maurizio costanzo

“QUANDO ENTRAI DALL’ANDROLOGO, PROVAI UN FORTE IMBARAZZO, DOVENDO SOTTOPORMI ALLA PRATICA ONANISTICA, VOI CAPITE…” - MAURIZIO COSTANZO RACCONTATO DA EMILIA COSTANTINI SUL CORSERA – “RACCONTÒ DI QUANDO PARECCHI ANNI PRIMA, SI SOTTOPOSE A VARI ESAMI PER VERIFICARE LA POTENZA DEI SUOI SPERMATOZOI. POI AGGIUNSE RIDENDO: 'CI SCRIVERÒ UNA COMMEDIA: “IL BELLO ADDORMENTATO NEL BOSCO'" – LA LITE CON PROIETTI PER IL BRANCACCIO, RIINA CHE DISSE ‘QUESTO HA ROTTO I COGLIONI’, LE VOCI SECONDO CUI ERA FIDANZATO CON FIORELLO E QUELLA VOLTA CHE IL CARDIOLOGO GLI RACCOMANDÒ DI SMETTERE DI FUMARE, DI MANGIARE E DI BERE. LUI DOMANDÒ: “DIVENTERÒ UN MANIACO SESSUALE?” IL MEDICO RISPOSE…

Emilia Costantini per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

maurizio costanzo

Non era solito, Maurizio Costanzo, accettare inviti, ma data la nostra amicizia, quella volta mi fece un regalo: venne a pranzo a casa mia e, tra una portata e l’altra, assolutamente frugali, si rilassò in racconti e riflessioni. Si sbilanciò affermando addirittura che «sì, la televisione è importante, il mio lavoro principale, ma se potessi mollerei tutto, perché la mia vera passione è il teatro: la definirei una malattia, una piacevole perversione».

 

Ma non basta, quel giorno aveva voglia di confessioni: a me e a mio marito, medico, raccontò di quando parecchi anni prima, si sottopose a vari esami per verificare la «potenza» dei suoi spermatozoi: «Quando entrai dall’andrologo, provai un forte imbarazzo, dovendo sottopormi alla pratica onanistica, voi capite...». Poi aggiunse ridendo: «Ci scriverò una commedia: “Il bello addormentato nel bosco”». La scrisse e andò in scena, allora gli chiesi se potevo scriverne un articolo, accennando anche al suo aneddoto «onanistico». Lui ribatté: «Sì, ma non farci il titolo!».

maurizio costanzo

 

 

Conosciuto dal grande pubblico come anchorman, Maurizio Costanzo era un uomo di teatro: ha scritto un gran numero di commedie, andate tutte in scena, ha anche diretto palcoscenici e festival teatrali importanti. Un commediografo militante pure nella pratica dei suoi talkshow, dei quali il più famoso e longevo, il Maurizio Costanzo Show , guarda caso si rappresentava proprio in un teatro, il Parioli, cui adesso viene giustamente aggiunto il suo nome. Il rapporto col pubblico dal vivo, per lui, era fondamentale e ci teneva a sottolineare che, pur essendo più noto come uomo-televisivo che come drammaturgo, «la mia è sempre stata una televisione di parola». Gli dispiaceva che sarebbe stato ricordato soprattutto per il talk su Canale 5.

maurizio costanzo

 

Chiuso nel bagno La passione per il teatro nasceva dall’infanzia. La madre si impensierì, quando lo scoprì chiuso in bagno a leggere a voce alta una commedia di Goldoni davanti a un portasapone che fungeva da microfono. Proprio per questa sua passione per il palcoscenico mi propose di seguirlo a Otranto, dove realizzò nel 2003 un caloroso omaggio al suo amico Carmelo Bene, scomparso l’anno prima. Rimasi stupita dal fatto che, per l’occasione, Silvio Berlusconi aveva messo a disposizione di Costanzo un aereo privato.

 

Durante il viaggio mi disse: «Gliela devo a Carmelo questa manifestazione d’onore, con lui condivido l’amore per il teatro». Atterrammo a Brindisi, dove ci attendeva un’auto con autista, con cui raggiungemmo la cittadina pugliese. Sul palco, a ridosso del Castello di Otranto, di fronte a una platea gremita, si avvicendarono momenti di commozione. «Si dice che Carmelo fosse “genio e sregolatezza” — affermò il conduttore —. Dopo di lui ho conosciuto solo sregolati. L’unico vero genio era lui».

