1. CHI È GIOVANNI COTTONE CHE DOMENICA ALL’ARA COELI SPOSERÀ VALERIONA MARINI, TESTIMONI PER LUI BERTI-NIGHTS E GIGI D'ALESSIO, PER LEI IVANA TRUMP E CUCINOTTA (ZUPPA DI NOZZE TRASH-ENDENTALE ALLE 16.30H PER LA DIRETTA CON “DOMENICA IN”!) 2. EX SOCIO DI PAOLO BERLUSCONI NELLA SOCIETA’ SOLARI CHE VENDEVA DECODER, NEL 2007 COTTONE SCAMPÒ A UN SEQUESTRO ORCHESTRATO DALLA EX MOGLIE (ORA IN GALERA) 3. FU ARRESTATO PER FALSE FATTURAZIONI, UN PENTITO LO ACCUSÒ DI ESSERE VICINO A COSA NOSTRA E FU INDAGATO PER APPROPRIAZIONE INDEBITA AI DANNI DEL BERLUSCHINO 4. UNO DEI PRESUNTI ‘RAPITORI’ RACCONTÒ: “COTTONE ERA STATO SEQUESTRATO DAL CLAN DEI CATANESI PER UN BUCO DA 400 MLN DI LIRE. GLI HANNO SPACCATO MANI E MASCELLE. I SUOI AMICI GLI HANNO SALVATO LA VITA VERSANDO 200 MLN IN CONTANTI AI CATANESI”

1 - SVENTATO SEQUESTRO SOCIO DI PAOLO BERLUSCONI
Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera" del 5 giugno 2007

L'hanno messo in salvo appena prima che i rapitori, già armati e appostati sotto casa sua, lo sequestrassero nel centro di Milano e poi attuassero tutto quello che ai loro telefoni (sotto intercettazione) avevano già programmato: il viaggio verso il Sud Italia, con l'ostaggio-imprenditore chiuso nel bagagliaio di un'auto a prova di controlli perché guidata da un insospettabile poliziotto; la prigione già pronta a Palermo, da dove erano partiti i sequestratori; la richiesta e l'incasso di un ingente riscatto, commisurato al peso e alle importanti relazioni dell'imprenditore, socio anche di Paolo Berlusconi. E in ogni caso, anche una volta che fosse stato pagato il riscatto, la morte dell'ostaggio. Il suo assassinio preventivato.

Così Giovanni Cottone, 50 anni, fino a pochi giorni fa socio di Paolo Berlusconi nella compagine Solari.com (che controlla la Garelli motocicli, distribuisce tv e apparecchi marchiati Amstrad e ha commercializzato i decoder del digitale terrestre), è stato salvato ieri mattina dall'intervento dei finanzieri del Gico, il gruppo della Guardia di Finanza di investigazione sulla criminalità organizzata, e dei Baschi Verdi, corpo speciale di pronto impiego della Gdf.

E mentre un gruppo di militari si occupava della tutela di Cottone, un'altra unità, coordinata dai pm del pool Antimafia della Procura di Milano, Ferdinando Pomarici e Mario Venditti, sorprendeva i sequestratori e li catturava. Sventando, prima ancora che avesse inizio, un altro sequestro destinato a finire tragicamente come quello del finanziere Gianmario Roveraro, rapito a Milano il 5 luglio 2006, ucciso quasi subito e trovato cadavere il 22 luglio a Parma con l'arresto dei suoi sequestratori (attualmente sotto processo).

Quattro, al momento, i provvedimenti di «fermo» di cui si ha certezza, che da oggi saranno al vaglio del gip per la convalida. In carcere un poliziotto in servizio alla Questura di Palermo, fino a poco fa in forza al delicato Ufficio che cura i servizi di scorta dei magistrati. Il buttafuori di una discoteca di Milano. Un anziano parente della vittima predestinata.

