giovanni floris

“LE PERSONE DI CUI CI PIACEVA RIDERE HANNO PRESO IL POTERE, E SI SONO MANGIATE IL CINEPANETTONE” – LA TESI DI GIOVANNI FLORIS SULLA COMMEDIA “CHE NON FA PIU’ RIDERE” PERCHE’ E’ DIVENTATA CRONACA: "COSA C’È PIÙ DA CINEPANETTONE DELLA MELONI CHE CADE NELLO SCHERZO DEI COMICI RUSSI O DI UN POLITICO CHE HA IL BUSTO DI MUSSOLINI IN CASA O DI UN MINISTRO CHE TELEFONA ALL’AD DELLE FERROVIE DI STATO E FA FERMARE IL TRENO DOVE GLI SERVE? E COSA DIRE DI 'NATALE A POMPEI', IN CUI UN MINISTRO SPOSATO VIENE GRAFFIATO A SANGUE IN TESTA DALL’AMANTE CHE POI LO RICATTA IN TV? E 'VACANZE A TIRANA' LO AVETE VISTO? DUE PREMIER RIDACCHIANO SUL RED CARPET MENTRE I LORO COLLEGHI DI ALTRI PAESI PARLANO DI COME ARRIVARE ALLA PACE IN UCRAINA. E POI 'NATALE A BIELLA' CON..." - LIBRO CON LA RECENSIONE DI ALDO CAZZULLO+VIDEO

 

 

Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

giovanni floris

«Amavamo il Christian De Sica con tre mogli di Merry Christmas non perché le avessimo pure noi, ma perché sempre speravamo che chi sbagliava potesse farcela. 

Che il perdente per una volta (per una volta almeno!) vincesse. 

 

Adesso che i perdenti hanno vinto, adesso che non rispettare gli altri è la regola, adesso che l’insulto è rivendicato come unico modo di comunicare con chi è diverso da te, non riusciamo più a immedesimarci nel perdente per cui una volta tifavamo. O, almeno, da quando questi hanno vinto, non ci riesco più io.

 

Perché secondo me si poteva ridere delle battute politicamente scorrette quando la chiusura mentale dei personaggi dei cinepanettoni, il loro sessismo, la loro scorrettezza servivano a riempire le sale a Natale; non adesso che servono a vincere le elezioni». 

 

Giovanni Floris è il conduttore del talk più seguito d’Italia, e quindi ci ha abituati alla medietà; che non significa non avere convinzioni politiche, ma consentire a ognuno di esporre le proprie e al pubblico di farsi un’opinione.

 

In questo libro, Giovanni Floris rivendica la medietà come «una chiave della vita», che coincide con «la natura più profonda e nobile del nostro Paese».

 

Una medietà che è stata anche la chiave del cinema che ha segnato la seconda metà del Novecento. Floris parla al lettore come racconterebbe a un amico i film della propria vita.

 

giovanni floris asini che volano cover

Per questo, leggere Asini che volano, che Solferino manda domani in libreria, è come sedersi con l’autore davanti a una caffè, e ascoltarlo raccontare una storia. E siccome la regola aurea del giornalismo è che non c’è idea senza storia, e storia senza idea, ecco l’idea di questo libro:

 

«È stata la commedia a dirci chi erano gli italiani: cittadini imperfetti, tragici, ispirati. A tratti tristi, a tratti felici, ottusi oppure geniali. Ignoranti, magari, ma intuitivi. Di volta in volta codardi o coraggiosi. Aspiranti al meglio che si può avere, qui e ora, nella vita che ci è data». 

 

Nel racconto cinematografico, che poi è anche politico, Floris rintraccia la vera anima del nostro popolo. Vale per la commedia all’italiana degli anni Cinquanta, che ha il suo vertice ne La grande guerra di Monicelli (...)

 

Vale per gli anni Sessanta, il cui vertice al cinema è forse il ceffone con cui Alberto Sordi in Una vita difficile getta il padrone arrogante nella piscina. E vale per gli anni Settanta, di cui non si possono non citare almeno Fantozzi, con l’esilarante scena della partita di biliardo contro il direttore naturale Catellani («Al trentottesimo coglionazzo e a 49 a 2 di punteggio, Fantozzi incontrò di nuovo lo sguardo di sua moglie: “Mi perdoni un attimo, vorrei fare un tiro io adesso…”»), e il conte Mascetti di Amici miei . 

giovanni floris con la moglie beatrice mariani

 

Ma Floris restituisce dignità sociale anche ai tanto bistrattati cinepanettoni di Boldi e De Sica figlio. Di più: confessa di aver visto due volte Natale sul Nilo il 25 dicembre 2002, alle 15.30 e alle 20.30, «non con gruppi diversi, sia chiaro: io, mia moglie e la stessa coppia di amici. Il 27 dicembre, giorno del mio compleanno, accettai di buon grado il regalo dello stesso gruppo: Natale sul Nilo all’Universal di via Catania, e c’era un tifo da stadio. Ma ho visto ogni film di De Sica, Boldi, Calà, Ghini e Ferilli almeno una decina di volte. I cinepanettoni mi mancano». 

