
IL DIVANO DEI GIUSTI - STASERA ABBIAMO “IO CAPITANO” DI MATTEO GARRONE, VIAGGIO DELLA SPERANZA, VERSO UN FUTURO MIGLIORE DI DUE RAGAZZI SENEGALESI – SEGNATEVI “ORCHIDEA NERA” CON ANTHONY QUINN E SOPHIA LOREN – PASSA ANCHE “COME TI SPACCIO LA FAMIGLIA” – NELLA NOTTE OCCHIO “MALEDETTI VI AMERÒ”, FILM CULT CHE SEGNÒ L’ESORDIO ALLA REGIA DI MARCO TULLIO GIORDANA CON UN GRANDE FLAVIO BUCCI, DA RIVEDERE. A COMINCIARE DAL SUO MONOLOGO: “L’EROTISMO È DI SINISTRA, LA PORNOGRAFIA È DI DESTRA… LA PENETRAZIONE È DI DESTRA, I PRELIMINARI SONO DI SINISTRA, MENTRE IL POMPINO È DI DESTRA…” - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera se non ci afflosciamo sui talk politici che ci fanno venire un mal di testa… Ecco, Rai Tre alle 21, 20 passa “Io capitano” diretto da Matteo Garrone con Moustapha Fall, Seydou Sarr, viaggio della speranza, verso un futuro migliore di due ragazzi senegalesi. Il titolo, certo, rimanda alla celebre poesia di Walt Whitman che ben si adatta alla scena della nave in rotta verso l’Italia (“The port is near, the bells I hear, the people all exulting”).
Non sarà stato facile non solo ideare e progettare, adesso, un film come “Io capitano”, ma soprattutto girarlo in Africa, tra Senegal, Mali, deserto del Sahara, Libia, seguendo le vere rotte di chi parte in cerca di fortuna e spesso di fortuna ne trova ben poca. L’inizio del film con i due giovani cugini, il Seydou di Seydou Sarr e il Moussa di Moustapha Fall, che si muovono per le strade di Dakar e progettano il viaggio è strepitoso.
Garrone e il suo direttore della fotografia, Paolo Carnera, li seguono nei set naturali della città, nel mercato, nelle case con una cura, un’attenzione ammirevoli. Seydou e Moussa hanno tra loro un rapporto molto fisico di complicità, fratellanza, che il senso di avventura giovanile aumenta. Quello che Garrone sta mettendo in scena, ovviamente, è un viaggio da Dakar verso la Libia e da lì verso l’Italia, ma sappiamo da subito che non sarà un viaggio né facile né piacevole.
Costruito ascoltando vere storie di viaggi diversi, “Io capitano” ha dalla sua un tono favolistico e di scoperta del mondo che lo avvicina molto sia all’episodio dei ragazzetti armati di “Gomorra” dello stesso Garrone sia all’Africa del “Fiore delle Mille e una notte” di Pasolini con incursioni nel magico e nell’onirico. Poi, a metà strada, dopo averci presentato Agadez e un viaggio nel deserto di grande presa spettacolare, perde un po’ di quella freschezza e di quella struttura narrativa iniziale mettendoci di fronte a tanti episodi, un po’ staccati tra loro, che ci arrivano in maniera un po’ semplicistica.
anthony quinn sophia loren orchidea nera
Senza una vera costruzione del perché accadano certe cose ai personaggi. E’ come se Garrone avesse scelto o desiderasse una strada più diretta possibile per raccontarci il percorso di Seydou e Moussa e arrivare prima del dovuto alla fine della storia. E’ un peccato perché il film ha una sua forza narrativa e visiva iniziale che avremmo voluto vedere esplodere nel corso del racconto. Ma, forse, è proprio da quel tipo di narrazione da cinema picaresco che Garrone intende prendere le distanze. Ma rimane sempre un film molto equilibrato che funziona meglio però nel rapporto fra i due protagonisti che non quando Seydou rimane solo, incontra un personaggio paterno, il muratore, e capisce che deve crescere.
