SIAMO TUTTI ANONYMOUS - QUELLA DEGLI HACKER “VENDI-CATTIVI” NON È UN’ORGANIZZAZIONE, UNA SETTA, UN COMPLOTTO ANTI COMPLOTTI, MA IL PRODOTTO NATURALE E INEVITABILE DI INTERNET CHE PERMETTE LA PARTECIPAZIONE DI CHIUNQUE ALLA SORVEGLIANZA RECIPROCA - GLI HACKER DI “ANONYMOUS”, CHE METTONO IN PIAZZA IL MARCIO DEL POTERE, SONO IL CONTRALTARE DIGITALE AI QUEI POTERI MARCI INTERNAZIONALI CHE METTONO IN GINOCCHIO UNA MONETA, UN PAESE O UN INTERO CONTINENTE…

Vittorio Zucconi per "la Repubblica"

Sono, o credono di essere, gli angeli vendicatori della opacità politica, bancaria e industriale. Le sentinelle invisibili nell´ombra della Rete. Il loro simbolo è un punto di domanda sopra una figura di uomo in una parodia del logo dell´Onu. Ma chi è Anonymous.

Il gruppo di ciber vigilantes globali che infiltrano e penetrano le casseforti informatiche di banche e di governi, di ministeri e di eserciti, di aziende e di polizia, in ogni luogo e in ogni momento, per affermare il diritto a un mondo senza segreti?

Anonymous sono tutti, siamo noi, posso essere io che ne scrivo qui, tu, il tuo capo, il tuo collega, il vicino di casa, tua moglie, tuo figlio, chiunque avverta la vocazione alla trasparenza e possa mettere le dita su un computer collegato alla Rete.

In queste ore, hanno scassinato e riscritto la nuova e repressiva Costituzione ungherese dall´interno del sito della Corte Costituzionale. Uno "stunt" dimostrativo, una pura esibizione di potenza, presto cancellata. Hanno attaccato e paralizzato per ore siti di ministeri americani, dall´Fbi al Pentagono, spesso con la tecnica del DdoS, il "Denial of Service", l´inondazione di richieste che si moltiplicano e si specchiano l´una nell´altra fino a quando i server si arrendono, soverchiati.

In Italia hanno naturalmente assunto anche la maschera dei No Tav, inondando Twitter, Facebook, tutti i luoghi e gli strumenti della comunicazione e della espressione indignata, colpendo il sito del Ministero della Giustizia. Ma oggi tremano anche le industrie, le banche, le multinazionali.

Anonymous è la globalizzazione del "vigilantismo" armato con la potenza del web. E´ l´esplosione in chiave high tech del giornalismo investigativo, la moltiplicazione anonima e dunque molto meno rischiosa del coraggio individuale che aveva spinto uomini come Daniel Ellsberg a demolire le menzogne ufficiali del Pentagono sulla guerra in Vietnam, o donne come Erin Brockovich, che osò sfidare la Pacific Gas and Electric Company per avere avvelenato le acque con il cromio esavalente.

Non è un organizzazione, una setta, un complotto anti complotti, ma il prodotto naturale e inevitabile di un mezzo come la Rete che consente, che invita, la partecipazione di chiunque alla reciproca sorveglianza, dietro la maschera irridente di Guido "Guy" Fawkes, il papista cattolico - paradossale scelta simbolica, questa - che nel ‘600 tentò di far saltare il Parlamento di Westminister, uccidere re Giacomo Primo e riportare la Gran Bretagna sotto il segno di Roma.

«Se non avete niente da nascondere, non avete niente da temere» è uno dei motti che si trovano sui vari "board", sui siti e sui manifesti che orbitano attorno al concetto e alla network di Anonymous, ormai vicina a Wikileaks per azioni e per il terrore che ispira nei potenziali obiettivi. Ma avere qualcosa da nascondere non significa implicitamente avere qualche malefatta da nascondere, come sembra indicare il motto. Ci sono segreti industriali, commerciali, diplomatici e militari che richiedono segretezza.

Sono stati definiti come «uno stormo di uccelli», che improvvisamente si mettono a volare tutti insieme nella stessa direzione, aumentano di numero, oscurano il cielo, ma con la stessa rapidità si disperdono, cambiano direzione, scompaiono. Migliaia di questi "hacktivisti", come sono stati chiamati nel neologismo nato da hacker e attivisti, sono stati individuati e arrestati, smontando luoghi comuni su fornucolosi adolescenti frustrati e in pigiama intenti a vendicarsi del mondo dai loro scantinati.

Sono spuntati inattesi personaggi come un giardiniere in California, un pensionato in Germania, una studentessa nel Michigan, giovani come anziani. Tra di loro, nelle ricerche dell´Fbi che è stato uno dei bersagli preferiti perché il "Bureau" è in prima linea nella repressione e nella chiusura dei siti per lo scarico gratuito di musica e di video con copyright, ci sono uomini e donne di estrazione diversissima, legati dal filo comune e invisibile della difesa della totale e intoccabile libertà della Rete e dell´accesso a ogni materiale.

La reazione dei vigilantes fu infatti specialmente virulenta quando si alzò lo spettro delle leggi anti-pirateria americane, la Sopa e il Pipa Act, e l´Acta europeo, lanciando una serie di attacchi e di "Denial of Service", di blocchi, per difendere Megaupload, il sito con sede ufficiale in Cina, e l´arresto di Kim Dotcom, nato Kim Schmitz, il fondatore, nella sua sontuosa residenza in Nuova Zelanda. «Tutti i vostri dati ci appartengono» è la risposta alla segretezza, agli omissis, ai copyright. Nel 2011 minacciarono di «distruggere Facebook», ma non avvenne. Il che non significa che non potrebbe avvenire.

Ma Anonymous non è un´ideologia. E´ un concetto, un´idea che esiste soltanto quando agisce. Un "meme", nel gergo della Rete, un "miim" nella pronuncia inglese, diffuso attraverso i meccanismi delle nuove tecnologie e dei nuovi prodotti, hashtag, Facebook, blog, email, YouTube, usato a volte per fare pubblicità commerciale.

Chiunque può entrarvi e uscirne, anche lasciando un messaggio, un suggerimento, una spiata nella cassetta postale, il "dropbox" che i siti apparentati allo stormo offrono, volare con loro per un tratto e poi abbandonarli. L´anonimato degli anonimi è garantito con i più sofisticati e complessi meccanismi di sicurezza, chiavi a 256 bit, il massimo, password quasi impossibili da ricostruire, dispositivi che smentiscono l´assunto stesso del gruppo, che nessuna cassaforte sia davvero impossibile da scassinare.

«Non potremo mai bloccarli - ammise davanti al Congresso americano un specialista dell´Fbi - perché sarebbe come pretendere di eliminare tutti i pesci dall´oceano». Si sente una corrente di onnipotenza, in questo oceano senza nome e il brivido del rischio che ogni vigilantismo corre. Dove fermarsi? Chi controlla i controllori? Dietro l´anonimato, si possono nascondere egualmente angeli e demoni.

 

ANONYMOUShackerHacker PC ANONYMOUS ANONYMOUS ANONYMOUS COME LE IENE hackerANONYMOUS

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO