IL DIVANO DEI GIUSTI - "ZOCCOLA? NO, DEPPIÙ!" - SE SIETE PRONTI A QUESTO TIPO DI BATTUTACCE IN SECONDA SERATA C'E' "TRE SORELLE", COMMEDIA SCRITTA E DIRETTA DA ENRICO VANZINA: "POSSO PROVARE A SMETTERE DI SCOPARE, MA NON POTETE TOGLIERMI LA VODKA" E ANCORA "VOGLIO UN UOMO CHE MI CIANCICHI, CHE MI SPETTINI..." - RAI4 PASSA L'EROTIVO “SEX CRIMES. GIOCHI PERICOLOSI”, PIENO DI SCENE SEXY CHE DECRETARONO IL SUCCESSO DEL FILM...
Marco Giusti per Dagospia
chiara francini rocio munoz morales tre sorele
Che vediamo stasera stesi sul divano? Cine 34 alle 21 propone un film di Leonardo Pieraccioni, “Se son rose fioriranno” con Leonardo Pieraccioni, Michela Andreozzi, Elena Cucci, Caterina Murino, Claudia Pandolfi. Bel cast femminile. Nel film sono tutte ex di Pieraccioni che cercano di rimetterlo alla prova.
Rai Due alle 21 propone “Quello che non so di te”, commedia sentimentale di Brian Baugh con Rose Reid, Jedidiah Goodacre, Vanessa Redgrave, Katherine McNamara, Tom Everett Scott, dove si incontrano una violinista e un attore sulla costa irlandese. Una sorta di sotto “Notting Hill”. Così così. Ricordo come molto riuscito “Il grande spirito”, commedia tarantina con gangster di e con Sergio Rubini e con Rocco Papaleo, Bianca Guaccero, Ivana Lotito, Geno Diana, Tele San Marino alle 21.
Augh! Guerra indiana sui tetti di Taranto, ma anche sparatorie furibonde a suon di orecchiette! “Come le vuoi le orecchiette? Con le polpette o con la braciola?”. L’idea di questo piccolo film diretto da Sergio Rubini, che lo interpreta in dialetto stretto assieme a Rocco Papaleo, è che i tarantini, esattamente come gli indiani americani, sono stati massacrati dalla cavalleria nordista, cioè i padroni del nord, che li ha relegati sui tetti della città, pronti a essere avvelenati dalle esalazioni dell’Ilva e dalla violenza della mala locale.
Che, in fondo, è il frutto del massacro ambientale e culturale della città. Un piccolo malavitoso dai capelli lunghi, Sergio Rubini, soprannominato “Barboncino”, arraffa il bottino di una rapina, una valigia piena di soldi, tradendo la sua banda. Viene così prontamente inseguito sia dai suoi amici, sia dai membri della banda rivale, che vedono l’incursione nel loro territorio come un’offesa mortale. Barboncino trova ospitalità nel tetto di un pazzo, Rocco Papaleo, che si crede un indiano e come un indiano si comporta.
Poi chiama la femmina pericolosa che ha sempre amato, una Bianca Guaccero strepitosa, ora sciampista in quel di Taranto, deciso a dividere con lei il sogno di una nuova vita. Il mare è così vicino… Mettiamoci anche una brava ragazza che aiuta l’indiano sui tetti, Ivana Lotito, e una serie di brutti ceffi pronti a sparare. Ottimo gangster movie pugliese, come ai tempi dei primi film di Alessandro Piva, Il grande spirito, è un bel ritorno al genere per Rubini, forse il suo miglior film dai tempi di La terra, con un Papaleo perfetto e un cast di attori pugliesi ignoti ma tutti riusciti. E pronti a un Gomorra-la serie in salsa pugliese. Ma la domanda che rimane inevasa è se vogliamo le orecchiette con le polpette o con la braciola.
