
ALLA FACCIA DEL SOVRANISMO: ECCO COME CONSEGNARE MANI E PIEDI A NETFLIX IL CENTRO SPERIMENTALE, CHE FORMA I NUOVI AUTORI, E LA POVERA CINETECA - LA FONDAZIONE CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA (CSC) E NETFLIX HANNO ANNUNCIATO UNA PARTNERSHIP CHE RIDÀ VITA ALLO STORICO CINEMA EUROPA A ROMA (PRATICAMENTE NETFLIX SI E' FATTO UN CINEMA SUO) – TUTTO AVVIENE MENTRE I CINEMA RESPINGONO I FILM NETFLIX: “NON SIAMO UNA SEMPLICE VETRINA PROMOZIONALE” - LA PRECISAZIONE DI GABRIELLA BUONTEMPO: "L'EDIFICIO SARÀ OGGETTO DI UNA GRANDE RIQUALIFICAZIONE E TORNERÀ A DISPOSIZIONE. NETFLIX CONTRIBUIRÀ ALLE SPESE E COLLABORERÀ CON IL CSC..."
LA PRECISAZIONE DI GABRIELLA BUONTEMPO, PRESIDENTE CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA
Riceviamo e pubblichiamo:
In merito all’articolo pubblicato in data 9 Ottobre, relativo alla collaborazione tra il Centro Sperimentale di Cinematografia e Netflix, si precisa che l’accordo tra le parti porterà, dopo anni di chiusura, alla riapertura del Cinema Europa, storica sala cinematografica della città di Roma.
L’edificio sarà oggetto di una grande riqualificazione e tornerà a disposizione non solo del pubblico ma degli studenti della Scuola di Cinematografia e della Cineteca, che avrà a disposizione una sala entro le mura dove valorizzare un patrimonio che conta oltre 70mila titoli.
gabriella buontempo - ted sarandos
Il Cinema Europa è un luogo simbolico per la storia del cinema italiano. Qui, il 20 settembre del 1905, centoventi anni fa, si è svolta la prima proiezione pubblica del primo film narrativo realizzato in Italia: “La presa di Roma” (diretto da Filoteo Alberini).
La sala prenderà di nuovo vita e, al termine di una serie di lavori di ristrutturazione, diventerà lo spazio culturale, di formazione, di valorizzazione del patrimonio cinematografico del Centro Sperimentale di Cinematografia.
L’obiettivo della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, che si occuperà della gestione e della programmazione della sala, è quello di ridare nuova vita ad uno spazio che diventi luogo di riferimento per le attività di diffusione culturale della Cineteca Nazionale e per i progetti degli allievi della Scuola Nazionale di Cinema, i nuovi talenti del futuro.
la presa di roma di filoteo alberini
Netflix contribuirà alle spese di ristrutturazione ed esercizio della sala, e collaborerà con il Centro Sperimentale di Cinematografia su una varietà di iniziative e progetti culturali e di formazione che troveranno nel Cinema Europa la loro casa, oltre ad utilizzare lo spazio per ospitare proprie iniziative ed eventi speciali, in linea con lo spirito del progetto.
La riapertura della sala non graverà in alcun modo sul bilancio del CSC ed è un esempio virtuoso di partnership pubblico e privato. Dobbiamo essere fieri che il patrimonio cultura italiano riesca ad attrarre investimenti e venga apprezzato da player internazionali che vedono nel nostro Pese un punto di riferimento per il cinema e la cultura.
Gabriella Buontempo, Presidente Centro Sperimentale di Cinematografia
IL BANDO DEL CSC PER IL CINEMA EUROPA
gabriella buontempo - ted sarandos
ROMA, IL CINEMA EUROPA RINASCE: PARTNERSHIP TRA NETFLIX E CSC PER UN NUOVO POLO DELL’AUDIOVISIVO
Estratti da ilsole24ore.com
Centoventi anni dopo la prima proiezione pubblica di “La presa di Roma” di Filoteo Alberini, il Cinema Europa di Roma torna a illuminarsi.
