debenedetti

I SOLDI VINCONO SEMPRE - DE BENEDETTI SI DIMENTICA DEL SUO GRIDO: "GOOGLE MI FA PAURA E NON PAGA LE TASSE!" E LA SUA MANZONI CI FA UN RICCO ACCORDO - "BIG G" È DIVENTATA IMPROVVISAMENTE LIGIA AL FISCO? NO, MA LE BATTAGLIE IDEALI SI FERMANO DAVANTI AGLI AFFARI

1. L'EDITORIALE DI CARLO DE BENEDETTI: "PERCHÉ HO PAURA DI GOOGLE"

Giugno 2014

http://www.huffingtonpost.it/carlo-de-benedetti/dopfner-google-carlo-de-benedetti_b_5251383.html

 

 

2. DE BENEDETTI HA CAMBIATO IDEA SU GOOGLE?

Michele Arnese e Valeria Covato per www.formiche.net

 

MONICA MONDARDINI E FABIO VACCARONO MONICA MONDARDINI E FABIO VACCARONO

De Benedetti ha cambiato idea su Google? Che cosa prevede l'intesa per l'erogazione della pubblicità tra Manzoni (la concessionaria pubblicitaria del gruppo l'Espresso) e il colosso di Mountain View, e come cambiano i rapporti tra editori e Google anche in Italia Quando il nemico non puoi sconfiggerlo, devi allearti con lui. È forse questo che ha spinto Carlo De Benedetti, il presidente del gruppo Espresso, da sempre in prima linea per rivendicare i diritti degli editori e criticare bigG, a venire a patti (commerciali) con Google.

 

LA COLLABORAZIONE

SCALFARI MIGNANEGO VACCARONO SCALFARI MIGNANEGO VACCARONO

L’accordo siglato tra Manzoni & C. SpA, concessionaria pubblicitaria del Gruppo Espresso, e Google riguarda la gestione della pubblicità digitale. Ecco in cosa consiste: ”A partire da settembre 2015, Manzoni adotterà la piattaforma Doubleclick for Publishers di Google, strumento evoluto per la gestione, l’ottimizzazione e l’erogazione della pubblicità tradizionale e video online”, si legge in una nota ufficiale.

 

Manzoni utilizzerà la piattaforma Doubleclick Ad Exchange di Google inoltre per vendere in modalità programmatica alcuni spazi dei prodotti digitali Desktop, Mobile e Tablet non gestiti dalla propria rete commerciale. In altri termini – spiega un addetto ai lavori – la concessionaria del gruppo Espresso userà le piattaforme di Google per gestire i suoi spazi pubblicitari. Google verrà remunerata per l’utilizzo delle piattaforme con un fee che viene concordato con il partner e che non è pubblico.

Fabio Vaccarono AD Manzoni Fabio Vaccarono AD Manzoni

 

L’accordo ufficializzato oggi segue quello annunciato a ottobre 2014 da Condé Nast per l’utilizzo della piattaforma Doubleclick ed altri della stessa tipologia con società minori di cui però non ci sono comunicazioni pubbliche.

 

LE STOCCATE DI DE BENEDETTI

carlo de benedetti con la moglie silvia monti cornacchiacarlo de benedetti con la moglie silvia monti cornacchia

De Benedetti si è sempre detto pronto a collaborare con Google ma la sua posizione nei confronti della società è stata molto critica finora. “Abbiamo tutti paura di Google. Anche io”: è l’11 giugno 2014 quando il presidente del Gruppo Espresso ammette di non essere in grado di fare concorrenza a Google e invita l’Ue ad imporre a Big G “le regole che si applicano a tutti gli altri”. Quali? De Benedetti preferisce parlare di “equity tax”, una tassa dell’equità, per mettere fine ai trucchetti messi in atto dagli “over the top” per sfuggire al fisco.

FRANCO RODOLFO E CARLO DE BENEDETTI FRANCO RODOLFO E CARLO DE BENEDETTI

 

La posizione dell’Ing. sulla cosiddetta Google tax è sempre stata chiara. Ad un neo eletto segretario del Pd Matteo Renzi, che dal palco chiedeva “al governo Letta, al presidente del Consiglio di eliminare ogni riferimento alla web tax e porre il tema dopo una riflessione sistematica nel semestre europeo”, il patron del gruppo Espresso rispondeva: “Google è un’azienda che ha portato molto beneficio e innovazione nell’ambito della navigazione su internet e in genere della conoscenza, ma non vedo per quale ragione debba essere esentata dal pagare le imposte quando ha un’organizzazione stabile in Italia, con la quale realizza fatturati e utili imponenti. Come le paghiamo tutti le imposte – prosegue – non si capisce perché non le paghi Google”.

Ezio Mauro Carlo De Benedetti Ezio Mauro Carlo De Benedetti

 

IL DIALOGO TRA GOOGLE E GLI EDITORI

La querelle che vede contrapposti gli editori, decisi a chiedere una remunerazione per la divulgazione, anche parziale, dei contenuti delle pubblicazioni, dura da anni. Le richieste da parte dei Paesi europei hanno riguardato il rispetto del diritto d’autore e del principio di “proprietà del cliente”, lo stop all’elusione fiscale e una maggiore chiarezza sull’algoritmo che genera la classifica delle news.

 

L’INTESA

Ma a testimonianza che una forma di collaborazione tra bigG e gli editori è possibile, e lo sarà sempre più secondo molti addetti ai lavori, a fine aprile scorso è stata annunciata un’intesa tra Google e otto dei principali editori europei. L’iniziativa, che ha coinvolto i giornali Les Echos (Francia), FAZ (Germania), The Financial Times (Regno Unito), The Guardian (Regno Unito), NRC Media (Paesi Bassi), El Pais (Spagna), La Stampa (Italia) e Die Zeit (Germania), insieme con altre importanti organizzazioni che si occupano di giornalismo tra cui lo European Journalism Centre (EJC), il Global Editors Network (GEN), l’International News Media Association (INMA), ha preso il nome di “Digital News Initiative (DNI)”.

Eric Schmidt Eric Schmidt

 

L’obiettivo? Sostenere il giornalismo di qualità in Europa attraverso tecnologia e innovazione.“E’ solo l’inizio del percorso e invitiamo altri a unirsi a no”, ha dichiarato presentando l’iniziativa Carlo D’Asaro Biondo, presidente Strategic Relationships di Google in Europa.

 

IL BOTTA E RISPOSTA TRA GOOGLE E LA FIEG

Ma in Italia il dialogo tra Google e gli editori si è spostato recentemente proprio sulla stampa, dove si sono alternate le richieste dal presidente della Fieg Maurizio Costa e le ragioni di Google.

 

In un’intervista rilasciata a La Stampa il presidente della Fieg ha invitato il colosso di Internet a sedersi a un tavolo per trattare i diritti degli editori, chiedendo anche che Google “paghi i nostri prodotti editoriali che immette nel suo sistema”.

 

Maurizio Costa FiegMaurizio Costa Fieg

“Pagarli? La nostra è solo promozione”, ha risposto Carlo D’Asaro Biondo. “Diciamo le cose come stanno. Google non ruba i contenuti a nessuno. Siamo stati e siamo sempre disponibili a trattare con gli editori, in Italia come in altri Paesi”.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO