dago roberto d'agostino

DAGO AL “MAXIM” –  “CON DAGOSPIA HO INTERROTTO IL MONOPOLIO DEL PENSIERO UNICO. PRENDI PAMELA PRATI E LA STORIA DEL MARITO RICCO: DOPO CINQUE MINUTI ABBIAMO SCRITTO CHE ERA UNA BUFALA. OGGI CON INTERNET NON È POSSIBILE NASCONDERE CERTE STORIE – IL CAFONAL? IL MASSIMO DELLA IATTURA È ESSERE ANONIMO. PURE SE IN QUELLA FOTO HO UNA FACCIA DA SBUDELLONA, QUELLO CHE CONTA È STARE LÀ - LA PERSONA CHE HO FATTO PIÙ ARRABBIARE È…”

Claudio Trionfera per “Maxim”

 

DAGO INTERVISTATO DAL DIRETTORE DI 'MAXIM' CLAUDIO TRIONFERA

Roberto D’Agostino. Lo chiamano Dago, concentrato della propria creatura Dago- spia e del suo stesso cognome. Padre e padrone del sito web di riferimento per tutto cio che riguarda la controinformazione sulla politica, sul gossip, sulla cronaca, insomma “sullavita” come a lui piace dire. Tanto famoso, quel sito, da fare “in media tra i 2,5 e i 3 milioni di pagine viste ogni giorno – segnala Dago – e soprattutto Dagospia, rispetto agli altri siti o portali con alle spalle giornali e settimanali, ha come tempo di permanenza sul sito quasi 12 minuti per utente, che e una enormita. Insomma una forza che altri siti non hanno. Risultato di tutto cio: una lectio magistralis nell’Universita di Oxford Italian Society, da dove lo hanno chiamato per raccontare la rivoluzione di internet.

 

Il fenomeno Dagospia ha varcato il confine.

l'intervento di dago al new college di oxford 2

Questa e una cosa che mi ha molto sorpreso. Quando e arrivato l'invito sono rimasto senza parole. Non avrei mai immaginato nella mia vita di andare nel tempio della cultura e del sapere. Loro avevano gia invitato qualche tempo fa, se ti ricordi, Beppe Grillo. Quindi c'e una curiosita su come il mondo legato al web si sta muovendo e si sta in qualche modo articolando, cambiando un po' l'esistenza globale.

 

Il tuo sito e quello che molti visitano per primo quando avviano il pc...

Dago ph Porcarelli

Eh si, perche il “rullo” che mi sono inventato - una sorta di rotolo di carta igienica no? - con una notizia dopo l'altra, viene continuamente aggiornato e arricchito. E questo porta a una cattura dell'attenzione, dello sguardo, della curiosita.

 

L’anno prossimo di questi tempi celebrerai il ventennale: che cosa ti viene in mente?

DAGO 1

La prima cosa che mi viene in mente (ride) e che ho perso un anno. L'idea di fare un sito nasce dal fatto che ero un dipendente dell'Espresso e avevo una rubrica di 5 pagine che si chiamava “Spia”. Poi per un incidente, diciamo cosi, perche avevo sbertucciato Gianni Agnelli, mi sono trovato a 50 anni perplesso sul mio futuro: perche la prassi, quella che noi conosciamo nel campo giornalistico e in tutti i campi, sta nel conflitto di dover ogni volta convincere un caporedattore, un capo servizio, un vicedirettore o un direttore sul fatto che la tua idea e quella giusta.

dago con la redazione e gli studenti all'ingresso della dining hall dell'oriel college di oxford

 

E tutto questo succedeva, allora, parlando con persone che ne sapevano la meta di me, sprecando idee e energie per convincerle a farmi fare un articolo. Cosi mi sono detto: perche tutta questa energia non la impieghi per creare qualcosa di nuovo? E dopo aver seguito con attenzione l’inizio della rivoluzione digitale – che era incominciata nel 1989 con l’informatico britannico Tim Berners, sviluppatore del concetto world wide web, che invento e ci regalo il web cioe la possibilita di creare un sito – passando poi per le tecnologie adottate dall’esercito americano, per quei computer grandi come armadi e infine per il Commodore 64 e il Macintosh, allora, dopo tutto

Dago ph Porcarelli

questo, mi trovai di fronte all’invenzione fondamentale di quello che oggi chiamiamo personal computer: che, lo dice la parola stessa, e personale e lo puoi tenere sulla scrivania.

