1. UMORI NERI DISVELATI DALLA TELEVISIONE. È L’EPOCA DEL LABIALE DA TRADURRE. DI GALLIANI CHE INSULTA ABBIATI: “’STO PORTIERE DEL CAZZO, ‘STO PORTIERE DI MERDA” E A UN PASSO DALL’ENNESIMA SCONFITTA, SULLO 0-2, SI AGGRAPPA CON TUTTO IL MILAN A “STEFANO” EL SHARAAWY. DOPPIETTA, PAREGGIO A NAPOLI. E DOMENICA RICEVE LA JUVE 2. TRA QUALCHE MESE PROBABILMENTE FARÀ FESTA LA JUVENTUS, MA SE SI GUARDA LA CLASSIFICA E AL NETTO DEI RIPETUTI ERRORI ARBITRALI, RIMANGONO QUATTRO SQUADRE IN CINQUE PUNTI. IL CAMPIONATO È TRA I PIÙ APERTI DEGLI ULTIMI ANNI. UNA NOVITÀ RISPETTO AL DOMINIO SENZA ULTERIORI PREOCCUPAZIONI DELLA SCORSA STAGIONE 3. MIRACOLO SARDO/ARBITRI “CORNUTI”. BANDIERA VIOLA. FERRARA RISORGE. VIDEO TUTTIGOL

Tutti i gol/ VIDEO
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/calcio/2012/11/18/Tutti-gol-VIDEO_7815837.html

DAGOREPORT
Cieli plumbei, notti umide, umori neri disvelati dalla televisione. È l'epoca del labiale da tradurre. Di Adriano Galliani che insulta Abbiati: "'Sto portiere del cazzo, ‘sto portiere di merda" e a un passo dall'ennesima sconfitta, sullo 0-2, si aggrappa con tutto il Milan a "Stefano" El Sharaawy. Doppietta, pareggio a Napoli, brodino e visita taumaturgica di Berlusconi in settimana da monetizzare mediaticamente.

Intanto il Faraone arrivato a dieci gol continua a scalare la piramide. Con la cresta alzata, mentre i Balotelli, nonostante le tribune, non accennano ad abbassarla. Così in attesa di vederli insieme (a Milano guardano le nubi di Manchester e ci pensano seriamente), anche la tredicesima giornata va in archivio.

Detto del pari interno della squadra di Mazzarri, ennesima occasione sprecata, vetta sempre a 5 punti, si può dire che (sorprendentemente) il campionato è tra i più aperti degli ultimi anni. Dopo la sconfitta di Bergamo, L'Inter spreca malamente la sua occasione affondando con il Cagliari a San Siro per un 2 a 2 finale (con polemiche) che suona come una sconfitta. Il Napoli balbetta. La Fiorentina li raggiunge.

Tra qualche mese probabilmente farà festa la Juventus, ma se si guarda la classifica e al netto dei ripetuti errori arbitrali, rimangono quattro squadre in cinque punti. Una novità rispetto al dominio senza ulteriori preoccupazioni della scorsa stagione. Merito del doppio impegno dei campioni in carica (attesi martedì in Champions dal dentro o fuori con il Chelsea) e in questa 13esima, anche del catenaccio old-style della Lazio di Pektovic.

A Torino passa un terribile sabato pomeriggio, ma trova in Federico Marchetti (il portiere che la settimana precedente aveva ridato speranze alla Roma nel derby su innocuo passaggio da centrocampo di Pjanic) un ostacolo insuperabile. Finisce 0 a 0, con qualche inedito fischio per le scelte di Antonio Conte, ormai a un passo dal rientro in panchina.

Dal campo esce sempre Quagliarella (quello che ha segnato più di tutti, sei gol), ma né il sostituto Matri, né l'onnipresente Giovinco riescono ad abbattere il muro laziale. Ventuno tiri in porta. Zero gol. Per Gennaio si parla del quasi 34enne Drogba o di Llorente dell'Athletic Bilbao. Qualcosa succederà. Intanto, mentre si dà vita alla consueta, stucchevole scazzottata dialettica con l'Inter, domenica, come nelle scampagnate estive del Trofeo Berlusconi, la Juve andrà a casa del Milan per una partita vera.


MIRACOLO SARDO E ARBITRI "CORNUTI".

