DOVE LEGGEREMO LE NEWS DI DOMANI? NON SOLO QUOTIDIANI CARTACEI MA ANCHE LE HOME PAGE DEI GIORNALI ONLINE NON CATTURANO PIÙ LETTORI - LE NOTIZIE DOVRANNO ANDARE DOVE CI SONO UTENTI: SUI SOCIAL E SULLE APP COME WHATSAPP

Davide Casati per “la Lettura - il Corriere della Sera”

 

facebook paper news aggregatore facebook paper news aggregatore

È in quel momento lì che intuisci che sei nel bel mezzo di una rivoluzione. Nell’attimo esatto in cui a una domanda innocua, di quelle che si fanno per scaldare l’atmosfera, la risposta ti lascia, per un secondo, senza fiato. «Quale sarà il volto delle notizie, tra 5 anni?», era la domanda. «Non potrei nemmeno tirare a indovinare», hanno risposto Andy Mitchell prima e Madhav Chinnappa qualche ora dopo. «Cinque anni sono un tempo lunghissimo».

 

Ora fermatevi, e considerate l’oggetto che avete tra le mani. Per decine di anni, l’industria che fa nascere un giornale ha prosperato uguale a se stessa. I primi apparvero in Europa nel XVII secolo. Erano diversi, certo. Ma i pilastri che li reggevano erano lì: supporto (la carta), tempo (la periodicità), modello economico (notizie a pagamento). Sono cambiati formati, colori, distribuzione, pubblicità: ma il campo da gioco era quello.

 

Per stravolgerne i confini serviva una forza gigantesca: ed è arrivata. Mathew Ingram, giornalista di «Fortune», lo spiega così: «La distribuzione delle notizie non è più sotto il controllo degli editori. E non c’è ancora un modello che garantisca la sostenibilità dei giornali come li abbiamo conosciuti». Il responsabile è uno: internet. Di più: i dispositivi mobili.

facebook paper giornale facebook paper giornale

 

Il «New York Times» regala centinaia di copie alla Columbia University. È bastato spostarle di qualche metro dall’entrata perché ne rimanessero a decine, ogni giorno. «Lo leggo online», spiegano gli studenti, smartphone in pugno. Per loro questo passaggio pare naturale. È avvenuto a una velocità spaventosa, invece.

 

E prosegue così rapido che persino il direttore news di Facebook (Mitchell) e quello di Google (Chinnappa) non fanno previsioni. Il campo di battaglia è l’oggi, il lungo termine è per gli indovini, il domani è una professione di fede. Intorno ci sono facce nuove: fino a ieri sembravano impegnate in tutt’altro, ora si muovono sul terreno che credevi tuo. Quello che fanno è la rivoluzione.

 

facebook news il giornale paper facebook news il giornale paper

Prendete Google, ad esempio. Una società nata intorno a un motore di ricerca, che ora produce (tra l’altro) sistemi operativi (Android), browser (Chrome), servizi email (Gmail), cartine (Maps). Guadagna (molto) vendendo spazi pubblicitari: e forse il suo rivale più preoccupante è Amazon, un sito di e-commerce.

 

Gli editori di mezzo mondo l’hanno eletta a nemico per «Google News»: un aggregatore di notizie. Google non le scrive: raccoglie link, guida i lettori verso i siti dei media. «E non ci vendiamo nemmeno della pubblicità, lì», spiega Chinnappa. Le proteste degli editori sono state fortissime: tanto che il sito ha chiuso, in Spagna. Dopo la chiusura, però, è successa una cosa significativa: i giornali hanno visto crollare il traffico. E ora più di uno vorrebbe riaprirlo, «Google News».

 

Chinnappa spiega che il rapporto della sua azienda con gli editori vuole essere di piena collaborazione. «Abbiamo idee per aiutare il business degli editori. E vogliamo che attraverso Google i lettori trovino notizie di qualità». Ma le variabili interessanti, per la rivoluzione delle news secondo Google, sono anche altre. Il tempo e lo spazio, ad esempio. «I dispositivi indossabili, dagli smartphone agli smartwatch , permetteranno di ricevere notizie quando e dove sono più rilevanti».

FACEBOOK NUOVO NEWS FEEDFACEBOOK NUOVO NEWS FEED

 

Ti avvicini a un museo? Ecco recensioni e consigli. Stai per uscire? Arrivano dritte sul traffico. «E questi contenuti li forniscono gli editori». La piega potenzialmente inquietante è la raccolta dei dati dei lettori. «Ma su questo c’è trasparenza. E ciò su cui dialoghiamo con gli editori è: quali dati vi servono per dare informazioni rilevanti ai potenziali lettori?».

 

GOOGLE NEWSGOOGLE NEWS

Anche Facebook, in teoria, ha poco da spartire con giornali e cronisti. Ma la rete nata per farci rimanere in contatto con gli amici oggi ospita 1,4 miliardi di esseri umani. E una quota sempre maggiore di quegli esseri umani apre Facebook al risveglio, e non lo chiude mai: perché ci può fare di tutto, dalle telefonate ai messaggi, alla condivisione di foto e — eccoci — notizie. La piattaforma è la prima fonte di informazione per la maggioranza dei giovani americani: e non solo.

