trump

DAL PADELLARO ALLA BRACE - IL TRIONFO DI DONALD TRUMP HA CONSEGNATO ALLA STORIA LA CATASTROFE DEL GIORNALISMO ALFIERE DEL ‘POLITICAMENTE CORRETTO’ - CI SARÀ UN MOTIVO PER CUI IN AMERICA E IN EUROPA LE EDICOLE CHIUDONO O SI TRASFORMANO IN COLORATE BIGIOTTERIE? GIORNALI E GIORNALISTI, NESSUNO ESCLUSO, APPARTENGONO A UN MONDO VECCHIO CHE CONTINUA A TINGERSI I CAPELLI E A FARSI DEI PATETICI LIFTING PENSANDO DI ESSERE ANCORA CREDIBILE E SEDUCENTE. PURTROPPO NON È COSÌ E PER CHIUDERE L' ARGOMENTO BASTEREBBE DARE UN' OCCHIATA AL CALO PROGRESSIVO E IRREFRENABILE DELLE VENDITE DI QUOTIDIANI E NEWSMAGAZINE"

Antonio Padellaro per il Fatto Quotidiano

 

PADELLARO RENZIPADELLARO RENZI

Che il trionfo di Donald Trump abbia consegnato alla storia la catastrofe dei grandi media americani e non soltanto, la nuova sconfitta dei sondaggi, il tracollo del politicamente corretto e reso ininfluente il prodigarsi di Madonna, Lady Gaga e delle star per Hillary, è sotto gli occhi di tutti. Resta da capire perché.

 

Giornali e giornalisti, nessuno escluso, appartengono a un mondo vecchio che continua a tingersi i capelli e a farsi dei patetici lifting pensando di essere ancora credibile e seducente. Purtroppo non è così e per chiudere l' argomento basterebbe dare un' occhiata al calo progressivo e irrefrenabile delle vendite di quotidiani e newsmagazine.

 

GIORNALI 2GIORNALI 2

Ci sarà un motivo per cui in America e in Europa le edicole chiudono o si trasformano in colorate bigiotterie? Senza che per questo l' invadente online abbia soppiantato la capacità che aveva la carta di influenzare l' opinione pubblica, concetto anche questo novecentesco.

 

Molti di noi restano ancorati all' idea che un titolone o un articolo ben scritto e documentato possano far mutare l' idea politica o addirittura il voto di chi legge, mentre al massimo possano solo ribadire giudizi o pre-giudizi già acquisiti. E comunque resistono solo le opinioni forti e le rare firme considerate indipendenti.

 

BREXIT - LE COPERTINE DEI GIORNALIBREXIT - LE COPERTINE DEI GIORNALI

La stragrande maggioranza dei lettori del New York Times o del Washington Post, per dire, avrebbero votato comunque Clinton mentre le campagne anti-Trump condotte da quelle testate o lasciavano indifferenti gli elettori del tycoon o li confermavano nell' idea di un complotto ordito contro il loro beniamino dall' establishment e dall' odiata Wall Street.

 

Quanto alla tv non risulta che nessuna delle reti cosiddette liberal abbia mai neppure lontanamente eguagliato la forza evocativa della Fox News Network di Rupert Murdoch, costruita per sputtanare quotidianamente i Democratici a colpi di scandali e denunce in verace linguaggio trumpiano.

Quella sì che era roba gustosa.

TRUMP 20TRUMP 20

 

Qui entra in scena The Guardian con una delle poche inchieste non prevenute sul fenomeno Trump a firma Jonathan Freedland (pubblicata in Italia da Internazionale nel numero del 2 giugno scorso).

 

Nella quale, a proposito della volgarità sparsa a piene mani dal candidato repubblicano nella sua corsa spericolata, si osserva che quelle uscite gli hanno permesso di ottenere l' attenzione costante dei mezzi d' informazione e soprattutto milioni di voti che esprimono la gratitudine dei tanti che pur trovando intollerabile il "politicamente corretto" non avevano il coraggio di ammetterlo. Una questione di show business insomma.

 

Tutte le volte che Trump infrange la presunte regole del political e prende in giro, per esempio, le persone con disabilità, giudica le donne in base all' aspetto, marchia i latinos come potenziali criminali, si vanta della sua ricchezza o dichiara che quando sarà presidente i commessi dei negozi torneranno a dire "buon Natale" invece di "buone feste", il messaggio è chiaro: "Sono il candidato che non fa parte del sistema. Non ubbidisco alle sue regole. Sono diverso".

donald e melania trumpdonald e melania trump

 

Scrive ancora Freedland: "Per quegli elettori convinti che la partita sia truccata - e che loro sono destinati a perdere sempre - vedere qualcuno che sfida apertamente le convenzioni è entusiasmante. È il segno che un outsider, un ribelle non legato al vecchio ordine è arrivato ed è pronto a distruggere tutto per costruire qualcosa di completamente nuovo".

 

Perfino le rivelazioni della stampa pro Clinton sugli scandali sessuali di Trump, pur sollevando la giusta esecrazione non sembra abbiano modificato granché le intenzioni di voto. Del resto, nell'epoca di Facebook dove non esiste confine all'esibizionismo più spinto le oscenità del Trump di dieci anni fa, quello del "prendere le donne per la vagina", dopo qualche giorno sono finite nell' archivio virtuale e non hanno fermato l' avanzata del tipo dalla capigliatura arancione. E poi non è stata la stessa Melania a giurare che lui "non è più quell' uomo lì"?

la vittoria di trumpla vittoria di trump

 

LA VITTORIA DI TRUMP SULLA STAMPA MONDIALELA VITTORIA DI TRUMP SULLA STAMPA MONDIALE

Resta da vedere se adesso, conquistata la Casa Bianca, anche il popolo di Trump sia disposto alla pacificazione invocata nel discorso della vittoria. Oppure se l' America vasta e profonda che lo ha issato fin lassù non intenda fare sconti alla propria inesauribile voglia di rivalsa e perché no di vendetta. C' è una prima risposta scherzosa dei supporter repubblicani che hanno gridato: "Madonna ora vieni qui", ricordando la promessa fatta di rendere felici tutti gli elettori maschi di Hillary.

 

Finita la festa, però, il gioco si farà duro per forza di cose e bisognerà vedere se Trump vorrà e potrà mantenere le sue numerose, indimenticabili promesse: dalla costruzione di un muro con il Messico per bloccare i clandestini all' espulsione in massa degli islamici sospetti. Mentre forse tralascerà di regolare i conti con giornali e giornalisti che gli hanno fatto la guerra.

In fondo, hanno dimostrato di non contare molto e anzi gli hanno fatto un favore.

 

TRUMP TRUMP TRUMP TRUMP

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”