1. ESCLUDERE, ESCLUDERE, ESCLUDERE. IL POTERE CHE RIDISEGNA SE STESSO NON PUÒ FARE ALTRIMENTI. LA PROTESTA DELLE DEPUTATE DI BIANCO VESTITE NON HA AVUTO FORTUNA SE NON CON FOTOGRAFI E CAMERAMEN. LA PROSSIMA VOLTA SI POTRÀ RIPROVARE AGITANDO TUTTE QUANTE I FOULARD DI HERMES, MA LA SOSTANZA NON CAMBIA 2. UN MANIPOLO DI POLITICANTI SARÀ SEMPRE PORTATO A ESCLUDERE GLI ALTRI. OGGI L’ESCLUSIONE DELLE DONNE, MA NON È L’UNICA ESCLUSIONE ALLA QUALE MIRA L’ITALICUM 3. NON C’È NESSUN RIMORSO PER IL FATTO CHE IL 40% DEGLI ITALIANI ORMAI NON VOTA. E CON I PREMI DI MAGGIORANZA, CON LE SOGLIE SINGOLE E DI COALIZIONE, SONO PROIBITE LE ALTERNATIVE E LA NASCITA DI PARTITI E MOVIMENTI DAL BASSO. M5S E LA LEGA DI DOMANI O NON NASCERANNO PIÙ, O IMPIEGHERANNO MEZZO SECOLO PER SBARCARE IN PARLAMENTO. PER ALTRO PER NON CONTARE NULLA COME CAPITA IN FRANCIA AL FRONT NATIONAL

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA
Ma che bello spettacolo. Il Rottam'attore e Papi Silvio si mettono d'accordo sulla legge elettorale, dicono di no alla parità di genere nelle liste, però lasciano "libertà di voto" e vincono la partita a scrutinio segreto. Se il Sultanino di Arcore ha un'opinione delle donne ampiamente conosciuta, grazie ai fasti di iniziative come "Silvio ci manchi" e alle sentenze di tribunale, Pittibimbo invece tenta il gioco di prestigio promettendo che "nelle liste del Pd l'alternanza sarò assicurata". Come se una parità garantita per legge fosse la stessa cosa di una parità concessa di volta in volta dal Principe.

La protesta delle deputate di bianco vestite, dunque, non ha avuto fortuna se non con fotografi e cameramen. La prossima volta si potrà riprovare agitando tutte quante i foulard di Hermes, ma la sostanza non cambia. Un manipolo di asserragliati, siano essi gli onorevoli maschietti o i senatori da abolire, sarà sempre portato a escludere gli altri. Oggi si discute dell'esclusione delle donne, ma non è l'unica esclusione alla quale mira l'Italicum.

Ci sono temi dei quali non si parla più o non si parla mai. Instupiditi dalla cortina fumogena della famosa lotta ai "costi della politica", nessuno è più in grado di dire con esattezza quanto costa farsi eleggere in Parlamento. Non c'è nessuna attenzione per l'evidente compattezza di censo - assai più grave della disparità di genere - che unisce deputati e ministri, di destra, di centro e di sinistra (discorso a parte per i grillini, che però non sono un partito).

Non c'è nessun rimorso per il fatto che il 40% degli italiani ormai non vota. Si approva una legge elettorale, frutto dell'accordo dei due maggiori partiti, che con la scusa del mito assoluto della "governabilità" mira solo a escludere quanti più voti possibile dalla conquista di Palazzo Chigi. Con i premi di maggioranza, con le soglie singole e di coalizione, sono proibite le alternative e la nascita di partiti e movimenti dal basso. Il Movimento Cinque Stelle e la Lega di domani o non nasceranno più, o impiegheranno mezzo secolo per sbarcare in Parlamento. Per altro per non contare nulla come capita in Francia al Front National.

Escludere, escludere, escludere. Il potere che ridisegna se stesso non può fare altrimenti. Sarà politicamente poco corretto, ma in mare c'è chi sta sui barconi e chi sta sugli yacht. Ottenere la parità di genere sugli uni o sugli altri non cambia la sostanza delle cose. La sostanza la cambia la possibilità reale di passare da un'imbarcazione all'altra. Il cosiddetto ascensore sociale.

E nel giorno in cui le deputate incassano un'amarissima sconfitta, le parole più illuminanti sfuggono dalla bocca del presidente della Luiss, la costosa università privata della Confindustria: "Nonostante la crisi, il 78% degli studenti Luiss in dodici mesi lavora" (Corriere, p. 20). Per la cronaca è una donna e si chiama Emma Marcegaglia. L'esclusione forse non è solo una questione di genere.