 

Giorni fa, Facebook ha dato il via a un sistema che permette agli utenti di leggere articoli senza lasciare la sua app. Non era mai successo — non su questa scala, almeno — che chi produce news le distribuisca su mezzi di cui non ha controllo. Le condizioni garantite agli editori sono, per un osservatore come il docente alla City University di New York Jeff Jarvis, «un buon primo passo».

 

LA FINE DEL NEWS OF THE WORLD LA FINE DEL NEWS OF THE WORLD

Ma i timori non sono svaniti. A determinare quali contenuti appaiono sulle timeline è un algoritmo, le cui chiavi sono nelle mani di Facebook. Le preoccupazioni sono quelle per un potere orwelliano: un controllo su quali notizie mostrare, quando, e a chi. Senza contare le pressioni di regimi autoritari.

 

«Ognuno vede, e vedrà, notizie legate ai “segnali” che arrivano dai suoi amici e familiari», prova a rassicurare Mitchell. «Il punto è questo: gli utenti iniziano discussioni su notizie di qualità. E noi vogliamo fare in modo che l’esperienza di lettura di quelle notizie sia la più ricca e rapida possibile».

 

APP YOUTUBE IPHONE APP YOUTUBE IPHONE

Il timore di molti analisti è che l’obiettivo del social network sia «contenere» tutte le funzioni del web — di diventare internet. A discapito anche dei giornali. «Ma perché dovremmo danneggiare chi produce contenuti? Chi mette pezzi su Fb vede i contatti salire: e quei contatti sono monetizzabili». Mitchell ha abbonamenti a 5 tra quotidiani e riviste cartacei. Spariranno? «A me piacciono molto. Ma se la domanda è sulla sostenibilità di quel modello di business, la risposta è: non so».

 

Non ci sono rivoluzioni senza che cadano monumenti. E per i giornali, non c’è niente di più totemico della prima pagina. Ogni giorno, da decenni, tutti i quotidiani spendono ore nel calibrarla. Lì dentro c’è la fotografia del mondo, visto da quella testata. Il caos del reale viene ricomposto in un ordine fatto di moduli, punti tipografici, colonne.

 

CHIAMATE VIA WHATSAPP CHIAMATE VIA WHATSAPP

Un paio di settimane fa il direttore del «New York Times» ha trasformato la riunione delle 4 per la «Page One» in una programmazione di servizi per il digitale: «È lì che più della metà degli utenti ci legge, oggi». «La prima pagina non è più importante di quel che mettiamo in rete», ha detto il direttore del « Washington Post» , Marty Baron. «È importante: ma non più importante».

 

Non è solo una questione di prime pagine di carta. Anche le home page sono porte d’accesso sempre meno usate. La sfida di ogni sito, ora, è quella di far intuire dentro ogni link trovato su Google o Facebook il valore aggiunto di un universo di notizie gerarchicamente ordinate. Era scontato. Fino all’inizio della rivoluzione.

 

GoogleGoogle

I nuovi arrivati non hanno solo i volti di Facebook e Google, che pure controllano il 55% del mercato mondiale della pubblicità su mobile , che vale 42,6 miliardi di dollari. Mezzo miliardo di tweet vengono spediti ogni giorno, e una fetta consistente è composta da notizie scritte dai giornali. Snapchat, un social che fa della transitorietà il suo punto di forza, ha stretto accordi con alcuni editori americani. E poi ci sono Instagram e WhatsApp (di Facebook) e YouTube (di Google).

 

«Davvero abbiamo pensato fino ad ora che non stessero nel nostro stesso campo di gioco?», dice a «la Lettura» Emily Bell, docente di giornalismo a Columbia. Ora è chiaro a tutti. E in questo nuovo mondo, anche le voci si possono moltiplicare.

 

Una ex startup come BuzzFeed gioca sullo stesso piano di testate storiche come «New York Times» o Bbc. Al fondo ideato da Google per progetti innovativi nel campo delle news — 150 milioni di euro in 3 anni — possono tentare di aderire tutti, dal blogger al «Financial Times» .

logo facebooklogo facebook

 

Il futuro delle notizie potrebbe persino essere più plurale di quello attuale. La verità è che nessuno può prevederlo. Ma i termini della sfida sono chiari. «Le forze in azione — ha detto pochi giorni fa Marty Baron — non si curano di quanto facilmente ci adatteremo al cambiamento. La trasformazione avverrà in ogni caso. C’è una sola scelta realistica da compiere: fare quel che dobbiamo per adattarci, e nella migliore delle ipotesi prosperare. O non farlo: e così staremo consapevolmente decidendo di fallire. Chi resisterà al cambiamento sarà messo da parte e dimenticato».

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?