Il colono del petrolio, Massimo Moratti, ospita il Cagliari. I sardi non vincono a Milano dal 1995. Per il padrone della Saras sembra la domenica perfetta. Però dopo un avvio consolante (ancora Palacio in gol dopo 10 minuti), il Cagliari del duo Pulga-Lopez (14 punti in 7 partite) inizia a giocare (e molto bene) in contropiede. Due enormi parate di Handanovic prima e poi in chiusura di tempo, mentre il Cagliari è momentaneamente in dieci, il pareggio di Marco Sau, uno che l'anno scorso fece impazzire Castellamare di Stabia e oggi, fa godere Cellino.

Sull'1-1, con una squadra stanca, l'Inter si scopre e offre ancora a Sau la possibilità di punirne la presunzione. Sull'1-2, a 25 minuti dalla fine, con il pubblico che pregustava la Juventus a due punti e se la ritrova a cinque, Stramaccioni mette Coutinho e Alvarez in appoggio al tridente. Ma né Milito, né Cassano hanno la forza di ribaltare il risultato come ai tempi di Mourinho era la regola.

La "remuntada riesce a metà e di fare 2 a 2 si occupa il difensore Astori deviando nella sua porta un cross di Alvarez. L'arbitro Giacomelli nega un solare rigore all'Inter e i cattivi pensieri diventano plastiche certezze. Stramaccioni si fa espellere, Moratti si incazza in tribuna, il pubblico fischia. Tutto giusto. Tutto comprensibile.

Nel post partita il presidente si fa sentire. "Posso dire che per tre partite di seguito, una ci è andata bene per grazia di Dio e abbiamo avuto a che fare con ingiustizie arbitrali e con un atteggiamento che ci ha impedito di raggiungere il risultato. Non posso stare zitto. Non mi piace rientrare in situazioni del passato". Poi ancora: "Complotto? No, solo incapacità. Se ci fosse un disegno sarebbe gravissimo".

La Juve risponde con l'arroganza di sempre. Un "No comment" sul sito seguito da consiglio a scaricare la relazione del procuratore Palazzi datata 2011. Quella in cui si postula che anche a Milano si commise "illecito sportivo" per "condotte finalizzate ad assicurare un vantaggio in classifica".

Rissa totale, antichi veleni. Calciopoli eterne. Ma l'ossessione del complotto non elimina il deficit. Se l'Inter avesse superato Atalanta e Cagliari sarebbe prima con due punti di vantaggio sulla Juve. Invece è indietro di quattro. Incredibile se si pensa allo spreco sulla carta, ma non scandaloso per quanto mostrato nelle ultime due settimane. E le colpe non sono tutte arbitrali.

BANDIERA VIOLA.
Davanti al fratellino di Della Valle senior, Andrea, un tipo che somiglia sempre più al cumenda di Vanzina, Guido Nicheli e balla al ritmo dell'altoparlante dello stadio neanche fosse in una discoteca di Cortina, a volare sono solo gli "Aquilani": l'ex centrocampista di Roma, Milan e Liverpool segna due gol, la squadra di Montella gioca bene e umilia l'Atalanta. Ancora quattro gol e un divertimento che rimane negli occhi. L'Atalanta che pure prova a opporsi rispondendo colpo su colpo e risale fino al pari di Bonaventura, viene liquidata nel secondo tempo.

Segnano ancora Gonzalo Rodriguez e Luca Toni, organizza sontuosamente Borja Valero, immette fosforo Pizarro (un ex, secondo i dirigenti romanisti). Tutto si può dire del provincialismo che si ostina a proiettare Renzi, il suo amico imprenditore del calzaturiero e una squadra di calcio come simbolo del Rinascimento fiorentino, ma non che a Firenze non abbiano condotto il calciomercato con oculatezza. I viola sono terzi. Appaiati al Napoli. A un solo punto dall'Inter. A quota ventisette. Sognare lo scudetto è eccessivo, pensare al ritorno in Champions League, doveroso.

MEDIOCRITÀ E SORPRESE
Dietro la Lazio che con il punto di ieri è quinta a 24, un altro campionato. In attesa della Roma (domani sera, opposta al temibile e imbattuto Torino da trasferta), un gruppone che dai 19 punti del Catania ai 14 ottenuti dai prossimi avversari di Zeman, tiene 8 squadre in sole 4 lunghezze. Mediocrità, equilibrio, livellamento. Decidete voi.

