TO BOMBAY WITH LOVE – COME UN COLPO DI FULMINE INDIANO INCENERI’ IL LEGAME DI ROBERTO ROSSELLINI E INGRID BERGMAN

Paolo Di Stefano per "Il Corriere della Sera"

Roberto Rossellini ha poco più di cinquant'anni all'inizio del 1957, quando parte per Bombay. Deve girare una serie di documentari voluti dal premier indiano Nehru, che ha conosciuto a Parigi qualche mese prima. Vedendolo scendere dall'aereo senza sua moglie Ingrid Bergman, con la quale le crisi e i guai erano già cominciati, gli indiani non nascondono la delusione.

E in primavera restano a bocca aperta allorché i rotocalchi cominciano a far girare la voce che il regista italiano si è «guadagnato le simpatie» di una ventisettenne bengalese sposata e madre di due figli. Si chiama Sonali ed è moglie di Hari Dasgupta, un documentarista ex assistente di Jean Renoir.

Un giorno Hari, ambizioso quanto basta e ansioso di conoscere il maestro del neorealismo, viene presentato a Rossellini. Con lui c'è anche Sonali: «Alta, scura di pelle e con occhi di cerbiatta», la descrive Dileep Padgaonkar, che al viaggio indiano di Rossellini ha dedicato un bellissimo libro (Stregato dal suo fascino, Einaudi 2011). Incontro fatale, ma non per Hari.

Rossellini, infatti, si dedica più a Sonali - lunghi capelli neri sciolti sulla schiena, ampio drappo che le avvolge il corpo minuto - che al cerimonioso marito. «Come tutti gli italiani, era un parlatore compulsivo»: così un testimone di quel primo incontro e dei successivi ricorda l'amico Roberto. «Lei, per parte sua, quasi non apriva bocca. I suoi lunghi silenzi erano per lui un mistero, e sedurla era l'unico modo per svelarlo. Hari, il marito, fu l'unica vittima di questa storia». Infatti.

Ma siamo solo all'inizio. Il ritratto di Rossellini è noto: la pigrizia atavica coltivata come espressione di intelligenza fervida non gli impedisce di lavorare con accanimento, di accendersi davanti agli straordinari panorami sonori e visivi che incontra nel suo viaggiare per il paese reale, da cui vengono espunte le mete turistiche, i musei, i mausolei, le «verità morte, imbalsamate».

A vederlo nelle fotografie del tempo non sembrerebbe un uomo di gran fascino, calvo, imponente, la giacca bianca che chiude a fatica una pancia vistosa piena di troppi spaghetti (ne ha portati quintali dall'Italia). Quando non lavora, Rossellini passa intere giornate a letto, dormicchiando o leggendo. Ma in presenza di Sonali è un altro uomo. Un giornalista lo racconta così: «Non l'avevo mai visto così pieno di vita. Era il fascino incarnato. Era frizzante di energia. Non riusciva a stare fermo. Camminava su e giù agitando le braccia. La sua conversazione faceva scintille».

A un certo punto Rossellini tira fuori dal cappello una sorpresa: chiede a Sonali di recitare nel suo film, ma lei declina l'offerta. Il regista ritorna alla carica chiedendo alla giovane donna - laureata, colta e di buona famiglia - di prestarsi come consulente per la sceneggiatura. Hari, bramoso di stringere amicizia con quell'uomo prestigioso, insiste perché la moglie vinca la timidezza: non sa che quell'ostinazione sarà al sua condanna, anzi la sua tragedia.

Un indovino aveva predetto a Rossellini che in India avrebbe incontrato l'amore più grande della sua vita. In camera d'albergo Roberto ha sistemato le fotografie di Ingrid e dei suoi figli, in bella vista anche quel giorno davanti allo sguardo enigmatico e altero di Sonali, la quale alla fine cede alle pressioni del marito ed entra a far parte della troupe. Da allora si incontrano ogni pomeriggio. Lei rimane impressionata osservando quell'uomo distribuire un sacco di soldi ai ragazzini che lo rincorrono ovunque: diventa «il signore delle mance generose». Roberto e Sonali stabiliscono un rapporto fatto di silenzi e di sguardi più che di parole.

In pubblico, nelle feste e nei ricevimenti, Rossellini è un fiume in piena di aneddoti e di risate. Con gli amici esibisce le sue conquiste: Anna Magnani, Marlene Dietrich..., e si vanta della propria potenza sessuale. Hari entra nel vortice della gelosia e nel pieno della disperazione, urla in faccia al suo mito: «Sonali è innamorata di te, ci stiamo separando». Una notte infuriato apre la portiera davanti all'albergo di Rossellini e costringe Sonali a scendere. Lei si presenta davanti alla porta del regista e gli chiede protezione. L'avrà.

Più che fedifraga, si sente prigioniera di un dramma e non uscirà per sei settimane dall'hotel assediato dai fotografi e dai giornalisti. Lo scandalo è scoppiato, Hari apre una pubblica campagna diffamatoria contro il «re demone» italiano, chiede alla sua consorte di tornare a casa, minaccia violenze. Si apre una faida privata, colorata di xenofobia contro lo straniero debosciato, ma anche un caso politico in cui interviene il primo ministro per salvare capra e cavoli.

Risultato: al regista verrà evitata l'espulsione richiesta a gran voce dall'opinione pubblica più timorata e Sonali otterrà un passaporto per riparare a Parigi con Arjun-Gil, il figlio minore (otto mesi) e la pancia gravida. È un freddissimo 6 ottobre. La lavorazione con la troupe orfana della sceneggiatrice verrà portata a termine nella convulsione generale e frutterà un film, «India, Matri Buhmi», e dieci documentari che saranno trasmessi dalla Rai nel 1959.

Il 22 ottobre anche Rossellini arriva a Orly, accolto dalla raggiante Ingrid con baci plateali che davanti ai paparazzi dovevano fingere l'amore-nonostante-tutto e mascherare la frattura. Una «commedia imbecille»: mezz'ora dopo avrebbero deciso il divorzio. «Sono stanco di essere il signor Bergman», sussurra il regista seduto su una poltrona d'albergo. In dicembre nascerà Raffaella, figlia della «colpa», e Gil verrà adottato da Rossellini. Nell'anonimato, Sonali e Roberto con i due bambini vivranno per un anno nello studio di Cartier-Bresson.

 

roberto rosselliniROSSELLINI-SONALIrossellini sonali Ingrid Bergman con Roberto Rossellini sul set del film Viaggio in Italia Dal PIacere alla Dolce Vita Mondadori ROSSELLINI SONALI 1945 L'attrice italiana Anna Magnani paisa di roberto rossellini MARLENE DIETRICH 1953 Ingrid Bergman

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)