veneus 2017 berlino fiera porno

1. UNA TIZIA UNGHERESE CHE SI MASTURBA CON UN DILDO, BAMBOLE IN SILICONE, VAGINE ARTIFICIALI E IL FACCIONE DI ROCCO CHE CAMPEGGIA SULLA FACCIATA DEL PALAZZO CHE OSPITA LA KERMESSE: TRENTAMILA PERSONE IN DELIRIO A BERLINO PER "VENUS", LA FIERA DEL PORNO 2. UNA SODOMA TEUTONICA DI PERFORMANCE ZOZZISSIME IN CUI SI SMARRISCE PER SEMPRE IL SENSO DEL LECITO E DELL’ILLECITO TRA ARRAPAMENTI E UOMINI AL GUINZAGLIO 3. IL DISPOSITIVO ELETTRICO SUCCHIAPENE

Da www.yanezmagazine.com

VENUS BERLINO 2017 FIERA DEL PORNO

 

Se io nella vita ho fatto cose a cui non posso ancora credere, pur tuttavia avendovi assistito in prima persona, le avete fatte pure voi. Perciò è inutile che fate quella faccia.

Era una mattina ventilata di fine agosto quando, poco più che adolescente, salivo su una sedia per prelevare da uno scaffale piuttosto alto un libro di Roberto Gervaso. Non ci è dato sapere il motivo reale per cui lo volessi consultare, sta di fatto che a un certo punto perdetti l’equilibrio e precipitai al suolo, coinvolgendo in questa disavventura gravitazionale cinque ripiani di Enciclopedia della Natura Garzanti e una piantagione di videocassette hard sbucate fuori inaspettatamente dal sottosuolo editoriale della biblioteca paterna.

 

Fui ritrovato qualche secondo dopo da mia madre steso sul pavimento, quasi per intero sommerso da penetrazioni anali, pompini, fighe pelose e un volume dedicato ai flussi migratori della balenottera azzurra.

A quei tempi internet non c’era ancora, ma esistevano già gli Apostoli, le tette grosse, l’America, il ceto medio e i contenuti video: ovvero, gli ingredienti essenziali nonché odierni della pornografia.

 

VENUS BERLINO 2017 FIERA DEL PORNO

Eppure, a dividere quei giorni estivi del 1992 da questi autunnali del 2017, una valanga di eventi storici, politici, culturali, terroristici, sportivi ma anche moltissimi dildo colorati e foto di nonne sexy ricevute su gmail. Possibile dunque che la nostra cultura genitale sia rimasta tutto sommato inalterata?

 

Sono andato a scoprirlo a Messe Nord la scorsa settimana, in occasione di una kermesse erotica di risonanza internazionale, portando con me un improprio strumento per valutare la distanza tra la nostra attuale sessualità e quella dei nostri padri negli anni novanta: la capacità di fraintendere ciò che mi accade.

 

La fiera del sesso a Berlino in questione si chiama “Venus” e la conoscete tutti, anche perché è l’unico vero motivo per cui siete mai andati a Charlottenburg. Ed in effetti questo evento attira a sé ogni anno più di 30.000 appassionati del genere hard, hardcore, fetish, glam, kinky, BDSM. O forse solo individui incapaci di elaborare piani migliori per il fine settimana.

VENUS BERLINO 2017 FIERA DEL PORNO

 

Affronto la visita sabato 14 ottobre, arrivando ai cancelli con un lieve ritardo sull’orario di apertura al pubblico, previsto per le 11. Il parcheggio è zeppo di automobili pagate a rate, osservate dall’alto delle sue vertigini mediatiche da un Rocco Siffredi che campeggia mastodontico sulla facciata dell’edificio sede della kermesse, l’autorevolePalais am Funkturm, realizzato nel 1956 dall’architetto Bruno Grimmek.

Ritiro dunque il pass stampa al desk informazioni, come da prassi, e poi supero i cinque serpentoni di gente in fila dalle 9 del mattino, calpestando in un colpo solo i loro diritti umani e il tappeto rosso riservato ai VIP. Mi sottopongo infine al collaudo di due addetti alla sicurezza che, sottovalutando la pericolosità delle mie idee, trascurano l’ispezione della mia psiche limitandosi a frugarmi solo la borsa.

 

Fermo nell’atrio principale distinguo da subito tre differenti padiglioni. Da quello sinistro proviene una musica davvero spiacevole e finalmente capisco da dove iniziare questo tour.