Rai Movie alle 21, 10 propone “Il lupo e il leone” di Gilles de Maistre con Molly Kunz, Graham Greene, Charlie Carrick, Evan Buliung, Derek Johns, Kurtis Bayford, dove una pianista ventenne cerca di crescere, su un’isola canadese, un cucciolo di lupo e un cucciolo di leone… Non era male “The Family Man”, commedia di Brett Ratner con Nicolas Cage, Téa Leoni, Don Cheadle, Jeremy Piven, Saul Rubinek, La5 alle 21, 10, dove Nicolas Cage, single in carriera che lavora a Wall Street, si sveglia una bella mattina e si ritrova accanto a lui la fidanzata che aveva lasciato tredici anni prima a Londra e alla quale aveva promesso di tornare e scopre che è un family man, vive con lei da tredici anni… Come la mettiamo? Allora c’ero cascato.
Su Canale 27 alle 21, 15 un altro film diretto da Brett Ratner, “Colpo grosso al Drago Rosso” o “Rush Hour 2” con Jackie Chan, Chris Tucker, John Lone, Zhang Ziyi, Alan King. Su Iris alle 21, 15 uno dei grandi film di Kathryn Bigelow, “Point Break – Punto di rottura”, action con rapinatori-surfisti con Patrick Swayze, Keanu Reeves, John McGinley, Gary Busey, Lori Petty, James LeGros. Stupendo. Almeno visto nel 1991.
La7 Cinema alle 21, 15 tira fuori uno dei migliori Dracula di sempre, il “Dracula di Bram Stocker” diretto da Francis Ford Coppola con Gary Oldman, Winona Ryder, Anthony Hopkins, Keanu Reeves, Sadie Frost, Richard E. Grant, Tom Waits come Rendfield, Monica Bellucci come vampiretta. Vinse tre Oscar, effetti speciali, trucco e costumi, della favolosa Eiko Ishioka, che già aveva firmato i costumi di “Mishima” di Paul Schrader, che non aveva mai visto un film di vampiri in vita sua. Per non parlare della parrucca bianca costruita da Stuart Artingstall per Dracula. Grande lavoro di Gary Oldman sulla voce, sui movimenti, su tutto. Ma tutto il cast è una meraviglia.
fabio troiano serena autieri tre sorelle
Fu Wynona Ryder, che aveva recitato in “Il padrino III”, a portare a Coppola il copione di Dracula quando il regista doveva essere Michael Apted e si pensava di farne un film per la tv, anche se il progetto era partito per la regia di David Lean. L’arrivo di Coppola, poi di Oldman e Anthony Hopkins, fresco di Oscar per “Il silenzio degli innocenti”, fece il resto. Oldman sul set, un per l’alcool un po’ perché rimaneva nella parte di Dracula anche senza girare, ebbe dei problemi, poi appianati. proprio con Winona Ryder.
Per Oldman era il primo grande film americano da protagonista. Inoltre era un fan di Coppola. Per il direttore della fotografia, il grande Michael Ballhaus, già direttore della fotografia di Fassbinder, Coppola si rifece al Nosferatu di Murnau. E il film è uno dei migliori in assoluto di Coppola.
Leggo che nelle preview il film sembrò troppo sanguinoso. Così vennero tagliati 25 minuti. 25 minuti! Li rivoglio! LA7 alle 21, 15 propone lo strepitoso noir “Gone Girl – L’amore bugiardo” di David Fincher con Ben Affleck, Rosamund Pike, Neil Patrick Harris, Kim Dickens, Emily Ratajkowski. E’ il grande film che coi fece conoscere Rosamund Pike. Adoro anche “Il maestro giardiniere” di Paul Schrader con Joel Edgerton, Sigourney Weaver, Quintessa Swindell, Eduardo Losan, Esai Morales, Rai4 alle 21, 20.
