sanremo quarta serata

ALTRO CHE PICCOLO GRANDE ORRORE: COME ASCOLTI, QUESTO SANREMONE È LA MARCIA TRIONFALE DELL' AIDA: 10,1 MILIONI E 51,1% DI SHARE NELLA LUNGA NOTTE DEI DUETTI - MATTIOLI: "CHI È SOPRAVVISSUTO ALLA QUARTA SERATA DEL FESTIVALONE NON TEME PIÙ NIENTE E NESSUNO, NEMMENO LE PIAGHE DA DECUBITO. CHI HA CONCEPITO LO SMOKING METALLIZZATO DI FAVINO E IL BOLERINO PETROLIO DI BAGLIONI È UN GENIO, MA DEL MALE"-VIDEO

 

https://youtu.be/dqGQ3lJzxKg

 

Da repubblica.it

baglioni hunziker

 

È ancora boom di ascolti per il festival di Sanremo. La quarta serata, dedicata ai duetti e al vincitore delle Nuove Proposte, è stata seguita in media da 10 milioni 108 mila telespettatori con il 51.1% di share. L'anno scorso la quarta serata del festival aveva ottenuto in media 9 milioni 886 mila telespettatori pari al 47.05% di share.

 

La prima parte della quarta serata del festival è stata seguita ieri su Rai1 da 12 milioni 246 mila telespettatori pari al 49.1% di share, la seconda da 6 milioni 849 mila con il 57.3%. Nel 2017 la quarta serata del festival aveva avuto nella prima parte 11 milioni 707 mila spettatori con il 45.53%, la seconda 6 milioni 213 mila con il 53.20%.

 

 MAI COSI' DAL 1999

E si conferma il trend da record per il Festival. La media del 51.1% di share centrata ieri dalla quarta serata è la migliore dal 1999: bisogna infatti risalire al festival condotto da Fabio Fazio con Renato Dulbecco e Laetitia Casta per trovare un risultato più alto (54.06%).

 

baglioni nannini

 

 

2. NELLA LUNGA NOTTE DEI DUETTI, ULTIMO E’ IL PRIMO DEI GIOVANI

 

Alberto Mattioli per la Stampa

 

Vabbé: quanto a durate, chi è sopravvissuto alla quarta serata del Festivalone non teme più niente e nessuno, nemmeno le piaghe da decubito. L' Amleto integrale gli fa un baffo e può sorbettarsi l' intero Crepuscolo degli dei senza fare un plissé.

 

baglioni vessicchio

Per dire: si è iniziato alle 20.45 con il terzetto Baglioni-Hunziker-Favino impegnato in un' inverosimile versione metallara di Heidi (cortese omaggio alle origini svizzere di Michelle) ma al momento di spedire questo pezzo è l' una e ancora in fondo al tunnel non si vede la luce. La scaletta della seratina è lunga 19 pagine. Da qui all' eternità c' è da sbrigare la gara degli otto «giovani» (vince Ultimo, poi Mirkoeilcane e Mudimbi) e da risorbettarsi tutte e venti le canzoni dei sedicenti «campioni», però in versione duetto, quindi perdendo ulteriore tempo per presentare i gentili ospiti.

baglioni 4

 

Al confronto, la guerra dei cent' anni è una sveltina. Al trio conduttore è stato in ogni caso detto di andare veloce e di tenere il ritmo, ma fra le incombenze burocratiche tipo il regolamento e le scempiaggini degli autori, i tempi fatalmente si allungano, almeno quanto gli sbadigli. Comunque alla Trinità sanremese fa riconosciuto che fa con diligenza il suo dovere. I ruoli sono ormai definiti: Baglioni autorevole-severo (ma sta emergendo un coté ironico assai apprezzabile), Favino piacione, Hunziker entusiasta a oltranza.

turci noemi

 

Chi ha concepito lo smoking metallizzato di Favino e il bolerino petrolio di Baglioni è un genio, ma del male. Fatalmente, la parte spettacolare è sacrificata alla durata alluvionale di quella canzonettara (per inciso, i due elementi coincidono di rado, per esempio nella sciarpa paillettata di Renzo Rubino, ed è subito circo. Di peggio si è vista sola la giacca vinaccia diamantata di Michele Bravi). Ieri sera, per esempio, niente comici, a parte forse la «giuria degli esperti». E poi non è che la prevalenza della canzone garantisca automaticamente la qualità musicale.

 

Francamente, la melodia migliore sentita ieri rimane quella della Moldava di Smetana: nello spot della Valsoia. Però, saranno i duetti, sarà il fatto che a forza di ascoltarlo diventerebbe bello anche il ballo del qua-qua, le canzoni sembrano migliori di come si ricordavano, o almeno meno peggio. Trionfano quelli dello Stato Sociale, per l' occasione insieme a Paolo Rossi e al Coro dell' Antoniano. «Une folie organisée et complète»: Stendhal avrebbe gradito.

lo stato sociale

 

Musicali anche due ospiti su tre. Gianna Nannini e Piero Pelù sono una certezza, compreso il fatto che duettino con Baglioni. La terza ospitata è quella di Federica Sciarelli: e qui, repetita non iuvant , si insiste sulla formula dell' intervista-canzone (ovviamente con e di Claudio Magno) che già fece danni con Franca Leosini e Emma D' Aquino. Per l' angolo delle rimembranze, consegnato anche il premio alla carriera a Milva, applauditissima ma troppo stanca per venirlo a ritirare di persona. La Vanoni invece è sempre pimpantissima e, a parte ogni considerazione anagrafica, il suo pezzo è proprio bello.

 

ultimo

Altri dettagli imperdibili: il vestito vedo-non vedo (ma soprattutto vedo) della «giovane» Alice Caioli, la cravatta-semaforo di uno dei direttori d' orchestra, la gag musicale fra due istituzioni come Baglioni e Peppe Vessicchio. Si rivede anche Arisa che qui ne ha fatte di tutte e di più, quindi che volete che sia un duetto con Caccamo. Qualcuno però dovrebbe spiegare a Michelle ma belle che Jobim non si pronuncia come Chopin, perché va bene la globalizzazione ma fra Brasile e Polonia qualche differenza c' è. Insomma, l' avete capito. La seratona-ona-ona non ha dato particolari brividi. Si è navigato tranquillamente sul Banal Grande. Però lo si era detto anche per le prime tre, e sono stati dei trionfi (a proposito: anche la terza ha fatto benissimo, share al 50,6%, il più alto dal '99).

 

Altro che piccolo grande orrore: come ascolti, questo Sanremone è la marcia trionfale dell' Aida , e così sia.

ROBY FACCHINETTI A SANREMO 2018il piccolo coro antonianofavinobaglioni pelu

 

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