CHE FACEVANO CHIARA MATACENA E FRANCESCO BELLAVISTA CALTAGIRONE A MONTECARLO? - NAPOLITANO INAUGURA DI NUOVO IL FESTIVAL DEI CIELLINI - PAOLETTA CONCIA LASCIA L’ITALIA: “PAESE MISOGINO”

A cura di Riccardo Bocca e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

1. CHIARA IN BELLAVISTA
In una serata di fine febbraio a Montecarlo, tra il pubblico che assisteva al Festival de la Comédie, si notava una coppia. Lei era Chiara Rizzo, splendida quarantenne sposata ad Amedeo Matacena, latitante a Dubai dopo la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Lui era Francesco Bellavista Caltagirone, 75 anni, habitué del principato nonostante una lunga serie di guai giudiziari tra i quali gli appalti per la realizzazione dei porti di Fiumicino (arresto nel 2013) e di Imperia, dove il patron dell'Acqua Marcia è stato indagato insieme con Claudio Scajola, archiviato a gennaio del 2013.

I magistrati della Dda di Reggio Calabria, che hanno arrestato l'ex ministro l'8 maggio con l'accusa di avere favorito la latitanza di Matacena, stanno mettendo a punto una serie di controlli sui legami fra i Matacena, Scajola e Bellavista. In particolare, i documenti che hanno portato in carcere il politico ligure e Chiara Matacena sarebbero stati integrati negli scorsi giorni. Nelle conversazioni telefoniche fra Chiara e un certo Francesco, l'interlocutore non sarebbe, come indicato, Francesco Lefebvre d'Ovidio, ma proprio Bellavista Caltagirone. Se ne saprà di più quando le intercettazioni saranno depositate, a breve, al Tribunale del Riesame. G. Tur.

2. TV & POLITICA - AFFETTUOSITÀ "PORTA A PORTA"
S.G. - Ha organizzato due presentazioni, una a Milano e una a Roma, del libro "Sale, zucchero e caffè", ultima fatica di Bruno Vespa, con tanto di copia omaggio per ogni intervenuto all'evento, soprattutto onorevoli e senatori. A mostrare tanto affetto e stima è stato l'onorevole Gianfranco Librandi di Scelta Civica. Affetto e stima evidentemente contraccambiati dal popolare conduttore di "Porta a Porta" che, alla prima occasione, lo ha coinvolto in trasmissione alla vigilia delle elezioni europee, nonostante Librandi non fosse candidato, e il suo partito fosse orientato a promuovere in televisione altri suoi membri.

3. L'UNITÀ ANCHE MATTEO NON È PERFETTO
T. M. - Agli amici Sergio Staino, il grande disegnatore satirico papà di Bobo, la racconta così. Qualche tempo fa aveva raccolto la voce che, dopo affannose ricerche, era stato trovato un nuovo finanziatore disposto a mettere soldi ne "l'Unità", insomma a salvare il glorioso quotidiano controllato dal Pd, fondato da Antonio Gramsci, passato per le mani di molti azionisti - da Marialina Marcucci a Renato Soru, dalle Coop all'industriale farmaceutico Maurizio Mian - e oggi sull'orlo del fallimento.

Aveva quindi chiesto conferma al direttore del giornale, Luca Landò, che però gli aveva risposto di non disporre ancora di notizie precise. Allora si era deciso a mandare un messaggio al suo vecchio amico Renzi, premier, segretario del Pd e toscano come lui: «Caro Matteo, mi dicono che hai trovato un nuovo azionista per "l'Unità"...». Immediata risposta di Renzi via sms: «Nessuno è perfetto». Resta il dubbio: o non l'ha trovato, o l'ha trovato controvoglia. Quando la realtà supera la satira politica.

4. VENEZIA - MENO COSTA, MEGLIO STIAMO
Le proteste per le grandi navi che transitano a pochi metri da piazza San Marco, e il rischio che il passaggio sia regolamentato tagliando le stazze più grandi, fa correre ai ripari la Costa. La quale, dopo la tragedia della Concordia all'isola del Giglio, è tra l'altro molto attenta ai temi della sicurezza.

In quest'ottica, per il 2015 la società ha deciso di tagliare il numero delle cabine disponibili nelle due navi che transitano per Venezia ricorrendo a mezzi meno grandi: dalle quasi 2 mila 900 di Fascinosa e Magica, alle 1.784 delle più piccole Deliziosa e neoClassica. Basterà l'iniziativa per non apparire come un gigante all'assalto della laguna? Qualche mese e lo sapremo.A.Cal.