 

Un’altra forte passione era per la radio, altro mezzo di pura parola: «Sin da piccolo, prima di addormentarmi, la ascoltavo: a casa ne possedevamo una enorme, per trasportarla bisognava essere in due». Ma la sua lunga carriera inizia dalla carta stampata.

maurizio costanzo maria de filippi

 

Non aveva giornalisti in famiglia, «forse un nonno materno pare che in gioventù scribacchiasse da qualche parte», diceva, eppure Maurizio iniziò facendo un giornalino scolastico alle medie e, a 14 anni, scrisse una lettera a Indro Montanelli, il suo mito. «Il grande giornalista mi telefonò a casa, invitandomi a visitare la redazione del “Corriere della Sera”».

 

L’invenzione del talk A soli 22 anni era già caporedattore della redazione romana del settimanale «Grazia ».

 

Gli chiesi: raccomandazioni?

«No! — rispose —. Mi aveva preso a ben volere il direttore della rivista e, per darmi un tono, mi aumentavo l’età, dicendo che di anni ne avevo 28».

 

maurizio costanzo silvio berlusconi

La svolta mediatica nel 1976 con «Bontà loro », il primo talk show italiano e si disse che si era ispirato ai talk già esistenti negli Usa. «Certo che esistevano — ribatteva Costanzo —, ma non ne sapevo nulla! Essendo poco portato per le lingue straniere, anche se l’avessi visto su qualche canale non avrei capito un accidente!». Un tipo di programma con cui ha lanciato tanti personaggi. Quelli di cui andava più orgoglioso erano Andrea Camilleri («Lo avevo ospitato perché avevo letto un suo romanzo che mi era piaciuto molto: mi rivolsi al pubblico mostrando il libro e dicendo compratelo») e Paolo Villaggio («Quando lo conobbi, a Genova, era un impiegatuccio che si esibiva in un piccolo locale»).

 

silvio berlusconi e maurizio costanzo

Estati da «fagottari» Giornalista, conduttore radiofonico e televisivo, scrittore, sceneggiatore di film di successo ( «Una giornata particolare » di Scola), paroliere di indimenticabili canzoni (« Se telefonando» con la musica di Morricone). Bulimico di lavoro: una volta se l’è vista brutta e il cardiologo gli raccomandò di smettere di fumare, di mangiare e di bere. Lui domandò: «Diventerò un maniaco sessuale? Il medico mi rispose: questo lo può fare, senza bisogno di Viagra».

 

maurizio costanzo da giovane

Non amava la vacanza, il suo passatempo preferito era il lavoro e, anche in ferie nella sua villa ad Ansedonia («Ho scelto questo luogo perché è l’anticristo della mondanità»), il cellulare era sempre in funzione. Apparteneva a una generazione non avvezza al progetto vacanziero: «Con la mia famiglia, potevo al massimo permettermi la deportazione a Ostia: una fatica disumana. Due autobus più il trenino per arrivare, poi l’inferno della spiaggia libera. Ci chiamavano “fagottari”».

 

Con l’aria bonaria del «romano de Roma», da qualcuno fu a volte definito uno «squalo». Non gli sono mancate liti con colleghi famosi: una storica con Gigi Proietti, quando Costanzo diventò il nuovo direttore del Teatro Brancaccio, di cui era stato fino a quel momento padrone di casa l’attore romano. Scoppiò una rissa mediatica, un botta e risposta tra i due mattatori senza esclusione di colpi. E quando andai a trovarlo al Brancaccio, dove si era appena insediato, precisò: «Non sono uno scippatore di cariche altrui. Io uno squalo? Hanno detto perfino che ero il fidanzato di Fiorello!».

 

maurizio costanzo e rosario fiorello 2

Non gli sono mancati i grandi amici, da Vittorio Gassman («Quando mi veniva a trovare, mentre fumava una sigaretta dietro l’altra, mi confidava i suoi dispiaceri») ad Alberto Sordi («Era delizioso: mi apriva il cuore»). E tanti nemici, uno fra tutti Totò Riina: «Avevo realizzato tante trasmissioni sulla mafia e so che Riina disse: “questo Costanzo ha rotto i co...”». Una sentenza, che si avverò con l’attentato del 1993, avvenuto davanti al Parioli e che per fortuna non andò a segno perché quel giorno lo showman aveva cambiato auto.

gigi proietti

 

Le tartarughine Tanti successi, ma anche lo scandalo della P2. «Tra tutti coloro che negarono di appartenervi, io l’ho ammesso, avevo la coscienza a posto». Un protagonista non autoreferenziale: è stato scopritore di talenti, compresa colei che sarebbe diventata la sua quarta e definitiva consorte, Maria De Filippi. «Col quarto matrimonio ho azzeccato la persona giusta».

 

MAURIZIO COSTANZO ENZO IACCHETTImaurizio costanzo e rosario fiorello 4MAURIZIO COSTANZO MARIA DE FILIPPImaurizio costanzo maria de filippi

(...)

maurizio costanzo e rosario fiorello 1maurizio costanzo e rosario fiorello 3maurizio costanzo e rosario fiorello

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI, BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...