vittorio feltri massimiliano parente

LETTURE OBBLIGATORIE - IL CAFONE CHE È DENTRO DI NOI: VITTORIO FELTRI E MASSIMILIANO PARENTE SCRIVONO LA GUIDA PER RICONOSCERE ''I CAFONALMENTE CORRETTI, I CULTURALMENTE CAFONI, I CAFONI CON IL SUV, I CAFONI IN BICICLETTA, I CAFONI AL MARE, I CAFONI A COPPIE, I CAFONI ROMANTICI, I CAFONI SUI SOCIAL NETWORK'' - PAPA BERGOGLIO? GRILLO? SALVINI? TUTTI CAFONI, OGNUNO A MODO PROPRIO

 

Francesco Cevasco per il ''Corriere della Sera'

 

PARENTE FELTRI IL VERO CAFONEPARENTE FELTRI IL VERO CAFONE

Vittorio Feltri è un dandy di 73 anni, giornalista e scrittore, che da quando ha l' età della ragione indossa abiti del sarto, cravatte raffinate e camicie intonate alle cravatte (e non viceversa). Massimiliano Parente è uno scrittore e giornalista di 46 anni che «veste perennemente magliette con supereroi, felpe con cappuccio, scarpe Nike Shox. Bisognerebbe spiegargli che ha quarantasei anni, non sedici» (dice Feltri).

 

I due si sono messi insieme per scrivere un libro: Il vero cafone. Ciò che non dovremmo fare e facciamo tutti (Mondadori). Un manuale (al contrario) di comportamento.

 

Vi sono elencati 167 casi di atteggiamenti cafoni. Ce n' è per tutti. Autori compresi. Con autoironia e onesta consapevolezza ammettono che «c' è un cafone in ognuno di noi».

 

La mission (pardon, la missione, altrimenti dicono che è una cafonata) del libro è questa: «Serve a riconoscere il vero cafone moderno, perché la signorilità, come la cafonaggine, e i costumi in generale, non sono concetti immutabili, ma cambiano con il cambiare dei tempi. D' altra parte, se oggi ci comportassimo seguendo le regole del galateo dettate da monsignor Della Casa, sembreremmo dei deficienti». E, allora, signori che credete di essere beneducati, allacciate le cinture e lasciatevi sballottare da questo bizzarro ottovolante: «Scoprirete che ci sono più cafoni di quanti credevate di riconoscerne».

VITTORIO FELTRI MASSIMILIANO PARENTEVITTORIO FELTRI MASSIMILIANO PARENTE

 

Darne conto, di tutti questi cafoni, anche in sintesi, è impossibile: «Ci sono i cafonalmente corretti, i culturalmente cafoni, i cafoni con il Suv, i cafoni in bicicletta, i cafoni al mare, i cafoni a coppie, i cafoni romantici, i cafoni sui social network...». E i cafoni con nome e cognome. Andando avanti nella lettura salteranno fuori.

 

Tra i cafoni c' è quello da barzelletta: «È il motivo per cui deve essere terribile stare a cena con Silvio Berlusconi, l' ultimo erede di Gino Bramieri, l' ultimo Re Sole con una corte da barzelletta». E la moda di indossare simil-tute mimetiche? Per uno come Feltri: «Orrore!». «Giubbotti, pantaloni, cappelli mimetici che, ovviamente, usati in città, producono l' effetto contrario: questi imbecilli spiccano tra la folla, non puoi non vederli. La mimetica, lo dice la parola stessa, serve per mimetizzarsi». Il più cafone di tutti? «Matteo Renzi. Va a trovare i soldati in Afghanistan e scende dall' elicottero in mimetica, solo la giacca però. Andreotti non se la sarebbe mai messa».

