
GIULIANA DE SIO, FAVORISCA I SENTIMENTI – “FACCIO FATICA A TROVARLI, NON HO MAI CAPITO COSA SIANO. SONO LIEVEMENTE DISADATTATA, MIO PADRE È ANDATO VIA CHE AVEVO 11 ANNI. MIA MADRE ERA ALCOLISTA, MOLESTA, A TRATTI VIOLENTA, HO AVUTO TRE ABORTI SPONTANEI - A UN “DAVID DI DONATELLO” DISSI CHE ANDREOTTI MI SEMBRAVA UN POLITICO SPIRITOSO. LUI MI SCRISSE E LO RIFECE ANCHE QUANDO FUI VITTIMA DI UNA RAPINA..."
Michela Tamburrino per "la Stampa" - Estratti del 30 settembre 2024
Che Giuliana De Sio abbia il registro comico nelle sue corde è un fatto certo.
Basta ascoltare il racconto della sua casa a Torino e di lei dentro.
«Abito a Torino in una casa che è un maniero... ci dovrebbero fare le visite guidate...esco dalla stanza da letto con il passaporto e invariabilmente mi perdo e non riesco a ritornare da dove ero venuta. In questi oltre 400 metri quadrati non c'è una presa che sia una in grado di farmi ricaricare il telefono. Allora vago disperata. E continuo a perdermi».
giuliana de sio ballando con le stelle
Applausi. Sta a due passi dal Teatro Carignano dove è impegnata nelle prove di Cose che so essere vere di Andrew Bovell, nuovo allestimento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. Regia di Valerio Binasco, in scena con De Sio e con Fabrizio Costella, Giovanni Drago, Giordana Faggiano, Stefania Medri. Debutto il 7 di ottobre al Carignano.
Parliamo di un dramma?
giuliana de sio francesco nuti
«Di un dramma familiare. Mentre in Agosto in Osage County che mi ha portato il premio Eleonora Duse governava la cattiveria, qui la riflessione è più raffinata, sfumata. Questa famiglia si ama però non riesce a lasciarsi andare ai sentimenti, a non farsi del male».
Lei come sta messa con i sentimenti?
«Con il sentimentalismo non troppo bene. Mi procura problemi rintracciare i sentimenti. Ci vorrebbe uno speleologo dell'anima capace di scendere nelle viscere. Cercarli in scena, questi sentimenti, è doloroso. Forse la parola suona ridondante ma la fatica è enorme».
Lei ha interpretato i personaggi più disparati passando dai testi d'autore alle soap. Il debutto in una commedia sexy...
«Ma che dice? Non ho mai fatto commedie sexy».
giuliana de sio francesco nuti
Ma sì, San Pasquale Baylonne protettore delle donne.
«Ma non era un film sexy, io facevo una pastorella assolutamente pudica. C'era Lando Buzzanca che all'epoca faceva anche film spinti ma non era quello il caso. Il mio vero debutto è a 18 anni con uno sceneggiato su Sibilla Aleramo. Un esordio pazzesco, 20 milioni di spettatori su Rai 1. Primo sceneggiato sul femminismo, fummo invitati nelle università a parlarne».
Appunto, più generi nella sua carriera.
«Quale attore si accontenta di un solo genere? Solo i comici che, se sono bravi, restano in odore di santità. Il dramma è nel mio dna, non ho bisogno di studiare le sue posture interiori. La mia cifra è il tragicomico».
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(…)
Lei è ansiosa, paurosa...
«Paura del palcoscenico. Non è così sul set. Il cinema e la tv ti coccolano, in teatro sei sempre solo, altrove, straniero ed estraneo a te stesso e ai luoghi che ti ospitano. Ogni volta dico che è l'ultimo anno che salgo su un palco e già so che la prossima stagione farò Il Gabbiano con Filippo Timi».
Torniamo ai sentimenti...