2 - E LA PROSSIMA VOLTA TUTTE COME LE FEMEN?
"Affondata la parità di genere. La rivolta delle donne del Pd. Democratici spaccati al voto segreto, decine per il no. Ma Renzi assicura: nelle nostre liste ci sarà alternanza" (Corriere, p. 2). Per capire che è successo bastano le parole carpite da Fabrizio Roncone a Stefania Prestigiacomo alla buvette: "I maschietti di tutti i partiti vogliono conservare la poltrona. A scrutinio segreto, ancora una volta, saremmo spacciate. E mi sa che se perdiamo i guai peggiori saranno per il Pd" (Corriere, p. 3). Facile profezia.

La Repubblica dei renziani in grave imbarazzo: "Nel Pd la tentazione del blitz. ‘Possiamo far saltare la legge'. Spaccatura tra renziani e minoranza. La minaccia delle donne. Cuperlo: questo non è un buon testo. Gli uomini del segretario respingono i sospetti. Civati all'attacco" (p. 6). L'ira della Bindi: "Sacrificata la Costituzione all'accordo con Berlusconi, non voterò questa riforma" (p. 7).

3 - L'ULTIMO APPELLO DI SQUINZI A RENZIE: I SOLDI DATELI A NOI. SAPPIAMO COSA FARNE (HANNO OTTIMI COMMERCIALISTI)

Giorgio Squinzi pubblica sul Corriere delle banche (p. 6) un ultimo, disperato appello al premier perché la riduzione del cuneo fiscale passi per un taglio dell'Irap alle aziende. "Ridurre il cuneo fiscale delle aziende è l'unica strada per creare occupazione", scrive il capo di Confindustria. Sostiene che "più di 35 punti di svantaggio competitivo rispetto alla Germania sono un abisso che non possiamo colmare facendo leva sempre sulla nostra creatività e fantasia", ma omette di ricordare che in Germania e in Francia il cuneo fiscale è più alto che in Italia.

Rilancia con efficacia l'argomento secondo il quale "sarebbe interessante chiedere agli italiani se vogliono un lavoro o qualche decina di euro in più in tasca", ma non prende alcun impegno (e non può farlo perché è una persona seria) sul fatto che un riduzione dell'Irap si possa realmente tradurre in nuove assunzioni e non in maggiori profitti. Sorvola sul fatto che non tutte le imprese esportano e che molte invece si rivolgono al mercato interno e quindi beneficerebbero del taglio dell'Irpef sotto il profilo della domanda.

Non vanno meglio, almeno in apparenza, i rapporti del Rottam'attore con il sindacato. Repubblica: "Scontro frontale tra Camusso e Renzi. ‘Cgil pronta alla mobilitazione'. La replica: ‘Uno sciopero contro i soldi in busta paga" (p. 13). L'analisi della Stampa: "La Cgil cerca di rompere l'assedio Renzi-Landini. In corso d'Italia convinti che l'obiettivo sia scardinare il sindacato. Ci sarebbero stati tre incontri riservati tra Renzi e Landini a Firenze, a Palazzo Vecchio, nelle settimane scorse" (p. 5).

Pesa ancora tanto l'appoggio dichiarato della Camusso a Bersani e a Cuperlo in occasione delle primarie del Pd.
Il Messaggero raccoglie prontamente l'ordine di Renzie, che vuole vederci chiaro sui conti del sindacato, e scrive: "Un miliardo l'anno: ecco come lo Stato finanzia i sindacati. Aboliti i rimborsi ai partiti, restano i soli ad avere contributi dall'erario. Non sono tenuti a presentare bilanci. L'ingente patrimonio immobiliare. Solo grazie alle convenzioni pubbliche, caf e patronati incassano 600 milioni di euro. Senza alcun controllo" (pp. 2-3). Che vergogna: con tutti gli avvocati e i commercialisti che abbiamo!

4 - MENO TASSE PER TUTTI. PER LE COPERTURE POI SI VEDE
La Stampa svela i progetti del Rottam'attore: "La scelta di Renzi: ‘Subito 10 miliardi per le famiglie'. Il premier ha deciso: il tesoretto va in busta paga. ‘Il modo migliore per aiutare le imprese è snellire la burocrazia" (p. 7). E dopo il viaggio di Padoan a Bruxelles, Repubblica ricapitola "le condizioni di Bruxelles all'Italia: ‘Rispetto del 3% e piano di riforme'. Van Rompuy teme che manchi ancora una strategia anti-crisi" (p. 11).

