raggi nuovo stadio

"ESSERE VIRGINIA RAGGI: NON FAR NIENTE E FARLO MALE" – ALESSANDRO GIULI SCOTENNA LA SINDACA: "E' FUORI DALLA SOSTANZA DELLA REALTA' CHE DOVREBBE GOVERNARE, NON SA MAI NULLA DI QUEL CHE ACCADE NEI SUOI PARAGGI. SULLO STADIO NON SI E’ACCORTA DI NULLA, E SULL’INTITOLAZIONE DI UNA VIA AD ALMIRANTE…"

virginia raggi (5)

ALESSANDRO GIULI per Libero Quotidiano

 

Essere Virginia Raggi. Ovvero vivere a propria insaputa, non far niente e farlo male. L' impressione è questa, desolata e infelicitante anche per il popolo pentastellato che l' ha eletta in massa sindaco della Capitale. E adesso lei, avulsa e incollerita, si costringe a uscire dalla procura di Piazzale Clodio da una porta laterale, piena di cattivi presentimenti, dopo essere stata ascoltata come persona informata sui fatti che riguardano la brutta storia germinata intorno allo stadio della Roma. «Andrò in procura come testimone per fare chiarezza in una vicenda che mi vede parte lesa. Ricordo e preciso che la procura ha già detto che non c' entro niente. Per favore non iniziamo con il solito fango», così aveva detto Virginia prima di raggiungere i magistrati; e non c' è ragione per crederla bugiarda.

virginia raggi (4)

 

Non è questo il punto. A occhio, potrebbe perfino finire con il Comune di Roma parte civile contro il suo consulente Italo Lanzalone, l' uomo forte delle relazioni nel centro storico di una città ormai perduta.

Il tema è un altro: sindaca Raggi, detto con affetto, perché lei non sa mai nulla di quel che accade nei suoi paraggi?

 

raggi baldissoni

MISSIONE DIFFICILE L' ultimo episodio racconta qualcosa di esemplare. Il sindaco è negli studi di Porta a Porta, il miglior tribunale che si possa desiderare per parlare con tranquillità incoraggiati dal garbo naturale di Bruno Vespa. La missione di Virginia è tosta ma non impossibile: proclamarsi non pervenuta nella giostra del generone romano che - di là da ogni rilievo penale - trasforma con puntualità qualunque progetto immobiliare in un film di Alberto Sordi. Il sindaco fa la sua parte, con una punta di vittimismo femminile al limite dell' autolesionismo, «c' è un accanimento mediatico contro di me, forse perché sono donna», ma allora meglio sarebbe stato gorgheggiare un orgoglioso «sono una donna non sono una santa». E invece no, posto che «io non sono lo sfogatoio di Italia» e che «questa cosa deve finire», la linea difensiva è tutta in questa frase: «Io non c' entro».

LANZALONE E VIRGINIA RAGGI

 

Ecco il vero problema: lei non c' entra, è totalmente fuori dalla sostanza della realtà che dovrebbe governare, al punto tale che, mentre dichiarava la propria inesistenza, i suoi consiglieri comunali votavano convinti l' intitolazione di una strada romana a Giorgio Almirante, una battaglia di sacrosanta retrovia cara alla destra, il trionfo di una smagliante Giorgia Meloni. Risultato? Non appena il sindaco ha saputo, una volta in più, di governare Roma a sua insaputa, si è affrettata a impugnare la decisione minacciando fulmini antifascisti.

 

SGRETOLAMENTO È la storia che si ripete, è l' eterno ritorno dell' identico e tragicomico non-fare, non-esserci, non-sapere che sta condannando Roma allo sgretolamento (ieri è venuto giù un altro pezzo di Mura Aureliane) e i romani a un' autogestione selvaggia. Soltanto a febbraio, praticamente l' altroieri, il cielo di Roma sembrava ci stesse cadendo sulla testa a forza di pioggia e poi neve addirittura.

raggi buca

E Virginia dov' era, che cosa diceva? Stava in Messico, si faceva fotografare in bicicletta, turista per scelta a un congresso sul clima, in beffardo spregio alle previsioni meteorologiche. Fuori dal Paese. Letteralmente spaesata.E simile spaesamento il sindaco Raggi mostrò quando, un anno fa, si seppe che nel 2016 il dipendente comunale Salvatore Romeo l' aveva indicata come beneficiaria della sua assicurazione sulla vita da 30mila euro, salvo poi farsi promuovere di lì a poco al vertice della sua segreteria. Nessun reato, nessun peccato; ma sempre la stessa autopercezione sfocata: non sapevo e sempre la stessa domanda che risuona nel nostro cuore deluso: Virgì,'ndo stai; Virgì, 'ndo vivi? Dovrà spiegarlo il 21 giugno ai giudici che l' hanno rinviata a giudizio con l' accusa di abuso d' ufficio per la nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, a capo del Dipartimento Turismo del Campidoglio.

alessandro giuli

 

Nomi che oggi dicono poco al comune mortale, ma la solita Virginia ha dovuto ammettere in tivù da Giovanni Floris che su certa gente ingaggiata a Roma ha commesso un «grave errore di valutazione» non ci aveva capito niente. Al che Floris, vox populi: «Bastava chiedere un po' in giro». Sta qui il segreto dell' insuccesso: non domandare in giro, rifiutarsi di auscultare la terra che si calpesta (con il rischio di precipitare in una buca) e di accompagnarsi alla gente anonima che sbuffa allibita o arrostita negli autobus di questa Capitale del medioriente. Dice: ma mica sarà tutta colpa di Virginia Raggi, se Roma è Roma. Figurarsi, da queste parti abbiamo ancora un conto aperto con il piano regolatore del sindaco Ernesto Nathan (1907-1913), ma almeno lui sapeva di esistere.

Raggiraggi

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…