
“DOVEVO VINCERE IL LEONE D’ORO MA POLANSKI SI MISE DI TRAVERSO” – L’85ENNE ANTONIO CAPUANO, REGISTA ANARCHICO E “MAESTRO” DI PAOLO SORRENTINO, HA CHIUSO LA MOSTRA CON “L’ISOLA DI ANDREA”. E PARLA SENZA FILTRI: “SONO SINCERO, I PREMI NON LI CAPISCO MOLTISSIMO. PER ME IL RICONOSCIMENTO È GIÀ QUANDO FACCIO IL FILM. È GIÀ IL LAVORO IL PREMIO” – “SUL SET MI PAICE GIOCARE. A VINICIO MARCHIONI E TERESA SAPONANGELO HO DETTO: ‘VOGLIO PAZZIÀ’, NON MI FATE FARE LE COSE SERIE. SE NO IL FILM VIENE UNA CHIAVICA’...” – VIDEO
Estratto dell’articolo di Chiara Ugolini per “la Repubblica”
Antonio Capuano al festival di venezia
“Stavamo parlando male di te” scherza Vinicio Marchioni. “Quello è bello, mi piace assai. Così mi difendo”. E forse non scherza Antonio Capuano, 85 anni, napoletano, regista mitico, reso ancora più mitico dall’omaggio del suo “allievo” Sorrentino e la frase tormentone Non ti disunire.
Quando arriva all’incontro con la stampa sfoggia la maglietta del film del 1996: Pianese Nunzio, 14 anni a maggio e sul fatto che Sorrentino abbia inaugurato la Mostra commenta: “Lui ha aperto il festival e io l’ho chiuso. Il mio è un film ‘di chiusura’, spero di farne ancora un altro, ma non credo di farcela”.
Il regista di La guerra di Mario e Il buco in testa, tredici film in trentacinque anni è alla Mostra del cinema con L’isola di Andrea, fuori concorso, il 2 ottobre al cinema, con Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni, storia di una coppia e della battaglia legale per ottenere l’affido del figlio.
vinicio marchioni antonio capuano Teresa Saponangelo andrea migliucci al festival di venezia
Un’intervista che inizia con una domanda: “Ma il film lei l’ha visto? Perché delle volte arriva un giornalista e mi dice ‘non ho visto il film’ e io gli dico ‘bellezza vatti a vedere il film’”.
Capuano lei ha scelto di mettere al centro di tutto Andrea, il bambino. Tutta questa storia gira intorno a lui, perché?
"I bambini sono sempre al centro di tutto, sono noi che li copriamo, i bambini devono stare al centro. I bambini sono fondamentali. Avremmo bisogno di loro sempre e invece ci siamo incaponiti e non li facciamo più. Perché i bambini disturbano la nostra quiete, la nostra carriera. Lo spirito dei bambini è qualcosa di vertiginoso che piano piano si perde”.
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Come avete lavorato sul set?
"Abbiamo giocato, perché i bambini quello devono fare. Crescendo tutti si scordano di giocare, quando si è adulti di merda si smette di giocare. Diventiamo lavoratori indefessi, noiosi, senza balzi fantastici, senza pozzi di sogno. Una volta Andrea stava steso per terra e mi diceva ‘Antò facciamo pausa’ ma era appena dopo la pausa, ‘facciamo una pausa lunga…’
Si era scocciato, giustamente. Io ho provato a convincerlo ‘jamme proviamo, c’è tutta questa gente qui per te, per la scena, gli attori, le attrici’. Poi ho perso la pazienza gli ho detto ‘siamo qua a faticare, che ti credi?’. Ma lui niente e allora siamo andati avanti con la scena senza di lui. Andrea è strafottente, ha otto anni, è libero. È la sua cosa bella”.
Gioca anche con gli adulti?
paolo sorrentino e Antonio Capuano
"Sì quando trovo degli adulti disponibili come Vinicio e Teresa. Ho detto loro: ‘Voglio pazzià’, non mi fate fare le cose serie. Se no viene una chiavica. Teresa già conosceva il mio modo ma quando l’ho detto a Vinicio gli si sono illuminati gli occhi. Se siamo disposti a giocare tutto è meglio. Ma il bambino non si copia mai, fa delle cose che tu non le hai neanche pensate, ti offrono delle fughe meravigliose”.
Come si fa a mantenere tutta la vita lo spirito dei bambini, perché lei chiaramente ci è riuscito?
"L’unica è stare con i bambini, frequentarli sempre. Loro ti portano nel sogno, ti portano dall’altro. Sta a noi cercare di essere sempre bambini con la loro grazia che diventa anarchica, una cosa bellissima”.
TERESA SAPONANGELO ANTONIO CAPUANO
Il film si chiude con la canzone di Edoardo Bennato, L’isola che non c’è.
"Ho chiamato stamattina Edoardo Bennato, non mi ha risposto. Poi gli ho mandato un messaggio per ringraziarlo per questo bellissimo racconto dell’Isola invisibile. Ma non mi ha risposto, lo stronzo.
Poi mi ha mandato un messaggio sulla guerra che mi è tanto piaciuto e poi una faccetta di quelle che mandate voi giovani. Io non le mando. Andrea è meraviglioso quando si accorge di non avere l’isola, lui alla sua età l’ha capito e noi la cerchiamo tutta la vita. È tragico scoprire che non c’è nessuna isola dove salvarsi”.
La sua isola è stata il cinema?
"Chissà, io prima dipingevo anche se non ho mai fatto una mostra e ho centinaia di quadri. Sono arrivato al cinema perché sfottevo i registi. Quando facevo lo scenografo dicevo ‘ma dai facciamo così, facciamo così’. E ad un certo punto Alberto Negrin mi ha detto ‘Antò, ma v’affanculo fallo tu il regista’”.
E lei lo ha fatto.
"Sì anche perché contemporaneamente venne fuori quel fatto di quel bambino che finì a dodici anni in galera. Fu un caso nazionale, ci furono interrogazioni parlamentari, se ne interessò il presidente della Repubblica.
antonio capuano sul set di hungry bird
E io l’ho chiesto ai carcerieri ma come si fa a chiudere le sbarre e i cancelli sulla faccia di un bambino di dodici anni, come è possibile? Quella storia mi ha talmente emozionato che ho scritto la sceneggiatura di Vito e gli altri. Che vinse il premio Solinas e da lì è cominciato tutto anche se io ce l’avevo già”.
Lei nasce come disegnatore.
"Sì avevo la passione del disegno, dei fumetti. Lì ho imparato il concetto di dettaglio e di totale. Da bambino facevo i disegni copiando Tex Willer, copiando Topolino. Sono rimasto sempre là, in questo film ho messo un momento di animazione perché ogni tanto volevo scappare dal film”.
Qui alla Mostra di Venezia riceve il Premio Bianchi. Che rapporto ha con i riconoscimenti?
"Devo dire che mi promisero il Leone d’oro tanti anni fa con Pianese Nunzio. Una sera entrando nella hall dell’Excelsior incontrai, non me lo dimentico, Miriam Mafai e Tullio Kezich e mi dissero ‘Antò, senti. Il Leone è saltato perché Polanski s’è messo storto sul film. E io ho risposto ‘Maronna, avrà ragione isso’. Stavamo parlando di un mito”.
E il David alla carriera?
"Ma sono sincero io, i premi non li capisco moltissimo. Per me il riconoscimento è già quando faccio il film. È già il lavoro il premio”.
l'isola di andrea 2
teresa saponangelo vinicio marchionni l'isola di andrea
l'isola di andrea 1