Segnatevi anche che su Tv2000 alle 21, 10 passa “Orchidea nera” diretto da Martin Ritt, scritto da Joseph Stefano per la tv e poi diventato film grazie a Carlo Ponti e alla Paramount, con Sophia Loren, Anthony Quinn, Ina Balin, Jimmy Baird, storia d’amore a New York tra due vedovi italo-americani, lei fioraia vedova di mafia con figlio, lui con figlia che si oppone al loro matrimonio.
Sophia, che allora aveva 23 anni e si era appena sposata con matrimonio farlocco in Messico con Carlo Ponti, già sposato in Italia dove non c’era il divorzio, venne accolta al festival di Venezia nel 1958 da una vera e propria ovazione da parte del pubblico che la aspettava caloroso malgrado i suoi venti minuti di ritardo alla proiezione. Il film, scrivono i cronisti americani, non venne accolto così bene. Ma bastò a Sophia per vincere la Coppa Volpi per la migliore interpretazione.
Del resto la Paramount la aveva rilanciata in America con lo slogan “Sophia Loren acts!”, cioè “Sophia Loren recita”. Detto questo, il film di Martin Ritt, che tornava a dirigere dopo un periodo che lol aveva visto blacklisted, oggi, come allora, non ha nessun richiamo. Vedo però che è girato in VistaVision, anche se in bianco e nero. Su Canale 20 alle 21, 10 passa l’avventuroso “Viaggio al centro della terra 3D” diretto da Eric Brevig con Brendan Fraser, Josh Hutcherson, Anita Briem, Giancarlo Caltabiano, Garth Gilker.
jennifer aniston come ti spaccio la famiglia.
Rai Movie alle 21, 10 passa il curioso “Manto Nero”, western storico austral-canadese diretto dall’australiano Bruce Beresford, ma girato nel Quebec con Lothaire Bluteau, August Shellenberg, Aden Young, Sandrine Holt. Storia di missionari gesuiti nel Quebec del ’600, tra uroni e indiani cattivissimi, giovani scopatori e fedeli trepidanti. Scritto e sceneggiato da Brian Moore per scelta del regista, Beresford, innamorato del soggetto, che ci mise quattro anni a trovare una produzione.
marilyn ha gli occhi neri stefano accorsi e miriam leone foto di riccardo ghilardi
Su Canale 27 alle 21, 15 la commedia in acido “Come ti spaccio la famiglia” diretta da Rawson Marshall Thurber con Jason Sudeikis, Jennifer Aniston, Emma Roberts, Will Poulter, Molly C. Quinn. Su Rai5 alle 21, 20 la commedia italiana con due personaggi un po’ disturbati che gestiscono un ristorante, “Marilyn ha gli occhi neri” di Simone Godano con Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari. Su Rai4 alle 21, 20 il thriller “Il segreto di David - The Stepfather” di Nelson McCormick con Penn Badgley, Dylan Walsh, Sela Ward, Amber Heard, Christopher Meloni, Jon Tenney. Ha pessime critiche.
Italia 1 alle 21, 20 il thriller “The Protégé” di Martin Campbell con Maggie Q, Samuel L. Jackson, Michael Keaton, Robert Patrick, Patrick Malahide, Lili Rich. Fumettone. Su Canale Nove alle 21, 30 il remake italiano di “Ricomincio da capo”, cioè “E’ già ieri” diretto da Giulio Manfredonia con Antonio Albanese, Fabio De Luigi, Goya Toledo, Pepón Nieto, Beatriz Rico. Non male, ma se avete visto il film con Bill Murray…
Passiamo alla seconda serata con “Maledetti vi amerò”, film cult che segnò l’esordio alla regia di Marco Tullio Giordana con un grande Flavio Bucci, Micaela Pignatelli, Anna Miserocchi, Agnes de Nobecourt, Biagio Pelligra, Rai5 alle 22, 45. Da rivedere. A cominciare dal monologo di Bucci su cosa è di sinistra e cosa è di destra (“…l’erotismo è di sinistra, la pornografia è di destra… la penetrazione è di destra, i preliminari sono di sinistra, mentre il pompino è di destra…”).
