1. DRAGHI SE NE STRAFREGA DEI VETI DELLA BUNDESBANK: ‘ACQUISTI DI TITOLI DI STATO’ 2. FRAU MERKEL FINORA HA SEMPRE APPOGGIATO DRAGHI MA NEL SUO GOVERNO PERÒ CRESCE IL PESO DI WOLFGANG SCHAEUBLE, IL MINISTRO DELLE FINANZE CHE È SULLA STESSA LINEA DELLA BUNDESBANK DI JENS WIEDMANN, IL GRANDE OPPOSITORE DI DRAGHI A FRANCOFORTE 3. SE LA MERKEL CONTINUERÀ A FIDARSI DI DRAGHI, PER IL BANCHIERE ROMANO NON CI SARANNO GRANDI PROBLEMI. SEMPRE CHE A BERLINO NON DECIDANO DI CANDIDARLO PER IL DOPO-NAPOLITANO, COME SCRIVE “DIE ZEIT”, FACENDO RIFERIMENTO ALL’ESIGENZA DI LIBERARE LA POLTRONA DI CAPO DELLA BCE PER AFFIDARLA A UN BANCHIERE MENO “AMERICANO” 4. MA A GUIDARE LA MERKEL SARANNO ANCHE I DATI ECONOMICI. LA GERMANIA STA ENTRANDO IN RECESSIONE E FORSE LA POLITICA MONETARIA ESPANSIVA FA COMODO ANCHE AI TEDESCHI. E DRAGHI POTREBBE TORNARE “UNO DI LORO”, COME IN FONDO È STATO PER LUNGO TEMPO

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

Mario Draghi a NapoliMario Draghi a Napoli

Ma allora Super Mario provoca. Ieri Draghi ha rovinato la digestione alla Bundesbank, affermando solennemente che la Bce è pronta ad acquistare titoli di Stato se l’economia peggiorerà ancora, sul modello di quanto hanno già fatto le banche centrali di Stati Uniti, Inghilterra e Giappone. Le Borse hanno apprezzato e gli spread spagnoli e italiani si sono subito ridotti.

 

I tedeschi della Bundesbank sono contrari all’idea di comprare bond sovrani di Stati in difficoltà e pensano che sia illegale usare i soldi della Bce per fare questo. Tanto è vero che la corte costituzionale tedesca ha contestato ufficialmente il cosiddetto “bazooka” della Bce promuovendo un ricorso alla Corte europea del Lussemburgo. La decisione del Lussemburgo è attesa per la tarda primavera e le parole di Draghi fanno pensare che il capo dell’Eurotower sia pronto a usare “il bazooka” prima di questa.

 

angela merkel in nuova zelanda 12angela merkel in nuova zelanda 12

Come sempre, l’ultima parola spetterà ad Angelona Merkel, che non si è espressa sul ricorso della Corte tedesca e finora ha sempre appoggiato Draghi, che in fondo è un suo uomo. Nel suo governo però cresce il peso di Wolfgang Schaeuble, il ministro delle finanze che è sulla stessa linea della Bundesbank di Jens Wiedmann, il grande oppositore di Draghi a Francoforte.

 

Se la Merkel continuerà a fidarsi di Draghi, per il banchiere romano non ci saranno grandi problemi. Sempre che a Berlino non decidano di candidarlo per il dopo-Napolitano, come scrive il settimanale “Die Zeit”, facendo esplicito riferimento all’esigenza di liberare la poltrona di capo della Bce per affidarla a un banchiere meno “americano”. Ma a guidare la Merkel saranno anche i dati economici. La Germania sta entrando in recessione e forse la politica monetaria espansiva di Draghi fa comodo anche ai tedeschi. E Super Mario potrebbe tornare “uno di loro”, come in fondo è stato per lungo tempo.

 

 

Jens Weidmann Jens Weidmann

2. LICENZIARE MEGLIO, LICENZIARE TUTTI

In Italia si discute sempre di licenziamenti da favorire, chiaro segno di fiducia nel futuro. Repubblica: “Scontro sui licenziamenti, emendamento del governo. Ncd non ci sta: patti traditi. Braccio di ferro nella maggioranza sui criteri del diritto al reintegro. Lite Garante.Cgil sullo sciopero. Madia: no contratto statali nel 2015. E spunta un’ipotesi: può tornare in azienda solo chi è accusato ingiustamente di reati” (pp. 2-3).

marianna madiamarianna madia

 

Corriere: “Emendamento al Jobs Act. Scontro nella maggioranza. Ncd e le correzioni: testo diverso? Si aprirà un bel contenzioso” (p. 10). E sull’articolo 18, “Piano B: l’opzione spagnola. L’ipotesi per i licenziamenti disciplinari: l’azienda può pagare un indennizzo più alto al posto del reintegro. La partita decisiva non si giocherà in Aula ma in seguito, quando l’esecutivo dovrà varare i decreti attuativi” (p. 11).

 

Comunque, grazie ai licenziamenti torna il sereno in casa piddina, almeno per qualche ora: “Così Renzi e Bersani ora siglano la pace sul nuovo Jobs Act. Le assicurazioni dell’ex segretario sulla fiducia hanno riaperto i contatti tra i due ‘avversari’. Sullo sfondo la partita del Quirinale” (Repubblica, p. 4). Sono soddisfazioni.