LA GUIDA DEL CAFONE MASSIMILIANO PARENTE VITTORIO FELTRILA GUIDA DEL CAFONE MASSIMILIANO PARENTE VITTORIO FELTRI

 

Chi ricicla un regalo è già nella cafonaggine ma anche chi fa un regalo non riciclato rischia. Prendiamo l' immancabile cravatta destinata a chi veste sempre in giacca e cravatta: «insomma, ne ha duecento, ma come avranno fatto a indovinare che gli mancava proprio quella verde fosforescente che nessuno metterebbe neppure nella bara, a meno di non essere Umberto Bossi o Matteo Salvini?».

 

Feltri e Parente sfiorano anche il filone teologico: «Il cafone di Geova ti suona alla porta per parlarti dell' argomento più futile dell' universo: Dio». E il cafone cattolico: non citiamo il virgolettato per evitare denunce (meglio, per non essere cafoni, denunzie) e diciamo soltanto che i mangiatori di ostie - a leggere gli autori - sono praticamente cannibali e il prete officiante potrebbe essere un poco ubriaco.

 

MASSIMILIANO PARENTEMASSIMILIANO PARENTE

Ah, ce n' è anche per papa Francesco, il «Papa cafone», (gli autori non avevano ancora visto il Pio XIII di Sorrentino): uno, papa Francesco, che «appena si insedia augura "Buon pranzo" dal balcone di piazza San Pietro, come se fosse il pulpito di una trattoria en plein air , e si attacca al telefono. Prima telefonata a Eugenio Scalfari, e questo è cafone non perché abbia disturbato Eugenio Scalfari, ma perché gli è venuto in mente di chiamare proprio Scalfari». Restando nella mistica ecco due altri esempi: Red Ronnie e Eleonora Brigliadori. Ma perché sarebbero cafoni?

 

Perché «contrari ai vaccini, credono che le malattie vengano a causa di una cattiva reincarnazione, o a causa dei farmaci».

IL PRIMO ANGELUS DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO IL PRIMO ANGELUS DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Che il tifoso di calcio, il tifoso da stadio, sia cafone non c' è bisogno che lo dicano Feltri e Parente, tra l' altro lo sappiamo che, almeno Feltri, tifoso del calcio lo è. E, quindi, non gli sfugge che «il peggio sono i calciatori: per soffiarsi il naso si turano una narice e soffiano sparando proiettili di muco, e lo schifo resta sul campo sul quale cadono e si rotolano i giocatori stessi. Così fanno vomitare».

 

Qualche capitolo del libro è scritto, evidentemente, da Feltri solo. Tipo quelli sul cafone in cravatta e il cafone scravattato. Il suo compagno d' opera, infatti, indossa soltanto (vomitevoli, appunto) magliette da teenager (pardon, ragazzino).

 

matteo salvini con felpamatteo salvini con felpa

Tra gli scravattati, i non indossatori di cravatte, ci sono il già citato Salvini («sta bene solo in felpa e jeans, perché sembra un parcheggiatore abusivo e forse è per questo che non sopporta gli immigrati»); Beppe Grillo («è l' ultimo discendente dell' uomo di Neanderthal, deve avere un negozio di vestiti esente da qualsiasi forma di gusto da cui si serve, giacconi sformati, jeans bisunti, ma almeno è uniforme, quando si veste elegante per andare in Parlamento sembra il capo della banda della Magliana»;

 

Pennacchi speech Pennacchi speech

Antonio Pennacchi, lo scrittore, con «quel cappellino da sofferto dopolavoro per sottolineare che è uno scrittore vero»; Aldo Busi, «invece scrittore vero, è una persona con un' eleganza naturale e frocia, ma indossa cravatte e camicie così dozzinali che te lo immagini già a mercanteggiare sul prezzo a una bancarella di Montichiari».

 

Per il momento, e per citare l' elegante buonanima di Mozart: «Madamina, il catalogo è questo». Ma di cafonate (smascherate, per la carità) in questo libro ne trovate quante ne volete.

 

ALDO BUSIALDO BUSI

 

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…