E la mandante, che per l'accusa è l'ex moglie di Cottone, a partire dalle notevoli prospettive patrimoniali di una travagliata separazione. Sarà ora meno facile discettare a cuor leggero sulle «troppe» intercettazioni o sui «soldi sprecati» in microspie piazzate all'esordio di inchieste che all'inizio promettono molto ma non sempre mantengono, e alla fine magari non fruttano sentenze e neanche processi.

Quanto vale, infatti, la vita del mancato ostaggio Cottone? In fondo, non tantissimo: forse solo le migliaia di euro di costo delle intercettazioni avviate a Palermo in una normale inchiesta su traffici di droga in un contesto mafioso. Proprio da questo filone principale (che non è ancora chiaro come lambisse anche qualcuno dei fermati di ieri), gli investigatori hanno infatti afferrato il filo di un progetto che hanno «ascoltato» in diretta man mano che prendeva corpo: il rapimento di Cottone, già noto alle cronache (suo malgrado) per essere stato arrestato anni fa in un'inchiesta su false fatturazioni.

Negli ultimi tempi, invece, Cottone era tornato in grande auge per la sua attività di imprenditore comproprietario al 49%, tramite l'Immobiliare Mirò, della Solari.com controllata al 51% dalla PBF, cioè dalla finanziaria di Paolo Berlusconi e di sua figlia Alessia.

La società Solari.com ha commercializzato i famosi decoder del digitale terrestre (affare ormai esauritosi dopo essere costato al fratello Silvio, allora presidente del Consiglio, una istruttoria dell'Antitrust finita con l'assoluzione dal conflitto d'interessi); veicola i prodotti di elettronica di consumo fabbricati in Cina ma marchiati Amstrad; e soprattutto ha resuscitato il glorioso marchio di motocicli Garelli con nuovi modelli e il campione del mondo di calcio Alberto Gilardino quale testimonial.

Da poche settimane Cottone è uscito dall'azionariato di Solari.com, nel quale alla PBF e alla Immobiliare Mirò è subentrata la Rizoma srl di Paolo e Alessia Berlusconi. Con il fratello dell'ex premier, del resto, Cottone è stato socio anche in altre iniziative, come ad esempio (qui con l'amministratore del Milan Adriano Galliani e il parlamentare di Forza Italia Paolo Romani) nella società che in una certa fase aveva rilevato dalla prima moglie di Paolo Berlusconi (Mariella Bocciardo, ora parlamentare di Forza Italia) un ristorante milanese «per vip» battezzato all'epoca Mangia &Ridi.

Un imprenditore di notevoli disponibilità e ottime relazioni, Cottone. E dunque un appetibile ostaggio. Quale ieri sarebbe davvero diventato se, nella zona di corso Sempione, invece dell'agguato dei suoi sequestratori, non fosse scattato il controblitz della Gdf.

3 - DECODER, PAOLO BERLUSCONI E IL SOCIO DI COSA NOSTRA
Giuseppe Caruso per "l'Unità" del 20 febbraio 2008

Mafia, soldi sporchi, incentivi pubblici e interessi privati. C'è tutto questo sullo sfondo dell'inchiesta sul misterioso rapimento fallito ai danni di Giovanni Cottone, fino a pochi mesi fa socio al 49% di Paolo Berlusconi nell'azienda Solari.com. Adesso un pentito di quel rapimento, il suo uomo di fiducia per quattro anni, svela: «Giovanni Cottone faceva parte della malavita». Solari.com è la società salita all'onore delle cronache in quanto beneficiaria della legge che destinava un contributo statale all'acquisto dei decoder per il digitale terrestre.