GRAZIANO DELRIOGRAZIANO DELRIO

 

3. SUPER MARIO VA ALLA GUERRA

Dunque Draghi se ne strafrega dei veti della Bundesbank e rassicura i mercati: “Crisi, Draghi alza il tiro. ‘Acquisti di bond sovrani se l’economia peggiorerà’. Il presidente della Bce: ‘Faremo di tutto per difendere l’euro, ma non possiamo obbligare i Paesi a restarvi’. Borse su”. “La doppia partita di Mario: domare i mercati e la Bundesbank” (Repubblica, pp. 6-7).

 

Per il Corriere, “Acquisti di titoli di Stato per aiutare la crescita’. Allarme del presidente Bce, Draghi: ‘Senza riforme ripresa a rischio, disoccupazione inaccettabile’. ‘Italia e Spagna, più sforzi per controllare i rischi sistemici. Luxleaks? Problema di armonizzazione fiscale” (p. 8). Il Messaggero si porta avanti: “Draghi accelera: Bce comincia ad acquistare i titoli di Stato” (p. 6)

 

 

4. SIAMO UNO STATO DI NECESSITÀ

silvio berlusconi occhiali da sole michaela biancofiore  silvio berlusconi occhiali da sole michaela biancofiore

In sostituzione di Matteo Renzi, che oggi vola in Turkmenistan, il fratino Delrio va a fare visita alle popolazioni alluvionate. “Niente patto di Stabilità per le città colpite’. Il sottosegretario Delrio: eventi catastrofici, cadono i vincoli. Servono interventi immediati. ‘Stato di calamità per l’Alessandrino. Mutui a tasso zero per 3 miliardi e fondi sbloccati nel 2015. Si valuta l’ipotesi di rendere obbligatoria l’assicurazione contro i disastri naturali” (Corriere, p. 5). Insomma, pronta una bella marchettona alle società di assicurazione.

La Stampa intervista il sindaco di Olbia, colpita da un’alluvione un anno fa, e gli riporta la promessa di Delrio. Risposta disarmante: “La stessa promessa fatta a noi, ma stiamo ancora aspettando. Abbiamo 50 milioni, ci hanno permesso di usarne cinque” (p. 3). Delrio, provane un’altra.

 

 

salvini matteosalvini matteo

5. SE IL NAZARENO NON BASTA

L’importante è non votare. Forza Italia ha di fronte a sé una lunga traversata per non diventare un semplice partito di testimonianza, unicamente al servizio degli interessi aziendali del Fondatore. Repubblica rigira il coltello nella piaga: “Forza Italia e l’incubo del sorpasso Lega. Le regionali in Emilia Romagna, con il Pd scontato vincitore, misureranno anche i rapporti di forza tra Berlusconi e Salvini, che punta a un boom da far pesare sul piano nazionale. Centrosinistra favorito pure in Calabria. I timori sulla partita-riforme: ‘Finiremo all’angolo’” (p. 15). Sulla Stampa, “Regionali, Forza Italia prova a ricucire tra Lega e Ncd” (p. 7). Il Messaggero racconta: “Berlusconi e Alfano verso una nuova intesa. Presto il faccia a faccia. Subito un tavolo per le alleanze. Timori di Fi per il possibile sorpasso della Lega in Emilia. E Salvini lancia la sua lista da candidato premier” (p. 8).

 

 

6. VIENI AVANTI MARINO

angelino alfanoangelino alfano

Continua la tragicommedia del sindaco-marziano. Oggi gli dà una bella mano Bettini: “Marino resiste, Guerini lo incalza: un cambio vero. Multe e rimpasto: oggi il sindaco in Consiglio. E Bettini lo scarica: non l’ho scelto io” (Corriere, p. 13). Premio Faccia di Bronzo 2014.

 

 Il Messaggero intervista Guerini, vicesegretario del Pd, che dice: “Le scelte spettano a Marino però non siamo interessati a cambiamenti di piccolo cabotaggio. La città ha bisogno di un salto di qualità. La questione delle multe va chiarita in tempi brevi e va risolto il tema delle periferie” (p. 9). Su Repubblica parla David Sassoli, sconfitto alle primarie del 2013: “Basta con l’agonia, cambi tutto o se ne vada. Marino sbaglia a non ascoltare il Pd, il degrado è evidente a tutti” (p. 23).  

ignazio marinoignazio marino

 

 

7. ULTIME DAL MONTE DEI PACCHI

Siena riflette sulle proprie debolezze, dopo aver varato l’aumento di capitale per la prossima primavera. “Mps in cerca del ‘socio strategico’. Viola: ‘La mancanza di un investitore di lungo periodo rende difficile il rilancio’. Per il ceo di Rocca Salimbeni, ‘la principale causa di questo mezzo disastro è stata la mancanza di pesi e contrappesi” (Sole 24 Ore, p. 37). Ma non esistevano apposta consiglio di amministrazione, consiglieri indipendenti, comitati interni e collegi sindacali?

 

David Sassoli David Sassoli

 

8. GRANDE INCIUCIO TV

Non paghi del duopolio sulla tv generalista, ci prepariamo a nuove concentrazioni anche sulla tv a pagamento. L’idea questa volta è di Mediobanca, ben rilanciata dal Giornale di Berlusconi: “Mediaset e Sky insieme nella pay tv’. Mediobanca suggerisce l’alleanza tra Premium e i canali di Murdoch: ‘Metterebbe fine a una costosa guerra’. L’idea di Piazzetta Cuccia per il futuro di un settore in fibrillazione. Dall’azionariato della banca al suo nuovo ruolo londinese: l’ipotesi di un dossier-media” (p. 21). Ma sì, basta con le “costose guerre”. Però basta anche con le prediche su quanto è bella e quanto fa bene la concorrenza.

Goffredo Bettini Goffredo Bettini

 

 

 

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