 

Insomma dando a tutti noi la possibilita di avere un “potere personale” e di poterci connettere l’uno con l’altro trasferendo dei contenuti. Insomma una rivoluzione in qualche modo paragonabile a quella che avvenne nel 1400 come fine del Medioevo e inizio del Rinascimento grazie a un tipografo tedesco, Gutenberg, che invento i caratteri mobili di stampa. Fino ad allora chi sapeva leggere erano papi, principi monaci... Con l’invenzione della stampa succedeva che la Bibbia poteva essere stampata e diventare accessibile alle classi emergenti del Cinquecento: un passaggio di conoscenze da una casta al popolo che mi ha fatto pensare a internet come a un Rinascimento digitale.

dago con la redazione (giorgio rutelli francesco persili federica macagnone riccardo panzetta alessandro berrettoni)

 

DAGO

Leggendo tutte queste storie mi ero molto eccitato, cosi il 23 maggio del 2000 misi in rete Dagospia. Ma era un’epoca nella quale non esistevano ne Google, ne Facebook, ne Instagram ovviamente. E incominciai ad andare a avanti a foglietti, libroni con indirizzi dei siti che allora andavano per la maggiore, a spedire cose di qua e di la e l’avventura incomincio in modo un po’ autarchico.

 

francesco persili riccardo panzetta dago alessandro berrettoni federica macagnone

Mi ricordava quella che succedeva negli anni 60 col ciclostile, quando si portavano i volantini nelle fabbriche e nelle scuole facendo controinformazione. Quindi Dagospia nacque proprio come un ciclostile digitale. Allora ero da solo e facevo tre articoli al giorno, poi sono andato avanti e gia dopo 10 anni sono riuscito ad avere una dimensione piu vasta. Ma per arrivarci non e stato facile perche in Italia non c’era una sensibilita giusta per far partire progetti di questo tipo.

 

dagospia and friends a oxford

Beh, pero hai avuto la tigna giusta...

Certo, pero devi anche considerare che avevo anche un'attivita televisiva, che era all'epoca pagata molto bene, quindi potevo cavarmela anche a livello economico. Ed essendo noto nel campo televisivo andavo dovunque, per giunta con il conforto di alti compensi che tanta gente non aveva. Dagospia nasce come una portineria digitale, con storie, pettegolezzi, racconti, retroscena: io come girandolone, andando da un sa- lotto all'altro, sentivo delle storie pazzesche e divertenti che

Dago ph Porcarelli

non uscivano mai sui giornali ma che io, da persona libera, potevo pubblicare.

 

Tu immagina gli anni 80 e la storia di Craxi e Ania Pieroni, nessuno l'aveva mai scritta prima della caduta di Craxi stesso. Oggi con internet non sarebbe possibile nascondere certe storie perche la rete ha creato la societa della trasparenza. Per esempio Lucherini s’inventava le sue storie cinematografiche e tutti a scrivere di quello; oggi con internet se t’inventi una stronzata ti sputtanano dopo tre minuti.

dago fotografato da adolfo franzo'

 

Prendi Pamela Prati e quella storia del marito ricco: dopo cinque minuti Dagospia ha scritto che era una bufala. E pensa all’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti con Bush che diceva che Saddam Hussein avesse la bomba atomica: era una fregnaccia che se fosse stata detta nell’era di internet sarebbe stata scoperta in pochi secondi. Io con Dagospia avevo interrotto il monopolio del pensiero unico.

Dago Topolino 1989

 

Ma in particolare che cosa ti ha fatto crescere in modo esponenziale in tutti questi anni?

Il fatto che Dagospia non ha un paletto, non sceglie di fare l'alto contro il basso. Io ho sempre detto: “La vita e fatta in modo che prima diciamo una cosa intelligente e subito dopo diciamo una stronzata, una battuta, eccetera. Ecco allora che l'alto e il basso il sopra e sotto vivono insieme.

 

Dago ph Porcarelli

Difatti lo vedi il sito, c'e la notizia cretina o folle poi c'e quella seria o quella culturale. Insomma e tutto mescolato perche la nostra vita e questo. Tu sei a casa, accendi il televisore passi, che so, da Lilli Gruber a Barbara D'Urso, non c'e piu il problema di dire io devo vedere solo una determinata trasmissione. Gia negli anni 60 mi ricordo che Umberto Eco legittimo e sdogano i fumetti che erano considerati arte bassa.

