UNA FICTION CI SEPPELLIRRÀ: ELEONORA ANDREATTA E IL NUOVO CORSO SOCIAL-FEMMINISTA DEI POLPETTONI RAI


Denise Pardo per "l'Espresso"

Nella Rai dove abbondano i tromboni , lei si definisce con molta semplicità simile a una giardiniera perché semina e aiuta a crescere idee, storie, progetti. Visto che sta rivoltando da sotto a sopra la fiction, dai modi ai modelli, il paragone in fondo calza: è solo smuovendo la terra che si può sperare in un raccolto di soddisfazione.

Anche la sua nomina a potente direttore di Rai Fiction è nata così, con un progetto chiaro, un pensiero diverso su come raccontare, messo nero su bianco in una mail spedita al nuovo direttore generale - che appena arrivato aveva aperto una casella di dialogo con i dipendenti - lanciata come una semina nell'aria e nel cielo del Web.

Il suo nome è Eleonora; il cognome, assai impegnativo, Andreatta. Ma in Rai la chiamano Tinny perché, narrano le biografie spuntate con la sua nomina, a New Delhi i suoi genitori Beniamino e Gianna andarono a vedere una commedia del premio Nobel indiano Rabindranath Tagore dove la protagonista, una principessa generosa che diventa eroina del popolo, si chiamava così.

Ora è difficile immaginare che la Tinny della Rai, 48 anni, colori da Dublino su viso e capelli, premiata da una stagione di successi come "Che Dio ci aiuti" o "Un passo dal cielo 2", fiction già seguite da capo struttura, diventi altrettanto eroica agli occhi di quei produttori, politici e aspiranti attrici rimasti a digiuno di contratti, segnalazioni e sistemazioni. La Rai sta cambiando, spiega, e ricorda il suo stupore quando Luigi Gubitosi, dopo la suddetta mail e due colloqui, le annunciò la nomina. Così inaspettata da tirarle fuori il fatidico «Siamo su "Scherzi a parte"?».

In un'azienda pur segnata dai veleni, nessuno mette oggi in dubbio il merito del traguardo (raggiunto dopo quasi vent'anni di azienda). Nemmeno, a quanto pare, il defenestrato Fabrizio Del Noce, suo predecessore. Nemmeno quelli che alludono non tanto sottovoce a un padre importante: «Ho sofferto molto per questo», ha confessato una volta, «ma credo che la mia storia parli da sola». Insomma, finora, giudizio unanime in un luogo dove l'unanimità, quando c'è, dura appena quanto un consiglio d'amministrazione: le vengono riconosciuti intuito, passione per il racconto e dedizione al lavoro.

Anche di essere insonne e tiratardi, come riconosce con affetto qualcuno dei quaranta dipendenti di Rai Fiction, in maggioranza donne. In ogni caso, principessa o eroina, oggi siede su una montagna di denaro: 180 milioni di euro di budget. In tempi di tagli e spending review, una vera fortuna.

Prima donna nella misogina Rai a capo del settore - sempre più strategico non solo per distribuzione di lavoro e contratti ma anche per il potere di raccontare la società e trasmettere modelli culturali - Andreatta sta riversando nella fiction anche quello che le donne, (come i giardinieri) hanno imparato a fare nella vita, per natura e per destino. E quindi moltiplica, spezzetta, ibrida, a volte contemporaneamente.

Ha esordito mandando in Rete le linee guida editoriali: non si era visto nulla del genere a viale Mazzini, alla Bbc è ordinaria amministrazione. Poi è arrivato il resto. Dalla regola che per proporre una fiction non bastino più due cartelline e via, ma una trentina almeno, fino alla sfida di descrivere il Paese vero, la trasformazione dei ruoli e delle identità, le tematiche sociali (in ballo progetti sullo ius soli e sui figli nati in carcere). Un tracciato netto da tenere in equilibrio, a volte sull'orlo dell'equilibrismo, nel viaggio tra finzione e reale, tra sogno dell'evasione (le nuove commedie sentimentali al posto del film del lunedì sera) e racconto civile (Adriano Olivetti, Giorgio Ambrosoli, "L'oro di Scampia").

La sfida di una persona che ama come ama lei "Big fish", il film di Tim Burton, un canto alla capacità di raccontare storie incredibili, è soprattutto questo. Aprire la porta al nuovo. Uscire dal mondo autoreferenziale del cerchio magico dei produttori e degli stereotipi, quello che lei chiama, citando Ariosto, "il castello di Atlante".