Fare giardinaggio, dice l'oscuro Narvel Roth di Joel Edgerton, il protagonista di "Master Gardener", ultima opera di un vecchio e venerato maestro come Paul Schrader (“American Gigolo”, “Mishima”, “Il collezionista di carte”), è credere nel futuro. Avere fiducia in quello che si pianta e che sicuramente darà i suoi frutti. E i semi che pianti, buoni o cattivi, hanno una vita di migliaia di anni e possono sempre prendere una loro vita. Indipendentemente da quello che pensiamo.
Detto da un signore di 77 anni, che ha fatto la storia del cinema moderno, il credere nel futuro acquista un tono diverso. Altro bellissimo film costruito su un personaggio che deve espiare un passato, stavolta addirittura da killer suprematista-bianco, con un codice morale e comportamentale degno di un samurai, e la cura di una giovane donzella in crisi, la bella Maya di Quintessa Swindell, "Master Gardener" non è forse all'altezza di “First Reformed” o "Il collezionista di carte", ma ha un livello di scrittura, magari non innovativo, ma degno dei suoi grandi film, che discendono tutti dalla sua sceneggiatura di “Taxi Driver” e dal personaggio insuperabile di Travis Bickle.
Anche Narvel Roth nasconde sul proprio corpo i segni di un pesante passato, addirittura nazista, tatuaggi assurdi da militante di CasaPound che forse non lo farebbero arrivare al governo con Meloni-Salvini-Tajani, ma i suoi dieci anni da master gardener di Norma, una Sigourney Weaver padrona bisbetica che lo usa come factotum e amante sempre pronto ("portami a letto!"), ne hanno fatto un uomo nuovo e diverso.
A lui spetterà il compito di dare nuova vita alla sua nipotina un po' tossica e orfana di madre e di nonna. Ma l'amore scombinerà le cose. Elegantissimo, un filo gelido, mostra tutta l'ossessione che ha Schrader per la scrittura e la cura del racconto, da storico del cinema giapponese, soprattutto, ma vince da subito coi titoli meravigliosi che vedono i fiori sbocciare.
Italia 1 alle 21, 25 passa la commedia riuscita di Aldo Giovanni e Giacomo “Odio l’estate”, diretta assieme a Massimo Venier con Lucia Mascino, Carlotta Natoli, Maria De Biase. La trovata fu di riunirsi con il loro primo autore e sceneggiatore degli esordi, Massimo Venier, e, grazie a Venier, venne l’idea di unire ai tre protagonisti, tre attrici comiche e brave almeno quanto loro che fanno le loro mogli, la depressa Lucia Mascino con Giacomo, la buffa Maria Di Biase con Aldo, la paziente Carlotta Natoli con Giovanni.
bella thorne e benjamin mascolo sul set di time is up
Nel film Giacomo è un dentista che non riesce a comunicare né col figlio né con la moglie e aspetta come una manna la flat tax berlusconiana, Giovanni ha un negozio di accessori per scarpe che non funziona più bene e dovrà probabilmente chiudere, Aldo è quello che sembra più allegro di tutti, ma la moglie pensa che nasconda un segreto. Per la disattenzione di una agenzia di viaggi, le tre famiglie si ritrovano su un’isola non precisata del sud (ma siamo in Puglia) a dover dividere la stessa casa.
Ma la vacanza, dal disastro che sembra all’inizio, si dimostrerà più interessante del previsto, grazie anche ai buoni rapporto che si stabiliscono tra i figli e tra le mogli. E, per noi spettatori, grazie anche alle apparizioni di un divertente Michele Placido come maresciallo dei carabinieri alla Vittorio De Sica e di Massimo Ranieri nei panni di se stesso.