Per il Corriere, "Irap e Irpef, l'ipotesi di un taglio a rate. Spunta la stretta sulle reversibilità. Per la copertura possibili risparmi sulle commesse per i caccia F-35" (p. 9). Il Messaggero sostiene che per Padoan basteranno sostanzialmente i tagli alla spesa pubblica (p. 4).
Durissimo il Giornale: "Sul cuneo fiscale c'è aria di truffa. Padoan promette tagli alla spesa per ridurre le tasse ma il piano finora l'ha visto solo Renzi. I tecnici: non ci sono soldi" (p. 7)

5 - COMPAGNO CAMERON, FRATELLO RENZIE
La scelta di Cameron: la figlia studierà in una scuola pubblica. Il capo del governo conservatore non vuole un istituto privato. La moglie Samantha: ‘Per Nancy voglio un'adolescenza normale'. ‘L'infanzia è già stata atipica. E' importante avere amici veri di tutte le estrazioni sociali" (Corriere, p. 23). Quando l'ovvio e il buon senso diventano quasi eversivi.

Poi apri Repubblica, e in fondo a pagina 9 ecco lo sfogo del piddino Roberto Reggi, sottosegretario all'Istruzione: "Qui nessuno sa niente sui fondi disponibili per la ristrutturazione delle scuole. Matteo Renzi spara razzi nel cielo, quello è il suo talento, ma poi noi arranchiamo dietro. Mancano tutti i dettagli, e che dettagli. Abbiamo chiesto la collaborazione degli ottomila sindaci" (p. 9). L'immagine di Pittibimbo che spara razzi nel cielo è davvero impagabile. Chissà se alle prossime elezioni anche la poltrona di Reggi sarà sparata nel cielo.

E fa piacere anche leggere le ultime statistiche sugli asili: "Caro-asilo, l'anno della grande fuga. Da Nord a Sud bimbi a casa con i nonni. L'Istat: per la prima volta da dieci anni iscritti al nido in calo". Una famiglia su cinque rinuncia al nido o se ne va (alcune rette sfiorano i 500 euro al mese) e la morosità è cresciuta del 31% negli ultimi due anni (Repubblica, p. 21).

6 - A COSA SERVONO I GIORNALI (I GIORNALISTI E LA PAGNOTTA)
Ignazio sotto-Marino scalcia su Acea e sul suo management, società della quale Calta-papà detiene un pacchetto del 16%, e il Messaggero risponde dando fiato ai tromboni: "Acea, vola l'utile e salgono i dividendi. Il cda approva i conti: risultato netto +83%. Svolta con l'arrivo dell'ad Gallo. Approvato il piano industriale con 2,4 miliardi di investimenti" (p. 15).

Il direttore del Sole 24 Ore. Roberto Napoletano oggi rivolge un vibrante appello al premier sul taglio del cuneo fiscale, chiedendo di non cercare "consensi effimeri", distribuendo "elemosine elettorali" (p. 1). 

7 - RIPESCAGGI DI STATO
Indiscrezione notevole sul Sole 24 Ore: "Incontro a Palazzo Chigi tra Delrio e il pm Gratteri: spunta l'ipotesi che il magistrato presieda la commissione sulla criminalità organizzata" (p. 12). Chissà se accetterà, dopo esser stato depennato d'imperio dal Quirinale dalla lista dei ministri.

8 - NON SONO STATO, IO
Nel giorno in cui tramontano le quote rosa in Parlamento, una storia allucinante dalla capitale: "Io, abbandonata in bagno ad abortire'. Roma, l'accusa di Valentina: in ospedale erano tutti obiettori. Quindici ore di calvario. E mentre ero lì stravolta dal dolore entravano attivisti pro vita con i Vangeli in mano. Ho fatto ricorso perché, avendo una malattia genetica, con la diagnosi pre-impianto anch'io potrei diventare madre" (p. 18).

9 - ULTIME DAL MONTE DEI PACCHI
Non si fermano le scosse sulla Rocca senese: "Mps, vendono Aleotti e Fondazione. L'Ente scende per la prima volta sotto il 30%: ora una cessione in blocco non fa scattare l'Opa. Si avvicina il cambio radicale della governance dell'istituto senese. Degli azionisti storici potrebbe rimanere solo Axa" (Sole, p. 1 secondo dorso). Alla fine Profumo riuscirà a portare a casa l'aumento di capitale. Ma a prezzi più alti di quelli che avrebbe spuntato a Natale. Merito della Fondazione, non c'è che dire.

 

deputati in bianco per la parita di genereDEPUTATE IN BIANCO deputate vestite di bianco per la parita di genere ravetto giammanco MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MARCEGAGLIAgasp65 berlusconi sua deputataStefania Prestigiacomo Rosy Bindi GIORGIO SQUINZI RENZI E CAMUSSOAgnese-Landini-e-Matteo-Renzi.Van RompuyDAVID CAMERON graizano delrio ALBERTO GIOVANNI ALEOTTI Sede MPS

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