 

Allora ti arriva un Eco che fa la sua analisi e li eleva come fa anche con La fenomenologia di Mike Bongiorno. Allo stesso modo io non ho problemi a mettere d'apertura un fatto di cronaca anziche Mattarella o Draghi. A suo tempo ho fatto direttore del sito un algoritmo, cioé quella cosa che ha la capacita di dirti in tempo reale se, quando metti un articolo, piace o non piace e soprattutto mi dice quanto e gradito.

roberto d agostino nella videofactory di videocitta (9)

 

Il ruolo delle immagini sul sito?

Sai, noi prima vediamo poi ascoltiamo. Una foto parla piu forte di mille parole. La fotografia e stata una grande rivoluzione democratica di fine 800. Oggi non c'e piu bisogno di fare il ritratto in pompa magna di re o di regine. Io ho sempre avuto una sorta di riferimento nell’immagine fin dall'epoca dell'Espresso, ti ricordi quando era grande come un lenzuolo e c'erano delle foto pazzesche... Diciamo la verita, La Dolce Vita nasce nel ’58 quando l'Espresso pubblica le foto del Rugantino con lo spogliarello di Aiche Nana. Ecco, li nasce l'idea di Fellini di fare un film su questa Roma, diciamo, libertina.

 

ANNA DAGO E GUADAGNINO

C'e una sintesi diversa in tutto questo.

C’e una protesi dello sguardo, una pubblicita immediata di me stesso che spiego agli altri cio che sono e cio che vorrei essere. Poi c'e il narcisismo che abbiamo tutti. Oggi la privacy col nostro narcisismo e stata completamente resa obsoleta. Vedi, una volta uno metteva le tendine alle finestre, oggi mettiamo in rete noi in mutande o noi a letto.

Dago ph Porcarelli

Oggi tutto e visibile attraverso quel finto telefono chiamato smartphone che in realta e un computer e andiamo avanti a farci i nostri selfie. Quindi e un artificio che fa diventare la fotografia una cosa importantissima. Ti ricorderai, forse nell'86 usci un librone intitolato “Il peggio di Novella 2000”. Era un libro dal quale andai a saccheggiare l’archivio della Rizzolii... Ci sono ancora delle foto che fanno scalpore. Ancora di piu in video, poi. Quando ho fatto Dagospia ho avuto modo di dire che il computer ha una luce che il giornale cartaceo non ha: cosi quelle foto uscivano fuori in una maniera fantastica.

 

DAGO E MICHELA ANDREOZZI - 1986, DOMENICA IN

Da questa riflessione, approfittando anche del fatto che Roma col berlusconismo e stata una bella epoque senza uguali e che quando poi e incominciato il 2000 era diventata veramente una sorta di festa mobile dove tutti erano ben contenti di essere pubblicati e mi chiamavano per avere foto sul sito ho costruito un racconto per immagini che era imbattibile. Poi ci ho fatto due libri con Pizzi, due Cafonal.

 

Questo Cafonal sembrerebbe un dispregiativo, invece la gente fa a cazzotti per apparire, giusto?

I SOPRANNOMI DI DAGOSPIA

Ma certo! Perche in quel modo dice “io esisto, io ci sono, io sto qui”. Oppure “io c'ero”. Quindi pure se in quella foto ho anche una faccia da sbudellona, quello che conta e stare la. Il massimo della iattura e quello di essere anonimo.

 

Tutti sanno che esistono grazie al fatto che qualcuno li registra scattando una foto. Quindi in qualche modo oggi la qualita della vita si misura sulla qualita dell'immagine. Nel ’67 usci quel saggio fondamentale e piu preveggente di Otelma e di tutti gli altri indovini, che era La societa dello spettacolo di Guy Debord: teorizzava quello cui assistiamo tutti i giorni, cioe che sarebbe finita la realta perche ci sarebbe stato solo lo spettacolo, non nel senso di stare dentro i media ma della spettacolarizzazione al di fuori di quelli. Cioe ciascuno di noi sarebbe diventato un protagonista di questo mondo di- ventato palcoscenico.

Dago ph Porcarelli

 

In tutti questi anni qual e la persona che hai fatto piu arrabbiare? Lo so che c’e una folla...

Della Valle, di sicuro. Fece anche una campagna contro di me, si chiamava “Dagostrunz”. Ci aveva fatto bicchieri, camicie, magliette, insomma aveva fatto tutta una linea di moda con su scritto “Dagostrunz”.

DAGO - ph Claudio PorcarelliDAGO - PH CLAUDIO PORCARELLIDAGO ph Claudio Porcarelli isDago ph Claudio PorcarelliDago ph Porcarelli

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