Sempre per questo è successo che sul suo divano si sia seduta una ragazza con la chitarra di 22 anni, incredula di aver avuto risposta a una mail, che proponeva una serie web fatta di canzoni. O che la casa di produzione Indigo Film, che non era mai riuscita a trovare un varco in Rai, abbia firmato il contratto per "Una mamma im-perfetta", striscia quotidiana ideata da Ivan Cotroneo sulla vita di quattro donne "normali".

Otto minuti sul Web (esperimento sul "Corriere.it"), tornerà in autunno su Rai Due ma, questa volta, come una classica serie tv. O che "Il bambino cattivo", punto di vista di un bambino che si difende dal dolore della separazione, scritto anche da Pupi Avati, sia stato scelto dal Garante per l'infanzia, al quale lei lo aveva fatto leggere, per ricordare proprio la Giornata mondiale dell'infanzia, il 20 novembre. Scelte coraggiose come il tema della solidarietà tra adolescenti. Che permette a un gruppo di ragazzi ricoverati in ospedale di affrontare la partita tra la vita e la morte, "Braccialetti rossi" si chiama, è una serie spagnola che afferra il cuore, comprata per gli Usa da Steven Spielberg.

Un bel risveglio, dice lei che in questa stagione ha portato a casa l'invidiabile media del 23,5 per cento e registrato per sei volte picchi di oltre 10 milioni di telespettatori, che su Rai Uno ha aumentato la produzione del 20 per cento. In quanto alla prossima stagione, il piano prevede 120 serate, oltre alle 250 di "Un posto al sole" e a quelle delle nuove serie web ("Ombrelloni" debutta a luglio). Una rivoluzione, secondo viale Mazzini.

«Bisogna guardare avanti», sostiene Andreatta che, dopo Bologna, si è formata a Los Angeles, e aveva lavorato, prima di collaborare con la Rai nel 1995, per l'Academy Pictures di Manfredi e Vania Traxler, pionieri nello scoprire e distribuire film di qualità e di nicchia snobbati dalle major.

A furia di guardare avanti ecco la svolta industriale, oltre che editoriale: perché non applicare il ventaglio di offerte multimediali per esempio a un prodotto come "La grande famiglia", fiction record di Rai Uno (quasi sette milioni di telespettatori) e modello d'ibridazione di vari generi, mistero-commedia-tragedia?

Come dire, la fiction va liberata, divisa e sezionata. Così "La grande famiglia" adesso si duplica con "Vent'anni prima", prequel (orribile neologismo per indicare un film con l'antefatto di un altro film) che svelerà in sei pillole di sette minuti sul sito della rete gli eventi antecedenti alla trama già andata in onda.

Questo, spiega Tinny, è il concetto di ampliamento dell'offerta. C'è dell'altro, c'è anche il seme del non sprecare. E l'utilizzo del recupero e dell'adattamento: come è successo con "Don Matteo", con la rivisitazione di "Il medico in famiglia" o nel caso di "Dio ci aiuti", dove suor Angela mostra fragilità umane prima nascoste. Di nuovo: la filosofia del giardiniere oltre alla declinazione al femminile.

Nel palinsesto ci sono tante donne e il racconto delle loro vite complicate. Non solo madri, casalinghe, maestre di scuola o svenevoli bellone. Ma donne contemporanee come nella fiction sulla sindaco della Locride: nella speranza, sospira Tinny, di passare il messaggio che il potere non sia privilegio ma fatica, rischio, servizio civile.

Si è scritto molto su questo innesto massiccio di narrazioni femminili. Tanto che un produttore, sottoponendole un soggetto con un protagonista maschile, si è sentito in dovere di specificare di essere pronto a fargli cambiare sesso... Ripensando all'episodio Andreatta sorride. E intanto guarda sugli scaffali bottiglie e tappi di champagne con le date e i nomi di fiction molto note: «Sono il premio delle scommesse sugli ascolti. Vinte». Dopo la semina, la festa del raccolto.

 

SCENA DELLA FICTION UNA GRANDE FAMIGLIA ELEONORA TINNY ANDREATTA CHE DIO CI AIUTI7l10 fabrizio delnocePUPI AVATI STEVEN SPIELBERG

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)