Il governo guidato da Silvio Berlusconi a quel tempo aveva fatto le cose in grande: non solo aveva previsto denaro pubblico per il fratello del premier (la Solari aveva iniziato a distribuire i decoder Amstrad del tipo mhp nel gennaio 2005, in concomitanza con il lancio del servizio pay per view Mediaset premium), ma addirittura si era premurato, attraverso alcuni articoli della legge Gasparri, di far sì che in Sardegna, regione pilota dello switch off (la definitiva transizione dal sistema televisivo analogico a quello digitale terrestre) l'unico decoder in grado di ricevere il segnale fosse proprio l'mhp distribuito dalla Solari.com.

Il risultato era stato quello di far più che raddoppiare il fatturato dell'azienda (passata a 141 milioni di euro in un anno) e di ricevere diverse interrogazioni parlamentari a riguardo, che vedevano come primo firmatario il senatore dell'allora Ulivo Luigi Zanda. L'indignazione per quel regalo familiare era molta, ma sarebbe stata maggiore se si fosse saputo chi era in realtà Giovanni Cottone, il proprietario dell'altra metà della Solari.

IL MISTERO SVELATO
A svelare il mistero ci ha pensato uno degli uomini che nel giugno scorso aveva tentato di rapirlo, di nome Giuseppe Sanese, professione ufficiale: buttafuori. Gli altri arrestati erano stati la moglie di Cottone (in via di separazione) Giuseppina Casale, Antonio Cottone (uomo d'onore, zio di Giovanni), Giovan Battista Rosano (altro uomo d'onore, da tempo in affari con Cottone) ed il poliziotto Alfredo Li Pira.

Il piano del gruppo era di rapire Giovanni Cottone, farsi consegnare almeno 40 milioni di euro ed eliminarlo. Un sequestro molto simile, secondo gli inquirenti, a quello che ha portato all'uccisione del finanziere Gianmario Roveraro. Il piano era saltato perché la moglie di Cottone, Giuseppina Casale (descritta in un informativa della guardia di finanza come «persona in contatto con i salotti della Milano "bene" ma al contempo con la malavita palermitana») era stata sottoposta ad intercettazioni ambientali da parte del Gico palermitano per questioni relative al traffico di droga.

Questi avevano informato gli omologhi milanesi, che erano intervenuti, arrestando il gruppo. Sanese era stato per più di quattro anni l'uomo di fiducia dello stesso Giovanni Cottone e collaborando con gli inquirenti ha svelato non solo i dettagli del sequestro fallito, ma anche i rapporti di Giovanni Cottone con Paolo Berlusconi e con la mafia.

Gli interrogatori di Sanese sono avvenuti alla presenza dei pubblici ministeri Mario Venditti ed Alberto Nobili e del gip Guido Salvini, il 7 e l'11 giugno del 2007, e sono contenuti nella richiesta di rinvio a giudizio. Anche per le parole di Sanese, la procura di Milano ha aperto un'inchiesta su un'altra intricata vicenda, quella della truffa da almeno 40 milioni di euro che Cottone avrebbe realizzato ai danni di Paolo Berlusconi. Un capitolo oscuro di cui ci occuperemo nei prossimi giorni.

IL RACCONTO
Ecco cosa dice Sanese ai magistrati. «Ho conosciuto Giovanni Cottone tramite Giovan Battista Rosano, che era compare, amico intimo di mio nonno. Rosano, che nella zona in cui abita a Palermo, che noi chiamiamo Borgo Nuovo, è molto rispettato, a Milano è molto amico dei Taormina, dei Carollo, dei Fidanzati (tutti clan mafiosi ndr). Una volta ha ucciso un uomo a coltellate... Rosano era il garante delle cavolate che il Cottone combinava. L'altro garante era lo zio del Cottone, Antonio, che lo ha cresciuto ed educato.

I due, Rosano e Antonio Cottone, erano compari dello stesso gruppo mafioso. Perché ce l'avevano con Giovanni Cottone? Per diversi motivi. Il fatto più grave è quello del 1995. Giovanni Cottone era stato sequestrato dai catanesi perché aveva fatto un buco da 400 milioni. I catanesi poi gli hanno spaccato mani, mascelle e lui si è rivolto per salvarsi a Giovanni Rosano, lo zio Giovanni come lo chiamava lui, che è accorso con lo zio Antonio. Gli hanno salvato la vita, gli hanno evitato legnate, come raccontano loro, ma hanno dato 200 milioni in contanti ai catanesi.