La risposta e la valutazione dovrebbero darla bilanci economici e aspettative eccessive date in pasto ai tifosi durante l'estate. Se al Catania che batte il Chievo per 2-1 con doppietta di Almiron e si accomoda solitario al sesto posto vanno sentiti applausi (da estendere a Rolando Maran, tecnico esordiente a queste latitudini) e Udinese e Parma fanno quel che possono per superarsi (2-2), impressiona in negativo la classifica dei gruppi a disposizione di Zeman e Allegri.

RE SERSE, CIAO STROPPA.
Va peggio al terzo troncone, la diligenza di chi lotta per restare in serie A, l'estremo sud di un campionato diviso in tre parti. In questo senso la domenica presentava scontri diretti. Ne approfitta il Bologna che ridicolizza il Palermo in un clima di contestazione al presidente Guaraldi (3-0, perla di Gilardino) e soprattutto il Siena di Cosmi, non più ultimo da solo.

Nella "partita della vita" come aveva detto Serse il furioso (espulso al 45' per i troppi insulti al suo attaccante Calaiò), i toscani dominano a lungo il Pescara di Stroppa (ultima fermata per lui, dimissioni al '90, da domani Pasquale Marino o Edy Reja), ma vincono con un solo gol di scarto (Valiani dopo mezz'ora) e rischiano anche di peggio. Rigore per il Pescara in chiusura di primo tempo.

Tira Vukusic, para Gianluca Pegolo, 32enne con la miglior media voto tra i portieri di serie A (Buffon compreso), uno che fino a due anni fa svernava fuori rosa. Senza la penalizzazione il Siena sarebbe a 16, un punto in meno della Roma, uno in più del Milan. Con una delle squadre dall'organico più inadeguato all'ex campionato più bello del mondo, Cosmi sta facendo un miracolo.

FERRARA RISORGE.
Miracolo che si verifica a Genova. Risorge la Sampdoria di Ferrara dopo sette sconfitte consecutive, affonda il Genoa di Gigi Delneri arrivo a quota cinque. Squadra slegata e in balia della Sampdoria per tutto il primo tempo in una giravolta di ammonizioni, tifosi allo Zenit coreografico (spettacolo) e atmosfera da ultima spiaggia. Con una sola punta, il diciannovenne argentino Mauro Icardi (fortissimo, in gol all'esordio, ne sentiremo parlare) la squadra del petroliere Garrone segna lo stesso.

Prima il figliol prodigo Poli, poi il comico autogol di Cesare Bovo. Sul 2-0, davanti alla curva genoana, la Samp potrebbe imperversare. Frey evita guai peggiori, ma nella ripresa nonostante l'ingresso di Vargas e Bertolacci e un gol di Immobile per l'illusorio 1-2, il copione non cambia di molto. Come è ovvio il Genoa attacca, spera e si dispera, ma la fortuna gira al largo e Icardi la chiude al 90'. Tre a uno.

Rino Gaetano dagli altoparlanti dice che "il cielo è sempre più blu", la Lanterna illumina il Ferrara rigenerato per la gioia della curva di Sky (Ilaria D'Amico, Massimo Mauro) e senza possibilità di equivoco, la nera crisi del giocattolaio Enrico Preziosi. Joker non ride più. La squadra costruita (e poi rinnegata in estate) è da sola, con evidenti limiti, all'ultimo posto in classifica.

L'ultima immagine dello scorso torneo aveva offerto una formazione in grottesca crisi di identità, pronta a spogliarsi delle maglie su ordine dei tifosi. Sembrava impossibile, ma pochi mesi dopo, sportivamente, sembra andare persino peggio. Domenica prossima c'è l'Atalanta in trasferta. Auguri.

 

EL SHARAAWYabbiati christianPALLONETTO DI NATALEMASTELLA E ANDREA DELLA VALLE DIEGO DELLA VALLE E FRATELLO ANDREA FIORENTINAEL SHARAAWYrmint39 tronchetti provera massimo moratti moSAMP-GENOAMAZZARRITONI E AQUILANISTRAMACCIONIINTER-CAGLIARIafef inter

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