
“LE EVASIONI LE RIFAREI SUBITO. IL PATHOS CHE TI DANNO NON HA EGUALI, SOPRATTUTTO SE SI FUGGE DA UN CARCERE SPECIALE” – L’EX BOSS DEL BRENTA FELICE MANIERO SI RACCONTA (MASCHERATO) AL PODCAST DI FEDEZ – IL PATRIMONIO DA 33 MILIARDI (CHE NON VERRANNO MAI TROVATI PERCHE’ LI HA SPESI), I FURTI DELLE FORME DI PARMIGIANO (“UNO BASTAVA QUASI PER COMPRARE UNA FERRARI”), LA DROGA (MARIO SCHIFANO GLI REGALAVA OPERE IN CAMBIO DELLA COCAINA), LA RAPINA AL CASINÒ DI VENEZIA (“ABBIAMO PRESO 9 MILIARDI. FACILISSIMO”), IL COLPO AL TRENO, LA COLLOBORAZIONE CON LA GIUSTIZIA E IL RAPPORTO CON LO STATO – “PAGAVAMO L'ISPETTORE CAPO DELLA POLIZIA 6 MILIONI AL MESE, QUELLO DEI CARABINIERI ANCHE LUI LO PAGAVAMO; POI AVEVAMO UN COLONNELLO DEI SERVIZI SEGRETI…” - VIDEO
Da leggo.it
felice maniero mr marra e fedez - pulp podcast
La nuova stagione di Pulp Podcast, condotto da Fedez e Mr. Marra, si apre con un ospite decisamente sopra le righe. È Felice Maniero, ex boss della Mala del Brenta.
«Hai avuto degli amici veri nell'organizzazione per cui ti è dispiaciuto di aver barattato la tua libertà per la loro?», chiede Fedez. «No, no... niente. Quando ho collaborato l'ho fatto per convenienza, nel 1994, ho detto tutto quello che avevo fatto», risponde "Faccia d'Angelo".
Da collaboratore di giustizia, si è presentato inizialmente con il volto celato per nascondere la sua identità attuale. Poi, ha deciso di svelarsi alle telecamere.
Oggi Maniero ha 71 anni e ricorda il passato anche con qualche nota nostalgica: «Le evasioni le rifarei subito se capitasse. Il pathos che ti danno non ha eguali, soprattutto se si fugge da un carcere speciale».
felice maniero intervistato da marra e fedez - pulp podcast
Durante il podcast viene ascoltata anche la testimonianza del giornalista del Gazzettino Maurizio Dianese, che ha seguito da vicino il suo caso: «Maniero mi ha contattato un anno fa - spiega Dianese - nessuno aveva capito che aveva una depressione fortissima, cominciata con la fuga dal carcere di Fossombrone.
"Voglio scrivere l'ultimo libro con te, mi disse"». Il libro di Dianese su Maniero, «Come me nessuno mai», uscirà a gennaio per Feltrinelli. «Lui è il più grande bandito del Nord Italia, aveva una banda con 400 soldati - prosegue il cronista - ha messo da parte almeno 33 miliardi di lire che non verranno mai trovati perché li ha spesi».
felice maniero e fedez - pulp podcast
Rubavano le forme di Parmigiano e «uno bastava quasi per comprare una Ferrari», aggiunge. Poi arrivò la droga. «Io e altri non eravamo favorevoli; un'altra parte di noi sì. Nel 1980 non era mai avvenuto un omicidio per la nostra organizzazione, chi tradiva veniva allontanato». Il primo ucciso dalla Mala fu «un ragazzo di 30 anni che non era neanche granché», dice Maniero. «Io ero in carcere, l'hanno ucciso a casa, per il traffico di droga, subivamo pressioni dai nostri, dalle mafie del Sud e dai milanesi».
La rapina che fruttò di più fu quella al «Casinò di Venezia, abbiamo preso 8 o 9 miliardi. Facilissimo, è andata liscia». Poi c'è stato il colpo al treno: «Lo abbiamo fermato con il freno di sicurezza, eravamo 4 o 5 a bordo. C'era una camera blindata e avevamo messo il tritolo. Sparo in aria, vedo che scappano tutti. A quel punto ho acceso l'esplosivo. È scoppiato il vagone e una ragazza di vent'anni è rimasta uccisa nell'esplosione (la studentessa Cristina Pavesi, ndr)». Gli valse una condanna per omicidio colposo.
felice maniero fuorilegge veneto a mano armata
Maniero dice di aver avuto rapporti con gli apparati dello Stato. «Se ne ho avuti? Madonna. Pagavamo l'ispettore capo della polizia di Stato 6 milioni al mese, quello dei carabinieri anche lui lo pagavamo; poi avevamo un colonnello dei servizi segreti».
SCHIFANO, I QUADRI, LA COCAINA
Pierfrancesco Carcassi per corrieredelveneto.corriere.it - Estratti
La rapina di maggior valore? Faccia d'Angelo non ha dubbi: «Il Casinò di Venezia, abbiamo preso 8 o 9 miliardi. Facilissimo, è andata liscia». Poi c'è stato il colpo al treno: «Lo abbiamo fermato con il freno di sicurezza, eravamo 4 o 5 a bordo. C'era una camera blindata e avevamo messo il tritolo. Sparo in aria, vedo che scappano tutti. A quel punto ho acceso l'esplosivo.
È scoppiato il vagone e una ragazza di vent'anni è rimasta uccisa nell'esplosione (la studentessa Cristina Pavesi, ndr)». Gli valse una condanna per omicidio colposo. Interviene Dianese: «È la cosa che l'ha segnato di più assieme alla morte della figlia».
Sul patrimonio di Felice Maniero le indiscrezioni sono ancora affidate a Dianese: «Aveva un centinaio di opere di Mario Schifano che gli regalava i quadri in cambio della cocaina», puntualizza il giornalista. «Tutta la collezione è stata venduta. L'unico punto di domanda è su un autoritratto di Van Gogh (vale decine di milioni di euro, ndr) che non è mai saltato fuori. Mi chiedo se una persona con depressione e con difficoltà anche di eloquio sia in grado di ritrovarla».
felice maniero intervistato da mr marra e fedez - pulp podcast