E Giovanni Cottone non li ha mai restituiti. «Qual era il mio ruolo a Milano?». Continua Sanese: «Facevo una finta sicurezza per Giovanni Cottone, perché poi l'interesse era portare capitali all'estero. Ogni settimana, ogni quindici giorni, portavo delle valigette con dei soldi all'Ubs, dove mi aspettava una persona e depositavo questi soldi (anche un miliardo di vecchie lire alla volta) e rientravo poi a Milano. Erano valigette Samsonite nere, con combinazione. Il compenso per questo lavoro era di un milione di vecchie lire.

L'ho fatto per una decina di volte». Al «Mangia & Ridi» «Formalmente lavoravo presso il suo locale, che era il "Mangia & Ridi". I soci del "Mangia & Ridi" erano Paolo Berlusconi, Giovanni Cottone e Roberto Guarneri. Già in quel periodo era in società con Paolo Berlusconi, stavano assieme ventiquattro ore al giorno. Infatti Katia Noventa, che era l'ex di Paolo Berlusconi, e la signora Casale, erano sempre insieme, cenavano e mangiavano sempre insieme.

Se Berlusconi sapeva delle attività del Cottone? Quando ne parlavano a tavola, ne parlavano tranquillamente... Dicevo del "Mangia & Ridi". In quel periodo nel locale andava tantissimo tirare di cocaina, lo facevano tutti. Cottone all'epoca mi ha presentato uno spacciatore di Opera, io andavo a prendere la coca davanti al carcere di Opera, i soldi me li dava lo stesso Cottone. Io mi preoccupavo di prepararla e dividerla e la davo a Claudio, l'ex direttore del "Mangia & ridi". I camerieri servivano la coca a tavola ai vari artisti che venivano, vari vip che venivano, i soldi poi venivano contati da me e Claudio e divisi al 50% col Cottone.

Siamo riusciti a prendere anche venti milioni delle vecchie lire in una sera» «Se Cottone faceva parte della malavita? Faceva parte della malavita, veniva anche il figlio di Nitto Santapaola (capo della mafia catanese negli anni ottanta ndr) a cena con noi, mi sono trovato a cena con i Vernengo (potente clan mafioso palermitano ndr). Sempre al "Mangia & Ridi", nel ‘98, ‘99. Queste cose le so perché ero sempre accanto al Cottone. Lui fa comodo per pulire tanti soldi, questo è sicuro. In ristoranti, alberghi, comprare immobili...queste cose qua. Investiva soldi di altri che provenivano sicuramente da proventi illeciti...

Con Paolo Berlusconi hanno realizzato anni fa una società in Germania, mi ricordo perché in quel periodo parlavano sempre con Paolo di questa cosa grossa che stavano facendo in Germania» «Come nasce la fortuna economica del Cottone? Come lui vanta, dallo spaccio di soldi falsi nei paesi del Nord Africa e poi da una mega truffa di gioielli e da una ricettazione grossa di rapine di gioielli, anche in via Montenapoleone. I gioielli li ho visti io, tanto oro l'ho portato in Svizzera. E poi tanta elettronica rubata, ricettazione di elettronica. I furgoni li scaricavo io».

E il sequestratore che dice: «Del raggiro subìto Berlusconi sapeva tutto, ho sentito una telefonata» C' è un capitolo misterioso nel rapporto d'affari tra Giovanni Cottone e Paolo Berlusconi. È quello che vuole chiarire l'inchiesta aperta dal pubblico ministero Mario Venditti per truffa ai danni di Paolo Berlusconi e che vede come indagato proprio il suo ex socio Giovanni Cottone.