VENUS BERLINO 2017 FIERA DEL PORNO

Non sarebbe salubre, invero, descrivervi ulteriormente l’ambiente circostante, ma questa volta farò un’eccezione, anche perché non capita tutti i giorni di passeggiare all’interno di una camicia Versace.

Devo d’altra parte preventivamente informarvi che dividerò questa mia ricognizione in cinqu

 

Episodio n.1 – Lo scatto proibito

Mi trovo in uno dei 250 stand presenti alla convention. Il primo arredato con un certo gusto. Dietro il bancone promozionale, Markus: cinquant’anni almeno, una camicia indolore e l’aura di chi ti darebbe un passaggio se rimanessi a piedi in tangenziale. È originario di Flensburgo, nord est della Germania, ma vive e lavora in Magdeburgo da più di dieci anni. Probo, innocuo, cordiale è circondato da una schiera di bambole in silicone di ultima generazione, personalizzabili in base a dei parametri impietosamente filosofici, quali:

design della peluria inguinale

colore degli occhi/della pelle

larghezza delle pareti vaginali

VENUS BERLINO 2017 FIERA DEL PORNO

laccatura delle unghie mani/piedi

forma e dimensione delle tette

 

e episodi autonomi, in modo da agevolarvi la lettura.

Attraverso una breve presentazione commerciale, l’uomo d’affari mi illustra rapidamente la storia della sua impresa high-tech, illuminandomi anche in merito ai prossimi obiettivi aziendali da raggiungere per sbaragliare definitivamente la fastidiosa concorrenza delle donne vere. Poco dopo, con il suo solito fare a modo, mi invita cordialmente a ficcare un dito dentro la fica artificiale di una delle modelle nate morte in esposizione.

Al suo terzo garbatissimo – Please, try it – non me la sento più di temporeggiare e accetto. Caso vuole però che mentre me ne sto lì a consumare dignità in mezzo ad una folla, una passante lesbocentrica oltre i confini del tatuaggio, scatti una foto ricordo del mio primo ditalino in pubblico.

Ad oggi, il fatto che io trovi questa circostanza più imbarazzante della mia prima comunione, è un fenomeno che mi fa riflettere.

 

Episodio n.2 – BDSM e Station Wagon

Ho appena finito di assistere ad una performance dal vivo in cui una tizia ungherese si masturba con un dildo, cosa che interpreto come una presa di posizione piuttosto netta nei confronti della banalità.

VENUS BERLINO 2017 FIERA DEL PORNO

Non fumo da circa due ore, dunque mi avvicino all’uscita per soddisfare la mia dipendenza.

Giunto nell’affollata zona dedicata ai servizi igienici, appena prima dei gradini che mi portano al patio principale, un’entità in latex, anagraficamente indefinibile e con due umani incappucciati al guinzaglio, mi interpella per chiedermi se posso tenerglieli per qualche minuto, giusto il tempo che le serve per pisciare.

 

Episodio n.3

Il quadretto iconico che mi ritrae da solo con queste due anonime creature accalappiate al seguito mi appare subito parecchio interessante, ma mi rendo velocemente conto che nessuno di noi tre sarebbe in grado di strutturare una conversazione di facciata mentre attendiamo il ritorno della padrona, ragion per cui fingo di non capire e imbocco la via di fuga.

VENUS BERLINO 2017 FIERA DEL PORNO

Un episodio già di per sé significativo, ma che acquista reale spessore sociologico solo qualche minuto dopo sul piazzale antistante il palazzo dei congressi, quando un polacco imbruttito mi aggredisce per essermi appoggiato inavvertitamente sul cofano anteriore della sua automobile.

Ricapitolando:

Abbandonare due esseri umani al guinzaglio nelle mani di uno sconosciuto – Giusto 

Appoggiare temporaneamente le proprie natiche sulla carrozzeria di una Ford Mondeo Station Wagon – Sbagliato ?

Ed io smarrisco per sempre il senso del lecito e dell’illecito, come la malavita.

 

Episodio n.4 – Colonoscopie e altri problemi di privacy

16 e 15 del pomeriggio: danzo ormai ripetutamente tra gli stessi corridoi incasinati da ore, con la vana speranza di scovare da qualche parte un’esperienza atipica da raccontare allo psicoterapeuta di Pacciani.

Strafatto di Caipirinha, – vedi episodio n.5 – barcollo e continuo ad urtare qualsiasi cosa, incluse le pretese di notorietà di svariate pornostar alla ricerca di autografi, interviste e ritratti fotografici.