 

Perché allora i cinepanettoni non si fanno più? Perché la realtà ha superato la fantasia. Meglio, la fantasia è diventata la realtà della politica. 

 

Floris si diverte a mettere a confronto la trama di Natale sul Nilo — un Capodanno tragicomico, che finisce con il figlio che colpisce con un pugno Christian De Sica, sorpreso a baciare la sua fidanzata: «Ma li mortacci tua… che, se mena a papà?» — con quella di un film immaginario, eppure realmente accaduto: Natale a Biella , con il deputato di Fratelli d’Italia che maneggiando la pistola spara al bodyguard del sottosegretario alla Giustizia, che però non c’era, era andato a gettare la spazzatura (la notte di Capodanno?).

BOLDI DE SICA NATALE SUL NILO 5

 

E conclude: «Pensateci: cosa c’è più da cinepanettone di un politico che ha il busto di Mussolini in casa? O di un ministro che telefona all’amministratore delegato delle ferrovie di Stato e fa fermare il treno dove gli serve? E cosa dire di Natale a Pompei , in cui un ministro sposato e bacchettone viene graffiato a sangue in testa dall’amante che poi lo ricatta in tv? E Vacanze a Tirana lo avete visto? Due premier ridacchiano sul red carpet mentre i loro colleghi di altri Paesi parlano di come arrivare alla pace in Ucraina. Le persone di cui ci piaceva ridere hanno preso il potere, e si sono mangiate il cinepanettone». 

BOLDI DE SICA NATALE SUL NILO 5

 

Insomma, il cinepanettone non è più al cinema, è a Palazzo. 

È andato al potere. 

 

E Giorgia Meloni? Non ha commesso grossi errori a Palazzo Chigi, tranne quando cadde nello scherzo dei comici russi che si finsero diplomatici africani. Floris ricorda che in Rete circolò allora la scena di TotòTruffa ’62 in cui Totò e Nino Taranto si fingevano ambasciatori africani. 

meme sullo scherzo telefonico dei comici russi vladimir kuznetsov e aleksej staljerov a giorgia meloni 1

 

«Volto dipinto di nero, anello al naso, parlata gutturale: a essere sincero non mi facevano più ridere. Eppure io con quel film sono cresciuto. In casa lo vedemmo decine di volte, sbellicandoci». 

 

La commedia non fa più ridere perché è diventata politica, cronaca, storia, unica prospettiva data. Eppure, scrive l’autore, esiste ancora un «popolare» che ci salverà. Una medietà che è cosa diversa dalla mediocrità. Una dimensione non snobistica, antitetica al radicalismo chic e allo sbraco postfascista, fatta di rispetto, di attenzione al prossimo, di dialogo, di recupero delle radici delle nostre famiglie e della nostra comunità. Radici ben piantate anche nel grande cinema. Per questo non soltanto i molti che già apprezzano Floris, ma chiunque ami i film e voglia bene all’Italia si ritroverà nelle pagine di Asini che volano . 

 

meme sullo scherzo telefonico dei comici russi vladimir kuznetsov e aleksej staljerov a giorgia meloni 3boccia e sangiulianogiorgia meloni e ignazio la russa 25 aprile 2025 altare della patria foto lapresse

aldo cazzullogiovanni floris (2)

Ultimi Dagoreport

antonio tajani edmondo cirielli

FLASH – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO. IL SEMOLINO DELLA FARNESINA TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO GOVERNATORE, FRATELLI D’ITALIA SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA, STORICO FORTINO AZZURRO. NEL 2020 QUANDO DE LUCA STRACCIÒ CALDORO (FINÌ 68,5% A 19,1%), I DUE PARTITI DI CENTRODESTRA ERANO APPAIATI: FDI AL 5,9% E FORZA ITALIA AL 5,1%...