L'inchiesta ha preso il via per quanto emerso dalle intercettazioni ambientali che hanno portato all'arresto del gruppo che voleva rapire Cottone e soprattutto per quanto dichiarato da Giuseppe Sanese nei due interrogatori del 7 e dell'11 giugno del 2007. Il dato particolare di questa vicenda è che Paolo Berlusconi ha sempre negato di essere al corrente della truffa, nonostante sia Sanese nel suo interrogatorio, sia Giuseppina Casale (moglie di Cottone e mente del sequestro) in un intercettazione ambientale dicano il contrario. Eppure in ballo ci sono almeno 40 milioni di euro, una bella cifra.

Soprattutto se si tiene conto che la Pbf, la cassaforte del fratello del leader del Pdl, aveva mandato in archivio il bilancio 2006 con un buco di 37 milioni, aperto non solo dalle difficoltà de Il Giornale (che aveva salvato l´esercizio cedendo la sede alla Fininvest) ma soprattutto dai 63 milioni bruciati dalla Solari.com. Le perdite della controllata nell´elettronica di consumo avevano messo in allarme il collegio sindacale, tanto da chiedere un intervento di ricapitalizzazione al socio di controllo.

La situazione dei conti della Pdf ha reso poi necessario l'intervento dell'avvocato Roberto Poli, oggi presidente dell'Eni, già protagonista in altre occasioni come consulente a fianco delle società del gruppo Berlusconi. L'avvocato Ghedini, legale di Paolo Berlusconi, contattato dall'Unità lunedì scorso, ha dichiarato che «dai conti della Solari.com non risulta niente di anomalo. Aspettiamo notizie dalla procura».

Anche l'avvocato di Giovanni Cottone, Jacopo Pensa, ha spiegato al nostro giornale che «si tratta di un buco dovuto a normali perdite di una società in difficoltà. Non c'è stata nessuna truffa da parte del mio cliente». Ma come detto, i protagonisti del mancato rapimento affermano che Paolo Berlusconi fosse perfettamente a conoscenza del fatto, tanto che l'obbiettivo del gruppo criminale era proprio quello di impadronirsi della cifra truffata. Giuseppina Casale (definita dal Gico di Palermo in ottimi rapporti con i salotti della Milano "bene" e con la malavita palermitana) in un intercettazione ambientale con lo zio di Cottone, Antonio, racconta di una sua telefonata con Paolo Berlusconi.

I due, come racconta Sanese, erano in ottimi e datati rapporti. Ecco il testo della telefonata della Casale iscritta negli atti di richiesta di rinvio a giudizio: «Perché (Cottone) viene a Palermo, inizia a fare "io mi compro tutta Palermo con i miei soldi...ha rubato...ha rubato a Paolo settantacinque milioni di euro e Paolo l'unica cosa che mi ha detto, mi ha chiamato mi fa: "Accetto che tu fai la separazione, appena che tu fai la separazione io a questo lo metto in mezzo alla strada».

Sanese racconta più dettagliatamente come Berlusconi fosse a conoscenza della truffa e spiega come sarebbe avvenuta. Cottone e la Casale nel periodo precedente al fallito sequestro si erano a lungo frequentati. Ecco il testo, anch'esso contenuto negli atti di rinvio a giudizio: «Perché tutti sanno di questa nota truffa che (Cottone) ha fatto a Paolo Berlusconi di 40 milioni di euro, almeno 40 milioni di euro che sono venuti a mancare a Paolo Berlusconi...dice: "come l'ha fatta?".

Io sentivo parlare a casa, che c'erano innanzitutto i pezzi dentro l'Amstrad, ha fatto una serie di di forniture di elettrodomestici dell'Amstrad (la marca dei decoder ndr), tutta con roba fasulla dentro e anziché mettere il materiale originale...e poi usava il meccanismo dei container...lo stesso che faceva con me in Svizzera. Cioè faceva entrare tre container, ne dichiarava due e uno lo vendeva.

