' è».

GERINI BONCOMPAGNI

 

In «Nove lune e mezza» dice che «la strada della felicità è lastricata di vaffa». Ci crede?

«Eccome, se è vero. Purtroppo».

 

Quanti ne servono?

«Troppi per essere felici».

Gerini-PretiCLAUDIA GERINI GIANNI BONCOMPAGNIclaudia gerini

 

claudia gerini ambra angioliniclaudia gerini dance dance dance claudia gerini gianni boncompagniCLAUDIA GERINICLAUDIA GERINIclaudia gerini e irene ghergoasia argento e claudia gerini al gay villagegerini e figlia a miamisabrina impacciatore claudia gerini foto di luciano di bacco

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA) , HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E EDLLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO, ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…