MORIRE PER LA DANDINI - LEI: «LA RAI NON HA CACCIATO SERENA DANDINI. IL CDA HA DETTO NO AL CONTRATTO CON FANDANGO. È UNA COSA DIVERSA...” - DURISSIMO PROCACCI: "SE PETRONI PENSA CHE IL CONTRATTO CON FANDANGO VIOLI IL CODICE DEI CONTRATTI, ALLORA DOVREBBE CHIEDERE LE DIMISSIONI DEL DG CHE LO HA PORTATO IN CONSIGLIO" - SANTORO, PRONTO AD AIUTARLA ANCHE NEL TRASLOCO…

1 - DANDINI, ESCO DA AZIENDA SENZA NEANCHE UN PAIO DI CALZE...
(ANSA)
- "Esco dalla Rai senza neanche un paio di calze. Anzi, lascio all'azienda un baule con tutti i miei vestiti neri": così Serena Dandini in una conferenza stampa convocata nella sede di Fandango Incontro a Roma all'indomani della decisione a maggioranza del cda di non mandare in onda 'Parla con me', per "toglierci dei sassolini dalle scarpe e sfatare alcune leggende metropolitane".

"Cacciarmi dalla Rai non costa nulla - ha aggiunto -. Non ho mai voluto un contratto in esclusiva con l'azienda, né cariche dirigenziali, che mi sono state offerte ma che ho sempre rifiutato perché volevo essere libera. Sono pagata bene, ma a progetto. Quindi non ho tredicesime, quattordicesime e quant'altro", ha detto riferendosi alle accuse di essere 'avida'.

2- DANDINI, LORENZA LEI PIU' BRAVA DI MASI. STA FACENDO QUELLO CHE EX DG NON E' RIUSCITO A FARE...
(ANSA)
- "Al direttore generale Lorenza Lei avevo creduto, non capisco cosa sia successo. Comunque è molto più brava di Masi, infatti sta facendo tutto quello che Masi non è riuscito a fare". Lo ha detto Serena Dandini nel corso della conferenza stampa a Fandango Incontro, convocata all'indomani della decisione del cda di cancellare 'Parla con me' dai palinsesti.

3- DANDINI, ANDREMO IN ONDA, ANCHE IN PIAZZA...
(ANSA)
- "Andremo in onda il prima possibile, dove, quando e come sarete i primi a saperlo. Al massimo lo faremo in piazza": così Serena Dandini ha risposto a una domanda sul futuro di 'Parla con me' dopo la cancellazione dai palinsesti Rai in una conferenza stampa a Fandango Incontro, cui era presente anche Michele Santoro. "Volevo prendermi un anno sabbatico - ha aggiunto - ma per tigna ho deciso di andare in onda. Lavoriamo al programma da quattro mesi, la squadra scalpita. E poi la gente per strada mi dice continuamente 'non dargliela vinta'".

"Saremo in onda, non a Mediaset, ma da qualche altra parte sì", ha confermato Andrea Salerno, direttore editoriale della Fandango e autore storico del programma. "Non vogliamo fare i martiri - ha detto ancora la Dandini -. Ma oggi potevamo essere in onda da un'altra parte. Non avrebbero dovuto tenerci fermi fino all'ultimo. Ci avevano chiesto di apportare delle modifiche al format e il primo agosto le modifiche erano sul tavolo del direttore generale. Ci hanno detto 'vi facciamo sapere in 48 ore', ma siamo invece stati bloccati per un mese e mezzo". "Non devo essere per forza in onda, ma perché non dircelo prima e usare la diffamazione?", si è chiesta.

4- DANDINI, ABBIAMO FONDATO L'ARCURI FAN CLUB...
(ANSA)
- "Abbiamo fondato il Manuela Arcuri Fan Club": l'ironico annuncio è di Serena Dandini durante la conferenza stampa convocata all'indomani della decisione di cancellare 'Parla con me' dal palinsesto Rai. E a chi le chiedeva cosa del suo programma secondo lei avesse fatto arrabbiare di più la Rai, ha risposto: "Non so, l'intervista a Scalfari...". Per poi aggiungere: "Forse alcune imitazioni e, dopo le intercettazioni, sicuramente le ragazze nel bagno di Palazzo Grazioli (spunto della minifiction 'Lost in WC', ndr). Ma non l'abbiamo inventato noi, abbiamo semplicemente rifatto le scene viste in foto sui giornali...".

5- FANDANGO, PETRONI DOVREBBE CHIEDERE DIMISSIONI DG LEI...
(Adnkronos)
- "Se Petroni pensa che il contratto con Fandango violi il Codice dei contratti, allora dovrebbe chiedere le dimissioni del dg che lo ha portato in consiglio". E' netto Domenico Procacci, patron di Fandango, nel replicare alle affermazioni fatte ieri da Angelo Maria Petroni che ha cosi' spiegato il suo voto contro 'Parla con me'.

Senza contare, spiega, che i contratti per i programmi televisivi devono andare a gara 'solo se e' compatibile con l'oggetto del contratto'". "Noi, in ogni caso- fa sapere - abbiamo dato la nostra disponibilita' a partecipare alla gara, ma la Rai, dopo averci chiesto di presentare il budget (cosa che noi abbiamo fatto) ci ha detto che in questo modo palesavamo un elemento che andava invece tenuto riservato, pena l'invalidamento della partecipazione alla gara".