«Non ho mai capito che siano. Sono colonizzata dai sentimenti che agiscono, si manifestano in forma di azioni prima che li interpreti. Io in scena li comunico, ma da dove passano non saprei dirlo. Agiscono in forma d'amore, quando amavo stavo agendo un sentimento. Odiare mai. Provo fastidio, disagio ma non è un sentimento, una sensazione quotidiana».
Una condizione complessa?
«Sono lievemente disadattata, vivo cercando di sfuggire a ciò che il quotidiano comporta. Mi piaceva la famiglia del cinema che magari sono i Borgia ma sanno creare un gruppo di lavoro. È la ricerca di una famiglia che non ho».
Si riferisce a marito e figli?
«Parlo anche della famiglia d'origine, mai insieme veramente. Mio padre è andato via che avevo 11 anni, era considerato inutile da mia madre e dunque anche da noi figli. Mia madre era alcolista, molesta, a tratti violenta, non ci sentivamo accuditi.
Mio padre si è risposato altre tre volte, mia madre anche e suo marito è stato il padre che non avevo avuto. Ma poi sono andata via da Cava de' Tirreni e poi da Salerno».
Con sua sorella Teresa vi siete aiutate?
«Abbiamo preso strade diverse. Oggi siamo più unite, abitiamo nella stessa strada a Roma, ci sentiamo quotidianamente. Una conquista recente».
Lei ha molto desiderato avere figli ma non ne ha avuti.
«Tutte le volte che sono rimasta incinta, li ho attesi e accolti questi figli. Ho avuto tre aborti spontanei ed è stato molto doloroso anche se riesco a metabolizzare gli eventi negativi, li sdrammatizzo, li depotenzio, sono cose che capitano ai vivi mi dico. Non li faccio tornare nella mia testa mai. Tranne quando qualcuno me li mette sotto gli occhi come sta facendo lei».
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(...)
«Resto dubbiosa sempre. Le certezze aiutano a vivere meglio ma sono bugie. Sono una gran dissipatrice. Quando mi scrivevano per complimentarsi con me io appallottolavo e buttavo. Una volta mi scrisse Giulio Andreotti, a un David di Donatello dissi che mi sembrava un politico spiritoso. Lui mi scrisse e poi mi riscrisse quando fui vittima di una rapina a mano armata. E poi Strehler, Wertmüller e io appallottolavo. Non per stronzaggine ma ero autoviziata».
Da artista sente di aver avuto ciò che meritava?
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«Con il cinema ho un conto in sospeso. Mi ha premiata per il ruolo più bello della mia vita in Cattiva di Carlo Lizzani e poi dimenticata. Ero certa che si potesse aprire una nuova stagione di lavoro e di poter smettere di essere la fidanzata del comico. Ero matura per approdare a una performance attoriale, avevo 32 anni.
Ma quel film ha spaventato tutti e sono arrivati ruoli minori che non ho accettato. In tv ho fatto di tutto dalle grandi eroine alla Piovra con un successo galattico, Edda Gabler con Petri e Cuore con Comencini. Poi è stata l'epoca del trash e delle fiction Mediaset tipo Il bello delle donne. Ho fatto pure la mafiosa siciliana, era il mio periodo pop».
Alla fine è arrivato il passo folle come lo chiama lei.
«A Ballando con le stelle che mi ha fatto capire di me più cose di quante non ne abbia comprese in 30 anni di analisi. Ero felice. Chiusa 4 mesi al 41 bis ballando 7 ore al giorno. La parte brutta era la trasmissione, una tortura, un luogo molesto. Non mi manca il senso dell'umorismo, ma lì sono stata umiliata in modo terribile. Mi ero messa in un pasticcio da servizio militare. Ho resistito, non metto Ballando tra le esperienze da buttare, dal punto di vista antropologico un grande studio. Fisicamente un disastro. Mi sono operata al tendine in seguito a un incidente in sala prove e ora non posso più giocare a tennis, sport che adoro».
giuliana de sio
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GIULIANA DE SIO
Giuliana De Sio
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Giuliana De Sio
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