galli

GALLI SPENNATI! IL PROFESSORE INDAGATO PER CONCORSI TRUCCATI SI DIFENDE IN TV A CARTABIANCA: “SONO TRANQUILLO, NON HO NIENTE DI PARTICOLARE DI CUI PREOCCUPARMI. STO COMUNQUE ASPETTANDO CHE DEFINISCANO MEGLIO L’ATTO DI ACCUSA –  GALLI: “IL RETTORE HA DETTO CHE SONO FATTI GRAVISSIMI? SE CONOSCESSE LA SOSTANZA DEI PROBLEMI AVREBBE UNA POSIZIONE PIÙ TRANQUILLA” - L’ACCUSA DELLA PROCURA: STRATAGEMMA DEI PUNTEGGI PER FAR VINCERE I PROPRI ALLIEVI

https://video.corriere.it/cronaca/galli-indagato-concorsi-truccati-va-tv-sono-tranquillo-non-ho-fatto-niente-particolare/dfb1e516-2618-11ec-9c26-509de9bc1f2d?vclk=video3CHP%7Cgalli-indagato-concorsi-truccati-va-tv-sono-tranquillo-non-ho-fatto-niente-particolare

 

 

Da video.corriere.it

 

galli

Massimo Galli è indagato dalla Procura di Milano per concorsi truccati. Insieme a 23 colleghi, avrebbe favorito alcuni candidati per l’assegnazione di posti di professore di ruolo all’Università degli Studi di Milano, penalizzandone altri.

 

L’infettivologo replica a Cartabianca, su Rai3: «Sono tranquillo, da quel che leggo non ho niente di particolare di cui preoccuparmi. Sto comunque aspettando che definiscano meglio l’atto di accusa. Fatti gravissimi secondo il Rettore? Se conoscesse la sostanza dei problemi avrebbe una posizione più tranquilla», ha aggiunto.

 

L'ACCUSA DELLA PROCURA

LUIGI FERRARELLA per il Corriere della Sera

berlinguer galli

 

Come si fa a far vincere un concorso universitario al proprio beniamino Agostino Riva, se l'altro candidato Massimo Puoti ha il doppio dei suoi titoli scientifici come indice di impatto sulle più prestigiose riviste mediche internazionali? A questo problema il professor Massimo Galli, se si confermerà esatta la lettura delle intercettazioni che la Procura fa del concorso vinto da Riva nel febbraio 2020, avrebbe risposto con uno stratagemma, peraltro in parte condiviso proprio con il suo candidato: far sì che la commissione giudicatrice, fra i criteri per attribuire i punteggi, privilegiasse le pubblicazioni nelle quali, a prescindere dalla maggiore autorevolezza e prestigio delle riviste scientifiche internazionali, il candidato figurasse come primo o ultimo autore, e non nel mezzo del gruppo di autori.

 

massimo galli

Criterio ritagliato su misura del candidato di Galli, perché Riva in molte pubblicazioni figurava ultimo autore, benché su riviste molto meno prestigiose scientificamente di quelle sulle quali il concorrente Puoti aveva pubblicato ricerche figurando però nel gruppo degli autori.

 

Non per niente proprio il rivale del pupillo predestinato da Galli capisce subito, visti i criteri fissati per la valutazione, che sta per essere fatto fuori con quello stratagemma. E lo capisce talmente bene da precipitarsi a telefonare a Galli per ritirarsi dal concorso che sta così a cuore al primario del Sacco per il suo allievo, e nel contempo però riscuotere in cambio da Galli una apertura di credito futura per un altro concorso a Napoli, che a quel punto gli interessa di più e sul quale Galli gli assicura che si spenderà.

 

massimo galli 4

Sempre le intercettazioni (disposte all'inizio per una ipotesi di associazione a delinquere che poi ha perso quota) persuadono gli inquirenti che Galli non solo all'inizio del concorso non si sia astenuto dal conflitto di interessi di giudicare un candidato con il quale aveva stretti rapporti professionali e fiduciari (essendo Galli coautore in oltre metà delle pubblicazioni vantate da Riva), ma abbia di fatto trasformato il concorso in un giudizio monocratico, del tutto esautorando (ma con loro piena accettazione e mera ratifica dell'esito) gli altri due commissari provenienti dalle Università di Roma «La Sapienza» e di Palermo, Claudio Maria Mastroianni e Claudia Colomba. Uno spaccato per il quale la stessa segretaria di Galli si diceva sconcertata, nelle intercettazioni con le amiche insofferente al modo con il quale Galli le sembrava troppo disinvolto: ad esempio nel comunicare agli altri due commissari, presente il proprio candidato Riva, la notizia (in teoria non notagli) che Puoti sarebbe stato l'altro candidato, ma anche la probabilità che comunque infine si ritirasse, togliendo a tutti le castagne dal fuoco.

massimo galli 3

 

Persino l'atto conclusivo della selezione di Riva, già rimasto unico candidato, sarebbe stato viziato dal fatto che Galli, in sintonia con il prescelto che poi in teoria avrebbe dovuto valutare, avrebbe deciso da solo (e poi comunicato agli altri due commissari, raccomandando loro di dare in fretta il loro ok formale) i tre possibili argomenti della prova didattica.

 

È una delle storie che nella più complessiva inchiesta inducono i pm Luigi Furno e Carlo Scalas a ravvisare «un sistematico condizionamento dei concorsi per assegnare il titolo di professore nella Facoltà di Medicina dell'Università degli Studi di Milano», perseguito con manovre per nominare nella commissione esaminatrice docenti che fossero poi ligi o quantomeno non ostili agli accordi pregressi sul prescelto di turno da far vincere; con criteri di valutazione ritagliati proprio sui ritratto dei favoriti, e quindi calcoli di punteggi che penalizzassero i concorrenti più titolati e invece sovrastimassero i lavori presentati dal predestinato di turno (talvolta con la sua diretta condivisione); e infine con lo scoraggiare i candidati più pericolosi perché più meritevoli, facendo velatamente capire che la loro presenza turbava il preventivato andamento del concorso, o lasciando vagheggiare implicite promesse di futuri aiuti su altri tavoli nel caso in cui gli altri contendenti avessero capito da soli l'antifona e revocato la domanda.

massimo galli 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)