the beatles get back

BEATLEMANIA AGAIN! - DAGO IN ESTASI PER IL DOCUMENTARIO DI PETER JACKSON “GET BACK”: “LO SMARRIMENTO CHE TI PRENDE, MENTRE TI IMMERGI NELLA ‘’RESURREZIONE’’ DI UNA DELLE PIÙ GRANDI STORIE MUSICALI DI TUTTI I TEMPI, È INDESCRIVIBILE. E’ COME SPIARE LEONARDO DA VINCI AL SUO CAVALLETTO O MICHELANGELO BRANDIRE IL SUO SCALPELLO DA SCULTORE” - ''IL NOSTRO PASSATO SI ALLONTANA DA NOI NEL MOMENTO IN CUI NASCIAMO, MA LO SENTIAMO PASSARE SOLO QUANDO TERMINA UNA CANZONE DEI BEATLES” - VIDEO

 

Dago ph Porcarelli

Roberto D’Agostino per “Vanity Fair”

 

Nell'esatto momento in cui si arde dal desiderio di essere perfettamente sordi, stufi di canzoncine buone solo per smuovere il contocorrente, storditi da stornellatori coinvolti in una fiera di espedienti e drittate con la muffa al posto della qualità, nauseati da schiere di chitarrosi che sventolano la cultura pop come puro gioco di idee senza ideali; ecco, di colpo, s'ode uno "squillo di tomba": i Beatles!

 

 

Sì, proprio come in quella paurosa poesia della nostra lontana gioventù scolastica che Giovanni Berchet dedicò a Garibaldi: “Si scopron le tombe, si levano i morti; I martiri nostri son tutti risorti: Le spade nel pugno, gli allori alle chiome, la fiamma ed il nome…”.

the beatles get back peter jackson 2

 

 

Il miracolo ha per titolo “Get back” e va in onda su Disney+: tre puntate da due ore e mezza l’una, montate e dirette con certosina passione dal premio Oscar Peter Jackson, tratte dalle 60 ore di registrazioni video e dalle 150 ore di nastri audio girati nel 1969 da Lindsay Hogg in uno studio di registrazione di Londra, per documentare l’ultimo disco del gruppo e che poi diventerà “Let It Be” e il loro ultimo concerto assieme.

 

documentario the beatles get back 8

Lo smarrimento che ti prende, mentre ti immergi nella ‘’resurrezione’’ di una delle più grandi storie musicali di tutti i tempi, è indescrivibile. E’ come spiare Leonardo da Vinci al suo cavalletto o Michelangelo brandire il suo scalpello da scultore. E’ come vedere un pulcino schiudersi dall’uovo. E’ come entrare nella macchina del tempo mentre creano, ripetendola decine e decine di volte, “The long and winding road”.

 

Davanti ai tuoi occhi, le pennellate casuali alla chitarra di McCartney si trasformano in “Get Back”, poi il brano si allarga a Ringo, George e John, e infine trova la sua soluzione con l’ingresso del piano elettrico di Bill Preston.

 

dago dj 1

Tra la nona e la tredicesima prova di ‘’Don't Let Me Down’’, ecco il timido George Harrison che fa ascoltare ai compagni una melodia ancora abborracciata che poi diventerà il capolavoro di “Something”, ma è bloccato sulle parole e chiede aiuto a Lennon.

 

E davanti allo loro creatività subito si soccombe con la medesima voluttà con cui l'insetto cerca il fischio dolce della carta moschicida.

 

‘’Get Back’’ si trasforma anche in uno studio intimo sull'amicizia tra John e Paul.

 

the beatles get back peter jackson 1

 

Specialmente quando cazzeggiano, cantano vecchi successi rock’n’roll, ballano nello studio come dervishi ubriachi, tra i due ragazzi di Liverpool scoppia una chimica che deflagra dolcemente come qualsiasi attrazione sessuale o romantica.

 

La connessione tra i due è così intima, gli sguardi condivisi pieni di tale comprensione, che quando suonano ‘’Two of Us’’, ti rendi conto che l'amore che quella canzone celebra è il loro – anche se non lo sapevano.

 

E' la folata definitiva, quella che lucida a specchio il nostro sguardo e svela: non possiamo perderli senza perdere noi stessi.

 

documentario the beatles get back 13

Quindi le voci dei Beatles planano nel nostro animo, lo adescano, rivoltando il tessuto connettivo della memoria, diventano testimonianza di una felicità di vivere, di aver vissuto.

 

Succede quando la vita e la morte si scontrano: le nostre esperienze precedenti ci tornano in mente con abbagliante intensità. Siamo invasi dalle medesime emozioni che abbiamo sentito la prima volta che un certo avvenimento si è verificato.

documentario the beatles get back 12

 

A volte è la sofferenza a risvegliarsi, e chiede di essere sanata: anche i difetti e i misfatti gravi del passato, anche i vizi beneficiano dell'indulgenza e di una certa commossa allegria.

 

Altre volte invece la gioia che proviamo ci conferma la riuscita della nostra esistenza. Una foto. Un fiore. Un disco dei Beatles.

 

JOHN LENNON E PAUL MCCARTNEY

E più gira e rigira lo spiffero di “Let it be” e più la testa diventa una cipolla con le orecchie, ti assale un groppo alla gola e ti viene da piangere.

 

Come bambini privati di qualcosa che si è disperso irragionevolmente in un evento inaspettato e nemico.

 

Perché sappiamo cosa non sanno: che il concerto sul tetto sarà la loro ultima esibizione insieme e che, poco più di un decennio dopo, John Lennon sarà morto.

 

 

zaccagnini dago

Una parte di te è invasa di amarezza: vuoi spronare loro quattro a trovare un modo per andare avanti, anche solo per un po' di più; e ti struggi per tutte le canzoni che non sono state scritte e cantate.

 

Staccando l'ombra da terra, scopri che il canzoniere Lennon-McCartney è come una riserva d'acqua, ammucchiata in un bacino di montagna e lì tenuta in casi d'emergenza. Come riserva per la sete.

 

Ma è appunto su un'acqua così ferma e anche così splendente che i loro brani più famosi non sono solo da canticchiare ma riflessioni sulle strade che non abbiamo intrapreso, sui baci che non abbiamo dato, sui desideri mancati, sulle nostre fragilità.

 

peter jackson

Una creatività che ha permesso a John, Paul, George e Ringo di trascendere un'epoca, di unire il mondo di padri e figli e nipoti, e a parlare a noi intimamente oggi come ieri. La memoria, si sa, si sconta cantando. Il nostro passato si allontana da noi nel momento in cui nasciamo, ma lo sentiamo passare solo quando termina una canzone dei Beatles.

 

the beatles

 

dago dj

 

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