Tv8 alle 21, 30 propone “Una famiglia all’improvviso” di Alex Kurtzman con Elizabeth Banks, Chris Pine, Olivia Wilde, Michelle Pfeiffer, Jon Favreau, Mark Duplass. Tv2000 alle 21, 40 passa invece un’altra commedia sentimentale, “Lettere d’amore” diretta dal vecchio Martin Ritt, è il suo ultimo film, con Robert De Niro, cuoco analfabeta e Jane Fonda, vedova con due figli che gli insegna a scrivere e a leggere. Ci sono anche Martha Plimpton, Fëdor Chaliapin jr.,
Swoosie Kurtz. Commovente. Jane Fonda non fece più film per quindici anni. E pensare che la sceneggiatura del film, scritta da due colossi come Irving Ravetch e Harriet Frank, anche per loro fu l’ultimo film, venne rifiutato dagli studios per dieci anni considerandola troppo triste. Il film venne mostrato come apertura del Sundance nel 1990 alla presenza di Martin Ritt, che morì non molti mesi dopo. Passiamo alla seconda serata con “Mona Lisa Smile” di Mike Newell con Julia Roberts, Kirsten Dunst, Julia Stiles, Maggie Gyllenhaal, Ginnifer Goodwin.
Cine 34 alle 23, 05 passa la commedia scritta e diretta da Enrico Vanzina “Tre sorelle” con Serena Autieri, Giulia Bevilacqua, Chiara Francini, Rocio Muñoz, Fabio Troiano, esperimento bizzarro e divertente. Una sorta di cinepanettone estivo, quindi cinecocomero, ambientato nel Circeo, tra la Sabaudia di Dago e Malagò e San Felice Circeo, e tutto costruito non sui soliti personaggi maschili vanziniani, ma su quattro ben distinte figure femminili
Tre sorelle, anzi tre sorellastre, Serena Autieri, mollata dal marito chirurgo quando lo scopre con Mario (“Con Mario no!” – “Con Mario sì!”), Giulia Bevilacqua, anche lei mollata dal marito, perché proprio lei è quella del Fleming che si è fatta scopare in camerino da Mazzuoli Fernando (“Zoccola?” – “No, proprietaria” – “Zoccola?” – “No, deppiù”) e, Chiara Francini, costumista di Paolo (Sorrentino), di Gianni (Amelio), dedicata solo al cinema d’autore, che fa il suo esordio con una serie di buone battute (“Dio che caldo nell’Agro Pontino!” – “Rotto caviglia, rotto vacanza, rotto coglioni”).
E, infine, una estetista, Rocio Munoz Morales, qui per la prima volta sorprendente, che si è appena lasciata col fidanzato. Cosa cercano le quattro ragazze nella villa di Serena Autieri al Circeo? Diciamo un po’ di distanza dagli uomini. Ma non dall’alcol, come dice subito Giulia Bevilacqua, “Posso provare a smettere di scopare, ma non potete togliermi la vodka”. Anche se poi tutte e quattro seguitano a ripetere i soliti errori con uno skipper napoletano che non è quel che sembra, uno più che credibile scrittore pugliese, Fabio Troiano, pieno di sé (“Mi ha riconosciuto?”) che pensa solo a scopare.
rocio munoz morales serena autieri tre sorelle
E tutte sognano, come dice la Francini, “un uomo che mi ciancichi, che mi spettini…”. Poco femminista, diciamo, o femminista come può essere Enrico Vanzina dopo aver scritto più di 100 commedie italiane più o meno storiche, il film è infarcito fino all’inverosimile di dotte citazioni letterarie, da Tolstoi a Dorothy Parker, mancano solo Eco e Viperetta, ma penso che la parte più sana e divertente del film sia nella costruzione dei quattro personaggi femminili e nei dialoghi stretti tra di loro, avendo preso delle attrici di parola prontissima e di grande verve come ai tempi dello stracult classic “Le finte bionde”, che tutte le brave giornaliste italiane conoscevano a mente. Vanzina si diverte anche a costruire la Bevilacqua come un simil-De Sica al femminile (“quando parli, parli solo della Roma. Du’ palle sta Roma!!” fa al marito) la Francini come costumista radical chic alle prese con un mondo cafone post-Bombolo.
Al termine di un lungo monologo sul cinema d’arte sprecato all’ospedale con una vicina atterrita, la stessa vicina concluderà: “Sa io al cinema ci vado poco, l’ultimo film che ho visto è Natale… con Boldi e De Sica”.