Vi ricordo cosa ne scrisse su “Il Patalogo” Gianni Buttafava: “Debutto che ha molto interessato: 1)gli estimatori del Tema Importante, cioè in questo caso la crisi del sessantottismo – il Riflusso – la nascita del terrorismo, ecc. 2) certi cinéfili impegnati, che ritrovano tutto il repertorio godardiano delle origini (imbarazzantissimo, a volte…) 3)quelli che dicono che un debuttante con-qualcosa-da-dire va sempre e comunque incoraggiato”.
Rai4 alle 23, 05 passa l’”Elizabeth Harvest” di Sebastian Gutierrez con la bellissima Abbey Lee, Ciarán Hinds, Carla Gugino, Matthew Beard, Dylan Baker. Ottimo gotico. Iris alle 23, 10 propone “La legge del capestro” di Robert Wise con James Cagney, Irene Papas, Don Dubbins, Lee Van Cleef, Stephen McNally. Leggo che il protagonista, nel ruolo del durissimo, padronale giudice Rodock, doveva essere Spencer Tracy. Ma visto che ritardò di ben quattro giorni l’arrivo, non se la sentiva di andare a girare sulle Montagne Rocciose, venne licenziato dalla MGM, la sua casa di produzione dal 1939. Incredibile…
Al suo posto venne chiamato James Cagney. La protagonista doveva essere invece Grace Kelly, ma prima di arrivare a Irene Papas, mai stata a Hollywood prima, si pensò a Eve-Marbie Saint e a Jennifer Jones. Lo ricordo come un gran bel film, con fotografia di Robert Surtees, la musica di Miklos Rozsa e tutti ambienti naturali. La7Cinema a mezzanotte propone “Quiz Show” diretto da Robert Redford con John Turturro, Ralph Fiennes, Paul Scofield, Rob Morrow, Dick Goodwin, David Paymer. Io lo trovai noiosissimo. Cine 34 alle 0, 55 passa “Al momento giusto” diretto da Giorgio Panariello e da Gaia Gorrini con Giorgio Panariello, Kasia Smutniak, Luisa Corna, Giovanni Cacioppo, Carlo Pistarino, Riccardo Garrone, Dino Cassio. Leggo cosa ne scrissi.
giorgio panariello kasja smutniak al momento giusto
No, era proprio il momento sbagliato. Malgrado le due bellezze lanciate, la Smutniak e la Corna, malgrado la copertina dell’Espresso finta con dentro Panariello giornalista dell’ann. Malgrado una grande performance di Gianni Zullo (il più brutto dei Brutos) come tesoriere di Hitler stecchito sul suo letto. Malgrado la bella trovata della Torre di Pisa che crolla mentre Panariello sta registrando per la sua tv locale.
giorgio panariello luisa corna al momento giusto
A un certo punto, tra il dormiveglia, mi sono ricordato quale altro film era così brutto e così paurosamente senza senso: Bagnomaria, opera prima di Panariello, che trovate sulla stessa rete un paio d’ore prima). Questo, forse, è pure peggio. Su 7Gold all’1 trovate il solo film girato da Tupac Shakur, “Istinti criminali” di Jim Kouf con Tupac protagonista, James Belushi, Lela Rochon, Dennis Quaid, James Earl Jones.
Iris all’1, 10 passa un drammone con bambino autistico, malato terminale buono, padroni di ristoranti cattivi, “Time X. Fuori tempo massimo” diretto da David S. Goyer con John Leguizamo, Wesley Snipes, Oliver Platt, Natasha Lyonne, Luke Goss, Sam Jones III. Ha critiche modeste. Cielo alle 2, 35 propone il catastrofico tedesco “Paura in cielo” diretto da Thomas Jauch con Peter Haber, Maximilian von Pufendorf, Hannes Jaenicke, Bernadette Heerwagen
. Cine 34 alle 2, 40 passa “Il frullo del passero”, erotico autoriale diretto da Gianfranco Mingozzi con Ornella Muti sempre nuda, Philippe Noiret che ha sempre lo strumento in mano (un telescopio…), Nicola Farron, Claudine Auger, Chiara Argelli e Sabrina Ferilli in una delle scene cult della sua filmografia, cioè come apre le gambe escono delle stelline che fanno impazzire Noiret. Film abbastanza assurdo. Rai Due alle 3, 30 passa “I nostri ragazzi”, dramma romano diretto da Ivano De Matteo con Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio, Barbora Bobulova. Mi piacque.