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…

mediobanca mps alessandro melzi deril vittorio grilli francesco milleri gaetano caltagirone fabio corsico phillippe donnet alberto nagel

DAGOREPORT - AL GRAN CASINÒ DEL RISIKO BANCARIO, “LES JEUX SONT FAITS"? ESCE DAL TAVOLO DA GIOCO MILANO DI MEDIOBANCA, ADESSO COMANDA IL BANCO DI PALAZZO CHIGI, STARRING IL GRAN CROUPIER FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE – DAVVERO, ‘’RIEN NE VA PLUS”? MAI STARE TROPPO TRANQUILLI E CANTARE VITTORIA… IN ITALIA PUÒ SEMPRE SPUNTARE QUALCHE MALINTENZIONATO DECISO A GUASTARE LA FESTA DEI COMPAGNUCCI DELLA PARROCCHIETTA ROMANA - A PIAZZA AFFARI SI VOCIFERA SOTTO I BAFFI CHE FRA QUALCHE MESE, QUANDO I VINCITORI SI SARANNO SISTEMATI BEN BENE PER PORTARE A COMPIMENTO LA CONQUISTA DEL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI, NULLA POTRÀ VIETARE A UNA BANCA DI LANCIARE UN’OPA SU MPS, DOTATO COM’È DEL 13% DEL LEONE DI TRIESTE - A QUEL PUNTO, CHE FARÀ PALAZZO CHIGI? POTRÀ TIRARE FUORI DAL CILINDRO DI NUOVO LE GOLDEN POWER “A TUTELA DEGLI INTERESSI NAZIONALI”, COME È ACCADUTO CON L’OPS DI UNICREDIT SU BANCO BPM, CARO ALLA LEGA? – COME SONO RIUSCITI A DISINNESCARE LE AMBIZIONI DEL CEO DI MPS, LUIGINO LOVAGLIO…

roberto vannacci - giorgia meloni - matteo salvini - meme by edoardo baraldi

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI OSSERVERÀ CON MOLTA ATTENZIONE I RISULTATI DELLE ELEZIONI IN TOSCANA, LA PROSSIMA SETTIMANA. NON PERCHÉ SPERA DI STRAPPARE LA REGIONE ROSSA AL CENTROSINISTRA (LA VITTORIA DI GIANI È QUASI CERTA), QUANTO PIUTTOSTO PER “PESARE” LA LEGA DI SALVINI – LA TOSCANA È DIVENTATA TERRA DI CONQUISTA DELLE TRUPPE DEL FASCIO-LEGHISTA VANNACCI. DAL NUMERO DI VOTI CHE PRENDERÀ L’EX PARA' DELLA FOLGORE DIPENDONO LE SORTI DI SALVINI ALLA GUIDA DEL CARROCCIO, E DI CONSEGUENZA IL FUTURO DEL GOVERNO CHE SENZA L'8% DELLA LEGA NON REGGE NON SUPERANDO IL 40%  – FIN QUANDO LA STATISTA DELLA SGARBATELLA NON HA DAVANTI I NUMERI DELLA REALE CONSISTENZA DEL FU TRUCE DEL PAPEETE, CONTINUERA' A SCHIERARSI CON TRUMP E NETANYAHU PER COPRIRSI A DESTRA DALLE MATTANE DEL "CAPITONE" (SI SA CHE GLI ANIMALI FERITI SONO I PIU' PERICOLOSI...)... 

a lume di candela andrea giambruno pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PER L’EX SIGNOR MELONI, L'ARZILLO ANDREA GIAMBRUNO, SI AVVICINA IL RITORNO IN VIDEO ALLA CONDUZIONE DI "STUDIO APERTO" – UN BEL PASSO INDIETRO PER IL FANATICO DELL'AMMUCCHIATA CHE ORA SARÀ BEN "INGABBIATO", LIMITANDOSI A LEGGERE LE NOTIZIE SUL "GOBBO, EVITANDO COSI' QUEI COMMENTI E OPINIONI PERSONALI A CUI CI AVEVA SOLLAZZATO DURANTE LA CONDUZIONE DI "DIARIO DEL GIORNO" - IL CASO "TG2POST" CHE AFFONDA IL PRIME TIME DI RAI2  – ENZO MICCIO E IL VECCHIO POST DI GIORGIA MELONI DEDICATO AL NUOVO CO-CONDUTTORE DI "DOMENICA IN" - BOLLE IN RAI IL RITORNO DI FLAVIO INSINNA - INDOVINELLO: IL GIORNALISTA LUDOPATICO HA ACCUMULATO DEBITI PER IL POKER. DI CHI SI TRATTA? - VIDEO