Rai Due alle 23, 10 presenta la commedia sentimentale “Time is Up” di Elisa Amoruso con Bella Thorne, Benjamin Mascolo, Sebastiano Pigazzi, Bonnie Baddoo, Emma Lo Bianco. LA7 Cinema alle 23, 25 risponde con “Qualcuno come te”, commedia sentimentale diretta da Tony Goldwyn con Ashley Judd, Greg Kinnear, Hugh Jackman, Marisa Tomei. Italia 1 alle 23, 35 ci riporta a un curioso film scritto e interpretato da Lillo e Greg, che ne sono anche registi con Eros Pugliello, “Gli idoli delle donne”, con Ilaria Spada, Francesco Arca, Maryna, Corrado Guzzanti.
Vediamo cosa ne scrissi. “Io te mato!” Vabbé, non sarà un capolavoro del cinema comico, non avrà granché da spartire con Jerry Lewis e il suo vecchio e glorioso “L’idolo delle donne”, non sarà proprio credibile come Colombia o come chissà cosa la Sabaudia delle ville di Malagò&Co, ma va detto che non solo Lillo e Greg quattro risate in questo “Gli idoli delle donne” te le fanno sempre fare, non solo è decisamente più divertente e riuscito del precedente “D.N.A.”, che finì subito in streaming, ma qui in più c’è un Corrado Guzzanti assolutamente strepitoso come cattivissimo trafficante di coca colombiano col machete sempre in mano, sposato con una bravissima Ilaria Spada e gelosissimo della figlia, tal Maryna, che ripete continuamente “Io te mato!” Zac! Ne fanno le spese i poveri spasimanti della ragazza, come un notevole Valerio Lundini che pur giura di non averla mai toccata e che mai la toccherà.
E finisce da ingegnere elettronico a perito elettronico (è la battuta di Joaquim/Corrado; in bocca a lui fa ridere). Un tassista romano, Marco Marzocca, che li prende per colombiani da novelas, “famme plata o plomo, dai”. Più controllato del loro film precedente, con scene d’azione probabilmente dirette da Eros Puglielli e coordinate da uno stunt famoso come Ottaviano Dell’Acqua, magari si perde un po’ nella prima parte. Con la storiella del gigolo Francesco Arca, doppiato da Lillo, attenzione, che dopo un incidente a causa del tassinaro Lallo Circosta (sempre ottimo) che sta ascoltando la coattissima Radio Coatta Classica (con Lillo come dj coatto) che trasmette non so quale sinfonia di Holst, si trasforma fisicamente in una sua versione meno sexy, cioè Lillo.
Idea, se non sbaglio, che già era il punto di partenza di un film di Sergio Rubuni, simpatico ma non riuscitissimo, dove Lillo si trasformava, un po’ assurdamente, in Emilio Solfrizzi e non è che ci fosse tutta questa differenza. Qui Arca, fortunatamente scompare, Lillo cerca di fare il gigolò come lui e non ci riesce. Così ricorre all’aiuto di una specie di guru, Greg, che vive a Sabaudia, che appare al ventesimo minuto e gli insegna la tecnica per rimorchiare anche senza un gran fisico. Ovviamente l’unica che rimorchierà sarà la bella figlia vergine del boss colombiano appena arrivata in Italia. Da lì i guai, con finalone in Calabria. Non lo giudicate con troppa severità.
corrado guzzanti gli idoli delle donne 2
Iris alle 23, 40 passa “Midnight Special”, thriller fantascientifico di Jeff Nichols con Michael Shannon, Jaeden Lieberher, Joel Edgerton, Kirsten Dunst, Adam Driver, dove un ragazzetto con superpoteri diventa bersaglio di tutti, polizia, servizi, perfino una setta. Canale 5 alle 0, 45 propone “tornare a vincere”, storia di un ex-campione di basket che si reinventa allenatore dopo una lunga crisi, diretto da Gavin O'Connor con Ben Affleck, Janina Gavankar, Al Madrigal, Michaela Watkins, Glynn Turman.