Ed ha fatto questa mega truffa, ha fatto questo buco a Paolo di almeno 40 milioni. Io poi ho visto una registrazione che aveva sul telefonino la Casale, che mi ha fatto ascoltare l'ultima telefonata che aveva fatto con Paolo Berlusconi, dove Paolo diceva: "Senti, senti tu continua così..." e che Paolo alla fine, dopo tutto lo sdegno, diceva "lo voglio vedere ridotto...ha tradito la mia amicizia ventennale" e non mi ricordo le parole di preciso, ma mi ricordo benissimo che lo voleva ridotto sul ciglio della strada a chiedere l'elemosina. Io la voce di Paolo Berlusconi la conosco bene, ci ho parlato tantissime volte.

Se voleva fare un'azione legale? L'azione che voleva fare Paolo non lo so, la Casale mi ha raccontato ma io non ero presente quindi...i rapporti tra la Casale e Paolo Berlusconi? Ottimi rapporti, erano entrambi contro Cottone, tanto che la Casale ha detto a Paolo Berlusconi, dice: "Se dovessi fare qualcosa a mio marito, aspetta che prima avvenga la separazione". Perché la Casale inizialmente voleva procedere per via legale

3 - SVENTATO SEQUESTRO: PM, PAOLO BERLUSCONI DERUBATO DA COTTONE
(ANSA) 6 DICEMBRE 2007

Giovanni Cottone, ex socio di Paolo Berlusconi, obiettivo di un sequestro sventato all'ultimo momento dai militari della Guardia di Finanza il 4 giugno scorso, e' indagato dalla Procura di Milano per appropriazione indebita ai danni del fratello dell'ex premier. Oggi si e' saputo che l'inchiesta per quel tentato sequestro a scopo di estorsione e' stata chiusa a carico di cinque persone, ma ora e' emerso anche che in uno stralcio e' contenuta l'accusa contro lo stesso Cottone.

I sospetti sull'imprenditore erano iniziati con un'intercettazione dalla quale emergeva che la sua ex moglie, Giuseppina Casale, sospettava che l'uomo avesse messo a segno una truffa di oltre 75 milioni di euro ai danni dell'ex socio, Paolo Berlusconi. La Casale e gli altri quattro indagati per il rapimento fallito avrebbero organizzato il piano estorsivo proprio per entrare in possesso di quel 'bottino'. Secondo gli investigatori i banditi avevano intenzione di costringere Cottone a trasferire a loro i soldi frutto della truffa e depositati su conti svizzeri. Una volta ottenuto il denaro avrebbero poi ucciso la vittima. Paolo Berlusconi era stato sentito come testimone una quindicina di giorni dopo il blitz della Guardia di Finanza.

4 - FAUSTO BERTINOTTI TRA I TESTIMONI NOZZE VALERIA MARINI
(ANSA) - Conto alla rovescia per le nozze tra Valeria Marini e l'imprenditore Giovanni Cottone, che si celebreranno domenica 5 maggio nella Basilica romana dell'Ara Coeli. Intanto, è stata resa nota dagli assistenti all'organizzazione della cerimonia nuziale la lista dei testimoni della coppia: Maria Grazia Cucinotta, Ivana Trump, Anna Tatangelo, Alfonso Signorini per la sposa; Fausto Bertinotti, Gigi D'Alessio,Nicola Gurrado e Bartolomeo Giordano per lo sposo. Tre le griffe in ballo per l'evento: l'abito della sposa è stato realizzato da Ermanno Scervino, arricchito da gioielli Damiani (compreso un prezioso diadema); vestiti realizzati da Carlo Pignatelli per lo sposo, i testimoni e 16 paggetti, figli degli invitati. L'organizzazione dell'evento è affidata al noto wedding planner Enzo Miccio a Villa Piccolomini per 700 invitati.

 

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