Non solo una riapertura, ma un segnale forte: il passato del cinema italiano incontra il futuro dell’audiovisivo globale. La Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc) e Netflix hanno annunciato una partnership che ridà vita a una sala storica e, insieme, lancia un nuovo polo culturale nel cuore della Capitale.
Il Cinema Europa, segnato da anni di silenzio post-pandemico, diventerà presto uno spazio aperto alla formazione, alla ricerca e alla valorizzazione del patrimonio cinematografico nazionale.
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CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA
I CINEMA RESPINGONO I FILM NETFLIX
Marco Contino https://www.ilnordest.it/ - Estratti
Dopo l’anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia, il nuovo attesissimo film di Kathryn Bigelow - A House of Dynamite - è sbarcato in sala. Ma la sfida è riuscire a trovarlo. Lo hanno programmato, infatti, 16 cinema in tutta Italia, nel Triveneto solo 15 schermi su 3.500: il “Lux” di Padova, il “Leone XIII” di Vicenza, il “Nazionale” di Trieste e il “Cinecittà” di Torreano di Martignacco.
Perché il film di una delle autrici più affermate del cinema contemporaneo, prima donna a vincere l’Oscar per la miglior regia, ha una distribuzione così rarefatta? Il motivo è semplice e si chiama Netflix. Che ha scelto per “A House of Dynamite” una finestra cinematografica (meglio, un oblò) di due settimane, visto che il film sarà on demand già dal 24 ottobre. Stessa sorte per il “Frankenstein” di Guillermo Del Toro: al cinema dal 22 ottobre ma solo fino al 7 novembre quando gli abbonati Netflix potranno goderselo sul divano di casa.
Per gli esercenti si tratta di una parentesi cinematografica troppo breve e svilente, sebbene consentita. Il Decreto del ministro dei Beni e delle Attività Culturali del 14 luglio 2017, infatti, impone la diffusione in sala per un periodo di almeno 90 giorni prima che l’opera sia resa disponibile su altri canali solo per i film che intendano ottenere i contributi pubblici.
Non è il caso di Netflix che lancia il proprio prodotto in sala (senza alcuna promozione), solo per fargli fare “vetrina” anche se al colosso dello streaming il cinema (inteso come programmazione sul grande schermo) non interessa affatto. E agli esercenti, così, non sta bene. Tanto da rendere il film, di fatto, invisibile.
Il Consorzio “UniCi” che unisce 77 sale e 408 schermi su tutto il territorio nazionale ha affidato ad un comunicato le motivazioni della decisione di non programmare “A House of Dynamite”: «Riteniamo che la sala non possa ridursi a una semplice vetrina promozionale per altri sfruttamenti, ma debba essere riconosciuta come uno spazio centrale e insostituibile nel percorso di vita di un film».
Sulla posizione di “UniCi” anche (quasi tutti) gli altri cinema italiani. Bruno Abriani, esercente storico di Padova, punto di riferimento in Veneto, spiega meglio: «È una situazione molto complicata in un contesto difficile per le sale. Nel caso specifico era oggettivamente impossibile non allinearsi al fronte degli esercenti che hanno deciso di non programmare il film Netflix.
Non è un giudizio di merito sull’opera che, anzi, avremmo con piacere fatto uscire in sala. Siamo consapevoli che questa presa di posizione non avrà effetti concreti sulle politiche di Netflix. Il messaggio delle sale è semmai rivolto alle altre major che, tendenzialmente, rispettano le regole con finestre cinematografiche adeguate. Un messaggio di solidarietà ma anche un monito perché i film restino prima di tutto un prodotto cinematografico per un tempo adeguato allo sfruttamento in sala».
È una crepa culturale e di costume sempre più profonda che, ora anche in Italia, chiama allo schieramento. Il Festival di Cannes lo ha già fatto da un po’: i film Netflix non sono selezionati in concorso che pretende solo titoli “nati” per la sala. Venezia ha una strategia completamente diversa sulla quale, forse, alla luce della presa di posizione, mai così compatta, degli esercenti, il dibattito andrebbe riaperto.
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CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA
a house of dynamite