Una rarità su Rete 4 alle 4, 20, “Un ladro in Paradiso” di Domenico Paolella con Nino Taranto, Geppa, Hélène Remy, Enzo Turco, Marisa Fimiani, Filippo Scelzo. Chiudo con un altro film di Domenico Paolella, il western “Execution” con John Richardson, Mimmo Palmara, Piero Vida, Rita Klein, Franco Giornelli, Nestor Garay, Rai Movie alle 5. Era un curioso tentativo di western con idee al quale contribuirono Giancarlo Zagni e Fernando Franchi.
“Era un film contro la guerra e contro la violenza, truccato da western”, sosteneva Paolella. Zagni, incappato nel disastro produttivo di un film che non riuscirà mai a girare, una “Lady Macbeth” con Carroll Baker e Robert Hossein, viene “salvato” da Roberto Haggiag e dalla Rizzoli che gli offrono, come risarcimento, la co-regia dello stravagante Candy con Ewa Aulin e Marlon Brando, e l’incarico di studiare due film western originali, che sarebbero stati prodotti dallo stesso Zagni e dal suo socio Fernando Franchi, come Mercedes Film, e distribuiti dalla Cineriz.
Nacquero così Execution e Black Jack che vennero girati uno dopo l’altro da Domenico Paolella e da Gianfranco Baldanello. Fu lo stesso Zagni a trovare un coproduttore israeliano, Alexander Akhohen, che aveva un socio colonnello dell’esercito israeliano che aveva appena costruito un villaggio-kibbutz nel deserto del Negef chiamato allegramente Desert Studios. Un villaggio, che come raccontava Paolella in un servizio televisivo del tempo, sarebbe rimasto, visto che dietro alle facciate c’era un vero e solido kibbutz.
Nel suo film, ricordava Paolella, “Il soggetto si basava sulla storia di due amici [Richardson e Vida], che per allora era ancora abbastanza un fatto nuovo, e solo dopo doveva diventare un cliché. Uno dei due muore per colpa indiretta dell’altro, e nel finale il superstite, John Richardson, si spoglia letteralmente delle armi sulla tomba dell’amico”. John Richardson, un attore inglese molto attivo nei telefilm e di una certa eleganza, aveva da poco interpretato John il bastardo di Armando Crispino e era, nella vita, il marito della bellissima Martine Beswick.
Non riuscitissimo, un po’ lento, ma da vedere perché abbastanza originale. C’è anche una piccola scena piccante con Rita Klein a seno nudo mentre viene torturata dai messicani. Angelo Susani detto “Ciuffo”, grande stunt triestino calvo, che fa un bandito, ricorda bene che lo girarono nel deserto del Negef con un caldo terribile.
Il suo capo è Nestor Garay, più adatto alla commedia monicelliana, in uno dei suoi rari ruoli western, cattivo sadico sopra le righe (e totalmente sballato). Completano il quadro Mimmo Palmara, “bell’atleta, ma non diceva molto come attore” (Susani dixit) e Lucio De Santis, “che da tanti anni vive in Venezuela”. Mimmo Palmara ricordava che Paolella “era un bravo regista, un uomo di cultura”.
Ricorda anche il set pieno di donne, molto libere come comportamento. Sul set di questo film e di Black Jack Zagni incontra l’attrice israeliana Dalia Lahvi (che in Italia aveva già fatto Segretisimo) e la sposa. Akhohen, ricordava Zagni, era molto attivo in Inghilterra. In Italia cercherà di coprodurre il misterioso western di Giorgio Cristallini con Sal Mineo, “L’ultimo pistolero”, che non sarà mai completato. Come organizzatore ritroviamo, poi, l’amico italiano di Orson Welles, il conte Alessandro Tasca di Cutò, legato a Zagni per il progetto della “Lady Macbeth”.
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i nostri ragazzi
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