renzi giletti

I MIRACOLI DI VIALE MAZZINI: GRAZIE ALLA CANCELLAZIONE DE “L’ARENA”, MASSIMO GILETTI DIVENTA ALL’IMPROVVISO SIMBOLO DELL’“INFORMAZIONE SCOMODA” - LA SUA E’ SOLO L'ENNESIMA UN'EPURAZIONE POLITICA MESSA IN PIEDI CON IL SOLITO STILE RAI: IL CONDUTTORE NON E’ STATO NEANCHE AVVISATO DELLO STOP - E ORA GILETTI POTREBBE LASCIARE LA RAI (MA POI DOVE VA?)

Renato Franco per il “Corriere della Sera

 

RENZI GILETTIRENZI GILETTI

Per Gasparri è «informazione scomoda», per Salvini uno «scandaloso bavaglio», per La Russa una «vergognosa epurazione»: l' opposizione legge la chiusura dell' Arena di Massimo Giletti come il silenziatore a una voce non allineata. A quelle latitudini politiche sono in molti a chiedersi come mai sia stato cancellato un programma che era una miniera di ascolti (una media del 20% di share) e un pozzo di pubblicità (si parla di 6,5 milioni di euro in spot).

 

massimo giletti con antonio razzimassimo giletti con antonio razzi

Per la verità anche Massimo Giletti non sa darsi spiegazioni. Per ora non parla, in compenso riflette molto: sull' idea che oramai sia il caso di lasciare la Rai. La decisione non è ancora definitiva ma le possibilità che il conduttore abbandoni il domicilio di viale Mazzini sono concrete. Il nodo della questione è la sua Arena domenicale, che a sorpresa è sparita dai palinsesti della prossima stagione.

 

Gira voce che lo stesso conduttore non sia stato informato e abbia appreso della cancellazione da chi aveva visto i filmati di presentazione dei nuovi palinsesti dove non si faceva nessun accenno all' Arena. Giletti è stato lusingato con una serie di prime serate (al sabato) dedicate alla musica.

 

GILETTI MOGOL 2GILETTI MOGOL 2

Ma il conduttore sarebbe poco convinto. Del resto la sua storia professionale da oltre dieci anni è legata all' Arena, nata nel 2005 e con il passare del tempo sempre più centrale nella domenica pomeriggio di Rai1, tanto da diventarne l'asse portante. Giletti nell' ultima puntata andata in corso lo scorso maggio aveva manifestato le sue perplessità sul futuro in Rai: «Non so se resterò. Ho dato molto a questa azienda con un programma che fa 4 milioni di spettatori a puntata. Abbiamo un gruppo di lavoro di cui la Rai dovrebbe essere orgogliosa».

 

massimo giletti coi carabinierimassimo giletti coi carabinieri

Pensava a una promozione sul campo, non che gli togliessero il programma per cui tutti lo identificano. Tra chi non comprende la scelta c'è il consigliere Rai Giancarlo Mazzuca: «Anche alla luce del rinnovo di Fazio, la chiusura dell' Arena è un'assurdità. Abbiamo fatto la battaglia per superare il tetto agli stipendi che - se introdotto - avrebbe portato a un depauperamento dell' offerta Rai, e ora costringiamo un professionista come Giletti che conduce una trasmissione di successo - per ascolti e introiti pubblicitari - a lasciare la Rai: è un controsenso».

GILETTIGILETTI

 

Arturo Diaconale è il consigliere che ha votato un «no» generale ai palinsesti: «Ma sono sempre contro le chiusure. E la sollevazione di molti contro la cancellazione dell' Arena è legata al fatto che così viene meno una delle voci differenti all' interno di un' offerta pluralista. L' Arena è un programma di successo ma anche di eccessi, ogni tanto vira sul demagogico e populista. Ma si poteva correggere il tiro dando precise indicazioni e linee guida».

 

GILETTIGILETTI

Alle polemiche i vertici Rai rispondono che la scelta è legata a questioni editoriali: Domenica in tornerà alla sua vocazione di contenitore di intrattenimento, mentre la professionalità di Giletti è stata valorizzata con l' offerta di dodici grandi serate su Rai1, sull' onda degli speciali andati in onda lo scorso anno: Z ucchero - Partigiano Reggiano arrivò quasi al 20% di share, Viva Mogol con il 24% riuscì a battere addirittura il Tú sí que vales di Maria De Filippi. Per un finale diverso l' ultima possibilità è nella Commissione di Vigilanza che si riunisce domani. Ma a meno che la Rai non torni sui suoi passi, Giletti (il cui contratto scade a fine mese) farà scelte diverse.

Ultimi Dagoreport

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")