5. PAOLA CONCIA ADDIO, ITALIA MISOGINA
E. Att. - «Vado via dall'Italia misogina». Lo dice Paola Concia, esponente del Pd, attivista per i diritti civili e in particolare del movimento Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transgender). Si trasferisce a Francoforte per raggiungere la moglie criminologa Ricarda Trautmann, sposata in Germania nell'agosto del 2011. Delusa dal Bel paese, sottolinea la sua irritazione per «il vittimismo della Sinistra, e per il fatto che le donne del Pd siano spesso subalterne». Per sfuggire alla sudditanza, aggiunge, ha agito di conseguenza. E così, dopo essere uscita sconfitta l'anno scorso dalle elezioni politiche, non si è candidata alle Europee. Rimpianti? Assolutamente no: «In Germania sarò più libera, avrò più diritti e meno doveri».

6. FAZIO ALPINISTA - GUARDA FABIO QUANT'È RAMPANTE
Alla vigilia dei fatidici cinquant'anni, Fabio Fazio, ha deciso di frequentare il corso d'alpinismo del Cai (Club alpino italiano) di Milano, e forse anche in vista di quest nuovo impegno sportivo è notevolmente dimagrito. Non solo è stato ammesso subito, il che non è da tutti vista la selezione a cui vengono sottoposti gli aspiranti scalatori, ma con i sorrisi entusiastici delle segretarie del Cai ha potuto usufruire di un calendario personale di uscite, dato che il fine settimana il presentatore è al lavoro in tv.

E così un mercoledì è stato visto, con tanto di guida alpina che s'affianca agli istruttori, affrontare la sua lezione privata sulla Grignetta, una montagna del lecchese. La piccola équipe è rimasta impegnata una dozzina di ore - molto, quasi il doppio della solita media dei principianti - per portare Fazio sui torrioni dei Magnaghi lungo le vie Albertini e Lecco. Al termine dell'escursione, la comitiva del Cai di Milano si è rifocillata al rifugio Porta.L. Eu.

7. INDENNITÀ ALLA LAZIALE
Alla Regione Lazio 80 euro in più in busta paga sembravano pochi, e così la Giunta ha approvato una delibera per aumentare di 1.000 euro gli stipendi di ben cento funzionari (dei quali 60 di nomina fiduciaria) del segretariato generale. Motivo? Un'indennità di segreteria politica. Il Movimento 5 Stelle ha contestato la scelta sostenendo anche che si tratta di funzionari che svolgono mansioni amministrative.

Alla Regione, che già vanta un disavanzo e un debito cospicui, l'aumento costerà un milione 300 mila euro in più all'anno. Senza contare, nota il M5S, che il Ministero dell'Economia per contenere la spesa pubblica stabilisce che i soldi debbano essere erogati in base ai risultati.S.Cer.


8. BIBIONE NO SMOKING
Cartelli "no smoking area", opuscoli informativi e sanzioni per i trasgressori. Da questa estate Bibione (Venezia) sarà la prima "spiaggia libera dal fumo" d'Italia. «È una scelta in favore dell'ambiente», spiega il sindaco Pasqualino Codognotto. Che però precisa: non ci sarà alcuna caccia ai fumatori: «confidiamo nel senso civico dei turisti».A. Mas.

9. FIRENZE - OPERAZIONE ISOZAKI
Anche il vicesindaco reggente di Firenze vuole darsi alla rottamazione. Non di politici di lungo corso, come ha fatto il suo leader e ispiratore, Matteo Renzi, bensì di archistar e vecchi progetti. In particolare, Dario Nardella, che sta facendo la campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative fiorentine, ha promesso di accantonare una volta per tutte il progetto della nuova loggia degli Uffizi firmato da Arata Isozaki, l'architetto giapponese che si aggiudicò il concorso internazionale nel 1998.

Quel progetto, che prevede la realizzazione di una pensilina di acciaio e vetro, fa discutere da ben 16 anni la città e in molti, compreso l'attuale premier, nutrono perplessità. Ma se Nardella vuole cancellarlo del tutto, perché «è talmente datato ormai che lo stesso Isozaki oggi probabilmente non lo farebbe così», il suo assessore alla Cultura e contemporaneità, Sergio Givone, vorrebbe sostituire il progetto di Isozaki con quello, altrettanto vecchio, presentato allo stesso concorso da Gae Aulenti. A. Cal.

10. COMUNIONE E LIBERAZIONE - NAPOLITANO FA IL BIS
Dopo essere stato il primo presidente della Repubblica nella storia d'Italia rieletto al Quirinale, Giorgio Napolitano si accinge ad essere il primo Capo dello Stato a tenere per due volte l'incontro inaugurale del meeting di Comunione e Liberazione. Napolitano, che ha aperto i lavori della kermesse riminese già nel 2011, avrebbe accettato l'invito a partecipare anche quest'anno alla manifestazione che ogni fine agosto raduna a Rimini i seguaci di don Giussani.

Non era mai successo nelle trentacinque precedenti edizioni dell'appuntamento che per politica e finanza segna la fine della pausa estiva, che un presidente della Repubblica fosse ospite d'onore per due volte, anche se altri due inquilini del Colle sono già stati a Rimini prima di Giorgio Napolitano (presente nel 2013 solo virtualmente, con una videointervista sui temi dell'Europa): si tratta di Oscar Luigi Scalfaro e Francesco Cossiga. A.Be.