Rete 4 alle 0, 55 propone lo stupendo “Psycho” di Gus Van Sant con Vince Vaughn, Anne Heche, Viggo Mortensen, William H. Macy, operazione davvero bizzarra, in quanto rielaborazione, inquadratura per inquadratura, ma con nuovi attori e un grande direttore della fotografia come Christopher Doyle, del classico di Hitchcock. Solo che Gus Van Sant riprende anche le scene che Hitchcock dovette oscurare, tagliare per motivi di censura. Diventa più un saggio che un vero remake. E comunque, se amate il primo Psycho amerete anche questo Psycho.
Rai4 all’1 ripropone il thriller erotico “Sex Crimes. Giochi pericolosi” di John McNaughton con Matt Dillon e Kevin Bacon non poco turbati dalle bellissime Neve Campbell e Denise Richards, che allora avevano 24 e 27 anni, ma dovevano sembrare molto più piccole, Theresa Russell, Bill Murray e Robert Wagner. Pieno di scene sexy, come sapete benissimo, che fecero il successo del film.
A cominciare dal bacio che si scambiano le due ragazzine protagoniste. Neve Campbell non poteva spogliarsi, aveva un contratto molto rigido con la serie “Party of Five” che le impediva di farle, ma Denise Richards non aveva nessun contratto riguardo alle scene di nudo. In realtà quello che funzionò fu l’alchimia lesbichella tra le due ragazze.
Su Rai Movie all’1 torna “Serpico” di Sidney Lumet con Al Pacino, John Randolph, Jack Kehoe, Barbara Eda-Young, su La7 Cinema all’1, 25 torna invece “Mio cugino Vincenzo” di Jonathan Lynn con Joe Pesci, Ralph Macchio, Marisa Tomei, Fred Gwynne. Cine 34 alle 2, 45 propone l’erotico di provincia “Morbosità” diretto da Luigi Russo con Eva Czemerys, Gianni Macchia, Paul Muller, Jenny Tamburi. Provincia marcia, ricatti e sorelle mignotte al centro di questo erotico con Jenny Tamburi e Eva Czemerys come sorelline. Intervistata da Il Messaggero, Eva Czemerys si dichiara pro-divorzio ritenendo assurdo il referendum e sogna di lavorare con Ingmar Bergman o Federico Fellini.
«Sempre in bilico tra la satira di costume e il fumetto erotico, ma con maggiore propensione per il secondo, il film non riesce a decollare dai limiti della mediocrità nonostante qualche pregio formale, frutto della discreta tecnica del regista Luigi Russo. Tra gli interpreti Gianni Macchia denuncia un certo disagio quando non è impegnato nelle maratone amatoriali di cui è ormai specialista. Non si muovono meglio Jenny Tamburi e Eva Czemerys», scrive il Vice de Il Messaggero.
Gianni Macchia presenta il film al Royal di Bari e rilascia un’intervista a Paolo Calcagno, per La Gazzetta del Mezzogiorno (30 agosto 1974): «Erotismo e sessualità sono ancora di moda e la moda in fondo non è che lo specchio dei tempi, riflette ciò che avviene nel mondo. So bene che mi porto addosso l’etichetta di sex symbol e che non potrò scrollarla tanto facilmente: però so anche di poter fare qualche cosa di diverso».
sex crimes giochi pericolosi 2
Cine 34 alle 4, 10 ci passa un raro “Seduzione coniugale” diretto dall’ignoto Franco Daniele con Gabriele Tinti, Rosemarie Lindt, Gaia Germani, Mimmo Mazzotto, storia di mariti impotenti e mogli che sognano il sesso. Mai visto. Chiudo col televisivo “Gioco di società”, diretto da Nanni Loy con Lina Sastri, Mario Adorf, Alessandro Haber, tratto da un racconto di Leonardo Sciascia.
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