Una coreografia di ovvietà interrotta solo dalla visione di uno stand che dalla mia prospettiva periferica sembra avere tutto lo squallore per essere vero o forse addirittura qualcosina in più.

Avvicinandomi con una certa flemma alcolica, metto a fuoco progressivamente l’unico prodotto in mostra e non posso fare a meno di notare la sua somiglianza con un’attrezzatura medica che di recente si è introdotta nel mio intestino da un varco un tantino più angusto del cavo orale.

 

VENUS BERLINO 2017 FIERA DEL PORNO

Cerco di decifrare l’enigma commerciale mentre il proprietario del banco espositivo sta spaparanzato su una sdraio da spiaggia libera palermitana, intento a chattare su whatsapp con una persona che non riesce a metterlo di buonumore. Niente. Non riesco a capire autonomamente di che si tratta e a che cosa serve; anche perché, ad occhio e croce, non sembra uno di quegli aggeggi caratterizzati da un nome tecnico che sintetizza la sua principale mansione d’uso, tipo “fotocopiatrice” o “frullatore”.

Faccio prima dunque a leggere quanto contenuto sul volantino promozionale, mentre noto che il tizio si è finalmente tirato su dalla sua sedia pieghevole in tela e sta per rivolgermi la parola.

“Dispositivo elettrico a impulso-succhiatura. Raggiunge fino a 60 impulsi di aspirazione al minuto ad intensità regolabile.

 

Molto piacevole e rilassante, dotato di apposito contenitore di aspirazione per il pene, funziona autonomamente senza l’aiuto delle mani. Conserva la funzionalità dell’organo sessuale maschile in caso di malattia, di viaggio o di disagio indesiderato. La protesi di aspirazione in silicone per il pene replica una vera vagina e produce un rumore eccellente. Comodo da indossare, non troppo stretto, aderente al pene, lavabile. Con il suo accessorio adattatore da 12 Volt può essere utilizzato anche durante la guida. Ottimo per i camionisti, aiuta a stabilizzare l’erezione ed è benefico per la prostata”.

VENUS BERLINO 2017 FIERA DEL PORNO

Vengo dunque invitato, senza alcun preavviso, a testare il prodotto in prima persona. Solo che questa volta, visto e considerato il tasso di difficoltà antropologica dell’intera operazione, c’è un camerino apposito ove calarsi le braghe in privato, che poi è la parte più eloquente di questa storia, insieme al desiderio di non essere mai più vivo che nutro poco prima di accedervi.

 

Per quel che riguarda invece il farselo succhiare da una ricetrasmittente dotata di apparato respiratorio, vi dico:

In quinta elementare la maestra ci portò ad Agrigento a vedere un’avvilente mostra di anfore della civiltà cretese: stessa tipologia di emozioni.

 

Episodio n.5 – Bariste reputano che avere il cazzo è già di per sé un handicap

Per tutto l’arco della convention decido di nutrirmi di Cachaça di scarsa qualità presso un chiringuito finto tropicale, reso ancora meno credibile dalla prossimità di un carrozzone che spaccia currywurst e boulette.

Torno dalla medesima barista per ben 6 volte, il che viene interpretato dalla stessa inserviente non tanto come un indice stimabile del mio alcolismo, ma piuttosto come una certificazione assodata della sua avvenenza fisica.

Non si tratta di una mia supposizione, sia chiaro, ma di una dichiarazione stampa rilasciata dalla stessa quando finisco di bere l’ultima Caipirinha.

– “È inutile che vieni qui di continuo, lì c’è il mio ragazzo” –

VENUS BERLINO 2017 FIERA DEL PORNO

Probabilmente sono stato prodotto dai miei genitori con l’unico e non dichiarato scopo di estrarre da questa affermazione i sei differenti livelli di abominio in essa contenuti, uno per drink. Motivo per cui procedo, correndo il rischio di apparire misogino, tanto ormai.

 

Livello di abominio 1:

“Sono bellissima ed è merito mio”

Livello di abominio 2:

“Tu non sei granché, specie al mio cospetto”

Livello di abominio 3:

“Sono di proprietà esclusiva di qualcuno, quindi smamma sennò ti faccio prendere a calci”

Livello di abominio 4:

“Sono bellissima, l’ho già detto?”

Livello di abominio 5:

“Che poi neanche sai flirtare”

Ma soprattutto:

Livello di abominio 6:

“È naturale che mi vuoi scopare, sei nato con l’uccello e da questo punto di vista parti con uno svantaggio naturale, quantomeno per ciò che concerne il rito del corteggiamento”.

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