Tornando a ieri, Procacci, non usa mezzi termini: "I cinque consiglieri di maggioranza stanno portando avanti una missione. E ieri in Cda avevano il colpo in canna e l'hanno sparato". Il direttore editoriale Andrea Salerno, infine, non manca di sottolineare: "La Rai ci ha dato tanto e siamo legati a questa Azienda. Rinunciare non e' una cosa semplice, abbiamo aspettato in maniera fiduciosa. Il programma andava bene, a dire della Rai c'erano indici di qualita' altissimi. E' evidente che il voto di ieri ha qualcosa di strano...".

6- SANTORO, PRONTO AD AIUTARLA ANCHE NEL TRASLOCO...
(ANSA)
- "Sono qua, sono un amico. Se serve, se c'é bisogno, siamo pronti a dare una mano, c'é solidarietà assoluta. Anche per aiutarli a fare il trasloco": con questa battuta Michele Santoro ha commentato la conferenza stampa convocata da Serena Dandini, Andrea Salerno e Domenico Procacci a Fandango Incontro all'indomani della cancellazione di 'Parla con me' dai palinsesti Rai.

"Se non ci sono ragioni aziendali credibili per chiudere, perché l'hanno chiusa?", si è chiesto. E prima di salutare i cronisti: "Una sola cosa, grave: quando non si riesce a usare la parola censura, vuol dire che anche la parola censura è censurata", ha detto riferendosi probabilmente a una battuta di Andrea Salerno che, ai giornalisti che chiedevano se si trattasse di censura, ha risposto: "Censura? Direi più 'chiusura'. Una non volontà di fare un programma che funziona".

7- LEI SOTTO PRESSIONE TORNANO LE FRATTURE DELL'ERA MASI. DAL PROGRAMMA 3,5 MILIONI DI SPOT
Paolo Conti per il "Corriere della Sera"

«La Rai non ha cacciato Serena Dandini. Il consiglio di amministrazione ha detto no al contratto con Fandango. È una cosa diversa...». Il direttore generale Lorenza Lei è appena uscita da un complicato consiglio di amministrazione che ha bocciato l'accordo Rai-Fandango. La sua preoccupazione è far capire, all'esterno di Viale Mazzini, che (questa la sua versione) non c'è censura politica ma una scelta aziendale: un marchio di proprietà Rai non può essere prodotto da una società esterna, qui abbiamo tutte le risorse necessarie...

Al netto delle considerazioni tecnico-amministrative, e Lorenza Lei lo sa benissimo, la Rai è nella tempesta: e per una volta non è un luogo comune, una metafora scontata. Per la prima volta a memoria di funzionario Rai, un programma inserito nei palinsesti votati dal cda scompare dalla programmazione a quindici giorni virtuali dalla partenza. Per di più uno spazio definito «di punta» nei giorni in cui la programmazione venne presentata agli inserzionisti pubblicitari. Problemi politici (il centrosinistra che grida all'occupazione politica), di immagine (Serena Dandini che giura «mai più in una Rai con questa dirigenza») ma anche economici.

Parla con me, secondo calcoli informali che circolano a Raitre, l'anno scorso avrebbe fruttato sui 3,5 milioni di euro di pubblicità: e ora chi ha comprato gli spazi di seconda serata su Raitre chiederà spiegazioni. In più il presidente Paolo Garimberti si chiede come mai L'Isola dei famosi sia stata varata e invece Parla con me no. Quesito non da poco, per una tv di servizio pubblico che dà via libera a un reality e affossa un talk show dal marchio consolidato.

Nessun margine per un rientro della Dandini in una produzione interna Rai, «mi vedrete da altre parti». A Fandango avvalorano la tesi della scelta politica, ricordando come il taglio ai costi fosse già stato proposto a maggio e che tutta l'estate sia stata trascorsa a rivedere il format, secondo le indicazioni emerse dai Consigli di maggio-giugno. E poi c'è la frattura interna Rai. Lorenza Lei era riuscita a ricomporre la spaccatura interna al cda dell'era Masi. Ieri si è tornati al muro contro muro.

E in più c'è da registrare un Angelo Maria Petroni letteralmente furioso con Lorenza Lei. Ecco il suo ragionamento: la Rai è una società per azioni di diritto pubblico, il direttore generale sa benissimo tutto questo, conosce le regole che impongono, per l'affidamento di contratti esterni, gare almeno tra cinque interlocutori e quindi nessuna chiamata «diretta», e allora perché ha proposto una soluzione con cui avremmo assicurato soldi a Fandango?

Sullo sfondo, il futuro di Raitre che dal 10 ottobre sarà senza direttore per l'addio di Paolo Ruffini. Maria Pia Ammirati e Antonio Di Bella restano in pole position. Voci interne del settimo piano sussurrano di un ingresso a sorpresa nella corsa: il consigliere pd Nino Rizzo Nervo, ex direttore del Tg3 e della Tgr. Voci, per ora, prive di conferma.

 

 

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