11. MASSONI ALLO SCOPERTO
I massoni nel Comune di Torino dovranno fare "coming out", altrimenti pagheranno. Un anno fa il consigliere comunale Luca Cassiani (Pd) ha proposto la mozione «Organizzazioni segrete e incarichi pubblici: facciamo trasparenza» per obbligare colleghi, assessori e funzionari a dichiarare la loro affiliazione alle logge. Tuttavia nelle scorse settimane, dopo mesi di rinvii, la sua mozione è stata fermata. Il motivo? Il Consiglio ha approvato una norma per la quale gli eletti e i nominati negli enti pubblici cittadini «dovranno comunicare le associazioni a cui sono iscritti».

Altrimenti, se scoperti, saranno chiamati a pagare dai 500 ai 10 mila euro. La massoneria non è citata chiaramente, ma molti consiglieri danno per scontato sia inclusa nel provvedimento. Cassiani si dice comunque soddisfatto perché, a suo parere, «con la nuova norma i massoni dovranno dichiarare la loro appartenenza». Dubita, invece, dell'efficacia della regola il collega Marco Grimaldi (Sel), secondo il quale i massoni non ammetteranno mai e poi mai di armeggiare con compasso e grembiule. A. Gi.

12. NAPOLI - ANTIRACKET SOLO IN CINQUE
La ditta denuncia le estorsioni subite e il Comune la premia, affidandole lavori urgenti e preferendola ad altri fornitori. Succede a Napoli, dove nel 2011 la nuova giunta di Luigi de Magistris approva l'iniziativa firmata dall'ex assessore alla Sicurezza, Giuseppe Narducci, il pubblico ministero (all'epoca in aspettativa) che ha indagato su Calciopoli e i Casalesi. Ma dopo due anni e mezzo nell'elenco antiracket si sono iscritte solo cinque aziende.

E sono in tanti a storcere il naso in Consiglio comunale, a partire dai consiglieri della Federazione per la sinistra che sostengono la maggioranza: il rischio, argomentano, è che le aziende restino poche e si restringa la concorrenza. E fanno alcuni esempi. Il 10 febbraio 2014 sprofonda una fogna in una strada del centro, Palazzo San Giacomo contatta subito le cinque imprese e la riparazione tocca a chi offre il massimo ribasso. Il 14 febbraio la stessa azienda interviene sul pavimento di una scuola e riporta in classe 500 bambini. Assicurandosi così 42 mila euro in quattro giorni. Al. Ge.

13. AUSTERITY - AEREI BLU INVENDUTI
L'annuncio, in pompa magna, era stato dato poco meno di un anno fa dall'allora premier, Enrico Letta, che prometteva mirabolanti risparmi e investimenti: «In nome dell'austerity, abbiamo deciso di vendere una parte della flotta aerea di Stato; il ricavato sarà investito nei Canadair della Protezione Civile». Nove mesi dopo, però, i velivoli in questione, un Airbus 319 e due Falcon 900, sono ancora parcheggiati negli hangar in attesa di un proprietario.

Lo scorso febbraio, a farsi avanti interessato all'acquisto era stato il governo slovacco. Già concordata anche la cifra: 55 milioni di euro, «con margine di trattativa», fanno sapere da Palazzo Chigi. Gli slovacchi, però, dopo aver mandato una delegazione all'aeroporto di Ciampino per effettuare un sopralluogo, non hanno più fatto avere la loro risposta. Da allora, la trattativa è rimasta congelata. Dati alla mano, la flottiglia dei tre aerei "blu", anche se immobile, solo per manutenzione continua a costare alle casse dello Stato più di dieci milioni di euro l'anno.A. Giu.

14. CRICCA FANTASMA
Non c'era al Tribunale fallimentare di Roma una cricca di magistrati che intascava il denaro delle società collassate e faceva fare affari agli amici. Nel palazzo di giustizia c'era soltanto una giudice che aveva messo in piedi un sistema di illeciti per arricchirsi e far arricchire curatori e avvocati compiacenti. Lo hanno stabilito recenti indagini della Procura di Perugia, dopo il terremoto del giugno scorso con l'arresto di Chiara Schettini.

La giudice aveva detto ai pubblici ministeri di voler collaborare e accusato diversi colleghi. Gli inquirenti hanno scoperto che i giudici tirati in ballo da Schettini in realtà non avevano neppure preso parte alle udienze incriminate e così per loro è arrivata l'archiviazione. Oltre cinque anni prima che esplodesse il caso, uno degli accusati da Schettini aveva iniziato a sospettare della collega e scritto una nota riservata all'allora presidente del Tribunale. Ma nulla si era mosso. Cl. Pi.

 

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